Metodo Stamina, sospesa la sperimentazione

 

 

 

Ministro in conferenza stampa“Questa è una conferenza che non avrei mai voluto fare; mi sarebbe piaciuto molto che questa vicenda avesse avuto un epilogo diverso, ma il metodo Stamina non ha i requisiti per la sperimentazione”.

Con queste parole il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin apre la conferenza stampa del 10 ottobre 2013 e comunica la presa d’atto che blocca la sperimentazione delle cellule staminali mesenchimali, a seguito dei pareri del Comitato scientifico e dell’avvocatura di Stato.

“Spero che ci sia rispetto del rigore e della serietà con i quali tante persone hanno lavorato sulla possibilità di queste sperimentazioni senza alcun pregiudizio” – prosegue il Ministro – “Ringrazio il Parlamento per l’attenzione che ha posto su questa vicenda, in primo luogo umana, ma dobbiamo avere rispetto del metodo scientifico, che si pone sempre a tutela della salute delle persone”.

http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=1315#tab-2

fonte

 

Arriva da Siena la speranza contro il “tumore da amianto”

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L’amianto è un nemico che l’Italia ha imparato a conoscere troppo tardi, quando ormai fabbriche e case ne erano piene. Non sono pochi, purtroppo, i casi di inquinamento da amianto sparsi per tutto il territorio nazionale, alcuni saliti agli onori della cronaca altri ancora sconosciuti. Le polveri di amianto, se respirate a lungo e senza protezione, attaccano i polmoni e causano uno dei tumori più aggressivi al mondo: il Mesotelioma Pleurico.
La bonifica dei luoghi inquinati, anche se necessaria e dovuta, non porta alcun beneficio in chi è già ammalato, ma la ricerca potrebbe e a Siena si sta forse per arrivare a una possibile speranza di cura per questo tipo di tumore in particolare. E’ quanto emerge da due studi che hanno coinvolto non solo i ricercatori senesi ma anche quelli dell’Istituto Tumori di Napoli-CRom e della Temple University di Philadelphia, coordinati dal genetista italiano Antonio Giordano. Gli studi, dopo averci ricordato che cosa è il Mesotelioma Pleurico (“tumore che ha origine dalla trasformazione neoplastica del mesotelio, il sottile tessuto che avvolge la cavita’ pleurica e altri organi interni“) ci ricorda che esso non si manifesta nell’immediato ma anche dopo dieci o venti anni dall’esposizione all’amianto.
Infine, i ricercatori descrivono il lavoro fatto, ovvero dei test sull’effetto di nuovi agenti antitumorali su cellule di Mesotelioma, in particolare tramite un farmaco che riattiva la proteina onco-soppressore P53, senza la quale i tumori si diffondono rapidamente nell’organismo. Il farmaco si chiama MK-1775 e, in combinazione con il Cisplatino, permetterebbe di trattare il Mesotelioma riducendone l’aggressività e forse permettendone anche una guarigione, o comunque una tolleranza prolungata da parte del corpo. Sarebbe già un grande risultato se si potesse anche solo tramutare una malattia del genere in disturbo cronico, ovvero duraturo ma trattabile. Le prospettive ci sono e gli studi sono in corso per raggiungere al più presto l’obiettivo.
http://benessere.guidone.it/2014/01/11/arriva-da-siena-la-speranza-contro-il-tumore-da-amianto/

Le lobby farmaceutiche investono più in marketing che in nuove terapie

farmaci soldi

di Roberta Ragni

Le aziende farmaceutiche mettono il loro profitto davanti a tutto, utilizzando i finanziamenti solo a favore del marketing e non della ricerca di nuove molecole o terapie. È così che hanno scoraggiato l’innovazione negli ultimi cinque decenni. A dirlo sono i dottori Donald Luce, dell’University of Medicine of New Jersey, e Joel Lexchin, della York University di Toronto, che hanno denunciato la situazione di stallo dell’innovazione farmaceutica direttamente dalle pagine del British Medical Journal.

