IL CANCRO E’ COMUNISTA parte XI

salto pranzo 2.pngSto in intensiva tre giorni ,poi al reparto sono in camera con un barbiere Franco,gran brava persona,è stato operato subito dopo di me,ho due drenaggi rigidi collegati ad un vacuum,essendo rigidi qualsiasi movimento del tronco faccia sento internamente dei dolori indescrivibili,mi hanno tagliato da dietro all’altezza della scapola,io avrei giurato che per un operazione del genere ti tagliavano dallo sterno,in definitiva si è trattato di aprire spezzarmi un paio di costole operare una resezione di mezzo polmone ingrapparlo con delle clips metalliche che porterò con me per sempre,rimettere in posizione le costole e ricucire il tutto,facile no!Di tutto questo davvero insopportabile era la ginnastica respiratoria perché ti provocava la tosse e ti faceva espettorare montagne di skifidol,ecco in quei momenti odiavi il mondo,nel frattempo incominciava la processione dei parenti ,tutti con la stessa faccia,tutti con la falsa allegria,quasi io fossi un deficiente che non sa qual è la sua condizione.Eppure,eppure qualcosa mi dice che la svango.Martelli mi dice che è andata meglio di quanto sperava.Dopo altri sette giorni eccomi a casa,pieno di dolori alle costole e dove avevo i drenaggi,è in quel periodo che ho conosciuto il contramal un antidolorifico che ti faceva quasi l’effetto della morfina,ne è nato un amore che dura ancora adesso,poi sono cominciati i controlli,prima trimestrali,poi a sei mesi infine annuali ,quando ci stavo quasi per credere ,dopo cinque anni dall’operazione inizia ad abbassarmisi la voce.Mi sono dimenticato di dire che la mia grande paura era la reazione di mia moglie,lei pure aveva avuto la madre prematuramente morta per un tumore al polmone,immaginavo scene di disperazione,lacrime a go-go ed invece questa mia compagna d’avventura ha reagito positivamente,spingendomi alle scelte giuste,sempre presente alle visite,senza mai darmi a vedere il suo smarrimento,la sua paura,senza mai cedere alla tentazione di isolarsi nel suo dolore,pensando sempre all’oggi senza dare a vedere la sua preoccupazione per il domani;veramente positiva.

Certo la mia vita è cambiata,ora sono più attento alle cose veramente importanti ,so’ che non è finita,fisicamente rimangono i dolori,i danni al fegato,la mia epatite ne farà ancora,avrò ancora da lottare sul fronte della salute,non tutto sarà rose e fiori,ma sicuramente affronterò tutto quello che verrà con la consapevolezza che avrò la forza di chi è scampato al peggiore dei nemici,so’ che non mi farò coinvolgere,che il mio vissuto non si cancella,che solo io sono padrone delle mie azioni,che nessun dolore potrà mai farmi perdere la gioia di risvegliarmi la mattina e cantare alla vita.

Il vero cancro è la paura,il vero cancro è non conoscere il nemico che si annida in noi,il cancro è la disinformazione,il cancro è la schiavitù dalle lobby farmaceutiche,il cancro sono i medici infedeli alla propria missione,il cancro sono le cure miracolose,il cancro sono le facili guarigioni millantate da tanti fanatici senza scrupoli,tenete i piedi ben piantati per terra, andate al sodo delle cose affidatevi ad un buon reparto ospedaliero di oncologia,loro faranno il possibile e andranno anche oltre,i miracoli non ci saranno,ma ci sarà sicuramente,professionalità e competenza,se ne traete beneficio psicologico,pregate,fate quello che credete giusto ma non smettete di sentirvi più forti della bestia,non rinunciate mai alla vostra dignità,con essa opponetevi a chi pensa che la vostra data di scadenza sia prossima voi non siete merce deperibile,voi siete il disegno ultimo di madre natura,il respiro del vostro dio.

Vorrei ritornare sui miei passi e riparlare del mio compagno di viaggio:il dolore,ieri il mio medico mi ha consigliato di dedicargli più attenzione,non si può più andare avanti così,perché ne va di mezzo la mia già minata solidità psicologica,lui riempie e condiziona le mie giornate,mina i miei rapporti con chi cerca di essermi vicino,capisco che a volte sono intrattabile;per tutti questi motivi il medico mi ha consigliato il cerotto di morfina,io li per li ho acconsentito,ma una volta a casa ho incominciato a pensare a cosa sarebbe stata la mia vita,non voglio passare quel che mi resta rincoglionito ,eternamente insonnolito,perlomeno mi immagino che sia così ma primo fra tutto: non voglio cedere e secondo me ricorrere ad un oppioide significa darmi per vinto ed allora ho deciso che per ora ,finché ci riesco,cercherò di conviverci come ho fatto finora,io,da ignorante, penso che conti tanto anche la volontà di star bene


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IL CANCRO E’ COMUNISTA parte X

salto pranzo 2.pngSicuramente,come tutte le vigilie,stanotte non si dorme,è vero che non sono mai stato un apprensivo,è vero che non mi sono mai fatto condizionare la vita,ma dire che queste vigilie le vivo tranquillamente sarebbe una bugia,sono sentenze che ti cambiano la vita,solo un automa rimarrebbe freddo,poi,di notte,posso finalmente togliere la maschera da capitano coraggioso ed essere me stesso,un qualunque uomo con le sue paure,le sue apprensioni,le sue speranze.

Comunque domani vedremo,se riesco a sentire un tutto bene senza se e ma,certo mi rimarrebbe il problema del mio povero fegato malato,ma quello,anche se non è un problema da poco,non è una cosa imminente,ho ancora del tempo e col tempo tante cose possono cambiare,la medicina fa passi da gigante ogni giorno,non togliamoci la speranza di un qualcosa di bello che domani ci può accadere.Sono tornato a casa con una torta grandissima,in definitiva in quella parte del fegato in cui vi era la lesione ora si vede soltanto un gran bel buco nero,il che significa che il nostro nemico è stato interamente necrotizzato in pratica non esiste più,quasi quasi rimango basito,non sono più abituato al pensiero di non aver più il cancro,ovviamente rimarranno i controlli,ovviamente non sono guarito dall’epatite,ho comunque un latente pericolo di cirrosi,ma NON HO PIU’ IL CANCRO,è la terza volta che riesco a debellarlo,certo il merito va alla scienza medica,alla testardaggine dei medici che mi hanno trattato,alla loro professionalità,ma permettetemi di parlare in prima persona perché io questa lotta l’avevo già vinta non facendomi condizionare la vita più di tanto,dentro di me ho avuto sempre la convinzione di uscirne,senza considerare i danni che mi ha fatto,senza cedere allo scoramento,al dolore,sono andato avanti per la mia strada,rincuorando gli altri,non negando loro mai un sorriso anche quando poi ,di notte,mi concedevo anch’io una lacrima,da solo,stando bene attento a no farmi sentire.

