Se non ora quando?Basta finanziamento pubblico

Se non ora quando?Basta finanziamento pubblico alla politica da subito

Il 13 dicembre 2013 ho capito che il governo Letta quando aveva l’appoggio del PdL intero ha svolto o cercato di svolgere il programma politico dello stesso PdL,niente IMU per esempio. Decaduto Berlusconi e rotto in due il PdL ora fa il programma del movimento 5 stelle,vedi abolizione finanziamento pubblico ai partiti.

Giustamente ora gli elettori del PD ,partito maggiore della coalizione,si chiederà quando inizierà il governo del PD Letta iniziando a fare il programma della sua coalizione del centro sinistra.

Tornando all’abolizione del finanziamento pubblico non sarà immediato ma diminuirà progressivamente del 25 % per il 2014,il 50 % per il 2015, il 75 % per il 2016 per essere eliminato completamente a partire dal 2017.

Io mi chiedo il 25,il 50 e il 75 % di cosa ,dei rimborsi delle ultime elezioni o di una cifra a caso?

In compenso ci saranno alte detrazioni fiscali per finanziamenti ai partiti da parte di privati e società,sperando che non si tramuti in un sistema di tangenti legalizzate,aggiungendo anche il 2 per mille al momento della compilazione del modello unico o il 730.

Peccato che la Corte dei Conti ha sancito che il Porcellum o Mattarellum che dir si voglia è stato dichiarato incostituzionale e che almeno 148 “onorevoli” eletti col premio di maggioranza sono “abusivi”,e quest’ultimi continuano a prendere lauti stipendi e rimborsi.

Ma se il Porcellum è incostituzionale dovrebbe essere tutto il Parlamento e Senato “abusivo” e in una democrazia vera si dovrebbe tornare il prima possibile a votare con una legge elettorale precedente alla Mattarellum,perché un cittadino potrebbe impugnare le manovre o leggi promulgate da un governo eletto con un metodo anticostituzionale o passate grazie ai sopracitati 148 “onorevoli abusivi”.

Inoltre la Corte dei Conti ha sancito anche che la legge del 1997,che reintroduceva il finanziamento pubblico ai partiti anche lei era incostituzionale perché cancellava abusivamente il risultato del referendum popolare del 1993.

Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti (secondo tentativo).

Quesito: “Volete voi che siano abrogati gli art. 3 e 9 della legge 2 maggio 1974, n. 195: “Contributo dello Stato al finanziamento dei partiti politici”, così come modificati e integrati: dalla legge 16 gennaio 1978, n. 11: “Modifiche alla legge 2 maggio 1974, n. 195”; dall’art. 3, comma 1 (Per l’anno 1980 la somma da erogare a titolo di contributo di cui al primo comma dell’art. 3 della legge 2 maggio 1974, n. 195, è fissata in lire 72.630 milioni. Con effetto dal 1º gennaio 1981 la stessa somma è fissata in lire 82.886 milioni annui) e dal comma 6 (La percentuale di cui al primo ed al secondo periodo dell’ultimo comma dell’art. 3 della legge 2 maggio 1974, n. 195, è ridotta al 90 per cento) della legge 18 novembre 1981, n. 659: “Modifiche ed integrazioni alla legge 2 maggio 1974, n. 195 sul contributo dello Stato al finanziamento dei partiti politici”?

totale percentuale (%)
Iscritti alle liste

47 946 896

Votanti

36 896 256

77,00

(su n. elettori)

Quorum raggiunto
Voti validi

34 598 906

93,80

(su n. votanti)

Voti nulli o schede bianche

2 297 350

6,20

(su n. votanti)

Astenuti

11 050 640

23,00

(su n. iscritti)

Risultati

Voti  %

RISPOSTA AFFERMATIVA

31 225 867

90,30%

RISPOSTA NEGATIVA

NO

3 373 039

9,70%

bianche/nulle

2 297 350

Totale voti validi

34 598 906

100%

Fonte wikipedia

Quindi non solo il finanziamento pubblico dovrebbe cessare subito e non gradualmente dal 2014 per sparire solo nel 2017,anzi i lor signori politici e i loro relativi partiti,anche se nel frattempo hanno cambiato nome e simboli,dovrebbero ridare indietro con gli interessi legali ciò che hanno percepito illegalmente dal 1997 ad oggi.