 

Secondo i ricercatori, la maggior parte dei fondi di ricerca non viene indirizzata verso la ricerca di farmaci innovativi, ma nella pesante e costante promozione dei farmaci già esistenti, fino ad arrivare a spendere ben l’80% della spesa farmaceutica di una nazione solo per questo. Luce e Lexchin spiegano: “lasituazione dello sviluppo di nuove molecole è rimasta ferma a 50 anni fa. Gli incentivi per lo sviluppo di farmaci sono sbagliati e hanno distorto i comportamenti all’interno del settore”.

 

Le lobby faramaceutiche, infatti, spendono in marketing il 25% dei ricavi, rispetto all’ 1,3% investito nella scoperta di nuove molecole. “Se i costi dello sviluppo hanno avuto un sostanziale aumento tra il 1995 e il 2010, pari a 34.2 bilioni di dollari, i ricavi per le società sono aumentati di 6 volte più velocemente. E le aziende evitano di menzionare questo straordinario ritorno economico”, accusano i due esperti. Ecco perché la valutazione dei nuovi farmaci dovrebbe essere pubblica  e indipendente dalle stesse industrie farmaceutiche e dovrebbe premiare l’innovazione.

“Questo approccio permetterebbe di risparmiare miliardi di dollari in costi sanitari e  produrrebbe vantaggi reali per la salute delle persone”, dicono i ricercatori, che chiedono alle autorità di controllo dei farmaci in tutto il mondo “di fermare l’approvazione di nuovi farmaci di scarso valore terapeutico”, dando, invece, “premi in denaro in sostituzione della copertura brevettuale solo per molecole veramente nuove”.

La vera crisi dell’innovazione, insomma, consiste nel fatto che la ricerca e lo sviluppo dei farmaci si sono ridotti ad essere, in realtà, solo piccole variazioni dei prodotti già esistenti, che non sono nememno superiori ai vecchi. “E io pago”.

Speriamo che in Italia qualcosa cambi dopo l’introduzione in questi giorni dell’indicazione del principio attivo nelle ricette e non più del farmaco, inverta la tendenza.

 

 

 

fonte: greenme.it

Il pasto più sano del mondo esiste Lo dice il Leather Food Institute: salmone, cereali, yogurt e frutta secca per avere una vita sana

Aspirate a una vita perfetta? Cominciate allora dalle basi e scegliete i cibi giusti per creare il pastoperfetto, quello più sano al mondo, che vi regalerà buona salute, una lunga vita e felicità.

A comporlo ci sono arrivati i ricercatori inglesi delLeather Head Food Institute – ente indipendente che studia il cibo e le sue proprietà –  i quali hanno confezionato il menù scegliendo tra migliaia di alimenti in base alle qualità dei nutrienti, la presenza di proteine, vitamine, acidi e sostanze che aiutano cuore, circolazione e combattono il colesterolo cattivo.

Ed ecco svelato il pranzo perfetto: entrée di salmonefresco o affumicato, servito con pane integrale ricco di cereali e accompagnato da un’insalatina condita con olio d’oliva.

Piatto forte composto da pollo e lenticchie accompagnati da verdure miste cotte. 

Per chiudere in bellezza con un soffice budino diyogurt ricoperto da noci e caramello dolcificato. 

Niente male, come dieta salutare.

E per i più mangioni sono previsti piccoli spuntini per placare i languori fuori pasto a base di frutti di bosco, frutta secca e anche cioccolata calda, chewing gum senza zucchero allo xilitolo e per dissetarsi 2 litri di acqua al giorno.

Inoltre ogni alimento ha un suo perché: il salmone è ricco di Omega 3 e tiene sotto controllo il colesterolo, il pane integrale ha l’acido folico che tiene giovane il cervello ed è utile alle donne incinte, il pollo contiene le proteine che sostengono la massa muscolare mentre  l’acido pantotenico che abbonda nelle lenticchie e nei legumi in generale, riduce stanchezza e stress.