Rileggendo quel che avevo scritto mi sono accorto di aver saltato quasi interamente il mio primo incontro con il cancro.

Dunque era un sabato di un novembre freddo e piovoso,mio figlio, che passava da una faringite ad un’altra,mi aveva attaccato un fastidioso mal di gola con tosse e catarro,stavo portando i miei cani a spasso sotto casa,quando,in seguito ad uno sternuto,mettendomi educatamente la mano davanti,anche se non c’era nessuno,mi usci anche un nonnulla di espettorato andando a finire nel palmo della mano messa a mo’ di schermo,istintivamente,mentre stavo per ripulirmi con un fazzolettino,guardai lo skifidol che mi era uscito ed in mezzo quasi fosse incastonato notai una stilla di sangue vivo”sarà una capillare rotta con lo sforzo della tosse”pensai mentre passavo davanti la serranda chiusa del mio meccanico Napoleone,chiusa non perché era sabato,ma perché ricoverato in ospedale per un tumore al polmone.Sarà stato per quella coincidenza,sarà per una mia intuizione,ma in quel medesimo momento ho deciso che era ora che facessi almeno una lastra ai polmoni,se non altro per quelle quaranta Marlboro che mi fumavo da oltre quarat’anni.Senza dire niente a nessuno

Tramite conoscenze la settimana dopo sono andato al Fate Bene Fratelli ed ho fatto una lastra in cui non hanno visto nulla di significativo,rincuorato,ma non troppo torno a casa e nascondo questa lastra.

Passano sei mesi ,siamo a Maggio,solita tosse,solito sternuto solito espettorato,che io ormai ,messo sull’attenti,controllavo scrupolosamente:rieccola la,la perlina di sangue,come un carbonaro prendo appuntamento col medico di base,che quasi non mi conosceva,gli spiego i due avvenimenti e,avendo saputo dell’esistenza di una nuova tac,più precisa,gli chiedo se qui a Roma si poteva fare,

insieme abbiamo cercato e abbiamo trovato,ora però mi si poneva un problema,dovendo fare un contrasto e dovendo fare prima sia un esame del sangue che un elettrocardiogramma,non potevo non dire niente a nessuno,così optai per la mezza verità e dissi che il medico dicendo che io fino ad allora non mi ero mai controllato aveva deciso che era ora di fare un controllo completo.Essendo una struttura privata l’appuntamento per la tac spirale(così si chiamava questa macchina di ultima generazione)me lo diedero dopo pochi giorni,andai con mia moglie,appena finito di farla,entrano due dottori i tecnici e molto crudamente mi dicono “guardi al polmone sinistro c’è qualcosa,noi facciamo prestissimo a darle la risposta ma intanto lei si attivi per contattare un buon chirurgo toracico”Ora dovete pensare a me,la botta che forse mi aspettavo,ma sempre botta a freddo,il fatto che uscito da li c’era lo sguardo impaurito di mia moglie che dirle?Per ora niente,poi con la risposta in mano,vedrò,uscito,finsi fretta per la macchina in sosta vietata e per fumarmi una sigaretta,spergiurai che non mi avevano detto niente e andammo a casa.Ora dovete pensare che in famiglia da noi c’è stata una strage per tumore al polmone,mio padre,mio fratello,un paio di cugini,altri conoscenti e non avevo mai conosciuto nessuno che l’aveva raccontata,pensate come potevo stare io,i figli da sistemare ,una miriade di cose in sospeso,sinceramente non pensavo a me,pensavo a cosa avrei dovuto dirgli,a come avrebbero reagito a quanto tempo mi era rimasto.Nel frattempo un informatore scientifico mi da il numero del telefonino privato del primario di chirurgia toracica del Forlanini:gli telefono,sta a Cuba ma mi dice che lunedi rientra ,di telefonare alla sua segretaria ,di cui mi da il numero e dirgli che già avevo parlato con lui e di darmi un appuntamento urgentissimo,questo succedeva di venerdi il mercoledi ero davanti al prof. Martelli,nel frattempo avevo ritirato la risposta e avvertito tutti,non sto a dirvi quello che è successo,il professore mi dice senza mezzi termini che chi aveva letto la lastra sei mesi fa era uno stronzo perché il tumore c’era ed era evidentissimo,non era nemmeno piccolo perché era di quasi cinque centimetri,che ero stronzo pure io perché quando si vede sangue si va dallo specialista e che comunque il due giugno mi dovevo ricoverare ed il tre mi avrebbe operato,giusto il tempo di fare gli esami di routine in day- hospital.Ora io nella mia ignoranza pensavo ad una operazione al polmone come ad una cosa devastante,tanto che a Martelli gli dissi “a me non interessa quanto campo,ma come campo”oltre allo stronzo mi presi pure un “vai a fare in culo”

Ecco questo era Martelli una scorza da matto con dentro tanto cuore e dedizione ,lui alle sei di mattina era a reparto e alle undici di sera lo vedevi ancora girare.Comunque come aveva detto il tre giugno alle sette di mattina sono già sul tavolo operatori,ultimo ricordo l’anestesista che mi dice conta e lui che entra e dice dai sbrighiamoci che oggi ne dobbiamo fare cinque,mi risveglio in terapia intensiva dove c’era quel famoso infermiere sardo di cui abbiamo detto all’inizio di questo mio scritto.

 

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IL CANCRO E’ COMUNISTA parte IX

salto pranzo 2.pngNotizia importante oggi 5 ott. 2011 mia figlia Ilaria mi ha comunicato la data ufficiale delle sue nozze:il 12 genn prossimo alle sei di pomeriggio,cotto e mangiato,ma io tutta sta fretta improvvisa la capisco,ha paura,paura che rimandando ancora,ormai sono quattro anni che convivono,non ci sia più io ad accompagnarla.Ovviamente faccio finta di niente e accetto i suoi perché,non che io abbia intenzione di andarmene tanto presto,ma col canaccio non si sa mai.Comunque alla sua laurea c’ero alle sue nozze ci sarò, già non mi posso lamentare.Aver avuto il tempo di sistemare quello che avevo in sospeso,per quello che ho potuto,in questo il destino mi ha favorito,lo ho detto prima:nella sfortuna sono fortunato,per me sarebbe normale morire mentre divento ricco.

 

 

Appena sveglio,oggi,una notizia mi ha bruciato la giornata,eppure io l’ho sempre saputo,dove c’è cancro non c’è futuro,ma ti viene ugualmente in mente che se pure un personaggio come Steve Jobs

 

È stato vinto che possibilità abbiamo noi comuni mortali,un uomo dotato di uno spessore inarrivabile,di possibilità quasi infinite;niente ha potuto la sua genialità,niente ha potuto la sua volontà,niente ha potuto la sua potenza,i suoi milioni,perché come ho gia detto altre volte :il cancro è comunista per lui non conta importanza,soldi,potenza,lui riduce tutti allo stesso modo,quasi fosse un enorme zecca,ci succhia la vita a tutti ,nei momenti finali,ci somigliamo tutti:raggrinziti,smagriti,grigiastri,col sorriso spento,appena accennato,imbecilli attori,che negano il proprio terrore.

