LA CASA E’ UN PROBLEMA? MACCHE’. ECCO I “FIGLI DI” CHE L’HANNO AVUTA DA UN ENTE PUBBLICO

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E mentre la gente si dà fuoco perché non riesce a pagare il mutuo della casa,  mentre le famiglie italiane non riescono più a comprarsi un appartamento, lo scandalo delle case degli enti concesse ai vip risuona ancora più clamoroso

 Ecco dunque alcuni figli di che hanno ottenuto casa dagli enti o dalle assicurazioni con lo sconto:

–          Le figlie di Pierferdinando Casini

–          I figli di Clemente Mastella

–          Il figlio di Vincenzo Visco

–          La figlia di Pietro Ingrao

–          Il figlio di Andreotti

–          Il figlio di Cossiga

–          Il figlio di Cossutta

Altri figli celebri hanno ottenuto case degli enti in affitto (a tariffe agevolate):

–          Il figlio dell’ex prefetto di Milano Lombardi

–          Il figlio del segretario della Cisl Bonanni

–          La figlia dell’ex assessore alla Regione Lazio Stefano Cetica

Tutti i dettagli nel libro: “Tutti a casa”

Tanti saluti a Darwin. Potremmo discendere da una scimma acquatica

Tanti saluti a Darwin. Potremmo discendere da una scimma acquaticaRedazione– -9 maggio 2013-Dall’australopithecus fino all’homo sapiens sapiens. Così l’abbiamo imparata, l’evoluzione. Attraverso quello schema che ormai ricordiamo a memoria, la scala che vede una scimmia trasformarsi sempre di più in uomo, sempre più dritta, sempre più simile a noi.

Eppure una nuova ipotesi rischia di rimettere in discussione tutto, gettare nel dimenticatoio gli studi di Charles Darwin e riscrivere la storia dell’evoluzione. Fautori di questa rivoluzione considerata quasi eretica, sarebbero un gruppo diaccademici che, prendendo spunto da una teoria avanzata nel 1960 da Sir Alister Hardy, sostengono come l’uomo derivi sì da una scimmia, maacquatica.

Una teoria che ha suscitato l’ironia degli accademici ortodossi di tutto il mondo, i quali, con non poca sagacia, hanno sbeffeggiato il convegno che si sta tenendo in queste ore a Londra, al Grange St. Paul Hotel, organizzato per discutere di questa tesi. Ma agli studiosi innovativi non toccano le frecciate dei colleghi: “Vogliamo discutere i pro e i contro della teoria” ha anzi spiegato il professor Rhys Evans, presidente del convegno “Molte delle cose che sono uniche negli umani come una laringe discendente, la camminata eretta, ilgrasso sotto la pelle e soprattutto un grande cervello, sembrano indicare un lungo periodo di adattamento a un ambiente acquatico”.

La teoria avanzata è che durante il sollevamento delle placche tettoniche del pianeta, le acque abbiano allagato le foreste. Così, gli ominidi che quivivevano, si sono visti costretti a vivere o nell’acqua o sugli alberi. La posizione eretta sarebbe dunque derivata dall’esigenza di attaccarsi ai rami degli alberi pur di mettersi all’asciutto. E, a “confermare” questa teoria, gli accademici prendono come esempio le scimmie normali, che sono tutt’oggi terrorizzate dall’acqua, secondo loro perchè non hanno mai dovuto sottostare all’adattamento. Di contro, un uomo -e dunque un discendente delle scimmie acquatiche- anche appena nato, sa nuotare.

