“la RIABILITAZIONE degli ESITI nella CHIRURGIA LARINGEA LASER”

LARINGECTOMIZZATI (Corso per Rieducatori di…)

“la RIABILITAZIONE degli ESITI nella CHIRURGIA LARINGEA LASER” è il titolo del Corso che si terrà a Cremona Sabato 15 ottobre. Responsabile del Corso il Dr. MAURIZIO  MAGNANI, Primario di Otoronolaringoiatria dell’Azienda Ospedaliera Istituti Ospitalieri di Cremona (Presidio Ospedaliero di Cremona) nonchè Presidente Nazionale di “A I L A R” (Associazione Italiana Laringectomizzati – onlus) e Presidente della “F I A L P O” (Federazione Italiana delle Associazioni di Laringectomizzati e Pazienti Oncologici).
Il Corso è riservato a Volontari Rieducatori alla Parola di Ailar e Fialpo, Logopedisti ed Infermieri. Ci ‘dice’ però tutto e meglio la brochure sottostante. 

Notizie dalla sezione AILar di Sesto San Giovanni

Chiusura Sezione “Per Ferie”

Salve, come tutti gli anni anche la sezione AILar di Sesto San Giovanni  si prende un po’ di riposo.
Mentre aspettiamo che il caldo esca dalle stanze e lasci il posto ad un fresco Settembre, vi informo che rimarremo chiusi fino a Lunedì 5 Settembre 2011 compreso.
Riprenderemo martedì 6 settembre i regolari incontri.
SEZIONE FRANCO FUGAZZA
Via Rovani,217 – 20099 Sesto San Giovanni (MI)
tel. 338/4541683 – mail : ailarsesto@alice.it
Presidente:VADORI Luigi
Rieducatori:CAPELLI Silvestro
LANZO Giovanni
orario centro:martedì-giovedì ore 14,00/16,00

Il recupero comunicativo per le persone laringectomizzate


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Attualmente i corsi di riabilitazione al linguaggio nel laringectomizzato, sono gestiti in modo sporadico da associazioni di volontariato così che il processo riabilitativo di questi pazienti è completamente affidato a maestri rieducatori operati in possesso di un diploma rilasciato dalle associazioni dei mutilati della voce. 

Poiché tali volontari necessitano di un adeguato processo formativo completo ed omogeneo che consenta loro di svolgere al meglio il lavoro di recupero e di garantire la formazione di nuove figure preparate a dare continuità al recupero delle abilità fonatorie e comunicative, dal 2006 il dr. Maurizio Magnani direttore unità di Otorinolaringoiatria e presidente dell’Ailar (Associazione Italiana Laringectomizzati onlus) ha formalizzato un corso di formazione per il recupero comunicativo ed assistenziale del paziente laringectomizzato. Questi pazienti hanno subito mutilazioni importanti della testa e del collo, in particolare a livello della laringe.

Le dinamiche ospedaliere e sanitarie tendono a ridurre i tempi di degenza, il malato è dimesso, sia pur in sicurezza, ma con necessità comunicative, psicologiche ed assistenziali importanti. 
L’Azienda Ospedaliera di Cremona è stata scelta da anni come sede permanente di formazione, che si articola su due diversi livelli. Un primo corso con nozioni basilari su anatomia, fisiologia, patologia e principali rudimenti per il recupero comunicativo. Il secondo, di gestione avanzata del recupero comunicativo ed assistenziale, è quello che si sta svolgendo oggi e domani presso l’aula magna Magda Carutti dell’Azienda Ospedaliera di Cremona.
Oltre alla preparazione di volontari operati, non sanitari, il corso prevede anche il coinvolgimento di figure professionali  quali infermieri, terapisti della riabilitazione, logopedisti, assistenti sanitari, tecnici di audiometria, interessati ad acquisire ulteriori competenze ed abilità specifiche. In aula si viene a creare una speciale simbiosi di intenti tra istituzionali e mondo del terzo settore. Perché questo mondo non sia spontaneistico, soprattutto con questa tipologia di pazienti è necessario sia propositivo, capace e formato.