 

L’unico modo per vincere il cancro è un controsenso: rinunciare alla vita noi stessi quando ancora non ci ha reso assurdi cloni di tutti quelli che la battaglia la hanno combattuta sino in fondo.

 

Sta cambiando il tempo,me lo dice la cicatrice dell’operazione al polmone,da questa mattina mi sta facendo male boia.La gente non vede l’ora che,finalmente,questa estate di S.Martino finisca ed io mi chiedo perché,forse avranno nostalgia dei raffreddori,delle bronchiti,dei dolori alle ossa,del grigio del cielo,del buio delle notti invernali,dell’umidità,delle giornate passate a casa perché fuori piove troppo,trà un po’ di giorni sarà il mio compleanno,io non ho voluto festeggiare i cinquant’anni,perché ne ho visti troppi che non ne hanno festeggiato altri,poi per scaramanzia non ho festeggiato nemmeno i sessanta,eppure quest’anno i sessantatre li festeggerei,ho come una specie di premonizione,non credo che ci saranno altre possibilità,so che alla fine non lo farò e come tutti gli altri anni staremo in famiglia,io mi inventerò una frase dissacrante da scrivere sulla torta,un brindisi e via ,a sessantatre ci siamo arrivati, d’altronde chi è nella mia situazione deve proseguire a piccoli passi ,tanti traguardi ravvicinati tra loro: ora è il compleanno,poi sarà Natale e ancora dopo il matrimonio di Ilaria e così via ,tutto sempre con i piedi per terra,io non penso mai al futuro lontano,prima svegliamoci domani mattina,poi vedremo il da farsi,che poi in fondo c’è più gusto,hai sempre il tempo di fare la scarpetta nel piatto del destino,quelle che per voi sono sciocchezze per me sono conquiste,valorizzo tutto e tutto mi sembra significare qualcosa.

 

Domani andrò con mia sorella ed il marito ad Anzio,mangerò una frittura di paranza di quelle che si ricordano,berrò del buon vino alla faccia dei dottori e poi dopodomani al Gemelli per gli esami di routine prima del ricovero,poi tra una settimana il trattamento di alcolizzazione alla lesione neoplastica del fegato,poi….poi vedremo,come dicevo non ci allarghiamo col tempo.Io spero di aver un po’ di tempo per me,ma già so che ci sarà qualche altro controllo da fare e poi un altro e poi tutto bene ma….tutto bene però e così via,comunque vedremo.Credevo di aver provato tutti i tipi di dolore che si possono patire,sbagliavo:sono andato a fare questa famosa alcolizzazione,il 19 0ttobre,per prima cosa mi hanno messo un ago cannula ed alla mia richiesta di spiegazioni mi hanno detto che sarebbe servita per dopo,per la flebo di antidolorifico,cazzo ma non avevano detto che si trattava di un trattamento molto più leggero della termo ablazione,che mi avrebbe dato un po’ di bruciore per poco tempo e poi niente di più??Ed invece??Penso di aver provato il dolore di chi ha ricevuto una pistolettata al fegato,sarà perché non me lo aspettavo,sarà perché il chirurgo l’etanolo non me lo ha inoculato normalmente,ma letteralmente sparato tutto insieme a pressione(tecnica solo sua,ma a dire dei paramedici che lo hanno coadiuvato così ottiene risultati più efficaci)sono stato così per quattro ore,poi l’antidolorifico ha avuto il suo effetto e sono rientrato a casa,per quatto o cinque giorni quasi sempre a letto,anche perché il dolore era stato così improvviso e violento che avevo forzato tutti i muscoli ed i tendini insieme ed ora erano tutti indolenziti e dolenti,comunque anche questo è passato,ora aspettiamo l’otto nov per un controllo per decidere l’ulteriore da farsi.Nel frattempo ho festeggiato il mio sessantatreesimo anno,certo realmente non credevo di arrivare a queste cifre,specialmente questo ultimo anno ho passato momenti veramente difficili,qualche attimo di scoramento lo ho avuto,magari per un minuto ma mi sono chiesto se riuscivo a mangiare il panettone ed invece eccoci qui,tra un mese e mezzo arriveranno le feste natalizie,pensare che è un periodo che non amo molto,pieno di luoghi comuni,pieno di falso buonismo,finta allegria,io poi non ne colgo la religiosità in quanto ateo,il regalo per forza ,il cenone che diventa la fiera dello spreco.Eppure il pensiero di rifare l’albero mi fa venire le lacrime agli occhi,quando lo ho disfatto mi sono domandato se mai mi sarebbe capitato di rifarlo ed invece sono ancora qui,a pensare che è quasi ora e mi sento fortunato come se avessi vinto la lotteria,mi congratulo con me stesso di aver fatto sembrare tutto normale,di non aver fatto pesare le mie paure.

 

Una cosa che mi sono dimenticato di dire è che in tutte queste mie vicissitudini,ho potuto sempre contare su una presenza,discreta,ma inamovibile muro a cui appoggiarsi,quando serviva lei è sempre stata al mio fianco,Ilaria,dovrei spendere più parole per lei,ma è impossibile spiegare chi è

Ilaria,la sua dedizione è totale,la positività ti coinvolge,è una spugna assorbi tutto,non potrò mai essere più fiero di quanto lo sia di mia figlia,è un moltiplicatore d’amore:quello che sua madre ed io gli abbiamo dato lei lo moltiplica e ce lo ridà.Sin dal primo controllo,sette anni fa,ho preso l’abitudine che,in caso di buone notizie,tornavo a casa con una torta di pasticceria,spero che domani,essendo otto novembre torni a rinnovare la consuetudine,anche perché ripetere l’alcolizzazione mi roderebbe alquanto,scherzi a parte spero davvero che finalmente mi sia tolto dalle palle anche questo bestiolina,fosse che t’arifusse la vorta bona!!

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IL CANCRO E’ COMUNISTA parte VIII

salto pranzo 2.pngE’passato del tempo dalle righe precedenti,non poi tanto,era fine maggio,ora siamo ai primi di ottobre,giusto per riprendermi un po’.Di novità non ce ne sono poi tante,anzi si,mia figlia Ilaria dopo qualche anno di convivenza ha deciso di sposarsi il prossimo gennaio;Simone è stato richiamato da quelli del Grande Fratello,basta che non succeda come l’anno scorso che aveva fatto pure gli esami del sangue,poi è saltato tutto per via della sua posizione con Poste Italiane,quest’anno pare che il problema sia risolto,ma niente è mai sicuro sino al giorno della prima puntata,d’altronde lo hanno richiamato loro.Mia moglie come al solito non vuole stare al passo con la realtà,non aggiungo altro perché il discorso sarebbe lungo.