I ricercatori inglesi sono giunti a questo salutare e in fondo poco rivoluzionario risultato, controllando circa 4 mila ricerche, incrociando i dati con annunci pubblicitari e inviti al consumo da parte di aziende e supermercati, ma per chi ama la dieta mediterraneaniente panico, sotto sotto gli ingredienti principali per una dieta più tradizionale ci sono tutti: proteine, legumi, verdure, cereali e frutta secca, ops c’è anche quella fresca, vedi i frutti di bosco.

Buon pasto perfetto a tutti!

LA MAFIA DEL CANCRO

ASSOCIAZIONE PER LA RICERCA E LA PREVENZIONE DEL CANCRO

Tel. 3488718706 – fax 02700441631 – E_mail: arpc@aerrepici.org

Sito: http://www.aerrepici.org

 

 

 

Alberto R. Mondini

 

LA MAFIA DEL CANCRO

 

IL DOSSIER CHE HA FATTO ESPLODERE
IL CASO DI BELLA

 

 

 

A tutti gli esseri pensanti in grado di cercare, testare e documentarsi autonomamente, nella speranza che questa capacità possa trovare risposta da parte dell’utenza, la sola vera possibilità che abbiamo per non morire più di cancro.

Torino, luglio 1998

 

 

 

 

 

 

© Tutti i diritti sono riservati. Questo libro:

1.      può essere ricopiato e riprodotto in qualsiasi forma o tecnica, in tutto o in parte, con il solo obbligo di citarne chiaramente la fonte e l’autore;

2.      può essere distribuito gratuitamente senza limiti nel numero delle copie, con il solo obbligo di citarne chiaramente la fonte e l’autore;

3.      può essere usato per scopi commerciali solo con l’autorizzazione dell’autore

 

Gifflenga, agosto 2002.
Alberto R. Mondini
tel. 348-8718706
albertomondini@aerrepici.org

 


 

PREFAZIONE (ALLA 2° ED.)

Siamo lieti di pubblicare la seconda edizione di “Kankropoli – La mafia del cancro”. Questo dossier, uscito meno di due fa, in forma molto semplice, fotocopiato dall’autore, si è subito fatto apprezzare, prima tra gli “addetti al settore” e poi da un pubblico più vasto. Sicuramente esistono altre pubblicazioni che si sono occupate delle cure alternative al cancro, o che hanno denunciato gli scandali della sanità; Kankropoli ci sembra però che sia andato un passo oltre.

Scritto con tono indignato, a volte distaccato, spesso caustico, rappresenta uno spaccato della ricerca oncologica ufficiale, in Italia e non solo. Vi sono descritte le bugie, le statistiche truccate, le diffamazioni e le denunce nei confronti di chi non è allineato al sistema, i comportamenti al limite della legalità e spesso oltre il limite stesso, usati dai baroni della medicina, dalle multinazionali farmaceutiche, dai famosi ricercatori, da tutte quelle persone insomma a cui, in caso di bisogno affidiamo la nostra vita.

Corredato dai dati ufficiali, dai resoconti di importanti congressi internazionali, da articoli delle più famose riviste in campo medico scientifico, da testimonianze di ammalati, il libro ci mostra una realtà ben diversa da quella ufficiale. Ne emerge un quadro, spesso ricco di particolari grotteschi che sarebbero addirittura comici, se l’argomento non riguardasse la vita di milioni di persone. Oncologi acclamati, noti farmacologi, personalità illustri nel campo della sanità, che non si curano di negare i dati ufficiali, di contraddire le loro stesse dichiarazioni, di raccontare bugie smentite dai loro stessi colleghi, disposti a perdere la faccia pur di non perdere la poltrona.

Vi sono inoltre descritte le principali terapie anticancro della medicina alternativa, accompagnate dal resoconto di ostacoli, boicottaggi, minacce, fino ai tentativi di omicidio dei loro scopritori. Da Bonifacio a Zora, a Di Bella, ad altri che, osteggiati in patria, sono stati riconosciuti ed apprezzati all’estero.