Il convegno proposto dall’Azienda Ospedaliera di Cremona per il 15 e 16 aprile tratterà nozioni di tracheotomia, tracheotomia e cannula tracheale e della difficoltà di gestione di questi pazienti. Verranno passati in rassegna gli aspetti del ritorno alla vita quotidiana con suggerimenti per affrontarla in presenza di questa nuova disabilità. Dai consigli dietetici (prevenzione del ritorno del tumore), senza tralasciare gli aspetti psicologici. La dr.ssa Patrizia Sironi, del servizio di Psicologia dell’ospedale di Cremona tratterà nozioni di psicologia pratica per approcciare al meglio il nuovo paziente e discriminare sintomi predittivi di una sindrome depressiva, che a volte questo tipo di mutilazione comporta. Per valutare lo stato psicofisico partirà un’indagine che coinvolgerà tutti i centri di riabilitazione italiani, è stato predisposto un questionario con 20 domande che verrà sottoposto ad ogni paziente. Dall’analisi dei dati ci si aspetta emergano nuovi bisogni, che con i successivi momenti di formazione si cercherà di colmare.
Il dr. Magnani in particolare affronterà temi come la rieducazione dei sensi, voce e respiro dopo l’intervento subiscono un pesante cambiamento, se gli altri sensi migliorano è possibile aumentare la percezione della qualità della vita. La famiglia gioca un ruolo fondamentale per il paziente nel ritorno alla vita normale, a volte si assiste a veri e propri drammi dal punto di vista affettivo.

La mattina di sabato 17, presso la Scuola di Rieducazione Fonatoria, attiva dal 2000 presso l’unità di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Cremona, il dr. Magnani, il Maestro Giorgio Saiani ed altri maestri per la formazione sul campo dedicata ai volontari Ailar.

Il convegno vede anche il contributo e partecipazione di Fialpo con sede a Verona (Federazione Italiana delle Associazioni Laringectomizzati Pazienti Oncologici).

Secondo le statistiche ogni anno in Italia si eseguono circa 5.500 interventi di laringectomia e si stima che attualmente siano circa 50.000 gli individui laringectomizzati su tutto il territorio. Emerge quindi un sentito bisogno di approfondire la gestione e la riabilitazione dei pazienti laringectomizzati, da qui nascono le numerose iniziative formative portate avanti dal dr. Magnani. 
Approfondiamo con lui alcuni aspetti legati appunto a queste problematiche.

Dopo un intervento così demolitivo, come può avvenire il recupero comunicativo per il paziente?
«Se si è subito una laringectomia totale, quindi una mutilazione dell’organi vocale, è possibile surrogare la voce attraverso tre metodiche. La prima facendo ricorso alla voce esofagea: l’aria viene immagazzinata nella trachea, poi trasportata di nuovo verso l’esterno causando nel muscolo esofageo una vibrazione cha dà luogo all’emissione di un suono. Questa rappresenta la scelta migliore. Esiste poi, la possibilità di inserire una protesi tracheoesofagea, strada non sempre percorribile per tutti i pazienti e che comporta continua manutenzioni per evitare complicazioni. La terza possibilità è quella di utilizzare l’elettrolaringe/laringofono, solitamente chi non riesce a fare ricorso alla voce esofagea opta per questo strumento elettronico.
La riabilitazione include poi il recupero dell’olfatto e del gusto: vengono insegnate tecniche inspiratorie e di deglutizione che favoriscono l’afflusso di aria nella parte superiore delle fosse nasali».

Nel convegno si parla anche di alimentazione, quali sono le regole principali a cui si deve attenere un persona laringectomizzata?
«Innanzitutto no a fumo e alcol, che ad esclusione dei tumori professionali rappresentano un importante fattore di rischio. Sì invece a proteine nobili, ai legumi, al giusto mix di carboidrati, preferire i grassi vegetali a quelli animali.
Per la cottura dei cibi evitare la carbonizzazione (alla brace), preferire una cottura al forno o al vapore».

a cura dell’Azienda Ospedaliera di Cremona

http://www.e-cremonaweb.it/index.php?option=com_content&task=view&id=8530&Itemid=238

