Amianto dalla Cina, nei thermos per le bevande

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Torino, 3 giugno 2015 – È di questi giorni la notizia che thermos con intercapedini in amianto per imbottigliare bevande, provenienti dalla Cina, sono stati scoperti a Torino nel corso di una serie di controlli disposti dalla magistratura, tanto che il pubblico ministero Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo per violazione della legge del 1992 che vieta l’utilizzo di manufatti con asbesto. Il dato di un forte aumento dei tumori è all’ordine del giorno. Delle cause tanto si è detto: purtroppo l’amianto costituisce un fattore di rischio per vari tumori, non vi sono dubbi. La dottoressa Patrizia Gentilini di Isde, interpellata sul tema tumori e ambiente, è netta: la probabilità di ricevere una diagnosi di cancro nel corso della vita è, nel nostro paese, di 1: 2 per i maschi e di 1:3 per le femmine, almeno secondo l’ultimo rapporto dell’ AIRTUM pubblicato su Epidemiologia & Prevenzione.

Un esperto della cancerogenicità dell’amianto a livello del tratto gastrointestinale, e in particolare delle vie biliari, è il Professor Giovanni Brandi dell’Università di Bologna. L’amianto, afferma il noto docente, è il principale responsabile dello sviluppo di mesoteliomi che non esisterebbero senza l’esposizione a tale agente. In realtà, l’amianto è coinvolto anche nell’insorgenza di molte altre neoplasie. Il ruolo delle fibre è stato accertato per alcuni tumori, per altri è dubbio, per altri ancora non è stato ben indagato. Altri organi sicuramente colpiti sono laringe, ovaio, esofago, molto probabilmente anche lo stomaco, il colon retto, la faringe, ed il fegato, in particolare tumori delle vie biliari. Perché posso essere indotti anche altri tumori? Perché le fibre inalate possono sicuramente oltrepassare gli alveoli polmonari. Traslocando negli spazi pleurici, favoriscono lo sviluppo del mesotelioma e dell’asbestosi; oppure passando nella circolazione generale, le fibre possono raggiungere ogni distretto del corpo.

I dati riguardanti il rischio dell’amianto ingerito con l’acqua sono più controversi, tuttavia è accertato che le fibre di amianto possono sicuramente oltrepassare la mucosa intestinale. Il concetto di base è che, soprattutto per le neoplasie diverse dal mesotelioma, anche altri fattori di rischio sono coinvolti. Non è possibile al momento quantificare il peso relativo di queste variabili. I colangiocarcinomi sono i tumori del fegato e delle vie biliari. Il numero di tali neoplasie è in costante aumento. L’incidenza è variabile nel mondo ed è legata a fattori di rischio diversi, anche se nei due terzi di tutti i pazienti non si riconosce in nessun fattore di rischio accertato.

Da un primo lavoro pubblicato nel 2013 si è notato che nei pazienti con colangiocarcinoma intraepatico il rischio relativo di sviluppo di questo tumore è di 4,8 volte superiore. Un secondo studio caso controllo prospettico in corso suggerisce che il rischio relativo potrebbe essere anche più elevata. Inoltre stiamo conducendo uno studio di valutazione del genoma di pazienti con tumori delle vie biliari esposti a diversi fattori di rischio, tra cui l’amianto. Studiando le differenze del genoma di un tumore dovuto a fattori di rischio diversi si potranno identificare profili genetici diversi che potranno darci ulteriori informazioni, anche a livello forense, sull’esposizione all’amianto. In generale, il rischio di cancro legato all’amianto è di tipo probabilistico e non può essere piegato a volontà deterministiche ( rischio nullo o rischio certo).

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TRUFFA ORIENTALE In Cina taroccano pure lo zoo: mastino al posto di un leone Il giardino zoologico di Louhe è a corto di fondi e spaccia. Anche volpi al posto di leopardi e…

In Cina taroccano
pure lo zoo:
mastino al posto
di un leone

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Leoni africani che abbaiano, serpenti che rosicchiano tronchi, leopardi bianchi e non maculati. No, non è un  film di fantascienza, ma una truffa messa in atto in uno zoo della Cina, nella città di Louhe. Qui un bambino, di fronte alla gabbia di quello indicato come “leone africano”, deve essersi chiesto: “Ma perchè non ruggisce?”. Semplice, perché si trattava di un mastino tibetano, con tanto di criniera fuorviante, e non di un leone. Stesso dicasi per la nutria che si trovava nel recinto dei serpenti, la volpe bianca al posto del leopardo e un comune cane al posto della volpe. Probabile causa la mancanza di fondi, il proprietario dello zoo si è giustificato dicendo che c’erano motivi ben precisi per gli scambi. Il leone e il leopardo sarebbero stati spostati per riprodursi, il mastino rinchiuso in gabbia per motivi “di sicurezza”, l’altro cane chiuso con un lupo per creare una discutibile nuova specie. Ora tocca agli organismi responsabili decidere se “perdonarlo” o meno. Certo, dovrà dare molte spiegazioni ai turisti.

