Ventisei martiri del Giappone
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Ventisei martiri del Giappone | ||
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Morte | 5 febbraio 1597 | |
Venerato da | Chiesa cattolica | |
Beatificazione | 14 settembre 1627, daPapa Urbano VIII | |
Canonizzazione | 8 giugno 1862, daPapa Pio IX | |
Ricorrenza | 6 febbraio |
I ventisei martiri del Giappone(日本二十六聖人, Nihon Nijūroku Seijin) sono un gruppo di cattoliciuccisi il 5 febbraio 1597 a Nagasaki. Sono stati proclamati santi martiri dalla Chiesa cattolica.
Il 15 agosto 1549, San Francesco Saverio (già canonizzato da Papa Gregorio XV nel 1622), San Cosme de Torres, SJ e frà John Fernandez arrivarono a Kagoshima dalla Spagna, con l’intento di evangelizzare il Giappone.
Il 29 settembre, San Francesco Saverio incontrò Shimazu Takahisa, il daimyo di Kagoshima, per chiedergli se poteva creare la prima missione cattolica in Giappone entro i suoi domini, Takahisa acconsenti, garantendogli anche di proteggere i missionari gesuiti (poi, in seguito alle pressioni dei monaci buddisti locali, non gli diede più protezione ma non fece chiudere la missione).
Alla fine del XVI secolo la missione, che riuscirà a convertire circa 300.000 cristiani, trascorse un periodo difficile a causa dei difficili rapporti tra Spagna e Portogallo e il governo giapponese. Qualche decennio dopo il cristianesimo venne soppresso dalle autorità locali e dal 1630 i cattolici vissero in segreto e non poterono più professare la loro fede in pubblico.
Lo shogunato ed il governo imperiale inizialmente hanno sostenuto la missione cattolica ed i missionari, pensando che in questo modo avrebbero ridotto il potere dei monaci buddisti e migliorato il commercio con la Spagna ed il Portogallo. Tuttavia, lo shogunato rimase molto prudente nei loro confronti visto che nelle Filippine gli spagnoli aveva preso il potere dopo la conversione della popolazione, così il governo mantenne sempre un certo distacco con i cattolici minacciandoli di persecuzioni che poi però attuò infatti il cristianesimo venne vietato e quei giapponesi che si rifiutavano di abbandonare la loro fede vennero uccisi.
Il 5 febbraio 1597 a Nagasaki ventisei cattolici – sei missionari francescani europei, tre gesuiti giapponesi e diciassette terziari francescani giapponesi, compresi tre giovani ragazzi – sono stati uccisi tramite crocifissione: questi una volta saliti sulla croce venivano poi uccisi con delle lance.
La persecuzione è continuata sporadicamente, facendosi più intensa tra il 1613 e il 1630. Il 10 settembre 1632 altri 55 cattolici furono martirizzati a Nagasaki, in quello che venne conosciuto con il nome di “gran martirio di Genna”.
I martiri del Giappone sono stati canonizzati l’8 giugno 1862 da Papa Pio IX e nel martirologio romano sono elencati con il nome di “San Paolo Miki e compagni” e commemorati il 6 febbraio (non fu scelto il 5 febbraio data della loro morte, perché ricorre la memoria di Sant’Agata).
I ventisei martiri [modifica]
Santi della Compagnia di Gesù:
- San Paolo Miki, SJ
- San James Kisai, SJ
- San Juan Soan de Goto, SJ
Santi dell’ordine dei Frati Minori:
- San Francisco Branco, OFM
- San Francisco di San Michele, OFM
- San Gonsalvo Garcia, OFM
- San Martino dell’Ascensione, OFM
- San Pedro Bautista, OFM
- San Filippo di Gesù, OFM
Santi dei terziari francescani:
- Sant’Antonio Daynan (morto all’età di 13 anni)
- San Bonaventura di Miyako
- San Cosme Takeya
- San Francisco di Nagasaki
- San Gabriel de Duisco
- San Gaius Francis
- Sant’Isabel Fernandez
- Sant’Ignazio Jorjes
- San Joaquim Saccachibara
- San Juan Kisaka
- San Leo Karasumaru
- San Luis Ibaraki (morto all’età di 11 anni)
- San Mathias di Miyako
- San Miguel Kozaki
- San Paulo Ibaraki
- San Pablo Suzuki
- San Pedro Sukejiroo
- San Thomas Kozaki
- San Thomas Xico