Non ci fidiamo di un calo del finanziamento pubblico triennale,per arrivare a un finanziamento solo privato a partire dal 2017,perché non solo io temo che passato il momento dei grillini e dei forconi,finito il ciclone anti casta in qualche riunione notturna di fine settimana,meglio precedente un ponte festivo,reintroducano il finanziamento pubblico ai partiti con qualche codicillo che aggiri il responso di anticostituzionalità sancita dalla Corte dei Conti.

 http://senzatitoloeparole.myblog.it/2013/12/01/mi-dimettoanzi/

Salute: Nps Onlus, 10 regole per un’estate piu’ sicura lontana da Aids

ASCA – 1 ora 14 minuti fa
(ASCA) – Roma, 25 lug – Si e’ concluso ‘senza mezzi termini’, la campagna estiva di sensibilizzazione e comunicazione promossa da Nps Italia Onlus, con il contributo di Gilead Sciences, che ha coinvolto la citta’ di Torino e le regioni Puglia e Campania. E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla stessa Nps Onlus. ”Ritengo increscioso il silenzio del ministero – afferma Rosaria Iardino, Presidente Onorario NPS Italia Onlus – in un periodo delicato come quello estivo e con i numeri dell’HIV ancora in aumento. Dalle istituzioni italiane non e’ partita ancora nessuna campagna informativa, mentre noi, una onlus a budget limitato, abbiamo scommesso energie e denaro per comunicare e sensibilizzare. Ad essere penalizzati sono soprattutto i giovani che non conoscono, ancora oggi, gli effetti e le problematiche che un rapporto non protetto puo’ avere su di loro e sui propri partner”. Nps Onlus da’ 10 consigli per un’estate lontana dall’Aids. Anzitutto, e’ del tutto privo di rischi stringere la mano a una persona sieropositiva, condividere con essa cibo, bicchieri, posate, abiti; una persona sieropositiva non trasmette il virus con la tosse, starnutendo, o nuotando nella stessa piscina; neppure la la saliva trasmette l’infezione da Hiv, quindi non ci si contagia tramite il bacio; l’Hiv si trasmette attraverso lo scambio di fluidi corporei infetti: sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali; usare sempre il preservativo; evitare il contatto del nostro sangue con il sangue di un’altra persona di cui non si sa per certo che sia sieronegativa; se si ritiene di avere vissuto una situazione di rischio e’ necessario ed importante fare il test; se si hanno situazioni a rischio e’ meglio effettuare il test regolarmente, sarebbe meglio fare il test almeno 4 settimane dopo il rapporto a rischio perche’ il risultato negativo del test fatto prima di questo periodo finestra non viene considerato definitivo; dall’HIV non si puo’ guarire, ma ci si puo’ curare, per evitare problemi seri di salute e permettere una vita perfettamente normale. red/res

TECNOLOGIA MEDICA Ecco il bisturi intelligente che fiuta i tumori

Progettato da un ricercatore ungherese evita ai chirurghi di lasciare tessuti malati sul malato

Ci mette appena tre secondi a riconoscere le cellule tumorali e a comunicarlo al chirurgo. E lo fa con un’accuratezza del 100%. È stato battezzato «iKnife», il «l’elettrobisturi intelligente». Lavora più o meno come fanno i segugi e scova il tumore del tessuto «cattivo» che via via polverizza con il calore. Un aiuto non da poco per i chirurgi perché la rimozione chirurgica di un tumore è un processo molto delicato e il rischio che parte del tessuto malato non venga asportato e possa quindi provocare una nuova diffusione è reale. Lo strumento, dotato di uno spettometro di massa, è stato ideato da un chimico ungherese, Zoltan Takats dell’Imperial College di Londra.
LA SPERIMENTAZIONE – L’annuncio è stato pubblicato qualche giorno fa sulla rivista Science Translational Medicine. Le prime sperimentazioni su 91 pazienti hanno dato esito positivo e partiranno adesso altri test che coinvolgeranno pazienti in tre ospedali londinesi, il St Mary, l’Hammersmith e il Charing Cross. Il bisturi intelligente è capace di riconoscere se si tratta di tessuto benigno o no, eliminando in molti casi il passaggio della biopsia per l’analisi dei tessuti, perdendo così ulteriore tempo nella diagnosi e nella cura.