LARINGECTOMIA TOTALE (La mia esperienza – Terza Parte) di Luciano Cremascoli

L’intervento chirurgico con la relativa perdita dell’uso della parola, appartiene ormai al passato anche se il ricordo è sempre ben presente e tale rimarrà. Anche se il tempo della riabilitazione per il recupero fonatorio, iniziato nella scuola di rieducazione dell’Ospedale di Crema, e continuato poi, per ragioni logistiche, presso la Sezione di Treviglio può considerarsi concluso anche se sia gli amici operati che i maestri rimarranno sempre con me ovunque io vada. A dire il vero nulla va considerato veramente concluso in quanto, un operato è, a mio parere, da paragonarsi ad un atleta, deve mantenersi sempre e comunque in allenamento se non vuol perdere quello che con fatica, tenacia e sacrificio ha conquistato, la nuova voce. Seguìti con particolare attenzione ed interesse i “corsi di formazione per il recupero comunicativo e l’assistenza del paziente laringectomizzato”, organizzati dal nostro Presidente Nazionale nonchè Primario di ORL presso l’Ospedale a Cremona,ed ottenuto relativo attestato, sarebbe giunto anche per me il momento, come da me desiderato, di dare al mio prossimo, gli operati come me, quello che hanno dato a me, i maestri rieducatori, di Crema prima e di Treviglio poi, ossia la possibilità di esprimermi di nuovo con voce propria e non solo a gesti o scritti cosa a cui mi stavo erroneamente e testardamente abituando. Alla fine dello scorso anno, il titolare della scuola di rieducazione di Crema, attività che svolge da oltre 30 anni, il sig. Antonio Barbaglio, classe 1928, tra l’altro mio primo maestro rieducatore, esprime la volontà di volersi ritirare a vita privata, dalla attività di rieducazione intendendo dedicarsi ad altro: ai propri nipoti, ad esempio. A questo punto la sede centrale della Associazione si rivolge al Presidente della Sezione di Treviglio, sig. Roberto Leoni, infatti da Marzo di quest’anno la Scuola di Crema è stata aggregata ed inserita a pieno titolo nell’organizzazione della Sezione di Treviglio.Roberto mi invita ad accettare l’incarico ed occupare quel posto che si è reso vacante. La proposta mi riempie di orgoglio ma nel contempo mi preoccupa non poco. Il fatto stesso di sostituire un maestro della levatura del sig. Antonio Barbaglio il quale, nella sua lunga carriera, si è occupato con grande competenza e serietà del reinserimento di decine di laringectomizzati, mi pone di fronte ad una domanda: “sarò all’altezza dell’incarico che mi viene assegnato?” Una certa tranquillità mi è data dalla  Sede dove sono destinato ad ‘esercitare’, ovvero presso l’Ospedale Maggiore di Crema. Ospedale dove 4 anni fa sono stato operato con successo. Tra l’altro sarò a stretto contatto con lo stesso reparto di otorinolaringoiatria di allora e sempre diretto dal Primario dott. Pasquale Blotta, il quale, con la sua ottima equipe di medici, la validissima capo sala sig.ra Marilena Facco e tutto il personale paramedico, del reparto stesso, formano una squadra che già a suo tempo pareva insuperabile in quanto capacità, efficienza e disponibilità verso il paziente. Tutto questo già mi rasserena e mi conforta, sono certo e sicuro che non mi verrà negato, qualora lo chiedessi, quell’aiuto necessario nello svolgimento del mio, non facile nuovo incarico. Nell’attesa di confrontarmi con coloro che chiamiamo nel nostro gergo ‘rieducandi’, sentirli di nuovo parlare e sorridere soddisfatti di se stessi e di ciò che apprenderanno e cioè:  parlare di nuovo.

 

 

Nella foto sopra io (al centro), il Dottor Pasquale Blotta (Primario di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Maggiore di Crema – Cr) e la Caposala dello stesso Reparto, Signora Marilena Facco. Prossimamente, ormai a due anni di distanza dal mio ‘insediamento’ quale Rieducatore presso la Scuola di Rieducazione alla Parola presso l’ORL dell’Ospedale Maggiore di Crema sarà mia premura pubblicare un ‘ragguaglio’ su questi due anni di ‘lavoro’ e delle sue soddisfazioni e, perché no, anche problematiche fortunatamente tutte risolvibili. Non avrà più nel titolo di testa “Parte Quarta”, parrebbe un’ennesima puntata di una noiosissima … telenovela.