Francesca Canelli

Guariniello: inchiesta su sigarette elettroniche. Rischi non segnalati

Secondo la Procura di Torino, le confezioni di ricariche non riporterebbero le informazioni relative ai danni per la salute del consumatore. Le sigarette elettroniche sono vietate in alcuni paesi compresa la Cina, dove sono state inventate

sigaretta elettronicaFonte: Shutterstock
TRUFFE 

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Denunciata una cinese: riusciva con lo smartphone ad alterare i software delle macchinette

Era nell’aria ed è arrivata. Il Pm della Procura diTorino Raffaele Guariniello ha aperto un’inchiestarelativa alle sigarette elettroniche. In particolare il pubblico ministero ha ipotizzato il reato di immissione in commercio di prodotti pericolosi per un importatore di ricariche. Le confezioni non riporterebbero informazioni relative ai danni per la salute del fumatore.

L’ISS, Istituto Superiore di Sanità, interpellato da Guariniello per valutare l’effettiva dannosità delle sigarette elettroniche, ha delineato il profilo di tre fumatori tipo: moderato, medio e forte che avrebbero nella simulazione un’oscillazione di consumo dai 5 ai 20 utilizzi giornalieri con una media di tre aspirazioni a volta. Secondo l’ISS per ognuno dei tre profili di fumatori l’assunzione giornaliera di nicotina sarebbesuperiore ai limiti ritenuti accettabili dall’autorità europea per la sicurezza alimentare, fissato in 0,0008 mg/kg. 

L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea anche che le sigarette elettroniche sono già vietate in alcuni paesi, dall’Australia al Canada, dal Brasile alla Turchia. Anche in Cina è in vigore il divieto, nonostante sia il paese in cui sono state inventate dieci anni fa. L’indicazione dell’ISS è chiara: «Si ritiene opportuno che tali effetti dannosi per la salute siano comunicati al consumatore con apposite avvertenze sulla confezione della articolo in commercio».

http://genio.virgilio.it/speciale-domande-risposte/salute.html

 

Amianto sulle auto cinesi?

In Australia, può partire un richiamo di auto importate dall Cina: il dubbio è che per la loro costruzione sia stato utilizzato amianto

auto cinese

Per ora è solo un sospetto, che per dovere di cronaca ci limitiamo a riportare: le autorità australiane hanno richiesto di effettuare un richiamo di auto importate dalla Cina, perchépare che per la loro costruzione sia stato utilizzato l’amianto. Si tratterebbe, secondo l’agenzia Bloomberg, di vetture appartenenti alle aziende Great Wall (quella che era stata accusata da Fiat di aver clonato la Panda) e Chery (che dà i pezzi all’italiana DR, la quale li assembla nel nostro Paese).

VIETATO – Il Wall Street Journal è più circostanziato: “Un importatore australiano ha richiamato 23.000 auto cinesi dopo che una sonda del Governo ha trovato amianto nelle guarnizioni del motore e nello scarico”. La Commissione australiana per la concorrenza ha dichiarato chel’importatore Ateco Automotive Pty. Ltd. sta richiamando le auto prodotte da Great Wall Motor Co. e la Chery Automobile Co. Stando alla commissione, l’amianto è proibito dalla legge australiana, anche se non costituisce un rischio immediato per i conducenti che utilizzano i veicoli. Sembra che Chery abbia già diramato un comunicato in merito: l’utilizzo di amianto nelle unità di esportazione sarebbe stato un errore. Chery e Great Wall Motor hanno spiegato di aver cessato l’utilizzo di amianto nelle guarnizioni per le auto destinate al mercato estero proprio dopo un esame effettuato dalle autorità australiane. Ma il passaggio chiave è un altro: i portavoce di entrambe le società si sarebbero difesi sostenendo che l’uso di amianto per guarnizioni risulterebbe comunque legale in Cina. Insomma, la loro difesa parrebbe questa: nella nazione della Grande Muraglia, usiamo l’amianto, perché è legale; se c’è amianto nelle macchine esportate, si tratta di un errore. C’è anche da dire che Chery offre i vari componenti all’italiana DR di Di Risio (Macchia d’Isernia, Molise), assemblati in Italia: anche DR diramerà un comunicato per spiegare che tutti i pezzi Chery sono assolutamente privi di amianto? Ricordiamo che se, sul pianeta, l’amianto era presente nelle auto (pastiglie dei freni, frizioni e alcuni pannelli di isolamento acustico e termico, vernici), nelle navi, nelle case e altrove, nel nostro Paese è vietato dal 1992 perché causa il cancro ai polmoni e crea gravi problemi all’ambiente.