20 luglio 2013 (modifica il 21 luglio 2013)
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SCOPRIAMO LA TARES

COS’E’
Dal 1° gennaio 2013 la Tares – il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi indivisibili – sostituisce sia la vecchia Tarsu che la Tia. Mentre finora il gettito è servito esclusivamente a finanziare il servizio di gestione dei rifiuti urbani, la Tares coprirà anche i costi di altri servizi (polizia locale, anagrafe, illuminazione pubblica, manutenzione del verde e delle strade).
Si va di quindi in direzione contraria a quella stabilita dalla tariffa d’igiene ambientale (Tia) applicata nei Comuni è introdotta dal decreto-Ronchi del 1997 per sostituire la tassa rifiuti (Tarsu) con un prelievo proporzionale alla quantità del servizio reso, in base al principio europeo del «chi più inquina più paga».

La Tares, prima di tutto, dovrà finanziare integralmente il costo di raccolta e smaltimento rifiuti, garantendo una copertura piena che spesso non era ancora stata raggiunta nei Comuni in cui fino a ieri si pagava la Tarsu (sono 6.700, più dell’80% del totale). Oltre a questo, con la Tares si dovranno pagare anche i «servizi indivisibili», cioè quelli che il Comune eroga a tutti (per esempio l’illuminazione delle strade o la sicurezza) senza che ci sia una «domanda individuale» (come invece avviene per l’asilo nido o il trasporto scolastico). Morale della favola: la Tares finanzierà un ventaglio di attività maggiori rispetto alla Tia o alla Tarsu, e quindi costerà di più. La sola componente dedicata ai «servizi indivisibili», che di base chiederà 30 centesimi al metro quadrato dell’immobile o dell’area occupata dal contribuente, vale secondo il Governo un miliardo all’anno (già tagliati dalla dote statale per i sindaci): i Comuni, però, possono portare la richiesta a 40 centesimi, con un aumento del 33% che sarà probabilmente piuttosto diffuso e che potrebbe portare il conto totale a 1,3 miliardi di incassi “inediti” fino al 2012. Al resto ci penserà la quota di costi del servizio di igiene urbana che fino a ieri i Comuni non sono riusciti a finanziare con la vecchia tassa.

Si stima che la spesa a carico delle famiglie subirà un aumento medio di oltre il 20% rispetto all’anno precedente.

COME FUNZIONA
Per quanto riguarda il calcolo della Tares, di norma, sarà commisurata all’80% della superficie catastale di riferimento. L’entrata in vigore delle nuove regole potrebbe, però, comportare nuovi problemi gestionali.
Inizialmente, la base imponibile su cui calcolare la Tares sarà la stessa dell’attuale Tarsu e Tia, questa soluzione provvisoria sarà mantenuta fin quando i Comuni non entreranno in possesso del dato mancante che non gli consente di ricavare l’effettiva base imponibile del nuovo tributo: la superficie catastale delle abitazioni.
Nel momento in cui i Comuni sveleranno l’arcano quindi, provvederanno alla determinazione delle nuove aliquote e a quel punto la base imponibile Tares sarà rappresentata dall’80% della superficie catastale.
Inoltre, con la proroga obbligatoria degli attuali contratti di riscossione fino al 30 giugno fissata dal “decreto enti locali” (Dl 174/2012) non è chiaro chi potrà raccogliere l’imposta nelle migliaia di Comuni che oggi affidano gli incassi di Tia o Tarsu a gestori esterni, perché per legge la Tares può essere riscossa solo dal Comune.