A distanza di due anni dalla prima stesura, la situazione è sicuramente cambiata. Quello che Mondini e noi scrivevamo e che sembrava, ai più, pura eresia, viene oggi comunemente affermato da giornalisti, medici di base, opinion leaders. L’opinione pubblica ha capito cosa si nasconde dietro la ricerca scientifica, mentre oggi chi parla di medicina alternativa viene ascoltato e non guardato con sospetto.

Per alcuni aspetti, il nostro compito di propagatori della medicina non ufficiale, è divenuto più semplice. Mondini, personaggio sicuramente “scomodo”, diffamato, sbeffeggiato, accusato di truffare con le terapie alternative i malati, (evidentemente la truffa consisteva nell’informazione, poiché non essendo medico si è sempre ben guardato dal curare) è oggi a capo di un’associazione (l’ARPC, Associazione per la Ricerca e la Prevenzione del Cancro) che conta duemila soci in tutta Italia.

Kankropoli è stato pubblicato, a stralci, su uno dei più importanti quotidiani nazionali, Mondini è comparso più volte in televisione sulle reti nazionali, intervistato in qualità di esperto sulle terapie alternative contro il cancro. A distanza di due anni, anche il grande pubblico si è reso conto che quello che andiamo da anni predicando, non è che la pura verità.

Paolo Brunetti – edizioni Andromeda (Editore di Kankropoli su carta)

 

Tumore alla tiroide: relazione con l’esposizione agli ftalati

In uno studio su larga scala effettuato dall’Università del Michigan, è stato scoperto un legame tra le sostanze chimiche chiamate ftalati ed i livelli dell’ormone tiroideo.

La School of Public Health dell’Università del Michigan ha riportato risultati coerenti con un collegamento scoperto in precedenza tra una sostanza chimica chiamata bisfenolo-A (BPA) e i livelli degli ormoni tiroidei. Il BPA è meglio conosciuto per il suo uso in alcune bottiglie di plastica per l’acqua e nei rivestimenti dei cibi in scatola.

I ricercatori hanno utilizzato i dati pubblici del National Health and Nutrition Examination Survey americana per confrontare i metaboliti nelle urine e i valori degli ormoni della tiroide di 1.346 adulti e 329 adolescenti.
In generale, si è riscontrato un maggior impatto sui valori ormonali della tiroide in corrispondenza con alti valori di ftalati e BPA nelle urine, ha dichiarato il professor John Meeker, autore principale dello studio.

In particolare, i ricercatori hanno trovato una relazione inversa tra i marcatori urinari di esposizione e i livelli di ormone tiroideo, il che significa che come le concentrazioni del metabolita urinario aumentano, i livelli sierici di certi ormoni tiroidei diminuiscono.

GLi ftalati e il BPA sono composti chimici che si trovano nei solventi, nei plastificanti e nei prodotti per la casa. Questi ultimi risultati sono coerenti con i risultati di studi precedenti effettuati però su campioni più piccoli.

Il presente studio ha mostrato una forte relazione tra disturbo della tiroide e il DEHP, uno ftalato comunemente usato come plastificante. La ricerca ha dimostrato che si entra in contatto con il DEHP principalmente attraverso la dieta. Ai campioni di urina con un’esposizione al DEHP più alta del 20% è stata associata una diminuzione del 10% di alcuni ormoni tiroidei rispetto ai campioni di urina che avevano un’esposizione al DEHP più bassa del 20%.

I ricercatori hanno esaminato un altro ftalato chiamato DBP, ma nel complesso non hanno trovato una relazione significativa tra l’esposizione e i dati della tiroide. Il DBP è anche un plastificante, ed è utilizzato nei in solventi e nei prodotti per la cura personale.

Gli ormoni tiroidei svolgono un ruolo importante in molte funzioni del corpo, dalla riproduzione, al metabolismo, all’equilibrio energetico.