P.S.: Questo articolo è stato da me scritto nel Marzo del  2009  e, come i due  precedenti, “LARINGECTOMIA TOTALE (La mia esperienza – Prima Parte)”  ‘postato’ qui il 22 gennaio scorso e “LARINGECTOMIA TOTALE (La mia esperienza – Seconda Parte)” il 1° febbraio, pubblicato a suo tempo sul periodico “La Nuova Voce” a cura della Sezione AILAR di Treviglio (Bg). Io sono stato Operato nell’Agosto del 2005 nel Reparto di Orl dell’Ospedale Maggiore di Crema (Cr) diretto dal Dr. Pasquale Blotta, lo stesso Ospedale dove attualmente mi occupo della Rieducazione alla Parola di coloro che hanno subìto lo stesso mio intervento chirurgico.

Alla prossima. Un saluto –

 

LARINGECTOMIA TOTALE (La mia esperienza – Seconda Parte) di Luciano Cremascoli

Sono passati ormai quasi tre anni da quel giorno in cui fui sottoposto ad un intervento di Laringectomia Totale con conseguente perdita dell’uso della parola e dopo circa 500 ore di Riabilitazione presso la Scuola di Rieducazione alla Parola di Treviglio dove, seguito da abili Riabilitatori, ho “reimparato” a parlare, quindi a comunicare verbalmente e, dopo 200 ore di “servizio” come Volontario presso la segreteria della Sezione, mi è stato proposto dal Presidente di Sezione Roberto Leoni, di partecipare al Corso di Formazione Permanente per il Recupero Comunicativo e per l’Assistenza del Paziente Laringectomizzato che si teneva presso l’Azienda Ospedaliera di Cremona e rivolto ad aspiranti Rieducatori nonché Infermieri, Assistenti sanitari, Fisioterapisti, e Logopedisti. Naturalmente ho accettato con grande entusiasmo ma, nonostante una buona dose di apprensione mi assalisse, puntualmente, il giorno ed all’ora stabiliti ho preso posto presso l’Aula Magna del nosocomio cremonese. Dopo la registrazione dei partecipanti si dava inizio ai lavori con il saluto del Direttore Generale. Quindi il “via” vero e proprio con l’introduzione del Dr. Maurizio Magnani, Primario di ORL presso l’Ospedale di Cremona, nonché Presidente Nazionale dell’Ailar, seguito dagli “interventi” dei Dott. Giampiero Roffi, Paolo Parisi, Grazia Pisano, Massimo Duca, Angelo Anni, e Patrizia Sironi. L’infermiera Professionale Cristina Clerici, il Rieducatore Umberto Tassini con Rita Ferri e Padre Luigi Motta con Don Franz Tabaglio. Ognuno dei quali ha sviluppato in modo chiaro e preciso la “materia” di loro competenza “aiutati”dalla proiezione di numerose diapositive dimostrative. Si è “spaziato” dal ruolo dall’Ailar stessa, alle Sindromi Aereo-faringee, dalla rieducazione del gusto e dall’olfatto agli aspetti psicologici, dal ruolo della famiglia a quello del rieducatore, dalla tecnica fonetico- comunicativa alla sessualità senza trascurare l’angolo della spiritualità nel contesto della patologia stessa. Insieme a me era presente ai lavori anche Lodovico Bertulessi, nostro associato ed infermiere presso l’Ospedale di Treviglio (Bg) il quale ha superato brillantemente insieme a tutti noi il “Test Attitudinale”, valido anche ai fini ECM (Educazione Continua in Medicina) che si è tenuto alla fine dei lavori e seguito dalla consegna da parte del Dr. M. Magnani degli “Attestati di Partecipazione”. Durante questi giorni, sia pur intensi, ho avuto modo di conoscere neo-rieducatori provenienti da tutta Italia, dal Piemonte al Friuli e dalla Valle d’Aosta alla Sicilia ognuno di loro con problematiche diverse e desiderosi di confrontarsi. Sono nate così delle amicizie che ci legavano da un solo obiettivo che andava oltre la semplice Rieducazione. Uno di questi dopo poco tempo mi ha mandato una e-mail con un “racconto” che mi ha fatto molto riflettere, ho fatto mio e qui trascrivo letteralmente: Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d’ospedale. Ad uno dei due era permesso mettersi seduto sul letto per un’ora al giorno per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo. Il suo letto era vicino all’unica finestra della stanza. L’altro doveva restare sempre sdraiato. Infine i due fecero amicizia e cominciarono a parlare per ore e…di tutto. Ogni giorno l’uomo che stava nel letto vicino alla finestra passava il tempo raccontando al compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere dalla finestra. L’uomo nell’altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose ed i colori del mondoesterno. La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre ed i cigni giocavano nell’acqua ed i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati camminavano vicini ed abbracciati tra fiori di ogni colore e c’era anche una bella vista della città in lontananza. Mentre l’uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l’uomo dall’altra parte della stanza chiudeva gli occhi ed immaginava la scena. In un caldo pomeriggio descrisse perfino una parata che stava passando. Sebbene l’altro non potesse vedere la banda, poteva sentirla, con gli occhi della sua mente così come l’uomo dalla finestra gliela descriveva. Passarono i giorni e le settimane. Una mattina l’infermiera trovò il corpo senza vita dell’uomo vicino alla finestra, morto praticamente nel sonno. Portato via il corpo, l’altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra. L’infermiera fu felice di fare il cambio e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo. Lentamente, dolorosamente, l’uomo si sollevo per vedere per la prima volta il mondo esterno dalla finestra. Essa si affacciava su un muro bianco. Quindi chiese all’infermiera che cosa poteva aver spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose. L’infermiera rispose che l’uomo era cieco e non poteva