Io? Come al solito mi barcameno tra un controllo ed un altro,come al solito c’è qualcosa che non convince i medici,vogliono andare più a fondo e via un’altra T.A.C e via un’altra risonanza ora facciamo un eco col contrasto,ma in fondo la verità è che una sola cotta non gli sembra sufficiente

Per cui io già mi aspetto la telefonata che mi dice che c’è bisogno di un’altra termoablazione.

E che debbo fare,ormai sono in ballo,balliamo

Se devo essere sincero continuo questa via crucis per i ragazzi,io,sinceramente sono quasi stufo,

fosse per me manderei i medici a quel paese e me ne andrei in giro per quel che mi resta,non fraintendetemi non voglio morire,solo voglio assaporare quel che mi resta,lontano da ospedali,medici,facce di circostanza,vorrei confondermi in mezzo la gente,senza più pensare a ‘ste bestiacce che mi mangiano il fisico e l’anima.Le battaglie con la Grande Mietitrice sin’ora le ho tutte vinte,ma la guerra la sto perdendo.Oggi è la vigilia dell’eco col contrasto,ultimo atto prima della decisione se tornare ad un ulteriore intervento o attendere il prossimo epatocarcinoma,non vivo bene queste giornate,perlomeno questi giorni vorrei un aiuto psicologico da parte di mia moglie,ma lei non smentendo la sua indole struzzoide fa finta di niente,sono profondamente deluso da questa donna,non lo fa per cattiveria,è la sua indole,di fronte ad un problema preferisce fuggire la realtà:forse per questo stava avvelenandosi il fegato con antidolorifici ed diazepan o suoi derivati,morale:il giorno di Pasquetta l’ho trovata con la bava in stato di incoscienza,con le labbra viola;ricoverata per grave intossicazione epatica insufficienza respiratoria e scompenso cardiologico

è stata ricoverata per qualche giorno fino a che non gli hanno riallineato i parametri,dopo di che la hanno dimessa con una cura che lei ha reso eterna,unica cosa positiva,ha smesso di fumare,non so per quanto,ormai sono passati poco più di sei mesi ma il pericolo è sempre dietro l’angolo perché lei psicologicamente ancora ne è dipendente,io invece non ne sento assolutamente la mancanza,anzi è aumentato il fastidio fisico quando avverto l’odore del fumo,che poi io non sentendo odori,penso sia una specie di allergia da inalazione passiva.

Comunque,tornando ad oggi,queste vigilie non le vivo bene,dicevo,prima era meglio,ero più fatalista,non è paura di quello che decideranno,è insofferenza a tutto quello che non posso dominare

Non credo che mai qualcuno mi prospetterà un trapianto,sia per l’età,sia per quel “k”che figura in

tutte le richieste specialistiche che mi riguardano(un modo un po’ anonimo per indicare paziente oncologico) per cui andremo avanti così,botta,risposta,botta,risposta,sempre sospesi,sempre più dipendenti dai medici,fino a che non ci riappropriamo della nostra vita.

Secondo me questo è il vero problema di noi ,diciamo,sopravissuti:essere medico dipendenti e questo porta ad una privazione della propria libertà o risentirci padroni di noi stessi con tutte le conseguenze,ma a questo io debbo aggiungere anche gli obblighi verso chi mi vuole bene,che capitano sarei se non pensassi a loro se le mie decisioni non fossero influenzate da loro.

Hanno deciso:dopo una ennesima ecografia,stavolta con contrasto,lo staff medico che mi segue ha deciso,dovrò sottopormi ad una o più sedute di alcolizzazione della parte del carcinoma che è sopravvissuta alla termo ablazione,mi è venuto da ridere quando me lo hanno detto,ma come è una vita che mi dite che ,per me,è meglio evitare l’alcool,mi avete vietato addirittura il bicchiere di vino durante i pasti,e poi ,proprio voi,mi inoculate etanolo direttamente nel fegato?Scherzi a parte in questo consiste l’alcolizzazione:con un ago molto lungo,guidati eco graficamente,si inocula etanolo direttamente nella parte da trattare.Non è molto invasivo,entri la mattina ed il pomeriggio te ne vai,probabilmente una volta sola non basterà,ma così è accettabile.A parte che io,ormai,sono in una fase in cui tutto mi da fastidio,però,ragionandoci,non mi è andata poi così male,questa è una mia prerogativa nella jella sono fortunato,per cui non ho nemmeno il diritto di lamentarmi troppo.

Condannato a vivere,sarebbe un offesa al destino non farlo,quanto sia difficile farlo non conta,pensa a chi non è stata data questa possibilità.

In mezzo a tutto questo non ho parlato mai di un mio compagno di viaggio,un compagno scomodo,ingombrante,che fa sentire la sua presenza 24 ore su 24:il dolore,non stò parlando dei doloretti vari che ognuno di noi,specialmente col passare degli anni,lamenta,sto parlando di un qualcosa che non riesco nemmeno a descrivere bene:è sempre presente,continuamente ed in egual misura lui ti accompagna,non varia mai di intensità,sei tu che a volte lo sopporti di più e quasi riesci a dominarlo mentre altre volte lui ti riempie il corpo e l’anima,ti dilania dentro,lo senti come quasi una cosa viva,cattiva,implacabile,ma in questi casi non è lui che è cambiato di intensità,sono io che non ho lo stato d’animo giusto per ignorarlo,molte volte qualcuno dei vari medici o paramedici che hanno lavorato sul mio corpo mi hanno detto:”adesso sentirai un po’ di dolore”ed io ho sempre risposto che sono abituato e che la sofferenza è una cosa direttamente proporzionale alla sua utilità,mi spiego se qualcosa serve a curarmi il dolore è più sopportabile perché so che mi è utile,questo no!E’ solo utile a se stesso.

Ne parlo poco perché secondo me già parlandone ne alimento la forza.

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IL CANCRO E’ COMUNISTA parte VII

salto pranzo 2.pngCon i miei bisogni,con le mie urgenze,cerchi di essere attivo e non ci riesci,cerchi di essere d’aiuto agli altri e ti rispondono che l’aiuto più grande è la tua presenza,cioè stattene quà e non fare danni,tanto nel fare mi saresti d’impiccio e questo,vi giuro,per chi come me che era abituato ad essere l’unico capitano della sua nave era l’offesa più grande che potevano farmi,sicuramente le loro intenzioni erano buone,ma non ero io l’uomo che poteva riceverne,mi privavano del mio io.