COMPETENZE
Le tariffe della Tares devono essere approvate dagli enti regionali costituiti e disciplinati dalle normative di settore. Ai sensi dell’articolo 34, comma 23, della legge 221/2012, (conversione del secondo decreto sviluppo), sono infatti unicamente gli enti di governo degli ambiti o bacini territoriali ottimali a esercitare le funzioni di organizzazione dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica (rifiuti compresi), di scelta della forma di gestione e affidamento, di determinazione delle tariffe e di controllo.
La norma si pone in evidente contrasto con la disciplina istitutiva della Tares (articolo 14, Dl 201/11), secondo la quale il Consiglio comunale deve approvare le tariffe del tributo entro il termine fissato per l’approvazione del bilancio di previsione, in conformità al piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani, redatto dal soggetto che svolge il servizio stesso e approvato dal l’autorità competente.
Poiché soggetto attivo del tributo è il Comune, deve essere il Consiglio comunale a deliberare eventuali riduzioni ed esenzioni, la cui copertura finanziaria deve essere assicurata con risorse della fiscalità generale.
La disciplina integrativa recata dalla legge di stabilità 2013 (legge 228/2012) non chiarisce la competenza in materia di approvazione delle tariffe, esponendo al rischio di impugnazione gli atti eventualmente adottati in violazione di legge per incompetenza assoluta dell’organo deliberante.

TUTTI GLI AUMENTI DEL 2013
Gli italiani si troveranno a pagare di più per i servizi per una spesa complessiva che secondo i consumatori si aggira sui 1.500 euro l’anno a famiglia. In dettaglio, tutti rincari di Capodanno. E da luglio, l’Iva passerà dal 21 al 22%.
Bolletta gas. Il rincaro sarà dell’1,7%, pari a 22 euro all’anno.
Autostrade. Aumenti medi del 2,91%, su rete Aspi del3,47%.
Aeroporti. Le tasse a carico dei passeggeri saliranno allo scalo di Fiumicino da 16 a 26,50 euro.
Rifiuti. Arriva la Tares, che sostituirà Tarsu e Tia. Secondo i consumatori, si tratterà di un aggravio di 64 euro a famiglia (+25%).
Poste. Più cari di 10 centesimi i francobolli per le lettere, e di 30 centesimi per le raccomandate. Il canone annuo del Bancoposta sale da 30,99 a 48 euro.
Rai. Il canone passa da 112 a 113,5 euro.
Conti depositi e buoni postali. L’imposta di bollo passa dallo 0,10 allo 0,15%. Esenti buoni postali fruttiferi con rimborso inferiore a 5.000 euro e i fondi pensione.
Acqua. La tariffa aumenta di 26 euro l’anno a famiglia.
Multe. Più alte le contravvenzioni stradali. Lieviteranno del 5,9%. Ad esempio, il divieto di sosta passa da 39 a 41 euro, l’eccesso di velocità (fra i 10 e i 40 Km all’ora oltre il limite) da 159 a 168. Chi non mette la cintura potrà essere sanzionato con una multa che passa da 76 a 80 euro e se si parla al telefonino mentre si guida si rischia di dover pagare 161 euro (fino a ieri, 152).
Rc auto. Le polizze dovrebbero aumentare del 5%, ossia di 61 euro l’anno.

LA TUTELA PER I CITTADINI
I cittadini che vogliono avere maggiori informazioni o tutela sulla tassa rifiuti, possono rivolgersi al servizio PiT di Cittadinanzattiva.

http://www.cittadinanzattiva.it/approfondimenti/consumatori/rifiuti/4479-scopriamo-la-tares.html

Pietro D’Amico, autopsia shock dopo il suicidio assistito: era sano

Pietro D'Amico, autopsia shock dopo il suicidio assistito: era sano
Vibo Valentia – Da quando alcuni medici gli avevano diagnisticato una grave e incurabile malattia, poi confermata da altri specialisti svizzeri, il magistrato Pietro D’Amico, 62 anni, di Vibo Valentia, dal 1995 sostituto procuratore generale della Procura di Catanzaro, aveva deciso di farla finita. Non voleva aspettare la morte tra depressione e sofferenze, e, così, aveva optato, nell’aprile scorso, per il suicidio assistito affidandosi a una clinica di Basilea, in Svizzera. 
Ma ora l’autopsia chiesta alla magistratura svizzera dalla figlia e dalla moglie del magistrato ha portato alla luce una sconvolgente verità: la diagnosi era errata, D’Amico non era assolutamente in pericolo di vita, gli esami hanno escluso perentoriamente l’esistenza di alcuna grave ed incurabile patologia. 
I nuovi e sofisticati esami di laboratorio sui reperti prelevati dal corpo del magistrato sono stati effettuati dall’Istituto di Medicina legale dell’Università di Basilea che ha eseguito gli esami alla presenza del perito di parte della figlia e della moglie del magistrato. 
L’errore scientifico che ha portato a conseguenze fatali potrebbe ora spingere la magistratura italiana e quella svizzera ad accertare se i sanitari italiani, autori dell’errata diagnosi, siano responsabili per errore medico dovuto ad imperizia, negligenza ed imprudenza. 
Il legale della famiglia, l’avvocato Michele Roccisano, sostiene infatti che per accertare l’esistenza della patologia di specie, i medici “avrebbero dovuto sottoporre il paziente ad esami strumentali specifici prescritti dalla scienza medica, esami a cui il magistrato Pietro D’Amico non fu però mai sottoposto”.

