Dipendenza da smartphone: colpite molte donne italiane

dipendenza-smartphone

Le donne italiane sono dipendenti da smartphone e tablet; a dirlo i risultati di una ricerca condotta dal sito alfemminile.com realizzata in collaborazione con eBay che ha messo in luce come 4 italiane su 5 non riescano proprio a rinunciare al proprio oggetto tecnologico. Venendo alle percentuali, il il 73% delle italiane ha uno smartphone, mentre il 35% possiede un tablet; pare inoltre che solo il 12% cambia modello ogni anno ma nonostante questo le donne sembrano davvero molto attaccate a questi dispositivi.

Pensate infatti che l’83% delle intervistate dichiara di esserne dipendente contro l’81% della media europea; addirittura un 14% delle donne che hanno preso parte a questa ricerca ha ammesso di controllare il telefono ogni 5 minuti (contro un 9% degli altri stati europei). Donne italiane ossessionate dal telefono anche durante incontri di lavoro (accade al 51% contro il 65% del resto d’Europa) ed udite bene, il 29% lo controlla anche durante un rapporto sessuale.

Già tempo fa nel blog avevamo affrontato in parte il discorso tecnologia e ossessione parlando appunto dell’eccessivo controllo degli sms che è diventata una vera e propria malattia cui gli esperti hanno dato anche un nome: Crackberry. Avevamo anche detto che la dipendenza da cellulare può essere considerato come un disturbo del comportamento, appunto una dipendenza e come tale non deve essere sottovalutato; la tecnologia è in costante evoluzione e forse questa dipendenza continuerà a peggiorare, coinvolgendo un numero sempre più elevato di individui (e non solo giovanissimi come si potrebbe erronemente pensare).

Photo Credits| yuichirock su Flickr

Con tablet e smartphone l’ecografia si farà a domicilio

tablet-smartphone-ecogrfia-domicilio

Fino a qualche tempo fa parlare di ecografia a domicilio sembrava essere solo fantascienza, la nuova frontiera della tecnologia, invece, parla di tablet e smartphoneche renderanno possibile fare l’ecografia a domicilio. Questo renderebbe la vita più facile all’internista, e sarebbe un fondamentale aiuto per quei malati che sono impossibilitati ad essere spostati, per esaminare in tempo reale e con estrema precisione le malattie di collo, torace, cuore e addome con un’ecografia.

Il prototipo del tablet, che potrebbe essere utilizzato per effettuare l’ecografia a domicilio, è stato presentato al 113/o Congresso della Società italiana di medicina interna (Simi) tenutosi a Roma. Dimensioni medie, spesso due centimetri, consentirà al malato di non spostarsi di casa, è permetterà, ad esempio, di verificare un versamento pleurico semplicemente appoggiando la sonda sul torace. In caso di dolori addominali, si potrebbe immediatamente diagnosticare se si è in presenza di una colica biliare o renale.

Vincenzo Arienti, direttore della Medicina Interna dell’Ospedale Maggiore di Bologna, ha spiegato qualcosa in più del dispositivo che si sta sperimentando:

Saremo fra i primi in Europa, e insieme ai giapponesi nel mondo, a usare un dispositivo di questo tipo per l’ecografia. Piccoli ecografi sono già presenti in pronto soccorso e in Emilia Romagna. L’accreditamento regionale prevede la dotazione del mini ecografo nelle Unità Operative di Medicina Interna, che consente inoltre al medico di visitare il malato a domicilio e decidere in modo più appropriato se ricoverare il pazienti.

Le rosee previsioni sono che anche gli infermieri potrebbero utilizzare tablet e smartphone per cercare gli accessi venosi dei pazienti nelle sale operatorie, in rianimazione e quant’altro. Il presidente del congresso ha sottolineato l’importanza di quanto si potrà fare con tablet e smatphone di nuova generazione. Primo fra tutti eviterà il sovraffollamento negli ospedali, con un enorme risparmio di risorse e tempi di degenza e, non ultimo, il paziente non sarà esposto a radiazioni e potrà iniziare subito la terapia. Ed ancora, tablet e smartphone per l’ecografia a domicilio farebbero risparmiare all’assistenza sanitara fino al 70 per cento dei costi di assistenza.

Tablet e smartphone stanno prendendo piede tra gli operatori sanitari sia in Europa che negli Stati Uniti, lo stesso software è già a disposizione dei medici per la compilazione e la consultazione di cartelle mediche. Anche il privato potrà accedere al dispositivo, in vendita negli store, con prezzi abbastanza accessibili. Sarà possibile tenere sotto controllo pressionepeso e calcolare la dose di insulina.