nemmeno vedere il muro,”forse voleva farle coraggio” disse.

EPILOGO: Vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione. Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata. Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare. L’oggi è un dono. E per questo motivo che si chiama presente. Non limitatevi a leggere questo racconto ma mostratelo agli amici a cui volete augurare Buona Fortuna. Qui termina la ‘Seconda Parte’; prossimamente sarà la volta della terza ed ultima parte pubblicata de “La mia esperienza di Laringectomizzato” dopodiché … si vedrà. Probabilmente mi racconterò con le nuove – successive esperienze sull’argomento. Un saluto –

P.S.: Questo articolo è stato da me scritto nel Maggio 2008 e, come il precedente, “LARINGECTOMIA TOTALE (La mia esperienza – Prima Parte)”, pubblicato a suo tempo sul periodico “La Nuova Voce” a cura della Sezione AILAR di Treviglio (Bg). Io sono stato Operato nell’Agosto del 2005 nel Reparto di Orl dell’Ospedale Maggiore di Crema (Cr) diretto dal Dr. Pasquale Blotta, lo stesso Ospedale dove attualmente mi occupo della Rieducazione alla Parola di coloro che hanno subìto lo stesso mio intervento chirurgico.

http://lucianocremascoli.blogspot.com

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE VI giornata

 

Intervento Ferri Rita

maestra riabilitatrice

presidentessa sezione Ailar Merate

Silvana Crippa

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La base di tutto quanto è l’esercitarsi per ottenere un’ottima respirazione e un adeguata apnea,cercando di aumentare sempre di più la permanenza di quest’ultima.

Per notare di più la differenza fra l’inspirazione e l’ispirazione si mette un microfono all’altezza dello stoma mentre si parla e si notano i differenti rumori,ricordando che per parlare questo vale anche per soggetti non laringectomizzati non bisogna riempire i polmoni d’aria perché si ottiene l’effetto contrario.

Se notate quando uno si altera e riempie i polmoni d’aria si ha una fuoriuscita d’aria all’inizio per continuare in apnea fino a diventare violacei in faccia perché si è impegnati solo a portare fuori l’aria parlando e dalla foga non ne riimettiamo .

Altra cosa importante sono gli esercizi tramite ginnastica del viso e della lingua per avere la muscolatura calda quando dobbiamo parlare,esercizi che verrano integrate con le vocali musicate e le parole lallate,esercizi già spiegati in precedenza e ripetuti oggi in modo veloce.

