Brasile, il potente esperimento sociale per smettere di fumare

A causa di un tumore alla laringe parla attraverso un dispositivo elettronico, Joao Candido ha deciso di aiutare a smettere altri fumatori parlando della sua storia

12:22 – E’ un brasiliano, padre di tre figlie, lavora in un’università e ora vuole mettere a disposizione la sua storia per aiutare altri tabagisti a smettere di fumare. Joao Candido ha così deciso di mettersi a disposizione e, per un esperimento sociale, iniziare a vendere sigarette e parlare di cosa il fumo gli ha fatto. L’impatto del racconto, a causa di un tumore alla laringe Joao parla attraverso un dispositivo elettronico, ha avuto i suoi effetti positivi sul pubblico.

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IL CANCRO E’ COMUNISTA parte XII

salto pranzo 2.png.Oggi è l’Immacolata,e per tradizione stanotte ho fatto l’albero di Natale,ma quest’anno invece del solito presepe artistico fatto con la natività e San Giuseppe, i re magi e l’angelo,pupazzi molto belli con vestiti veri pagati un botto,ma in definitiva,freddi senza il calore del più folcloristico presepe tradizionale,ho voluto fare un presepe pseudo napoletano,con le casette illuminate dalle lucine fioche e tremule come ci fossero i lumi ad olio,con un abbeveratoio in cui scorreva veramente l’acqua,mettendo tutte le statuine tradizionali,la più vicine più grandi degradando la loro altezza in quelle più distanti,ho adoperato paglia vera per le stalle ,le pecorelle negli ovili,le galline e le oche nel muschio fresco,le case arrampicate nella montagnola,insomma un bel presepe ,di quelli che una volta facevo da bambino insieme a mio padre,ricordo cominciavamo andando nel bosco per il muschio ed il vellutello e lui più di cinquanta anni fa ci metteva anche le casette dal cui comignolo usciva il fumo,aveva una manualità non comune ed io ,un po’,ho ripreso da lui.Perchè ho voluto riprendere questa tradizione che avevo quasi dimenticato?Mah,semplicemente perché ora credo di più che ci possano essere,per me, altri Natali,prima ogni volta mi domandavo se quello fosse l’ultimo,ora ho voluto dare un segnale a me stesso,perché no,perché non cominciare a pensare lontano,si lo so,non sono più un ragazzino,ma se il destino vuole potrei avere almeno una ventina di anni e più davanti a me,ora pare che anche per l’epatite “C”stanno provando cure efficaci,i carcinomi che ho avuto sono tolti, recidive per ora sono escluse,adesso a gennaio farò una TA.C.di controllo,ma solo per un eccesso di scrupolo dei medici,allora perché non accendere un mutuo con la speranza,si è vero vivere sul corto è più comodo,ma è pure tanto triste,vivere un illusione ,inseguire un sogno lontano nel tempo,sentire l’adrenalina rincominciare a scorrere,desiderare una donna,voler avere il tempo di educare un nipote,di fargli fare tesoro delle tue esperienze, della saggezza dei tuoi anni,vederlo crescere e iniziare a prendere la sua strada,perché no?Perchè non io?Sono guarito ,ho vinto il cancro,il prossimo Natale sarò ancora a scegliere il muschio a non dimenticare il vellutello,a preparare tutto lo scheletro di cartone molto tempo prima in modo da esser pronto la notte dell’Immacolata ad assemblare tutto e fare un grande bel presepe e cambierò anche colore all’albero,basta con l’argento l’anno prossimo sarà il rosso porpora e l’oro a dominare.Nonostante Monti faremo buone, serene feste,tutti insieme come da copione con il cenone che ormai,poi,basta per tre giorni,con la tombolata,con la messa di mezzanotte,non io perché fortemente allergico alla chiesa ed i suoi rappresentanti,festeggeremo l’ultimo arrivato nella famiglia ed era ora,scarteremo i regali,fingeremo gioia per il solito pedalino o per le ciabatte di pezza che fortemente odi e non metterai mai,ti commuoverai come l’ultimo dei finti per la sciarpetta,naturalmente beige e sotto sotto ti troverai mentalmente a dire “sono ancora qui”E siamo a febbraio storico febbraio 2012,storico per il maltempo che ha colpito tutta europa,storico per la neve a Roma,chi si lamentava dell’inverno che non si decideva a venire sarà contento,spero tanto che gli si congeli il buco del culo.