In Italia 1142 industrie sono a rischio di incidente rilevante

 

In Italia 1142 industrie sono a rischio di incidente rilevante

In Italia 1142 industrie sono a rischio di incidente rilevante
EVENTI E RAPPORTI
8 luglio 2013

Dall’Ispra la mappatura ufficiale degli stabilimenti pericolosi: il record va alla Lombardia, ultima la Valle d’Aosta. Napoli prima tra le province del Sud

Sono 1142 gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (Rir) sparsi su tutta la Penisola, di cui oltre il 50% nel Nord del Paese. È questa la fotografia scattata dall’Ispra, che ha presentato l’Annuario dei dati ambientali 2012 in cui è contenuta la mappatura ufficiale delle industrie italiane più pericolose per la salute umana e quella ambientale. Si tratta, in parte, di siti a cui è applicabile la normativa “Seveso, che definisce incidenti rilevanti “un’emissione, un incendio o un’esplosione connessi ad uno sviluppo incontrollato dell’attività industriale che dia luogo a un pericolo grave, immediato o differito per l’uomo e il territorio.

Il rapporto analizza il numero, le tipologie di stabilimenti presenti nei vari ambienti territoriali, i comuni più a rischio e i quantitativi di materiali ivi utilizzati. I dati sono aggiornati al 31 dicembre 2012: a questa data è la Lombardia a detenere il triste primato per numero di stabilimenti pericolosi con il 25% del totale. Seguono immediatamente dopo Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Non sono da meno anche la Sicilia, il Lazio e la Campania, ciascuna con poco più del 6%, mentre la Regione più virtuosa da questo punto vista è la Valle d’Aosta, con solo 6 industrie.

Per quel che riguarda le Province, Milano è al primo posto con 69 stabilimenti, poiBrescia con 45 e Ravenna con 37, mentre Macerata è l’unica realtà territoriale di questo tipo ad essere piva di impianti Rir. Al Centro è Roma la capofila con 26 siti, e ancora Napoli con 33 industrie pericolose la prima del Meridione. In totale, in40 Comuni sono presenti più di 4 stabilimenti, distribuiti in 12 regioni italiane. Aree di particolare concentrazione di stabilimenti Rir sono vicino ai poli petrolchimici e di raffinazione, come per esempio Trecate (nel Novarese), Porto Marghera, Ravenna e Ferrara, Gela, Priolo a Siracusa, Brindisi, Taranto, Porto Torres (Ss) e Sarroch (Ca).

Dalla tipologia di industrie si comprende il tipo di sostanze e preparati più pericolosi, con una cospicua presenza di prodotti petroliferi, quali benzina, gasolio e cherosene, e di gas liquefatti estremamente infiammabili come Gpl e metano. Consistenti sonio anche metanolo ed ossigeno. Circa il 22% dei 514 stabilimenti “Seveso”, che detengono questi materiali pericolosi per l’ambiente in quantità superiori alle soglie di assoggettamento, è ubicato entro 100 metri da un corpo idrico superficiale o dalla linea di costa.

 

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Fukushima, muore di cancro l’ex direttore ”eroe”

 

Durante il disastro spense i reattori con acqua di mare. Ucciso da un tumore all’esofago.