Photo credit: sidduz su Flickr

http://www.mondobenessereblog.com

Lunedì, se il vostro Pc è infetto non potrà collegarsi a Internet

 

Pc con Windows, ma anche Mac, tablet, smartphone. Se il vostro computer è stato colpito potrete avere una brutta sorpresa: il web non esisterà più. Anche per colpa dell’Fbi. Ecco come verificare se siete stati contagiatidal nostro corrispondente ANGELO AQUARO

 

NEW YORK – L’Apocalisse non può più attendere. A partire dalle prime luci di lunedì, centinaia di migliaia di computer di tutto il mondo sono a rischio infezione. Addio Internet: chiunque cercherà di avventurarsi sui siti più famosi di tutto il mondo, da Facebook ad Apple, passando per gli indirizzi perfino dell’Fbi, sarà sbattuto fuori dal world wide web. Www non più: fuori. E la cosa incredibile è che a sbatterci fuori sarà proprio l’Fbi: e per giunta per conto del tribunale di New York.

Sembra la trama di un cyberthriller e invece è realtà. E stavolta neppure la sempre più grande tribù dei Macdotati potrà ritenersi al sicuro. I computer Apple, si sa, sono molto meno esposti dei cugini rivali che girano su Windows agli attacchi dei pirati. E invece stavolta il virus è pronto colpire non solo i pc Windows e i computer della Mela ma perfino gli iPad, gli iPhone e itablet di tutti i tipi. 

La ragione è semplice: il malware ha già preso possesso dei computer infettati e scatterà appena i pc o i tablet tenteranno di collegarsi al web, agendo sull’indirizzo Dns, quello cioè che ci consente di indirizzarci per le autostrade del web. 

Ma come si è arrivati fin qui? E perché dagli Usa all’Europa nessuno può dormire tranquillo? Il Lunedì Nero dei computer arriva da lontano. È il novembre scorso quando l’Fbi annuncia di aver sgominato una pericolossima centrale di hacker che opera dalla Russia agli Stati Uniti, passando per l’Europa. I banditi sono riusciti a impossessassarsi di oltre quattro milioni di computer in tutto il mondo, mettendo su un’associazione criminale da 14 milioni di dollari. 

Non si tratta però di un ‘semplice’ virus che si attacca ai nostri pc trasformandoli in tanti bot, strumenti di una botnet, quella rete appunto di computer infettati che viene orchestrata dai delinquenti web per dirottarli su siti particolari o succhiare informazioni (e denaro). In questo caso il malware viene chiamato DnsChanger perché cambia appunto l’indirizzo Dns: in pratica il computer colpito naviga su un Internet parallelo disegnato dagli hacker in cui i siti non sono quello che appaiono. Cerchi un prodotto Apple? Vieni rimandato su un sito pirata. Vuoi scaricare un film da Netflix? Idem.

Quando scatta l’operazione antihacker l’Fbi è costretta così a ‘ricostruire’ il mondo Internet dei computer infetti mettendo in piedi una serie di server alternativi che impediscono ai pc colpiti di navigare sul web pirata. Naturalmente si tratta di una misura temporanea: decisa appunto dal tribunale di New York perché da qui parte l’operazione anti-pirateria. La misura temporanea finisce però proprio questo lunedì: 9 luglio. Da questo momento in poi, insomma, i nostri computer non saranno più protetti: ma visto che i siti pirata sono già stati bloccati, la conseguenza sarà il blocco totale di Internet. Non riusciremo più a collegarci. Black Out. Buio completo. Che fare? 

Negli Stati Uniti le grandi compagnie come At&T hanno già preannunciato di aver predisposto server di emergenza per ridirigere il traffico dei computer colpiti. E da Facebook a Google si è pure scatenata una campagna di sensibilizzazione. Basta un semplice test su un sito predisposto per l’occasione,www.dcwg.org 1 (la cui pagina italiana è curata da Telecom ed è raggiungibile a quest’indirizzo 2), per scoprire se il pc o il Mac è infetto o meno. Se il sito si illumina di verde vuol dire che il computer è pulito. Altrimenti…

Per la verità gli esperti giurano che in rete sono disponibili una serie di tool e software che permettono di ripulire il computer infetto. Ma nessuno sa ancora calcolare con esattezza quanti pc potranno essere colpiti dal blackout. Una stima della rivista specializzata PcWorld parla di 275mila computer ancora infetti in tutto il mondo. Solo 45mila sarebbero quelli a rischio negli Usa. Il che per noi è naturalmente una brutta notizia: perché molto più pericolosa sarebbe quindi la situazione dall’Asia all’Europa. Certo, insistono gli esperti, poche centinaia di migliaia di computer sono nulla rispetto ai milioni colpiti da Zeus, SpyEye e gli altri virus in giro per il mondo. E certo: saranno anche nulla. Ma sai che sorpresa se lunedì accendi il computer e scopri che l’Apocalisse si è scatenata proprio sulla tua nullità?