Adriano Galliani e lo stile di vita

Una volta si diceva che il gioco del calcio era uno sport,un gioco dove ventidue persone inseguivano un pallone e dove un signore in nero munito di due cartellini aiutati da due guardalinee ,la famosa terna arbitrale,cercava di far svolgere regolarmente l’incontro.

In Italia poi venne l’anno 1980 col calcio scommesse coi carabinieri che andavano dai giocatori a fine partita,non per chiedergli autografi o magliette per i figli ma per portarli in tribunale per essere interrogati i vari calciatori .Calcio-scommesse riacutizzato un paio di anni fa con Moggiopoli,dove vediamo andare la Juventus in B con campionati falsati per vari punti di squalifica e dove un interista Rossi decide di dare a tavolino un titolo tricolore ed indovinate a quale squadra,ovviamente l’Inter.
Nel frattempo nella politica abbiamo tangentopoli,dove i politici e qui non è uno sport e non è un gioco ma un mestiere che è iniziato nella notte dei tempi,essendo per me il vero mestiere più vecchio del mondo e che ancora oggi va di moda,con continue inchieste.
Oggi invece abbiamo avuto una lezione dal calcio,quello che consideravamo un gioco dove 22 persone corrono dietro a un pallone e dove oggi l’arbitro e coadiuvato da due guardalinee,due giungici di riga e il sesto uomo ex quarto uomo e dove ormai le loro divise arrivano anche al colore rosa shoking.
Dicevamo oggi il calcio ha dato una lezione a tutti,anche alla politica,forse perché la persona era degli altri tempi,dei tempi della terna arbitrale,delle divise color nero e dove esistevano le bandiere delle squadre,dei tempi per intenderci che nessuno avrebbe mai lontanamente immaginato un Rivera senza la maglia del Milan,un Mazzola senza la maglietta dell’Inter. Nell’immaginario dei tifosi gli uomini bandiera delle loro squadre l’avevano tatuata indelebilmente la maglietta addosso e che solo il lento passare del tempo dopo la morte avrebbe tolto da dosso ai loro beniamini i colori sociali della squadra,portandosi via i resti umani e lasciando lo scheletro che sarebbe diventata polvere.
Oggi con un comunicato stampa Adriano Galliani avvisa che dopo la partita di Champions interna con l’Ajax non sarà più Amministratore Delegato del A.C. Milan.
Galliani ha preferito andarsene via dall’A.C. Milan prima che qualcuno lo facesse decadere,prima che qualcuno lo mandasse via dando una lezione di stile e di vita al suo presidente Silvio Berlusconi.

Pur non essendo tifoso del Milan ringrazio Galliani per quello che ha fatto e quello che potrà fare per il mondo del calcio,un gioco dicevamo che ha dato una lezione di vita e di stile come scrivevo primo alla politica dove tutto sta diventando un gioco e non una cosa seria come dovrebbe essere.

Se i Simpson (e la Fox) diffamano il calcio…

 

Homer arbitro in Brasile gangster

Beh, vedere i faccioni gialli dei Simpson fare il giro del web, sui siti sportivi, è quantomeno bizzarro. Cosa ci fanno in giro per la rete “sportiva”, direte voi? È presto detto. La realizzazione di un nuovo episodio ambientato in Brasile durante la Coppa del Mondo ha fatto discutere; Homer nella circostanza è un arbitro e viene minacciato da un gangster sudamericano che tenterà di corromperlo per “aggiustare” i risultati delle partite. E via con la polemica.

Richiamo esplicito alla malavita sudamericana, che si collega a quello di un episodio di 12 anni fa intitolato “Magia di Lisa”, in cui l’allegra famigliola giallognola soggiornava in un albergo di Rio de Janeiro quale città selvaggiamente dipinta: scimmie per strada, malavita, pericoli di ogni sorta e Homer che viene rapito da un tassista. Attenzione a non sottovalutare la vicenda. In quell’occasione si mobilitò il ministero del Turismo, andato su tutte le furie per la pessima immagine fornita della città di Rio, e pensò seriamente di portare in tribunale la Fox.

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Lasciate stare gli arbitri!