Se non ero più in grado di gestire la mia famiglia,io ,che vivevo a fare?Non ho mai preteso di essere una sorta di padre padrone ,non ho mai imposto i miei convincimenti,non ho mai detto “o si fa cosi o si fa così,ma ho sempre ricoperto il ruolo che mio padre aveva avuto con noi,il porto sicuro,il faro nelle tempeste, la guida nel cammino.Piano,piano,non dopo aver pensato seriamente a farla finita,mi stò abituando,non sarà una bella situazione,non tornerò più quello di prima fisicamente,ma il mio pensare,il mio intimo essere,è lo stesso,mi rifugio in questa sorta di diario,sfrutto le ore notturne per togliere la maschera da super ,sfogo il mio livore verso chi non capisce che per me è prioritario come si vive e non quanto,a volte mi beo delle mie lacrime,a volte penso a chi sono stato a chi vorrei essere,a chi potrò diventare,piano piano,insomma mi stò abituando al nuovo Maurizio.Cerco di usare la positività che certe situazioni ti lasciano e la applico nelle cose di tutti i giorni.In più ho preso una decisione:basta!lascio fare a madre natura,lascio perdere controlli,analisi,sarà quel che sarà,cercherò di vivere senza patemi quel che mi è rimasto e accetterò quello che mi sarà destinato,voglio vivere la mia vita assaporarne le gioie,essere felice,essere triste e non star sempre a pensare a quel che sarà.

Così ho fatto per due anni e giuro che me li sono proprio goduti,ma poi è iniziata la tiri tera dei miei

“tu non pensi a noi,devi fare i controlli,sei un egoista,pensa al dolore che ci daresti…”ed il fesso,punto nell’orgoglio dei sentimenti,si convince ad una T.A.C di controllo,morale ho ripreso a scrivere solo dopo tre mesi anzi di più,perché nel frattempo mi sono operato per un aneurisma all’aorta addominale ,ho subito una termo ablazione ad un carcinoma al fegato e tra venti giorni verro inserito in un programma per l’eventuale trapianto ,visto che anche se il carcinoma sembra risolto,ci sono buone propabilità che ne vengano altri,non metastasi,altri,viste le condizioni a cui il mio fegato è stato ridotto da 35 anni di epatite “c”

Si è vero sono ancora qui,ancora al timone della mia vita,a che prezzo però lo so solo io,il vecchio indomito guerriero è ancora qui a lottare contro un nemico che sicuramente un giorno avrà il suo obolo,morire è inevitabile,ma,sicuramente,sarà l’ultima cosa che farò nella mia vita.

Ma ora bando alle ciance,vi voglio raccontare cosa è successo dopo la prima termo ablazione del carcinoma al fegato,che in definitiva in termine ignoranti,significa infilarti uno spadone nel fegato fino al contatto diretto con la lesione da trattare,arrivare sino al nucleo centrale e necrotizzarlo carbonizzandolo con onde radio a bassa frequenza,per fare questo hanno bisogno della tua collaborazione con determinati atti respiratori,per cui nonostante la morfina non è proprio una passeggiata farsi cuocere una parte di te per un buon quarto d’ora.Devo dire anche che passato il trattamento non ci sono grandi strascichi,un paio d’ore e già ci risente in forma(almeno io)

Comunque durante,anzi appena finita la cottura il professore che ha operato,viene a sapere che io ho un aneurisma abbastanza importante all’aorta addominale e decide che prima di prendere in considerazione un secondo trattamento da li ad un mese,dovro’ esser visitato da uno specialista,cosa che puntualmente il giorno dopo accade,morale; vengo a sapere che quel problema che sembrava di secondario interesse,deve essere risolto nel più breve tempo possibile,essendoci il pericolo di una repentina rottura con nefaste consequenze.Cambio reparto ,decidono che una chirurgia ricostruttiva sia troppo invasiva ed optano per l’applicazione di un endoprotesi(una specie di gabbietta che viene a rinforzare le pareti compromesse e viene collocata da una sonda introdotta attraverso le due femorali; per mia ignoranza pensavo fosse una cosa abbastanza facile e sbrigativa…,pensavo!?.Due anestesisti, quattro chirurghi, strumentisti ,cinque tecnici per l’applicazione dell’endoprotesi,sei ore di operazione,tutta vissuta da sveglio in anestesia epidurale,perché anche qui serviva un tipo di respirazione collaborativa,torno a reparto con catetere,flebo varie,due drenaggi,sto a pancia in su con le cosce un po’ divaricate tipo ranocchia,stare sul letto a pancia in su mi costringe a cercare di tenere il mento il più possibile distaccato dallo stoma altrimenti ho problemi meccanici di respirazione,morale ho più dolori della cervicale che quelli dell’operazione e mentre stò in questa posizione,mezzo arranocchiato,mi assale una parola,una piccola parola che da appena sussurrata,piano piano assume la tonalità del tuono:PERCHE’.Dove trovo ancora la forza per sopportare tutto questo,che già so ,continuerà in un vortice senza soluzione.Perchè io?Di colpo uno strano ragionamento in risposta si fa strada: io ho sfidato il destino,ho deriso la morte,l’ho schivata ed essa si sta vendicando,sta facendo in modo che invece di continuare a sfuggirla io arrivi a desiderarla,no!! Mai!!non sarei io,io sono qui e non mollo,fino a che il cervello mi sosterrà,sino a che basterò a me stesso,sino a quando riuscirò a pulirmi il culo da solo,fino a quando avrò la mia dignità di uomo io sono qui e non mollo,,arranocchiato si, ma io.

FONTE

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IL CANCRO E’ COMUNISTA parte VI

salto pranzo 2.png.Finalmente arriva il giorno del ritorno a casa,non prima di averla fornita di un valido aspiratore che ormai fa parte del mio quotidiano,così come la cannula dello stoma che ormai ho imparato a gestirmi da solo ,infatti ogni tanto va tolta lavata con soluzione tipo amuchina smontata sciacquata rimontata e reinserita,ormai sono diventato un esperto,certo di catarro ne ho tanto,mezzo secolo di tabacco non si tolgono in poche settimane,la tosse mi squassa ho tutti i muscoli indolenziti,ma ancora mi tengo la maschera del tutto bene,uno è portato a pensare che il ritorno a casa coincida con la guarigione,la fine dei problemi,invece comincio a rendermi conto che i problemi non finiranno mai,almeno alcuni di loro Viene una signora col sorriso dolcissimo,un po’ professionale ,un po’buono,si presenta è la logopedista,sicuramente sa tutto di me pero,anche per farmi sentire importante,la vuole sentire da me,sicuramente è una persona che sa ascoltare mi spiega con molta dolcezza che non mi debbo disperare più di tanto per la mancanza della mia voce,perché se voglio ne riavro’ un’altra,sicuramente con molta testardaggine,sicuramente non sarà bella come quella precedente(ma chi ti ha detto che la mia voce era bella)ma avro una voce che mi permettera di farmi capireMa che me frega adesso della mia voce,io voglio vedere il mio viso sistemato,io voglio sapere se quest’intervento e’stato risolutivo come quell’altro al polmone che strascichi mi lascera’A me,ho sempre detto non interessa quanta vita mi rimanga ,io voglio sapere come camperò

E Qui mi pare che sia i primi a Ostia che i secondi del Forlanini abbiano indorato la pillola Non mi rimandano a casa se non ti ci hanno portato i casa un vacuum sorta di aspiratore simile a quello in ospedale .Questo vuole dire ,che anche a casa non sarà una passeggiata ,ma non mi aspettavo altro ,lo ripeto questa volta sento che sarà dura. Ancora non ho capito se potrò lavarmi per intero ho dovrò farlo a pezzi ,rinunciando per sempre ad un bagno,rilassante caldissimo,lunghissimo,pro-

fumatissimo,di quelli come li facevo io,a proposito di profumo ne risentirò mai uno?