LA CINA È LONTANA – Se davvero in Autostralia le autorità dovessero seguire la strada del richiamo, e se emergesse la presenza di amianto, sarebbe un duro colpo sotto il profilo dell’immagine per le due aziende cinesi, che hanno (legittimamente) piani di espansione negli Stati Uniti e in Europa. Nazioni come la Russia, Iran, Algeria e Iraq sono i mercati preferiti degli esportatori cinesi. Il fatto è che il basso livello di sicurezza delle auto cinesi era già un motivo più che sufficiente per stare alla larga dalle vetture orientali, adesso la possibile presenza di amianto in alcune componenti delle vetture di due grandi marchi con gli occhi a mandorla è una ragione ulteriore per diffidarne. Oppure il possibile prezzo ultra low cost delle vetture cinesi in Europa e in Italia farà dimenticare al consumatore qualsiasi genere di pericolo?

http://www.sicurauto.it/

CINA: DA DIVIETO DI FUMO A RITIRO PATENTE A VITA

Tempi nuovi per la Cina. La via verso la democrazia e la modernizzazione della patria di Mao passa anche attraverso un adeguamento ai canoni occidentali nel diritto. Due le riforme importanti: la prima riguarda il codice stradale. Se un automobilista che dopo aver assunto droga o alcol provoca un incidente grave, non potrà mai più, in tutta la sua vita, mettersi al volante di una vettura. A deciderlo il Comitato Permanente dell’Assemblea Popolare Nazionale, l’organo legislativo della Repubblica Popolare Cinese, che ha approvato l’epocale emendamento alla legge sulla sicurezza stradale. In pratica, chi si renderà responsabile di un sinistro grave dopo aver bevuto o essersi drogato verrà indagato penalmente e, se giudicato colpevole, subirà la revoca a vita della patente da parte del dipartimento di Gestione del Traffico dell’Organo di Sicurezza Pubblica. L’altro divieto riguarda il fumo. Un provvedimento appena entrato in vigore e messo in atto anche alla luce di un dato preoccupante per la salute dei cinesi. Infatti, secondo i dati Oms la Repubblica Popolare è il posto dove  si vendono in assoluto più sigarette e dove ci sono più fumatori, più di 300 milioni di fumatori. Sempre l’Oms ha calcolato che saranno 3,5 milioni i cinesi che moriranno ogni anno fino al 2030 per le malattie legate al consumo di tabacco, un numero maggiore rispetto ai 3 milioni di vittime annuali entro il 2050 pronosticati in studi precedenti. Naturalmente é un divieto in salsa cinese : non sono infatti previste multe per chi contravviene alla regola. Il Ministero della Salute ha  predisposto dettagliate regole anti-fumo: cartelli che indicano il divieto saranno esposti in tutti i luoghi pubblici mentre nelle macchinette per la vendita automatica non saranno più vendute sigarette. Avvisi di “vietato fumare” saranno posti in tutte le sale degli uffici pubblici, nei bagni, negli ascensori, lungo le scale, e in altri luoghi e il Ministero della Sanità, per dare l’esempio, ha anche diffidato i propri funzionari dall’utilizzare il tabacco come regalo, usanza molto diffusa in Cina. Gli impiegati del ministero della salute che violeranno le disposizioni saranno al momento gli unici ad essere puniti, visto che non ci sono ancora sanzioni per i fumatori incalliti. Viceversa si sta pensando a premi in danaro per coloro che, durante l’anno, smetteranno di fumare.