Mia figlia si è sposata,è stato un gran giorno per tutta la famiglia,ovviamente per me è stata festa doppia,contro ogni previsione,contro la logica,a dispetto della grande mietitrice, ero lì ad accompagnare mia figlia,a leggergli negli occhi la grande felicità che stava provando.Ma ormai so che nella vita tutto si paga,infatti dopo un paio di giorni è arrivata la cambiale:mia moglie per una banale bronchite scompenza con la respirazione e viene ricoverata in pericolo di vita in terapia intensiva col 95% di anidride carbonica nel sangue,stava rasentando il coma e solo la sua forte(che che ne dica lei) fibra l’ha salvata comunque è stata dieci giorni in intensiva ed ora è parcheggiata in un reparto di medicina fin tanto che non esca un posto in riabilitazione respiratoria dove dovra stare un buon mese.A mia figlia che nel frattempo era in viaggio di nozze non ho detto niente fino a che non è tornata,so di aver rischiato ma non me la sentivo di rovinargli anche il viaggio di nozze.

Per cui ora ho da pensare a mia moglie,ci sentiremo dopo aver risolto anche questo

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Fine

 

IL CANCRO E’ COMUNISTA parte XI

salto pranzo 2.pngSto in intensiva tre giorni ,poi al reparto sono in camera con un barbiere Franco,gran brava persona,è stato operato subito dopo di me,ho due drenaggi rigidi collegati ad un vacuum,essendo rigidi qualsiasi movimento del tronco faccia sento internamente dei dolori indescrivibili,mi hanno tagliato da dietro all’altezza della scapola,io avrei giurato che per un operazione del genere ti tagliavano dallo sterno,in definitiva si è trattato di aprire spezzarmi un paio di costole operare una resezione di mezzo polmone ingrapparlo con delle clips metalliche che porterò con me per sempre,rimettere in posizione le costole e ricucire il tutto,facile no!Di tutto questo davvero insopportabile era la ginnastica respiratoria perché ti provocava la tosse e ti faceva espettorare montagne di skifidol,ecco in quei momenti odiavi il mondo,nel frattempo incominciava la processione dei parenti ,tutti con la stessa faccia,tutti con la falsa allegria,quasi io fossi un deficiente che non sa qual è la sua condizione.Eppure,eppure qualcosa mi dice che la svango.Martelli mi dice che è andata meglio di quanto sperava.Dopo altri sette giorni eccomi a casa,pieno di dolori alle costole e dove avevo i drenaggi,è in quel periodo che ho conosciuto il contramal un antidolorifico che ti faceva quasi l’effetto della morfina,ne è nato un amore che dura ancora adesso,poi sono cominciati i controlli,prima trimestrali,poi a sei mesi infine annuali ,quando ci stavo quasi per credere ,dopo cinque anni dall’operazione inizia ad abbassarmisi la voce.Mi sono dimenticato di dire che la mia grande paura era la reazione di mia moglie,lei pure aveva avuto la madre prematuramente morta per un tumore al polmone,immaginavo scene di disperazione,lacrime a go-go ed invece questa mia compagna d’avventura ha reagito positivamente,spingendomi alle scelte giuste,sempre presente alle visite,senza mai darmi a vedere il suo smarrimento,la sua paura,senza mai cedere alla tentazione di isolarsi nel suo dolore,pensando sempre all’oggi senza dare a vedere la sua preoccupazione per il domani;veramente positiva.

Certo la mia vita è cambiata,ora sono più attento alle cose veramente importanti ,so’ che non è finita,fisicamente rimangono i dolori,i danni al fegato,la mia epatite ne farà ancora,avrò ancora da lottare sul fronte della salute,non tutto sarà rose e fiori,ma sicuramente affronterò tutto quello che verrà con la consapevolezza che avrò la forza di chi è scampato al peggiore dei nemici,so’ che non mi farò coinvolgere,che il mio vissuto non si cancella,che solo io sono padrone delle mie azioni,che nessun dolore potrà mai farmi perdere la gioia di risvegliarmi la mattina e cantare alla vita.