 

Vittorio Feltri dietroalpallone blog di Vittorio Feltri
Avviso ai lettori: sto per fare un discorso impopolare sugli arbitri. Li difendo perché tutti li attaccano, quasi sempre a sproposito, senza tenere conto di quanto sia difficile stabilire lì per lì se si tratti di fallo, di contrasto innocuo, di fuori gioco o di rigore. Fra l’altro, da quando i padroni del calcio hanno aumentato i giudici in campo (non so più neanche quanti siano, 5 o 6) le cose sono peggiorate, quantomeno si sono complicate.

La mia impressione è che l’arbitro, lungi dall’essere aiutato dalla massa di collaboratori, ne sia spesso frastornato e non sappia più a chi dare retta. Qualsiasi decisione egli prenda è accusato di aver commesso errori grossolani, danneggiato una squadra e agevolato l’altra.

ARTICOLO COMPLETO

Dora Ratjen Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Dora Ratjen
Bundesarchiv Bild 183-C10379, Hermann Ratjen alias "Dora Ratjen".jpg
Dora Ratjen nel luglio 1937.
     
Dati biografici
Nome Heinrich Ratjen
Nazionalità Germania Germania
Atletica leggera Atletica leggera
Dati agonistici
Specialità Salto in alto
Record
Alto 1,70 m (1938)
Società VfB Komet
Carriera
Nazionale
1936-1938 Germania Germania  
 

Dora Ratjen, all’anagrafe Heinrich Ratjen – da alcuni indicato come Hermann Ratjen o Horst Ratjen[1] (Brema, 20 novembre 1918Brema, 22 aprile 2008), è stato un atleta tedesco, che prese parte alle gare femminili di salto in alto durante le Olimpiadi del 1936 a Berlino, classificandosi al quarto posto.

Biografia

Heinrich Ratjen, presentandosi come Dora, ha gareggiato nel salto in alto femminile durante le Olimpiadi di Berlino nel 1936, classificandosi al quarto posto.[1] L’atleta ha dichiarato nel 1957 di averlo fatto su richiesta della Gioventù hitleriana,[2] “per amore dell’onore e la gloria della Germania”.[1]

La sua vicenda si intreccia con quella di un’altra atleta tedesca: Gretel Bergmann, nata nel 1914 in una famiglia ebrea e tuttora vivente (residente negli Stati Uniti e su cui è stato girato un film dal titolo Berlin 36, nel quale compare anche lui, sebbene con un nome diverso).[3] Gretel Bergmann, promettente saltatrice ebrea, si trasferì nel 1933 in Inghilterra quando, dopo la presa del potere di Hitler, le fu impedito di gareggiare in Germania.[1]

Nel 1934 tuttavia fu richiamata in patria, convinta a tornare attraverso minacce di ritorsioni nei confronti dei suoi parenti lì rimasti. Il Comitato Olimpico Internazionale, infatti, aveva imposto come condizione per lo svolgimento a Berlino dei Giochi olimpici del 1936 che fossero reintegrati gli atleti ebrei nella rappresentativa tedesca.[1] Ad ogni modo, non le fu consentito di gareggiare. Una volta che la nazionale statunitense era in viaggio per l’Europa (e non poteva più boicottare i giochi, dunque), le fu comunicato di aver esibito prestazioni al di sotto delle aspettative[1] e fu sostituita dalla sua compagna di squadra e di stanza, Dora.[4] Secondo alcune interpretazioni degli eventi, ciò avvenne per evitare che un’atleta ebrea potesse vincere una medaglia d’oro e recare pertanto imbarazzo ad Hitler.[1]

Gretel Bergmann ha dichiarato, in seguito, di non aver mai sospettato che la propria compagna di stanza fosse in realtà un uomo, sebbene lei e le altre compagne la ritenessero strana e misteriosa (weird).[1] A posteriori, si è spiegata come mai fosse stata scelta come sua compagna di stanza: Heinrich sarebbe potuto essere tentato dalla vicinanza di una ragazza tedesca ed avrebbe potuto rivelare la propria mascolinità, ma sapeva che se avesse avvicinato una ragazza ebrea sarebbe stato imprigionato – le relazioni tra Ebrei e Gentili, infatti, erano proibite e severamente punite in Germania durante il regime nazista.[4]

Il salto della vittoria da 1,63 m di Ratjen ai campionati tedeschi di atletica leggera del 1937.