Finalmente a casa,c’è da riorganizzare tutte le mie vecchie abitudini,finalmente uno specchio ,degno di questo nome,certo i chirurghi hanno fatto un gran lavoro in definitiva ho due cicatrci che da ciascun orecchio vanno in basso descrivendo una dolce curva,fino al centro della base del collo

E convergono in un buco abbastanza notevole da cui fuoriesce una cannula,da lì da quell’apertura io respiro,tossisco,escreto ,è un buco pulsante ,segue i battiti del cuore,mi accorgo solo ora che non ho più il pomo d’adamo,che vorrà dire?che la mia mascolinità se ne andata con lui?che è andata via anche la tiroide?Saranno stati pur bravi ma in quanto a seguire psicologicamente gli operati hanno peccato nel modo più assoluto,mi hanno lasciato con mille domande,con mille perché,noi abbiamo bisogno di rassicurazioni,delle più stupide,che ci diano una certa sicurezza,siamo stati operati di cancro per dio nella maggioranza dei casi abbiamo perso la voce ,vi accingete a bruciacchiarci ciò che non avete tolto,no non una parola “Tutto bene ci vediamo tra una settimana”e tu pensi che tra una settimana ti diranno i perché,i percome,i quando,i se che ti assillano.Invece tra una settimana niente ,un semplice controllo all’andamento della ferita un tutto bene e via.lo so che l’importante

è quello, ma noi abbiamo bisogno di altro ,di rassicurazioni di promesse di calore umano,che non troviamo su internet e meno male che c’è,li ho trovato parecchi miei compagni di viaggio con cui condividere questa mia sete di comprensione ,ho tolto parecchi dei miei dubbi particolarmente a due di loro sarò grato sempre,un rieducatore del nord ed un vecchio leone siculo,a loro debbo tanto,anche nei periodi più bui della mia esistenza,loro erano li,sicuri come due balie di vecchio stampo.Vi amo,tu luciano con la tua esperienza che però non dimentica mai l’uomo,tu Giuseppe col tuo calore,col tuo sincero interesse,con la dedizione tipica dell’amico sincero,ecco vedi che non tutto è per caso,come avrei conosciuto voi?

Non va bene,non va affatto come mi aspettavo,i miei ,abituati al primo post operatorio,non riescono a capire,fisicamente,a parte la strana sensazione di avere una protesi al posto del collo ,a parte dolori che sinceramente sono forti,non riesco a dormire,i sapori sono tutti nuovi,si dividono essenzialmente in due ciò che riesco a mandar giù e ciò che debbo risputare,il mio modo di mangiare è cambiato,bocconcini piccolissimi,mandati giù con acqua o coca cola non ha lo stesso sapore però è accettabile.Il caffè neanche a parlarne,in più ho notato una cosa strana,il fumo mi da fastidio l’odore non lo sento ma appena vengo a contatto con un ambiente dove fumano ho abbiano fumato, io ne ho fastidio ,io che per cinquanta anni la sigaretta è stata la mia prima idea al mattino addirittura prima del caffè ,della pisciata:un piede per terra e prima del secondo l’avevo già accesa,il mio ultimo gesto prima di addormentarmi era spegnere l’ennesima assassina.A mia

Moglie,accanita fumatrice,la cosa non va giù,non ci crede,nella sua mania di grandezza ,pensa lo faccia per lei,che così facendo la ricatto a non fumare salvandola così da tutto quello che è capitato a me,non si accorge che io, in questo momento non ho posto per nessuno.Mi sto’ rendendo conto che il mio apice è passato ,allora dico io,se io dalla vita non mi posso aspettare nulla di più grande dei miei ricordi se il mio zenit è volto alla discesa,perché debbo vivere,per pesare sugli altri.

FONTE

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Capitolo 3 3-0 Rieducazione alla voce esofagea

Capitolo 3 3-0 Rieducazione alla voce esofagea

L’intervento ha asportato la laringe, organo principale della voce; le corde vocali, l’epiglottide e le cartilagini non esistono più. La via aerea e la via digestiva sono state dissociate in seguito all’intervento. Poiché la via polmonare sbocca dal tracheostoma e quindi l’aria polmonare non può essere utilizzata per creare suoni. L’aria necessaria alla voce dovrà, d’ora in poi, essere introdotta discretamente nell’esofago. Prima dell’intervento la vostra voce non era altro che una espirazione sonorizzata, oggi avete la tendenza a fare la stessa cosa, benché sia diventata inutile; infatti l’aria espiratoria sfugge allo stoma del vostro collo e non può essere utilizzata nell’allocuzione. Per non aumentare il vostro sforzo respiratorio, provocando una stanchezza inutile, per non rendervi affannati rendendo l’allocuzione difficile e incomprensibile, dovete acquisire l’indipendenza dei soffi fino a riuscire a gonfiare un palloncino o soffiarvi il vostro naso, mantenendo il ritmo respiratorio ampio con l’uso degli addominali. Giungerete ad usare i due soffi indipendentemente, controllandoli; anche quando per esercitarvi solleverete una sedia alla fine dell’espirazione e contemporaneamente proverete l’iniezione esofagea. Immaginate anche nella pratica , che l’iniezione di una piccola pallina d’aria dal retrobocca alla parte alta dell’esofago è immediatamente seguita da una vibrazione esplosiva della parete esofagea che riporta l’aria verso gli organi fonatori della bocca. Quindi basta quella piccola pallina d’aria usata indipendentemente dal soffio respiratorio.

Questa voce sarà articolata esattamente come la voce laringea, tramite la faringe, gli organi della bocca, la lingua, la mascella e le labbra.

I mezzi di rieducazione: per acquisire questa voce esofagea sarà necessario sottoporsi ad un apprendimento metodico, che può essere effettuato in diversi modi.

1-Rivolgersi ad un foniatra, libero e professionista, e sottoporsi a due o tre sedutela settimana.