Mentre lo studio si è concentrato principalmente sugli adulti, questi risultati sottolineano la necessità di ulteriori ricerche sugli adulti, sulle donne incinte e i bambini, ha detto Meeker, perché lo sviluppo fetale e del bambino possono essere particolarmente vulnerabili alle perturbazioni dei livelli degli ormoni tiroidei associati all’esposizione a sostanze chimiche ambientali.

Meeker ha sottolineato anche che lo studio ha dei limiti. Dal momento che i campioni di urina e di siero sono stati raccolti in un unico momento, i ricercatori non hanno potuto parlare di un rapporto causa-effetto; sarebbe meglio infatti seguire le persone nel tempo e raccogliere più campioni, soprattutto perché queste sostanze chimiche metabolizzano in fretta e un prelievo di un momento può non rappresentare la vera esposizione chimica.

http://gaianews.it/salute/tumore-alla-tiroide-relazione-con-lesposizione-agli-ftalati/id=11279

CELLULA CANCEROSA

Fare ricerca scientifica significa fare domande alla natura.

Guarda ed ascolta solo ciò che la natura ha da dirti e non quello che vuole il tuo sponsor.

Dimentica per un istante anche quello che hai imparato a scuola e sii pronto a riesaminare le tue vecchie “certezze”.

Confronta le nuove conoscenze con le vecchie e non cercare di essere acuto o intelligente.

E’ sufficiente che tu sia umile.

Se hai timore di ciò che i tuoi colleghi potrebbero dire sulla tua ricerca non potrai mai essere un vero ricercatore.

Non cercare di “indirizzare” gli esperimenti, prima cerca di comprenderli e poi eseguili fedelmente.

Abbi fiducia delle tue sensazioni ma poi controlla i risultati con strumenti che siano indipendenti dai tuoi sensi.

Non cercare di sviluppare idee su qualcosa che non hai mai visto.

Non nascondere gli errori, parla di essi in modo franco e sii orgoglioso di conoscerli.

Essi sono i più sicuri indicatori della tua strada.

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Una ragionevole domanda  che possiamo porci in campo oncologico è: “Com’è possibile che la ricerca oncologica nonostante tutti questi anni di intense ricerche e miliardi di dollari spesi non è ancora riuscita  a scalfire nemmeno un pò l’enigma del cancro?

Possiamo anche chiederci: “…ma la ricerca oncologica sta veramente cercando nella direzione giusta oppure e’ necessario ed opportuno cambiarla ?”

Tutti sappiamo che tra i problemi irrisolti dell’oncologia quello più indagato è  come si forma la cellula cancerosa.

Per la ricerca oncologica classica non c’e’ dubbio che essa si formi da una mutazione genetica della cellula sana.

Per spiegare la sua origine, i ricercatori hanno indagato in numerosi settori cercando cause virali, immunologiche o genetiche ma fino ad oggi non sono mai approdati a nulla di definitivo.

Nonostante il bilancio non proprio soddisfacente, molti credono ancora che un vaccino, le cellule staminali o i farmaci “intelligenti” prima o poi risolveranno il problema.

Ma come è possibile che una cellula sana diventi cancerosa e sia capace di distruggere un organismo per altri versi sano?

In fondo, la cellula cancerosa è un organismo molto fragile, si uccide con un soffio e quando è aggredita è incapace di opporre una resistenza efficace.

In verità le cellule dei tessuti colpiti, molto prima delle manifestazioni più visibili della malattia, subiscono delle modificazioni che solo in seguito portano alla formazione della cellula cancerosa.

Vedremo tra breve come sia un errore credere che la cellula cancerosa si sviluppa direttamente dalla mutazione genetica di una cellula sana.

Molto probabilmente se la lotta contro il cancro non ha raggiunto gli obiettivi che si era proposta di raggiungere è perché ha continuato a considerare la cellula cancerosa come l’oggetto della ricerca senza rendersi conto che il cancro non è la malattia di una cellula ma la malattia di tutto l’organismo.