Dora Ratjen partecipò ai Campionati europei di Vienna nel 1938, dove stabilì un nuovo record mondiale nella specialità del salto in alto femminile,[4] raggiungendo la misura di 1,70 m.[3] Tuttavia, durante il ritorno in Germania due donne ne individuarono la barba. Riconosciuto come un uomo, fu arrestato per frode e la sua medaglia d’oro confiscata;[3] ciò pose fine alla sua carriera sportiva.[4]

Nel 1957 Heinrich Ratjen ha rilasciato un’intervista in cui ha ammesso di aver gareggiato come Dora.[1] Si è trattato del primo caso (accertato) di “imbroglio sessuale olimpionico”. È morto il 22 aprile 2008.[5]

Ricerche anagrafiche condotte dopo la sua morte, tuttavia, sembrano suggerire una vicenda notevolmente diversa. Heinrich avrebbe presentato sin dalla nascita caratteri sessuali dubbi, tanto che vi fu incertezza nell’identificarlo come maschio o femmina.[3] Registrato all’anagrafe come Dora Ratjen, avrebbe solo successivamente manifestato i caratteri sessuali maschili, purtuttavia continuando a comportarsi come una donna.[3]

Intrapresa la carriera sportiva, si rivelò una strabiliante saltatrice vincendo i campionati regionali della Bassa Sassonia nel 1934. Chiamata a far parte della squadra olimpionica, qui conobbe le altre due stelle del salto in alto tedesco: Gretel Bergmann e Elfriede Kaun. Ad ogni modo, Gretel Bergmann fu effettivamente allontanata poco prima dell’inizio delle competizioni perché ebrea. Non risulta tuttavia che i nazisti sapessero che Dora Ratjen fosse in realtà un uomo.[3]

Quando, nel 1938, Heinrich fu scoperto, fu per lui un sollievo. Lo vide come la fine di un incubo, come sembrano suggerire le sue dichiarazioni al poliziotto che lo arrestò, che riferì: «Ratjen ammise apertamente di essere contento che ‘il gatto fosse uscito dalla borsa’».[3] Risultano in questa circostanza le prime comunicazioni al Reich sul sesso di Ratjen.[6] Fu in seguito sottoposto ad esami medici, di cui non sono disponibili i risultati. Da allora in poi, condusse la propria vita lontano dai giornali e non rilasciò altre dichiarazioni pubbliche se non quella del 1957.

Palmarès

Anno Manifestazione Sede Evento Risultato Prestazione Note
1936 Giochi olimpici Germania Berlino Salto in alto 1,58 m  
1938 Europei Germania Vienna Salto in alto sq [7]

Note

  1. ^ a b c d e f g h i (EN) The Jewish jumper and the male impostor, BBC News, 9 settembre 2009. URL consultato il 19 settembre 2009.
  2. ^ (EN) Sally Lehrman, Sex police, Salon.com, 5 aprile 1999. URL consultato il 19 settembre 2009.
  3. ^ a b c d e f g (EN) Stefan Berg, How Dora the Man Competed in the Woman’s High Jump, Spiegel online international, 15 settembre 2009. URL consultato il 19 settembre 2009.
  4. ^ a b c d (EN) Christopher Hilton, Amazing tale of man called Hermann who finished fourth in women’s high jump, The Independent, 20 luglio 2008. URL consultato il 19 settembre 2009.
  5. ^ (DE) Wenn Männer bei den Frauen gewinnen, Tages Anzeiger, 20 agosto 2009. URL consultato il 19 settembre 2009.
  6. ^ «La campionessa europea nel salto in alto Ratjen, primo nome Dora, non è una donna, ma un uomo. Prego notificare subito al Ministro dello Sport del Reich. Si attendono ordini via radio.»
  7. ^ Dora Ratjen vinse inizialmente la medaglia d’oro, ma fu squalificata dopo essere stata riconosciuta di sesso maschile.