2-Partecipare a sedute collettive, associate ad altre individuali, perché tale combinazione risulta efficace, infatti stimola il confronto ed affronta le difficoltà specifiche di ognuno.

3-Frequentare gli stessi corsi presso gli ospedali o le associazioni.

4-Ricoverarsi presso centri di rieducazione specializzata e frequentarne i corsi intensivi.

Quest’ultimo risulta il metodo più efficace e più rapido,nei casi in cui l’ambiente familiare non può offrire la complementarietà ed il supporto necessario all’atteggiamento psicologico del paziente, particolarmente frustrato e depresso dalla sua incapacità di verbalizzare.                                                  

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Ausilio per la riabilitazione-2-4 I rapporti interpersonali

2-4 I rapporti interpersonali

Si può vivere senza laringe? Non si ha risposta, e muta resta la moglie e il neooperato, anche l’amico è sorpreso per l’inatteso cambiamento di una persona che improvvisamente non esprime il suo nome. Il ricovero in ospedale, l’allontanamento dalla famiglia a cui si spera di tornare; ma in quali condizioni? Si sarà ancora all’altezza della propria vita precedente, la parola cancro ci farà sentire presi dal panico? La rapidità degli infermieri, i silenzi e le poche parole dei medici, lo sforzo di farsi capire con i gesti e scrivendo, sono solo l’avvio e la nascita di un nuovo ritmo di vita.

La fragilità alle emozioni del neooperato. Sentirsi accettato dalla moglie è il primo passo. Non è <<un poverino>>, ma un uomo che deve affrontare l’impresa della vita, con la consapevolezza di una breve <<morte sociale>>, una corsa che riprende dopo essere uscito di pista. Ma ora, improvvisamente, potrebbe franare la tenerezza che tra marito e moglie calmava tante ansie, se entrambi non hanno rispetto della vita vissuta insieme. Mala crisi passa, saper abbandonarsi alla speranza dopo lo sconforto o il pianto può aiutare anche la moglie a sostenere il marito ad essere nuovamente autonomo. Quali gli obiettivi? Conoscere ed applicare le norme igieniche, mascherare l’orifizio tracheale, continuare a comunicare con le lavagnette o con carta e penna, affrontare gli interrogativi passo dopo passo e per prima cosa l’educazione alla voce esofagea.

 

Il laringectomizzato è un malato di cancro?

 

Lontano dalla propria famiglia ci si sente privati di ogni diritto come i numeri del proprio letto in ospedale, che si susseguono uno dopo l’altro… <<Avanti il prossimo!>> Le difficoltà da affrontare spaventano e bisogna stringere i denti. Se preso in tempo il vostro caso non è diverso da quello di tanti altri ed i vostri rischi non sono superiori! Tra tutti i tumori maligni il carcinoma della laringe presenta il più alto numero di guarigioni complete a distanza di 10, 20, 30 anni ed oltre. I laringectomizzati possono essere reintegrati completamente nella loro vita e nel lavoro. Ma queste persone devono essere aiutate a superare questa prova di morte sociale, quale la perdita temporanea della parola, ed incoraggiati ad acquisire la voce esofagea. L’ambiente di lavoro deve essere preparato, se è necessario. C’è qualcuno che sta peggio, i ciechi ad esempio! Ma il laringectomizzato può riprendere come prima, con una certa gradualità. Occorre andare incontro agli altri ed affrontare le difficoltà.

 

Le dieci regole del laringectomizzato

  • Aver pazienza;

  • aver volontà:

  • essere perseverante e testardo;

  • cercare l’autocontrollo e l’autodominio;

  • cercare la tranquillità ed essere sereno;

  • essere aperto;

  • essere disponibile;

  • aver cura di sé;

  • esser rigoroso;

  • esser <<sportivo>>.

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Ausilio per la riabilitazione 2-3 Ginnastica

 

2-3 Ginnastica

 

Quando il ritmo respiratorio è ben acquisito si può passare ad una ginnastica più ampia e generale,di mantenimento,da praticare ogni giorno per quindici minuti,al fine di conservare una buona forma fisica.

 

2-3-1 Esercizi per i muscoli del cingolo addominale

 

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Supini con un cuscino sotto il collo. Portare l’attenzione alla respirazione e durante l’espirazione, molto lenta, eseguire una breve serie di movimenti, simili al pedalare, con gli arti inferiori.

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Dopo una serie di questi esercizi effettuare altri movimenti degli arti inferiori: sforbiciare o ruotare, con movimenti circolari, gambe e piedi.

2-3-2 Esercizi per i muscoli del cingolo scapolare

 

Far lavorare gli arti superiori distendendo e ruotando

le braccia in avanti in alto ed indietro,al fine di riacquisire quei movimenti che l’intervento ha potuto limitare, si scioglieranno quei muscoli che si sono irrigiditi in seguito

all’intervento chirurgico. Quindi si potranno forzare questi movimenti, cercando di toccare con le mani livelli sempre più alti e parimenti, ampliando le rotazioni, si porteranno le mani sempre più indietro. L’esercizio si può completare con l’uso dei sacchetti.

Questo esercizio risulta notevolmente importante sopratutto quando il nervo spinale è stato sezionato durante lo svuotamento dei linfonodi. L’importanza funzionale della spalla causata dall’amiotrofia del muscolo trapezio può essere recuperata con movimenti fisici.Immagine.JPG

 

In piedi. Distendere da prima il braccio più energico e meno irrigidito verso il muro. Occupare a piedi uniti una distanza che vi faccia restare eretti,appoggiandovi il palmo della mano,poi oscillando restare fermi sui piedi e far salire la mano lungo la parete. Ripetere lo stesso esercizio con il braccio che presenta minor funzionalità.

In piedi mettere le mani dietro la nuca incrociando le dita ed effettuare delle rotazioni con le spalle a destra e a sinistra sull’asse vertebrale, mantenendo fermo il bacino e le gambe divaricate. Proni, fare delle flessioni, dapprima in ginocchio appoggiando le mani sul bordo del letto. Quando si riacquista una buona efficacia, nel sostenersi, si può provare ad effettuarle mettendo le mani a terra.

2-3-3 Esercizi per i muscoli del collo

 

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In piedi o seduti, respirare profondamente tre volte ed alla fine dell’ultima espirazione quando i polmoni sono relativamente vuoti, ruotare la testa a destra e a sinistra per due volte, come se si volesse toccare con il mento la spalla. Controllare l’assenza di respiro mantenendo il palmo della mano sullo stoma.

Seduti con la schiena eretta e le mani appoggiate sul tavolo , effettuare movimenti di avanzamento ed indietreggiamento del capo sul collo senza muovere le spalle, similmente all’atteggiamento di stupore ed inorridimento.