LA DICHIARAZIONE DI HELSINKI

Principi etici per la ricerca medica che coinvolge i soggetti umani.

 

 

 

 

 

La dichiarazione, adottata nella diciottesima Assemblea Generale della World Medical Association (WMA), tenutasi nel giugno del 1964 ad Helsinki in Finlandia, è stata emendata dalla:

 

ventinovesima Assemblea Generale della WMA, ottobre 1975, Tokio, Giappone,

 

trentacinquesima Assemblea Generale della WMA, ottobre 1983, Venezia, Italia,

 

quarantunesima Assemblea Generale della WMA, settembre 1989, Hong Kong,

 

quarantottesima Assemblea Generale della WMA, ottobre 1996, Somerset West, Repubblica Sudafricana,

 

cinquantaduesima Assemblea Generale della WMA, ottobre 2000, Edinburgo, Scozia.

 

 

 

La nota di chiarificazione sul paragrafo 29 è stata aggiunta nell’Assemblea Generale della WMA, tenutasi a Washington nel 2002.

 

 

 

 

A.  INTRODUZIONE

 

 

 

 

 

1.  La Dichiarazione di Helsinki, elaborata dall’Associazione Medica Mondiale, costituisce una dichiarazione di principi etici, il cui obiettivo è quello di fornire consigli ai medici e ad altri partecipanti alla ricerca medica, che coinvolge i soggetti umani. Questa include ugualmente la ricerca su materiale umano o su dati identificabili.

 

 

 

2. La missione del medico è di salvaguardare la salute dell’uomo. La sua scienza e la sua coscienza sono dedicate all’adempimento di questa missione.

 

 

 

3. La Dichiarazione di Ginevra dell’Associazione Medica Mondiale lega il medico a queste parole: «La salute del mio paziente sarà la mia prima considerazione». II Codice internazionale di Etica Medica dichiara che «II medico nel fornire le cure mediche che possono avere l’effetto di indebolire le condizioni fisiche e mentali del paziente opererà solo nell’interesse del paziente».

 

 

 

4. Lo scopo della ricerca biomedica che coinvolge esseri umani deve essere il miglioramento delle procedure diagnostiche, terapeutiche e di prevenzione e la conoscenza della eziologia e della patogenesi delle malattie.

 

 

 

5. Nella pratica medica attuale la maggior parte delle procedure diagnostiche, terapeutiche o di prevenzione comportano rischi. Ciò si applica in particolar modo alla ricerca biomedica.

 

 

 

6. Il progresso della medicina è basato sulla ricerca che in definitiva deve essere basata almeno in parte sulla sperimentazione sull’uomo.

 

 

 

7. Nel campo della ricerca biomedica una fondamentale distinzione deve essere fatta tra ricerca medica il cui scopo è essenzialmente diagnostico e terapeutico per il paziente e ricerca medica il cui scopo è puramente scientifico e senza dirette implicazioni diagnostiche o terapeutiche per il soggetto della ricerca.

 

 

 

8. Speciale attenzione deve essere posta nella conduzione della ricerca che può avere effetti sull’ambiente e il benessere degli animali utilizzati per la ricerca deve essere rispettato.

 

 

 

9. Poiché è essenziale che i risultati degli esperimenti di laboratorio siano applicati all’uomo per migliorare le conoscenze scientifiche e aiutare l’umanità che soffre, la Associazione Medica Mon diale ha preparato le seguenti raccomandazioni perché servano da guida a ciascun medico nella ricerca biomedica sull’uomo. Esse dovrebbero essere tenute sotto controllo in futuro. Deve essere sottolineato che le norme proposte sono solo una guida per i medici di tutto il mondo. I medici non sono pertanto sollevati dalle responsabilità penali, civili ed etiche previste dalle leggi del loro paese.