Alla fine del corso è intervenuto pure il responsabile della provincia di Lecco per l’assl che ha portato i saluti a tutti i presenti dicendo che corsi del genere dovrebbero essere rifatti e non solo a Merate.

Che aggiungere che mi mancheranno i mercoledì a Merate sia per l’alto grado di qualità del corso sia per la compagnia che si era man mano affiatata diventando un gruppo unico già dalla seconda giornata.

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PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE V giornata III PARTE

Intervento dottoressa Luisa Bonetti

presente col gruppo di Treviglio

 

Bisogna riconoscere che una laringenctomia è paragonato a un terremoto col crollo e un tzunami che cancella.

Per ricostruire il laringectomizzato ha bisogno di altri vicini.

Prima dell’operazione è meglio conoscere una persona che tale passo dell’intervento lo ha già fatto e ne uscito benissimo sia psicologicamente che fisicamente che è ritornato alla vita e alla parola,cioè un maestro riabilitatore,questo per far capire al futuro laringectomizzato che la vita continua anche dopo dopotutto e che anche lui può farcela.

Perché è fondamentale che un laringectomizzato riconoscersi dentro e fuori dopo l’operazione.

Lo stoma ha rotto lo schema corporea e dobbiamo “chiuderlo” applicandoci rapportandoci con le altre persone operate e no.

Inoltre l’operato inizia a credere di essere in pericolo di vita e che con la diagnosi del tumore riceva insieme un avviso di fine vita cosa non vera.

La famiglia,maestro riabilitatore,sezioni rieducatrici, tornando all’esempio del terremoto e del tsunami, devono aiutare a far partire la ricostruzione della persona e non indurlo a fermarsi a guardare le macerie e piangersi adosso.

La famiglia soffre insieme al malato e hanno paura di sbagliare nei comportamenti nel loro confronto,perché porta cambiamenti di stile di vita ad ambedue che in certi casi portano all’autoisolamento del malato o all’allontanamento dei parenti.

L’unica cosa di utile e avere pazienza e attendere che piano piano tutto torni non alla normalità ma quai con l’accettazione dell’evento invasivo e si cancelli la domanda “perché è successo a me” domanda che ronza in testa a tutti i malati di cancro dopo la diagnosi.

Anche se l’operazione colpisce e deteriora rapporti familiari già incrinati prima e che la malattia da il colpo finale.

Normale è lo sbandamento iniziale dopo la diagnosi che può portare pianto ed emotività anzi deve essere un campanello d’allarme quando uno si sente dire dal malato che è tutto a posto e che non è successo niente.

Il maestro riabilitatore pur non essendo un psicologo deve saper cogliere i disagi e le paure e collaborare col psicologo per risolverli.

Infine un problema è l’intimita nelle coppie quando uno dei due e colpita dal male che il riconoscerlo è già un passo verso la guarigione.

Chiusura con i saluti dei due psicologi e della signora Rita Ferri che da appuntamento al 24 per ultimo incontro di questa prima tranche di incontri.

 

 


PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE V giornata II PARTE


 

Lavoro di gruppo,divisi in 3 gruppi da 6 più uno da 7 dove si dovrà stilare una lista dove ancora si dovrà dividere fra aspetto positivo e negativo nello svolgere la mansione di maestro riabilitatore,sopratutto alle porte della prima lezione da maestro e la prima volta di laringectomizzato da allievo.

I risultati sono invece maggiormente positivi rispetto a prima divisione tra paure e aspettative svolto prima.

Gli unici timori pochi ma non per questo importanti sono il timore di non farsi capire,la poca sensibilità di taluni maestri per fortuna pochi se non quasi vicino allo zero e la mancanza di supporto medico.Altro tasto negativo sono i maestri che accentuano difficoltà rendendo più difficile progressi.