http://www.justicetv.it/

19 maggio 2001 – Politica del figlio unico: Zhonghua Sun viene uccisa da funzionari del governo cinese dopo essersi rifiutata di farsi sterilizzare

Politica del figlio unico

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

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Piramide della popolazione cinese nel 2005; essendo la Cina una nazione relativamente giovane, anche una rigorosa politica di controllo delle nascite non sarà sufficiente a cancellare del tutto la sovrappopolazione

La politica del figlio unico è una delle politiche di controllo delle nascite attuata dal governo cinese nell’ambito della Pianificazione Familiare (cinese semplificato: 计划生育, Pinyin: jìhuà shēngyù) per contrastare il fortissimo incremento demografico del paese. Questa riforma considerata in maniera controversa fuori dalla Cina perché la sua applicazione era spesso causa di abusi dei diritti umani, è stata rivista anche all’interno della Cina dato che nel lungo periodo si è dimostrata negativa a livello economico e sociale.

La prima fase, introdotta in modo organico dopo pochi anni dalla morte di Mao Zedong, dal suo successore Deng Xiao Ping nel 1979 fu attuata con una legge che vietava alle donne di avere più di un figlio. La legge fu poi modificata negli anni novanta con l’introduzione di sole sanzioni pecuniarie.

Questa legge fu considerata dai successori di Mao fondamentale dato che durante l’epoca maoista il paese aveva visto un incremento annuale di quasi 30 milioni di persone. Secondo i dati ufficiali, oggi la Cina è popolata da 1,3 miliardi di persone[1], ma si stima che almeno un altro mezzo miliardo di persone non siano registrate all’anagrafe[senza fonte].

Cronologia

Nel 1949 nasceva la Cina comunista, Mao Zedong credeva fortemente nell’idea dell’autosufficienza, il popolo come simbolo della forza della Cina. La tradizione era quella delle famiglie numerose, un detto di Confucio recita “Più bambini significa più felicità, i bambini avuti presto portano presto la felicità”. Furono introdotte forti politiche a favore della natalità: sussidi per i bambini e la proibizione dell’aborto, della sterilizzazione e dei metodi contraccettivi.

Nel 1953 i divieti furono banditi, fu concesso l’uso dei contraccettivi e, in casi particolari, l’aborto; nel 1957 l’accesso all’aborto legale divenne più facile.

Nel 1962 il boom di nascite preoccupò il governo che decise di cominciare una politica di pianificazione familiare nelle aree urbane più densamente popolate.

Nel 1973 fu lanciata la prima vera politica di controllo delle nascite, la sovrappopolazione era ormai considerata “un ostacolo allo sviluppo e alla modernizzazione”. Cominciò la prima campagna di educazione per le donne e le coppie il cui motto era Wan Xi Shao, ovvero il matrimonio e la gravidanza ad un’età più avanzata (wan), un intervallo più lungo (xi) tra un figlio e l’altro, e soprattutto meno figli (shao), due per coppia.

Nel 1975 si migliorò l’attuazione delle politiche di controllo, si stabilirono degli obiettivi di crescita e furono introdotti piani collettivi di nascita a livello locale.

Nel 1979 la Cina accoglieva circa un quarto della popolazione mondiale con a disposizione solo il 7% della superficie coltivabile, i due terzi dei cinesi avevano meno di trent’anni e la generazione del baby boom nata negli anni ’50 e ’60 entrava nell’età riproduttiva. Il governo di Deng Xiao Ping varò un ambizioso programma di riforme di mercato che avrebbe risposto alla stagnazione economica, e varò una politica organica del controllo della natalità, non più limitata ad alcune province o zone ma su tutto il territorio nazionale.

Fu introdotta la regola del figlio unico, sperimentata già precedentemente, e furono stabiliti i target di crescita nazionale che prevedevano una popolazione di 1,27 miliardi nel 2000 e il raggiungimento della crescita zero per lo stesso anno. La politica della pianificazione familiare consisteva in un insieme di regolamenti atti a controllare la giusta dimensione delle famiglie cinesi: i matrimoni ritardati, le gravidanze posticipate e l’attesa di un periodo abbastanza lungo (quattro o cinque anni) tra un figlio e l’altro, erano gli elementi principali. Per supportare un simile impianto e garantire il rispetto delle regole fu creata una nuova struttura verticale separata, la “Pianificazione Familiare”, che fino al 1979 era gestita localmente dal sistema sanitario.