 

 

 

 

 

 

 

 

B.  PRINCIPI DI BASE

 

 

 

 

 

10. La ricerca biomedica sull’uomo deve conformarsi ai principi scientifici generalmente accettati e dovrebbe essere basata su sperimentazioni di laboratorio e sull’animale adeguatamente eseguite su una completa conoscenza della letteratura scientifica.

 

 

 

11. Il disegno e l’esecuzione di ciascuna procedura sperimentale che coinvolge l’uomo dovrebbero essere chiaramente formulati in un protocollo sperimentale che dovrebbe essere trasmesso a un apposito comitato indipendente per l’esame, un commento e delle direttive.

 

 

 

12. La ricerca biomedica sull’uomo dovrebbe essere condotta solo da persone scientificamente qualificate e sotto la supervisione di un medico clinicamente competente. La responsabilità dell’uomo oggetto della ricerca deve essere sempre di un medico e mai dello stesso uomo oggetto della ricerca, anche se egli/ella ha dato il suo consenso.

 

 

 

13. La ricerca biomedica sull’uomo non può essere legittimamente eseguita se l’importanza degli obbiettivi non è proporzionale ai rischi inerenti.

 

 

 

14. Ogni progetto di ricerca biomedica sull’uomo dovrebbe essere preceduta da un accurato studio dei prevedibili rischi in comparazione con i benefici che si possono anticipare per lui/lei od altri. La salvaguardia degli interessi dell’uomo oggetto della ricerca devono sempre preva lere sugli interessi della scienza e della società.

 

 

 

15. Il diritto del soggetto della ricerca di salvaguardare la sua integrità deve essere sempre rispet tato. Ogni precauzione va presa per rispettare la riservatezza del soggetto e per minimizzare l’impatto dello studio sulla sua integrità fisica e mentale e sulla sua personalità.

 

 

 

16. II medico dovrebbe astenersi dall’iniziare progetti di ricerca sull’uomo se i soggetti della ricerca non sono d’accordo che i rischi inerenti sono prevedibili. I medici dovrebbero astenersi da qualsiasi ricerca se si trova che i rischi superano i potenziali benefici.

 

 

 

17. Nella pubblicazione dei risultati della propria ricerca, il medico è obbligato a preservare l’accuratezza degli stessi risultati. Rapporti su ricerche eseguite in contrasto con i principi di questa Dichiarazione non dovrebbero essere accettati per la pubblicazione.

 

 

 

18. In ogni ricerca su esseri umani, ciascun potenziale soggetto deve esser adeguatamente informato sugli scopi, i metodi, i benefici previsti e i potenziali pericoli dello studio e dei disturbi che esso può comportare- Essi dovrebbero essere informati che è libero di astenersi dal parteci pare allo studio e di ritirare il suo consenso in qualsiasi momento. Il medico dopo una adeguata informazione dovrebbe ottenere un libero consenso preferibilmente scritto.

 

 

 

19. Nell’ottenere un consenso informato per un progetto di ricerca il medico dovrebbe essere particolarmente cauto nel caso in cui il soggetto sia in una condizione di dipendenza o nel caso acconsenta mentre è privato della libertà. In questo caso il consenso informato dovrebbe essere ottenuto a cura di un medico che non è coinvolto nella ricerca e che è completamente indipen dente da questa relazione ufficiale.

 

 

 

20. Nel caso di soggetto non responsabile legalmente, il consenso informato dovrebbe essere ottenuto attraverso il tutore legale in accordo con la legislazione locale. Laddove l’incapacità fisica o mentale rende impossibile ottenere un consenso informato o quando il soggetto è un minore, il permesso del parente responsabile sostituisce quello del soggetto in accordo con la legislazione locale. Ogniqualvolta un minore è di fatto capace di dare il suo consenso, questo deve essere acquisito in aggiunta al consenso del tutore del minore stesso.

 

 

 

21. Il protocollo dovrebbe contenere sempre una dichiarazione sui problemi etici dello studio e dichiarare espressamente che i principi enunciati nella seguente Dichiarazione sono osservati.