Fu l’uomo che disobbedendo ai suoi superiori salvò la vita a centinaia di migliaia di persone, ordinando lo spegnimento dei reattori della centrale nucleare di Fukushima con dell’acqua di mare. Era il febbraio del 2011, sul megaimpianto si era abbattuto da poco lo tsunami provocato da quel sisma che mise in ginocchio il Giappone. Allora Masao Yoshida era era direttore generale del dipartimento delle risorse nucleari alla compagnia giapponese Tepco, proprietaria della centrale.

Il tumore e il silenzio

Yoshida divenne così il simbolo del Giappone che non si abbatte, che lotta e lavora per cercare soluzioni anche in situazioni disperate. Fino a quando, alla fine dello stesso anno, non si ammalò di cancro all’esofago. Il tumore, aggressivissimo, lo costrinse già da subito a lasciare la direzione dell’azienda. Lo comunicò ai suoi dipendenti con una lettera, riferendo che, in seguito ad un “controllo medico di routine”, era stata rinvenuta “una condizione” che lo obbligava a ricoverarsi per sottoporsi a trattamenti medici.
 

La Tepco: “Nessun legame con le radiazioni”

Per molto tempo nessuno, tanto meno l’ex dirigente, rivelò almondo che la malattia che lo stava uccidendo era un cancro, mentre la Tepco fece subito sapere che, secondo i dottori, le condizioni di salute di Yoshida “non erano legate alle radiazioni”. Posizione mantenuta anche adesso che l’azienda è costretta a dare l’annuncio della morte del manager: l’azienda continua a escludere legami tra il tumore all’esofago e l’esposizione radioattiva.
Lo stesso ex dirigente, raccontando ai giornalisti i giorni dello tsunami e delle esplosioni dei reattori, riferì loro di essere statao esposto a una dose fortissima di radiazioni.  

Al via i controlli sui conti correnti, banche senza più segreti

Da lunedì istituti di credito e intermediari devono trasmettere all’Agenzia delle entrate identificativi e movimenti di tutti i rapporti

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Da lunedì 24 giugno banche e società finanziarie dovranno trasmettere all’Agenzia delle entrateidentificativi e movimenti di tutti i rapporti finanziari dei contribuenti italiani con le banche e gli intermediari. Le informazioni da trasmettere all’Agenzia saranno compresse in un file criptato e viaggeranno su un canale telematico dedicato tra le banche e l’amministrazione fiscale.

La nuova banca dati dell’anagrafe tributaria sarà pienamente operativa a fine ottobre e si annuncia, almeno nelle attese dell’amministrazione e del governo, uno strumento potentissimo contro l’evasione, anche se c’è chi parla della fine del segreto bancario in Italia. Già oggi gli ispettori del fisco possono accedere ai conti bancari, ma soltanto in alcuni casi specifici e con molti limiti e cautele. L’accesso ai dati bancari era fino a oggi possibile, infatti, solo se prima era stato avviato un accertamento formale. Da ottobre, invece, sarà proprio dall’analisi dei dati dei conti correnti e della loro movimentazione che potrà scattare l’accertamento fiscale, anche se l’accesso ai conti sarà soggetto a numerose cautele e i dati non potranno assolutamente essere usati in modo indiscriminato.

Analizzando il flusso delle informazioni che inizieranno ad arrivare lunedì, l’Agenzia delle entrate potrà predisporre “specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione”, sui quali poi fare accertamenti. I dati che banche e società finanziarie dovranno comunicare all’Agenzia riguardano le consistenze e i movimenti registrati nel 2011 su tutti i rapporti bancari e finanziari intrattenuti con i clienti: conti correnti, conti di deposito, depositi a risparmio, gestioni patrimoniali, fondi comuni, derivati, garanzie, fondi pensione, carte di credito, acquisto o vendita di oro e preziosi e addirittura le cassette di sicurezza (per le quali dovrà pure essere indicato il numero degli accessi registrati nel corso dell’anno). Per ogni rapporto e per ogni anno gli istituti di credito dovranno trasmettere l’identificativo, la consistenza iniziale e finale, la somma di tutti i movimenti dell’anno in dare ed in avere. Entro il 31 ottobre dovranno essere comunicati tutti i dati del 2011, mentre entro la fine di marzo dell’anno prossimo le banche invieranno quelli del 2012 ed entro l’ottobre del 2014 la banca dati sarà a regime, con l’acquisizione di quelli di quest’anno.

(Affaritaliani.it)