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È il punto più bello di sempre?

il punto più bello di sempre tennis

Rafael Nadal trionfa anche agli Us Open e mette le mani sul decimo torneo in 9 mesi. Il decimo. Numeri record per lo spagnolo, che dopo il ritorno dal lungo infortunio dell’anno scorso sta facendo incetta di vittorie con la fame di un dinosauro. E durante il 2° set – nella finale all’Ashe Stadium di New York – è andato in scena uno scambio di 54 colpi: è il punto più bello di sempre? Entra eguarda il video
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I GIRONI DELLA CHAMPIONS LEAGUE 2013-2014

Calendario gironi Champions League – Sorteggiati i gironi di Champions League, sono stati resi noti i calendari delle partite della massima manifestazione continentale. Esordio abbordabile perJuventus Milan, con i campioni d’Italia che se la vedranno in Danimarca contro ilCopenaghen, mentre i rossoneri affronteranno a San Siro il Celtic Glascow. Più duro l’impegno per il Napoliche al San Paolo attenderà i vice campioni d’Europa del Borussia Dortmund. Ancora una volta vedremo di fronte Milan-Barcellona, con la sfida tra gli uomini di Allegri e quelli di Martino che sarà di scena il prossimo 22 ottobre, mentre la prima sfida tra Real Madrid e Juventus ci sarà il 23 ottobre al Santiago Bernabeu. Gli azzurri giocheranno contro l’Arsenal il primo ottobre a Londra. Le ultime gare dei vedranno gli uomini di Rafa Benitez di fronte l’Arsenal al San Paolo, i rossoneri al Meazza contro l’Ajax, mentre la Juventus andrà ad Istanbul a fare visita al Galatasaray. Di seguito vi forniamo il calendario completodelle italiane in Champions League.

Girone Napoli 

18/9 Napoli-Borussia Dortmund

1/10 Arsenal-Napoli

22/10 Marsiglia-Napoli

6/11 Napoli-Marsiglia

26/11 Borussia Dortmund-Napoli

11/12 Napoli-Arsenal

Girone Milan

18/9 Milan-Celtic

1/10 Ajax-Milan

22/10 Milan-Barcellona

6/11 Barcellona-Milan

26/11 Celtic-Milan

11/12 Milan-Ajax

Girone Juventus

17/9 Copenhagen-Juventus

2/10 Juventus-Galatasaray

23/10 Real Madrid-Juventus

5/11 Juventus-Real Madrid

27/11 Juventus-Copenhagen

10/12 Galatasaray-Juventus

Quali sono gli acquisti più costosi della storia del calcio?

Gareth_Bale

Dopo una trattativa lunghissima, il Real Madridconvince il Tottenham a cedere il talento gallese Gareth Bale (classe ’89) per 109 milioni di euro, cifra-record per un trasferimento. E tutta in contanti. Vediamo a tal proposito tutti i trasferimenti più costosi di sempre.

10^ Neymar che in estate è passato dal Santos al Barcellona per 57 milioni di euro

9^  Hulk che nel 2012/2013 è passato dal Porto allo Zenit per 58 milioni di euro

8^ Fernando Torres è passato dal Liverpool al Chelsea per 58,1 milioni di euro

7^ Radamel Falcao passato dall’Atletico Madrid al Monaco per 60 milioni di euro

6^ Luis Figo, dal Barcellona al Real Madrid per 62,6 milioni di euro

5^ Edinson Cavani con 64,5 milioni di euro dal Napoli al PSG

4^ Kaka 67,2 milioni di euro per il suo passaggio dal Milan al Real Madrid nel 2009/2010

3^ Ibrahimovic, dall’Inter al Barcellona per 68 milioni di euro

2^  Zidane, dalla Juventus al Real Madrid per 76,2 milioni

1^ Cristiano Ronaldo nel 2009/2010 è passato dal Manchester United al Real Madrid per 93,3 milioni di euro

Gareth Bale può diventare L’ACQUISTO più costoso acquisto della storia.

fonte

I MIEI AMICI Dietro al pallone : il blog di Riccardo Vetere

Dietro al Pallone

       

È il mio BLOGè evidente!

 

Dietro al Pallone blog

Qui potrete trovare tutti i miei lavori, quelli che quotidianamente realizzo per Panorama.it. Non solo. Tante idee e la voglia di scavare sono alla base diDietro al Pallone, nato proprio con l’intento di raccontare quello che non trovi altrove. Ci proverò. Se sarai soddisfatto sarai tu, e tu solamente, a potermelo dire.

