PENSIONI: CISL MODENA, 3 SU 4 NON ARRIVANO A MILLE EURO

(AGI) – Modena, 1 sett. – “Un quarto dei pensionati modenesi riceve dai 500 ai 750 euro al mese: poiche’ l’Istat considera povero l’individuo con una spesa procapite di 999,67 euro al mese (in una famiglia di due componenti), possiamo dedurre che oltre 50 mila pensionati modenesi vivono sotto la soglia di poverta’”.

E’ quanto dichiara il segretario provinciale della Fnp-Cisl, Pietro Pifferi, commentando l’analisi condotta dal suo sindacato (che tra Modena e provincia conta quasi 32 mila iscritti) sulla condizione dei pensionati modenesi. Per recuperare il potere d’acquisto delle pensioni, la Cisl chiede di estendere la quattordicesima almeno fino ai redditi intorno ai 1.250 euro al mese, di rivedere il sistema di perequazione annuale e di finanziare in modo adeguato il fondo per la non autosufficienza. Dall’analisi del sindacato, emerge anche che il 58,95 per cento delle pensioni e’ erogato a donne che, pero’, rispetto agli uomini incassano poco piu’ della meta’: il loro assegno mensile, infatti, ammonta mediamente a 617,93, contro i 1.138,58 euro mensili dei pensionati maschi. L’importo medio, che ammonta a 831,61 euro, e’ un po’ piu’ alto della media nazionale (773,98 euro), ma inferiore a quello dell’Italia settentrionale (871,77 euro). I pensionati modenesi ammontano a 208.526 (213.082 le pensioni erogate a Modena e provincia pari all’1,36% del totale nazionale, c’e’ in fattio chi percepisce piu’ di una prestazione pensionistica). “La forbice tra pensioni maschili e femminili si spiega innanzitutto con l’alta percentuale di donne tra i pensionati superstiti, sociali e invalidi civili, ma anche con il minor numero di anni di contribuzione e il salario inferiore, rispetto agli uomini, percepito durante la vita lavorativa – prosegue il segretario provinciale della Fnp-Cisl – Da notare che gli assegni o pensioni sociali e le pensioni per invalidi civili hanno piu’ a che fare con l’assistenza che con la previdenza e rappresentano complessivamente meno dell’8 per cento del totale delle pensioni modenesi”. L’importo medio delle pensioni di anzianita’ e vecchiaia e’ di 1.246,89 euro per gli uomini e 685,25 euro per le donne, mentre l’assegno per l’invalidita’ vale mediamente 794,09 euro per i maschi e 507,95 euro per le femmine; solo nelle pensioni per i superstiti l’assegno per le donne, pari a 536,11 euro, supera l’importo medio degli uomini (366,71).(AGI) Ari (Segue)

8 Dicembre 1991 A Castelnuovo Rangone viene cotto e mangiato lo Zampone Modena più grande del mondo, registrato nel Guinness dei primati

Zampone Modena

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Zampone di Modena IGP
Zampone.jpg
Paese di origine: Italia
Settore: Preparazioni a base di carne
Zona di produzione: Province di Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona, Rovigo.
Riconoscimento DOP/IGP: Reg. CE n.590/99
Consorzio di tutela: [ ]

Lo zampone di Modena è un salumeIndicazione Geografica Protetta (IGP).

Esso viene prodotto con un impasto di carni suine, avvolto dall’involucro formato dalla zampa di un maiale. Ha una consistenza soda ed uniforme ed un colore rosa brillante tendente al rosso.

La tradizione colloca il primo zampone agli inizi del XVI secoloMirandola.

La zona di produzione dello zampone di Modena comprende, oltre a MantovaCremona ed alcune altre zone del Nord Italia.

Dal 1991 il paese di Castelnuovo Rangone in provincia di Modena detiene il record del mondo, iscritto nelGuinness dei primati, dello zampone più grande del mondo: nel 2000 ha raggiunto un peso di 450 kg, nel 2006 di 751 kg. Al 2008 risale l’ultimo primato con uno zampone del peso di 942 kg.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Rieducazione alla fonesi

Le scuole

L’Associazione Modenese La Nostra Voce gestisce in Provincia di Modena cinque scuole per la riabilitazione fonetica: a Modena sorta nel 1968, a Pavullo sorta nel 1988, a Carpi nel 1995, a Vignola e Sassuolo nel 1998, Castelfranco e Mirandola nel 2006. Le scuole sono anche i centri dai quali si dipana sul territorio l’attività dell’Associazione a favore dei malati e dei famigliari.


Il ruolo del tutor buon parlante è di fondamentale importanza nelle scuole

L’attuale realtà ha vista la propri genesi nel 1986 con un accordo firmato tra le dirigenze dell’Associazione e la Clinica Otorino di Modena ponendo le basi di una crescita improntata sulla qualità e professionalità del servizio erogato.
L’esperienza acquisita rende oggi possibile l’esportazione in altre aree dei metodi di insegnamento e del modello operativo intrapreso a Modena.

Nelle scuole di rieducazione alla fonesi gestite dalla Associazione Modenese La Nostra Voce operano dieci operatori volontari buon parlanti con il ruolo di tutor che affiancano il personale logopedico. Gli operatori dell’associazione hanno tutti ricevuto una specifica formazione.

Nelle scuole viene affrontata la riabilitazione alla fonesi secondo una duplice modalità di approccio: una prima metodica con approccio frontale e personale ed una seconda metodica con modello di istruzione di gruppo.

Ogni centro di riabilitazione fonetica svolge due lezioni settimanali per un orario complessivo per ogni scuole di quattro ore.
Ogni attività delle scuole è svolta in stretta collaborazione con il servizio di logopedia.


Scuola di Pavullo nel Frignano: foto di gruppo con gli amministratori

Contratto professionale per la rieducazione fonetica


Nell’apprendimento delle basi della voce esofagea l’apporto professionale della logopedista è importante

Dal 2003 l’Associazione co-finanzia con l’Ospedale Ramazzini di Carpi un contratto libero professionale per una logopedista con diploma universitario conseguito presso l’Università degli Studi di Modena e particolare esperienza nella valutazione dei risultati a lungo termine su pazienti operati di laringectomia totale (tesi di diploma presso la Clinica Otorino di Modena). La professionista è impegnata nei Distretti di Carpi, Sassuolo, Vignola e Pavullo nella rieducazione fonetica individuale e nella raccolta dati, elaborazione statistica e controllo dell’efficacia dei protocolli di rieducazione attualmente utilizzati.

Il lavoro svolto dovrebbe costituire la base per la strutturazione di un centro di studio presso la Sede dell’Associazione a Modena che si occupi dei temi specifici del monitoraggio dei dati sull’incidenza dei tumori laringei nella Provincia di Modena, della verifica dei metodi riabilitativi, della elaborazione di protocolli di riabilitazione mirati. La logopedista opera nelle scuole di riabilitazione dell’Associazione dei Distretti per un totale di 40 ore mensili.