 

 

 

 

 

 

 

 

C.  RICERCA MEDICA ASSOCIATA ALLA CURA PROFESSIONALE (RICERCA CLINICA)

 

 

 

 

22. Nel trattamento della persona malata il medico deve essere libero di usare una nuova misura diagnostica o terapeutica, se a suo giudizio essa offre la speranza di salvare la vita, di ristabilire la salute o di alleviare le sofferenze.

 

 

 

23. I benefici potenziali, i rischi e i disagi di un nuovo metodo dovrebbero essere sempre com parati nei riguardi dei vantaggi dei migliori metodi diagnostici e terapeuti disponibili.

 

 

 

24. In qualsiasi ricerca medica ciascun paziente – ivi inclusi quelli di un gruppo di controllo se c’è – dovrebbero avere la garanzia dell’impiego dei migliori mezzi diagnostici e terapeutici.

 

 

 

25. Il rifiuto di un paziente a partecipare in uno studio non deve mai interferire con la relaziona medico-paziente.

 

 

 

26. Se il medico considera essenziale non ottenere il consenso informato, le ragioni specifiche per questa proposta dovrebbero essere descritte nel protocollo sperimentale per la trasmissione ad un comitato indipendente.

 

 

 

27. II medico può unire la ricerca medica alla cura professionale con I’obbiettivo di acquisire nuove conoscenze mediche solo nella misura in cui la ricerca medica è giustificata dal poten ziale valore diagnostico o terapeutico per il paziente.

 

 

 

 

 

 

D.  RICERCA BIOMEDICA NON TERAPEUTICA SULL’UOMO (RICERCA BIOMEDICA NON CLINICA)

 

 

 

 

 

28. Nell’applicazione puramente scientifica della ricerca biomedica sull’uomo è compito de. medico essere il protettore della vita e della salute della persona su cui la ricerca è condotta

 

 

 

29. I soggetti dovrebbero essere volontari, sia sani che pazienti per i quali il disegno sperimentale non è correlato alla loro malattia.

 

 

 

30. Il ricercatore o il gruppo di ricerca dovrebbe interrompere la ricerca se à suo o loro giudizi può essere dannosa per l’individuo nel caso venga continuata.

 

 

 

31. Nella ricerca sull’uomo l’interesse della scienza e della società non dovrebbero mai prendere il sopravvento sulla salvaguardia del benessere del paziente.

 

Gran Bretagna: giovane con tumore al cervello vende appuntamenti per beneficenza

MONDO
Si chiama Lisa Connell, e devolverà tutto alla ricerca

Gran Bretagna: giovane con tumore al cervello vende appuntamenti per beneficenza
Ha 31 anni, viene dal nord di Londra, è affascinante, piena di vitalità, ma sfortunatamente per lei un tumore al cervello incurabile la condurrà alla morte prima o poi.
Si chiama Lisa Connell, ed ha deciso di sfruttare il tempo che le rimane per lasciare un segno tangibile della sua vita vissuta, aiutando economicamente la ricerca per questa malattia.
La Connell, ha deciso di vendere la sua compagnia per una cena, e solo per una cena, a chi volesse scambiare due chiacchiere con lei per parlare del più e del meno.
Con questa trovata la bella Lisa, ha gia messo da parte 20mila euro, di cui 4mila in una sola sera, grazie alla generosità di un principe arabo che ha voluto conoscerla da vicino.
La Connell racconta dalle pagine del suo sito internet (www.lisaconnell.co.uk) che gli fu diagnosticata la malattia nell’agosto 2006, dopo essersi recata in ospedale per dei problemi legati alla vista ed alla coordinazione dei movimenti.
Non vi sono vincoli economici: chiunque può godere della interessante presenza di Lisa, almeno per una sera.
Lisa Connell andrà via presto, ma scrivendo il proprio nome nell’ olimpo di coloro i quali hanno lasciato il segno nella vita.

(Foto dalla rete)