Il vero cancro è la paura,il vero cancro è non conoscere il nemico che si annida in noi,il cancro è la disinformazione,il cancro è la schiavitù dalle lobby farmaceutiche,il cancro sono i medici infedeli alla propria missione,il cancro sono le cure miracolose,il cancro sono le facili guarigioni millantate da tanti fanatici senza scrupoli,tenete i piedi ben piantati per terra, andate al sodo delle cose affidatevi ad un buon reparto ospedaliero di oncologia,loro faranno il possibile e andranno anche oltre,i miracoli non ci saranno,ma ci sarà sicuramente,professionalità e competenza,se ne traete beneficio psicologico,pregate,fate quello che credete giusto ma non smettete di sentirvi più forti della bestia,non rinunciate mai alla vostra dignità,con essa opponetevi a chi pensa che la vostra data di scadenza sia prossima voi non siete merce deperibile,voi siete il disegno ultimo di madre natura,il respiro del vostro dio.

Vorrei ritornare sui miei passi e riparlare del mio compagno di viaggio:il dolore,ieri il mio medico mi ha consigliato di dedicargli più attenzione,non si può più andare avanti così,perché ne va di mezzo la mia già minata solidità psicologica,lui riempie e condiziona le mie giornate,mina i miei rapporti con chi cerca di essermi vicino,capisco che a volte sono intrattabile;per tutti questi motivi il medico mi ha consigliato il cerotto di morfina,io li per li ho acconsentito,ma una volta a casa ho incominciato a pensare a cosa sarebbe stata la mia vita,non voglio passare quel che mi resta rincoglionito ,eternamente insonnolito,perlomeno mi immagino che sia così ma primo fra tutto: non voglio cedere e secondo me ricorrere ad un oppioide significa darmi per vinto ed allora ho deciso che per ora ,finché ci riesco,cercherò di conviverci come ho fatto finora,io,da ignorante, penso che conti tanto anche la volontà di star bene


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IL CANCRO E’ COMUNISTA parte X

salto pranzo 2.pngSicuramente,come tutte le vigilie,stanotte non si dorme,è vero che non sono mai stato un apprensivo,è vero che non mi sono mai fatto condizionare la vita,ma dire che queste vigilie le vivo tranquillamente sarebbe una bugia,sono sentenze che ti cambiano la vita,solo un automa rimarrebbe freddo,poi,di notte,posso finalmente togliere la maschera da capitano coraggioso ed essere me stesso,un qualunque uomo con le sue paure,le sue apprensioni,le sue speranze.

Comunque domani vedremo,se riesco a sentire un tutto bene senza se e ma,certo mi rimarrebbe il problema del mio povero fegato malato,ma quello,anche se non è un problema da poco,non è una cosa imminente,ho ancora del tempo e col tempo tante cose possono cambiare,la medicina fa passi da gigante ogni giorno,non togliamoci la speranza di un qualcosa di bello che domani ci può accadere.Sono tornato a casa con una torta grandissima,in definitiva in quella parte del fegato in cui vi era la lesione ora si vede soltanto un gran bel buco nero,il che significa che il nostro nemico è stato interamente necrotizzato in pratica non esiste più,quasi quasi rimango basito,non sono più abituato al pensiero di non aver più il cancro,ovviamente rimarranno i controlli,ovviamente non sono guarito dall’epatite,ho comunque un latente pericolo di cirrosi,ma NON HO PIU’ IL CANCRO,è la terza volta che riesco a debellarlo,certo il merito va alla scienza medica,alla testardaggine dei medici che mi hanno trattato,alla loro professionalità,ma permettetemi di parlare in prima persona perché io questa lotta l’avevo già vinta non facendomi condizionare la vita più di tanto,dentro di me ho avuto sempre la convinzione di uscirne,senza considerare i danni che mi ha fatto,senza cedere allo scoramento,al dolore,sono andato avanti per la mia strada,rincuorando gli altri,non negando loro mai un sorriso anche quando poi ,di notte,mi concedevo anch’io una lacrima,da solo,stando bene attento a no farmi sentire.

Rileggendo quel che avevo scritto mi sono accorto di aver saltato quasi interamente il mio primo incontro con il cancro.

Dunque era un sabato di un novembre freddo e piovoso,mio figlio, che passava da una faringite ad un’altra,mi aveva attaccato un fastidioso mal di gola con tosse e catarro,stavo portando i miei cani a spasso sotto casa,quando,in seguito ad uno sternuto,mettendomi educatamente la mano davanti,anche se non c’era nessuno,mi usci anche un nonnulla di espettorato andando a finire nel palmo della mano messa a mo’ di schermo,istintivamente,mentre stavo per ripulirmi con un fazzolettino,guardai lo skifidol che mi era uscito ed in mezzo quasi fosse incastonato notai una stilla di sangue vivo”sarà una capillare rotta con lo sforzo della tosse”pensai mentre passavo davanti la serranda chiusa del mio meccanico Napoleone,chiusa non perché era sabato,ma perché ricoverato in ospedale per un tumore al polmone.Sarà stato per quella coincidenza,sarà per una mia intuizione,ma in quel medesimo momento ho deciso che era ora che facessi almeno una lastra ai polmoni,se non altro per quelle quaranta Marlboro che mi fumavo da oltre quarat’anni.Senza dire niente a nessuno

Tramite conoscenze la settimana dopo sono andato al Fate Bene Fratelli ed ho fatto una lastra in cui non hanno visto nulla di significativo,rincuorato,ma non troppo torno a casa e nascondo questa lastra.