Qui potrai trovare anche gli approfondimenti, le analisi, i dossier e i retroscena che realizzerò sul mondo dello sport: calcio, tennis, basket, Formula 1. Nba e Nfl (per saperne di più).

Quello che più mi preme, però, è mettere in risalto quelle sfumature che colorano in lungo e in largo i saloni delle stanze di questo magnifico, quanto contorto, ambiente.

In particolar modo, cercherò di scavare e dissotterrare gli aspetti che spesso restano occultati all’ombra delle fitte trame che esistono tra sport, politica ed economia.

Intrigante vero? Allora partiamo? Via!

riccardo

 

 

Dramma Villanova

Dramma Vilanova, deve lasciare Messi & C di nuovo senza guida
20 luglio 2013 — pagina 53 sezione: SPORT

Più corpi che parole, dicono tutto gli occhi pesti di Messi e la testa piena di pensieri rampicanti del capitano Puyol. Tito Vilanova lascia. L’ allenatore che si era preso sulle spalle il club più bello, la pesante eredità dell’ epopea Guardiola, non ce la fa. Troppo malato, deve curarsi. Il cancro alla gola non lo molla. C’ è tutto il Barça alla conferenza stampa alla Ciutat Esportiva del club, anzi c’ è tutta Barcellona che pochi chilometri più in là saluta l’ inizio dei mondiali di nuoto. Festa e dolore, tutto in una notte. Entrano in sfilata muta i giocatori nella sala delle conferenze stampa della Ciutat Esportiva, quella dove da anni si celebrano successi e imprese. Stavolta no, stasera è una processione tetra, un groviglio di sguardi angosciati, muscoli improvvisamente fiacchi. Nessuna domanda, nessuna risposta ai giornalisti che riempiono la stanza. Stanno lì a fare da testimoni alla notizia che non volevano, alla storia che non doveva finire così. Proteggono col loro esserci, il presidente Sandro Rosell e il direttore sportivo Andoni Zubizarreta cui tocca l’ annuncio, due minuti scarsi di discorso, tutto in catalano: «Dopo i test di routine si è presentata per il nostro tecnico la necessità di seguire un trattamento medico che è incompatibile con il lavoro di allenatore». Pausa. Silenzio. «È un colpo molto duro per noi, durissimo, ma supereremo anche questa». L’ ultima Liga vinta, ma dietro alle spalle una strada fatta di partenze, mancanze, nostalgie, lutti e malattie (Abidal). Non sarà più difficile del solito, ma facile no, adesso. «Nei prossimi giorni, probabilmente già all’ inizio della prossima settimana, annunceremo il nome del nuovo allenatore». Si parla di Joan Francesc Ferrer Rubi, ex allenatore del Girona, arrivato quest’ anno come assistente di Vilanova. Si fanno anchei nomi di Bielsa, di Luis Enrique, di Vilas-Boas. Ma non è questa l’ ora per pensare al dopo. «È un momento difficile per il Barcellona, per Vilanova e la sua famiglia. Chiediamo ai media di avere rispetto della privacy di Tito». Si sono riuniti nello spogliatoio nel pomeriggio, hanno parlato e deciso: niente viaggio in Polonia oggi, avrebbero dovuto giocare un’ amichevole con il Lechia di Danzica. Adesso si gioca un’ altra gara. Per Vilanova, 44 anni, una vita trai blaugrana, quella più dura. Contro il tumore che lo ha colpito due anni fa. Due interventi (il primo a novembre 2011), quando era ancora il vice di Guardiola. Ad aprile 2012 è sua la panchina dopo l’ addio di Pep, ma dentro il maledetto lavorava. Seconda operazione poco prima dello scorso natale, in America, la squadra lasciata nelle mani di Jordi Roura. Lui a guidare a distanza, tra una chemio e l’ altra, ma era lontana, ferita, la forza del Barça. Il campionato vinto lo stesso e di distacco sul Real di Mourinho, ma troppa fatica nell’ Europa dominata negli anni, fuori dalla Champions per mano del Bayern in semifinale. Fuori, Vilanova, dalla famiglia che amava di più. Da quella di Guardiola. Da mesi si parlava della loro separazione. Della strana, silenziosa distanza. Nonostante fossero entrambi, per ragioni largamente diverse, negli Stati Uniti. Tito per sopravvivere, Pep per trovare un’ altra vita. Nei giorni scorsi l’ ex numero uno, ora al Bayern, ha accusato la sua vecchia società di averlo attaccato usando la malattia di Vilanova. Tito, zittoa lungo, ha lasciato finalmente andare l’ amarezza: «Con Pep ci siamo visti la prima volta che sono andato a New York. Ma quando sono stato lì in cura per due mesi non ci siamo visti, e non per colpa mia. È mio amico, e avevo bisogno di lui». È rimasto solo, nella partita più brutta che c’ è. (a. r.) – DAL NOSTRO INVIATO BARCELLONA