Questa ginnastica dovrà essere seguita da un Kinesiterapeuta, in particolare se principianti,onde evitare errori basilari e forzature del ritmo di esercizi

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Ausilio per la riabilitazione-2-2 La respirazione

2-2 La respirazione

La Respirazione avviene,d’ora in poi,dall’orifizio situato alla base del collo od orifizio tracheale. E’ bene non esibire lo stoma e proteggerlo con il filtro respiratorio;eviterete che durante i colpi di tosse le vostre mucosità vengano proiettate addosso a chi vi sta di fronte.

Questa modificazione anatomica deve essere accettata conoscendone tutti i riflessi nella vita quotidiana. La soppressione della glottide quindi del meccanismo di chiusura dell’albero respiratorio impedisce di bloccare il respiro (chiudendo la bocca e gonfiando le guance),di conseguenza si ha l’impressione che manchi l’aria salendo le scale o si pensa di non poter più sollevare carichi pesanti e di non essere resistenti ad alcuno sport. Se immaginassimo di sollevare un oggetto pesante ci ricorderemo che involontariamente chiudiamo la bocca gonfiamo le guance volendo quasi impedire all’aria di uscire;tutto ciò permette di sostenere e terminare lo sforzo più facilmente.

Occorre imparare a trattenere l’aria diversamente,poiché chiudere la bocca non impedisce all’aria di uscire dal tracheostoma e bisogna compensare questo deficit anatomico con la regolazione addominale della respirazione. Anche quando dormiamo la nostra respirazione è normalmente addominale,cioè respiriamo in economia e senza sforzi. Il ventre partecipa alla respirazione gonfiandosi e sgonfiandosi ritmicamente. Questi movimenti addominali possono essere appresi e controllati anche quando siamo svegli:si tratta di coinvolgere nell’esercizio un altro muscolo non visibile,il diaframma,permettendogli di contrarsi e di abbassarsi ritmicamente ed ampiamente. Ne otterremo una maggiore tolleranza agli sforzi,un più grande senso di calma ed un miglior autocontrollo,utile all’apprendimento della voce esofagea.

Per completezza elenchiamo le altre due modalità respiratorie:

  • la respirazione toracico-superiore è tipica di quelle situazioni affettive-emotive,come quella che osserviamo sobbalzando ad un forte rumore. L’inspirazione è provocata dal rialzamento della parte anteriore del torace, generata dai muscoli del collo. L’espirazione risulta dal ritorno alla posizione iniziale, dopo rilasciamento dei muscoli del collo;

  • la respirazione vertebrale rappresenta il terzo tipo di funzione respiratoria tipica del respiro profondo. E’ provocata da un movimento di estensione-flessione della colonna vertebrale. Il movimento scapolare crea un’apertura delle costole aumentando la potenza della inspirazione; se si esegue il movimento contrario, chiudendo le spalle e curvando la schiena, si ottiene un’espirazione più ampia.

L’uso di un umidificatore e di uno ionizzatore è utile e può essere necessario in alcune condizioni climatiche ed ambientali. Infatti le regioni con ampie escursioni igrometriche nel periodo estivo (sbalzi di umidità frequenti) e in inverno gli ambienti scarsamente umidificati (non ventilati,riscaldati con termosifoni e arredati con moquette) facilitano le malattie del raffreddamento.

2-2-1 Un approccio alla rieducazione respiratoria

Per svolgere questo training sono necessari “alcuni pesi” che possono essere acquistati in un negozio di articoli sportivi,oppure semplicemente confezionati con sabbia e tessuto (due sacchetti di 12 cmx20 cm di peso variabile da 1 kg. A 2 kg., ed un terso più grande di 20 cm. con un peso di circa ¾ kg.

Diventare consapevoli della propria disponibilità e creare l’ambiente ideale:

Mi metto in una posizione comoda”

Mi sento a mio agio”

Non controllo il mio respiro”

Non penso a nulla di emotivamente importante”

 

Ritmo respiratorio addominale:

Tra poco riempirò d’aria i miei polmoni,pronto…VIA….ora la trattengo…e la lascio uscire lentamente. Bene!L’espirazione deve essere più lenta dell’inspirazione e durare circa due volte il tempo dell’inspirazione.

 

La tecnica in tre posizioni:

Inspirare profondamente,lasciare gonfiare il ventre al massimo e fare altrettanto per la gabbia toracica. Lasciare svuotare il torace e l’addome espirando completamente ed attivamente tutta l’aria.

2-2-2 Posizione supina

 

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Con un cuscino nell’incavo della nuca ed un altro nell’ incavo delle ginocchia,mentre le braccia sono ai lati del corpo con le palme prone.

 

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Appoggiare sull’addome il sacchetto di sabbia di 2 o 3 kg. Ed allenarsi a sollevarlo, quando l’aria entra nei vostri polmoni. Cercare un ambiente tranquillo e lontano dai rumori,tentare di rappresentare l’aria che entra nei polmoni,che si gonfiano quando si inspira ed il diaframma si abbassa;poi quando si espira,visualizzare il diaframma che si alza e le coste si abbassano, mentre l’addome rientra.

2-2-3 Posizione seduta e respiro in economia

 Ripetere l’esercizio senza sacchetto distesi lateralmente sui due lati e, da seduto, apprendere e continuare tale esercizio. Anche nella vita quotidiana, tale respirazione sarà un respiro di economia ed è alla base della rieducazione fonatoria.

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2-2-4 Posizione prona a cagnolino

 Col capo in basso ed appoggiati sui gomiti e sulle ginocchia,ripetere lo stesso esercizio al mattino,per svuotare i polmoni di tutte le secrezioni notturne.

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2-2-5 Posizione eretta

 

Sollevare le braccia che afferrano i due sacchetti di sabbia,mentre avviene l’inspirazione, poi durante l’espirazione abbassare le braccia in avanti, mentre, contemporaneamente inizia e si conclude una lenta espirazione. Acquisita una certa pratica, questo movimento può essere completato con una flessione sulle ginocchia,mentre si espira lentamente.

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Tutti questi esercizi sono da effettuare mantenendo una respirazione di base diaframmatica. E’ facile accorgersi che il movimento del sacchetto ci aiuta a respirare lentamente e profondamente, con la partecipazione dell’addome.

La pancia si gonfia nell’ispirazione e si svuota nell’espirazione.

2-2-6 Il soffio addominale

 E’ un esercizio eseguito dalla parete addominale che facilita il controllo respiratorio. Si divide in tre tempi e deve essere effettuato in piedi.

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Primo tempo:

inspirare gonfiando la pancia.Portare l’attenzione sulla pancia gonfia.

 

Secondo tempo:

cercare di rimanere con la pancia gonfia.

Terzo tempo:

spingere l’aria fuori comprimendo la pancia energicamente. L’aria, che espulsa fuori dallo stoma, con sbuffi frazionati,deve sollevare la protezione tracheale o il filtro respiratorio di protezione.

 

Ripetere l’esercizio 5/6 volte di seguito,imitando il suono di una locomotiva a vapore.

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