Nel 1981 fu creata la “Commissione di Stato per la Pianificazione Familiare”, equivalente di un ministero, per coordinare le varie attività. La sua struttura si sviluppava ad ogni livello: province, città, distretti e contee, fino ai comitati di villaggio, tutti i livelli avevano uffici per la pianificazione familiare.

Nel 1982, con la redazione della nuova costituzione, la pianificazione familiare e la necessità di limitare la crescita della popolazione diventarono elementi fondanti del sistema sociale cinese (artt. 25 e 49).

A partire dagli anni ottanta il controllo statale fu leggermente ridotto e, nel 1984, fu concessa maggiore flessibilità a livello provinciale sulla possibilità di avere due figli.

Negli anni novanta si stabilizzarono le varie politiche. Gli ufficiali che lavoravano per la pianificazione familiare erano trecentomila ai quali si affiancavano centinaia di migliaia di volontari o quadri, membri del partito. Furono incentivati i metodi contraccettivi per frenare il ricorso all’abortoindotto, e cominciò a diventare importante la questione dell’invecchiamento della popolazione.

Il 1º settembre 2002 la politica di pianificazione familiare è diventata una legge nazionale dalla quale dipendono tutte le politiche provinciali.

Note

  1. ^ Lista di stati per popolazione su wikipedia

Collegamenti esterni

ATTENTI AI POLLI CINESI !!!

Fate attenzione nel mangiare polli arrostiti 
o comunque aromatizzati se non sapete la provenienza…

che i cinesi sono in grado di fornire tutte le settimane 
migliaia di tonnellate di polli… COSI’ !!!


clip_image001ECCO COME VENGONO STOCCATI I POLLI MORTI…


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clip_image0012ECCO COME VENGONO PULITI E PREPARATI…

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ATTENTI AI POLLI CINESI !!!ECCO COME VENGONO LAVATI E… COLORATI !

—————————————————————ATTENTI AI POLLI CINESI !!!ED ECCO INFINE COME VENGONO PRESENTATI !!!

 


ALLEGO I CODICI A BARRE DEI PRODOTTI : 
PERCHE’ E’ UN NOSTRO DIRITTO ESSERE INFORMATI !

ATTENTI AI POLLI CINESI !!!

Ecco tutti i codici-barra utilizzati :

00  fino a  13 : Etats-Unis et Canada  
30  fino a   37 : France 
40  fino a  44 : Allemagne 
49            : Japon 
50            : Grande-Bretagne
57 ~        : Danemark 
64 ~         : Finlande 
76 ~         : Suisse et Liechtenstein 
628 ~       : Arabie Saoudite 
629 ~       : Émirats Arabes Unis 
740 fino a 745  : Amérique Centrale 
480 fino a 489  : Philippines

Tutti i codici che iniziano per :

690, 691, 692 fino a 695 sono tutti della Cina.


il codice 471 indica un prodotto fatto a Taiwan.



Informate i vostri familiari ed amici !

Cina, il festival del ghiaccio

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In questi giorni ha fatto freddo ovunque. Ma in Cina ha superato ogni record. L’annualeFestival internazionale del ghiaccio che si svolge nella città di Harbin, meglio conosciuta come Ice City (la città di ghiaccio), nella provincia di Heilongjiang, a nord-est della Cina, è stato un successone (GUARDA LE FOTO)! Enormi sculture di ghiaccio, città ricostruite con strade e palazzi a grandezza reale (GUARDA IL VIDEO), c’è persino una copia perfetta della Città proibita che si trova a Pechino.

Cina, il sogno di una bimba: “Farò la funzionaria corrotta”

Quando si dice avere le idee chiare. Una bambina cinese di sei anni ha già in mente cosa fare da grande, la funzionaria governativa corrotta. Quando è comparso sul sito del Southern Metropolis Daily il video con la sua intervista la bambina ha destato grande scalpore: “Che genere di funzionaria vuoi diventare?”, e lei candidamente ha replicato “la funzionaria corrotta, perché i funzionari corrotti possiedono molte cose”. Diversi visitatori del sito hanno commentato che le parole della bimba non fanno altro che riflettere la gravità del fenomeno in Cina. La corruzione all’interno del Partito Comunista continua a dilagare a tal punto da spingere il presidente Hu Jintao a dichiarare più volte che sconfiggerla è ormai per il Partito una questione “di vita o di morte”.