PAGELLE – I voti al mercato delle big al 15 di luglio

quotidiano.net

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Juventus, 9: Prima della classe per due stagioni consecutive, prima della truppa anche sul mercato. La prossima stagione tenterà l’assalto alla coppa dalle grandi orecchie grazie alla coppia Llorente-Tevez. Ogbonna va a rinforzare un reparto già collaudato – con Bonucci e Chiellini – e può essere il giusto sostituto di Barzagli, per il definitivo passaggio di testimone.

Fiorentina, 8 +: La vera sorpresa dell’estate, fino a questo momento. Presentazione di Mario Gomez, dopo Joaquìn (che già brilla in allenamento) e l’innesto di Ilicic. Aspettiamo la cessione sicura di Jovetic e quella probabile di Ljajic per vedere se la squadra di Montella alzererà ancor di più l’asticella delle aspettative.

Roma, 8: Via Marquinhos per una trentina di milioni e dentro Benatia (una garanzia). Con Strootman (verrà pagato 18 milioni), la Roma metterebbe a segno uno dei colpi migliori del mercato made in Italy. Torna nel Bel Paese anche Maicon che del giardino di casa della serie A già conosce cunicoli e scorciatoie. Poi l’operazione De Sanctis. Aspettiamo di vedere che piega prenderà l’interesse di Mou per De Rossi…

Napoli, 7: Mezzo punto in più perché la cifra da capogiro ricevuta dal Psg di Leonardo deve ancora essere spesa. Una società che mette nel motore Callejon (può essere la sorpresa) e Martens, al fianco di due peperini come Insigne (cercato dal Sunderland) e Pandev, e con un guardiano come Julio Caesar tra i pali, può tentare l’aggancio definitivo ai bianconeri, grazie a un allenatore che vanta un curriculum di livello internazionale come Benitez. Si attende il botto del centravanti sostituto di Edinson; poi la festa può cominciare.

Lazio, 6,5: Felipe Anderson è un trequartista che può ripercorrere le orme di Hernanes. Sostituo di Ganso al Santos era già sotto la lente d’ingrandimento del Milan, che poi ha deciso di virare altrove. Lucas Biglia va a infoltire un centrocampo già ben attrezzato, con  Candreva che è esploso definitivamente ad altissimi livelli anche alla recente Confederations Cup. Risolta la grana Zarate (va al Velez) ci sono alcune scommesse come quella del terzino sinistro classe 93’ Vinicius, dal Cruzeiro.

Inter, 6,5: La scelta del capitano a cui affidare la truppa è fondamentale; gli errori Gasperini e Benitez bruciano ancora. E Mazzarri sa quello che vuole e può essere la vera sorpresa della stagione. Icardi e Belfodil assieme alla permanenza di Handanovic sono una buona base di partenza, ma non basta. Le altre scappano e si rinforzano. Manca almeno un centrocampista di livello (Nainggolan può essere l’uomo giusto) e bisogna dare l’affondo finale per Isla, che in nerazzurro ha l’obbligo di rilanciarsi dopo l’ultima deludente stagione.

Milan, 5,5: Poli, Saponara e Vergara? Bene, ma è insufficiente. Siamo alla metà di luglio e diverse operazioni non sono state risolte (Robinho in uscita), Honda (subito o a gennaio?) e Boateng (Allegri ci punta ancora?) senza citare il caso nebuloso di El Shaarawy. Serve un centrocampista di qualità, perché De Jong non ha dato garanzie lo scorso anno e Poli e Saponara hanno bisogno di ambientarsi a poco più di vent’anni. E a metà agosto ci sono i playoff di Champions che attendono… Fare in fretta!

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