Passano sei mesi ,siamo a Maggio,solita tosse,solito sternuto solito espettorato,che io ormai ,messo sull’attenti,controllavo scrupolosamente:rieccola la,la perlina di sangue,come un carbonaro prendo appuntamento col medico di base,che quasi non mi conosceva,gli spiego i due avvenimenti e,avendo saputo dell’esistenza di una nuova tac,più precisa,gli chiedo se qui a Roma si poteva fare,

insieme abbiamo cercato e abbiamo trovato,ora però mi si poneva un problema,dovendo fare un contrasto e dovendo fare prima sia un esame del sangue che un elettrocardiogramma,non potevo non dire niente a nessuno,così optai per la mezza verità e dissi che il medico dicendo che io fino ad allora non mi ero mai controllato aveva deciso che era ora di fare un controllo completo.Essendo una struttura privata l’appuntamento per la tac spirale(così si chiamava questa macchina di ultima generazione)me lo diedero dopo pochi giorni,andai con mia moglie,appena finito di farla,entrano due dottori i tecnici e molto crudamente mi dicono “guardi al polmone sinistro c’è qualcosa,noi facciamo prestissimo a darle la risposta ma intanto lei si attivi per contattare un buon chirurgo toracico”Ora dovete pensare a me,la botta che forse mi aspettavo,ma sempre botta a freddo,il fatto che uscito da li c’era lo sguardo impaurito di mia moglie che dirle?Per ora niente,poi con la risposta in mano,vedrò,uscito,finsi fretta per la macchina in sosta vietata e per fumarmi una sigaretta,spergiurai che non mi avevano detto niente e andammo a casa.Ora dovete pensare che in famiglia da noi c’è stata una strage per tumore al polmone,mio padre,mio fratello,un paio di cugini,altri conoscenti e non avevo mai conosciuto nessuno che l’aveva raccontata,pensate come potevo stare io,i figli da sistemare ,una miriade di cose in sospeso,sinceramente non pensavo a me,pensavo a cosa avrei dovuto dirgli,a come avrebbero reagito a quanto tempo mi era rimasto.Nel frattempo un informatore scientifico mi da il numero del telefonino privato del primario di chirurgia toracica del Forlanini:gli telefono,sta a Cuba ma mi dice che lunedi rientra ,di telefonare alla sua segretaria ,di cui mi da il numero e dirgli che già avevo parlato con lui e di darmi un appuntamento urgentissimo,questo succedeva di venerdi il mercoledi ero davanti al prof. Martelli,nel frattempo avevo ritirato la risposta e avvertito tutti,non sto a dirvi quello che è successo,il professore mi dice senza mezzi termini che chi aveva letto la lastra sei mesi fa era uno stronzo perché il tumore c’era ed era evidentissimo,non era nemmeno piccolo perché era di quasi cinque centimetri,che ero stronzo pure io perché quando si vede sangue si va dallo specialista e che comunque il due giugno mi dovevo ricoverare ed il tre mi avrebbe operato,giusto il tempo di fare gli esami di routine in day- hospital.Ora io nella mia ignoranza pensavo ad una operazione al polmone come ad una cosa devastante,tanto che a Martelli gli dissi “a me non interessa quanto campo,ma come campo”oltre allo stronzo mi presi pure un “vai a fare in culo”

Ecco questo era Martelli una scorza da matto con dentro tanto cuore e dedizione ,lui alle sei di mattina era a reparto e alle undici di sera lo vedevi ancora girare.Comunque come aveva detto il tre giugno alle sette di mattina sono già sul tavolo operatori,ultimo ricordo l’anestesista che mi dice conta e lui che entra e dice dai sbrighiamoci che oggi ne dobbiamo fare cinque,mi risveglio in terapia intensiva dove c’era quel famoso infermiere sardo di cui abbiamo detto all’inizio di questo mio scritto.

 

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