Positivi invece sono i seguenti accorgimenti:

-forza di volontà nel neo operato

-riconoscere i piccoli successi,una vocale detta da uno operato da neanche un mese è il primo passo per tornare a parlare

-evitare l’isolamento siano amici o parenti

-sensibilità del maestro perché ogni persona è diversa all’altra

-verso del piccione come metodo per ricominciare a parlare

-il poter conoscere il maestro riabilitatore prima dell’operazione così da poter iniziare un rapporto d’amicizia e di fiducia

-creare entusiasmo in sezioni e creare gruppo di amici

-capire le paure perché cancro non vuol dire morte prossima

-fare il cammino di rieducazione dividendole in tappe per avvicinare il neo operato alla meta finale del parlare come una specie di giro d’Italia diviso in tappe con la maglia rosa per tutti alla fine.

 

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE V giornata I PARTE


Ailar Sezione di Merate

Lecco e Provincia

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI

CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE

presso Aula Magna Ospedale L. Mandric di Merate

 

Oggi 17 Novembre abbiamo la quinta giornata del progetto per maestri rieducatori che prevede l’incontro con lo psicologo dell’ospedale di Merate il dottor Simone Scerri con un intervento finale anche della psicologa arrivata dottoressa Luisa Bonetti col gruppo di Treviglio.

La sala è gremita 25 maestri riabilitatori e semplici laringectomizzati e quasi tutti accompagnati almeno da un parente.

All’entrata una scatola chiusa con una feritoia sopra stile cassetta dei reclami dove chi vuole mette un suo scritto dove scrive i suoi problemi e i suoi dubbi di laringectomizzato o di parente ,la cassetta serve a rendere la domanda anonima così uno si sente più libero di avere chiarimenti. Perchè è difficile vivere da laringectomizzato ma non è neanche facile per chi ci vive vicino perché ha paura che una parola o un gesto possa essere frainteso,ma l’importante e far capire a chi ci vive accanto e vicino che siamo quelli di prima e che vogliamo essere trattati come prima coi pregi e i difetti.

La signora Ferri Rita presidente della sezione di Merate nonché maestra riabilitatrice ha fatto gli onori di casa a tutti i presenti.

INTERVENTO DEL PSICOLOGO DOTTOR SIMONE SCERRI

Per prima cosa dopo i saluti e la presentazione a tutti anche se la maggior parte lo conoscevano visto che era presente anche alla I giornata del corso,disegna un corpo con testa visto di fronte e lo divide in due parti, dove scriverà dopo aver interpellato ogni maestro riabilitatore presente,in una parte le aspettative e dall’altra le paure che riscontrano quando si devono raffrontare coi laringectomizzati sopratutto durante il primo incontro.

Dopo un oretta di interventi abbiamo una maggioranza di paure e solo due aspettative,ma questa non fa demordere noi maestri riabilitatori a continuare nel nostro intento forse perché a suo tempo anche noi fummo aiutati a ricominciare a parlare da altri maestri che con volontà e spirito di abnegazione ci hanno formati quello che siamo oggi.

La prima paura che è uscita è quella dei familiari che giudicano il nostro operato senza avere metri di comparazione per poterci classificare,oppure la paura che cerchiamo qualcosa,e rimangono che noi chiediamo solo impegno del neo laringectomizzato perché senza impegno non si va da nessuna parte.

Inoltre può capitarci di trovarci davanti a persone sole,che lo erano anche prima dell’intervento o anche peggio dopo l’operazione si sono visti allontanati come se non bastasse il dolore dell’intervento.

Senza contare chi ha fretta di tornare a parlare che se ce la fanno bene,se non ce la fanno in un tempo predeterminato da loro non si fanno più vedere che si auto assolvono con la frase “riesco a farmi capire e mi basta” oppure “non ci sono riuscito fino adesso non ci riuscirò mai”.

Queste paure non dipendono da noi ma da come si pone nei nostri confronti il neo operato e i loro familiari mentre le prossime tre dipendono da noi e che solo noi con il nostro portamento e a alla nostra preparazione possiamo far sparire.

La paura del non saper spiegare e non farsi capire,l’impatto con il laringectomizzato e i loro parenti ma sopratutto il primo impatto e per ultimo il non essere all’altezza del compito affidatoci,paure che spariscono solo con il tempo.

Le aspettative invece sono quelle di trasmettere ciò che abbiamo imparato nel migliore dei modi e sopratutto la capacità di reazione che ci aiuta ad aiutare chi vuole ricominciare a parlare e a vivere.