fonte

Ridurre l’insufficienza cardiaca mangiando uva

Ridurre l’insufficienza cardiaca mangiando uva

Le sostanze antiossidanti contenute nell’uva sono in grado di ridurre l’insufficienza cardiaca correlata all’ipertensione, o pressione alta, grazie all’aumento dell’attività di alcuni geni responsabili della difesa del tessuto cardiacoIl segreto per agire in modo efficace e naturale contro l’insufficienza cardiaca, associata alla pressione arteriosa alta, pare sia racchiuso in un acino d’uva.L’ipertensione e le sue implicazioni si ritiene interessino circa 1 miliardo di persone al mondo.Questa patologia, come risaputo, è tra l’altro l’anticamera di ictus, infarto e altri problemi cardiaci. Quello che tuttavia forse non tutti sanno è che l’ipertensione è anche responsabile dell’insufficienza cardiaca cronica: una condizione che mette a serio rischio la vita di chi ne è affetto.L’insufficienza cardiaca è caratterizzata da un ispessimento e irrigidimento (o fibrosi) del cuore. La conseguenza è che il muscolo cardiaco non è più in grado di riempirsi e pompare sangue in modo efficace: ecco perché si chiama “insufficienza”.Ora, i ricercatori dell’Università del Michigan Health System hanno dimostrato con uno studio sovvenzionato dal National Institutes of Health (NIH), che l’uva è una naturale fonte di antiossidanti – come i polifenoli – che sono i responsabili dei benefici apportati al cuore e al sistema cardiaco. Queste sostanze, secondo lo studio, influenzano l’attività di geni e i percorsi metabolici che migliorano i livelli di glutatione (o GSH), il più abbondante tripeptide o antiossidante cellulare presente nel cuore.Gli scienziati ritengono che lo stress ossidativo sia fortemente correlato con l’insufficienza cardiaca. Non a caso, è stato osservato sia in modelli animali che nell’uomo come vi sia una deficienza di glutatione in concomitanza con un’insufficienza cardiaca. Allo stesso modo, una dieta ricca di sostanze antiossidanti – derivate da frutta e verdura – è stata collegata a una riduzione dell’ipertensione.Lo studio in questione, pubblicato sul Journal of Nutritional Biochemistry, è stato condotto su modello animale: un gruppo di topi con ipertensione e insufficienza cardiaca.I soggetti sono stati alimentati per 18 settimane con una dieta arricchita di acini d’uva, dopo di che sono stati osservati gli effetti sul cuore.I risultati hanno mostrato che il consumo d’uva ha promosso la riduzione del volume, o ispessimento del cuore, la riduzione della fibrosi e migliorato la funzione diastolica del cuore (ossia la fase di espansione del muscolo). Il meccanismo d’azione dell’uva è stato individuato proprio nella promozione dell’attività di difesa antiossidante da parte dei geni che aumentano la produzione di glutatione.«Le conoscenze acquisite con il nostro studio, tra cui la possibilità dell’uva di influenzare diversi percorsi genetici relativi alla difesa antiossidante – ha spiegato il dottor E. Mitchell Seymour, autore principale dello studio – forniscono ulteriori prove del fatto che l’uva, per fornire i suoi effetti benefici, lavora su più livelli».Fonte: lastampa.it – tratto da ecplanet.com

Scoperta la proteina che porta al cancro

Scoperta la proteina che porta al cancro
Milano – I ricercatori dell’Università Statale di Milano in collaborazione con i colleghi di Harvard hanno scoperto una proteina che facilita la trasformazione delle cellule in tumori. 
Sarebbe la proteina NF-Y, che regola l’utilizzo del Dna all’interno delle cellule, a portare il cancro nell’organismo. 
Lo scopo degli esperti è quello di isolare la proteina in questione per frenare il processo di sviluppo del tumore, per arrivare a una nuova strategia di cura della malattia.

DIETA: Una corretta alimentazione può prevenire le malattie tumorali. Ecco i consigli dell’esperto

PALERMO, 4 MAGGIO 2013 – Negli ultimi vent’anni si è dedicata notevole attenzione al potenziale ruolo di fattori dietetici nell’eziologia e nella prevenzione della malattia tumorale. Secondo molti studi epidemiologici circa il 35% delle morti per cancro possono essere correlate alla dieta.

Al momento attuale, però, non esistono evidenze conclusive che un alimento specifico o un nutriente, di per sé, siano in grado di causare o prevenire il cancro nell’uomo. Piuttosto i ricercatori indicano come responsabile una correlazione tra genetica e fattori ambientali, tra cui la dieta.

Nel 1990 la Società americana di oncologia si è riunita con altre otto organizzazioni di volontari e governative ed ha pubblicato un rapporto sulla relazione tra dieta e malattie nella speranza che queste linee guida potessero essere d’aiuto nel ridurre l’incidenza del cancro così come i rischi di malattia cardiaca, di ictus e di malattia diabetica.

Le “raccomandazioni” sono rivolte agli adulti in buona salute e non possono essere applicate indiscriminatamente a bambini, donne in gravidanza, pazienti durante la convalescenza o anziani che hanno specifiche necessità nutrizionali.

Queste, in sintesi, le indicazioni.
Raggiungere e mantenere un peso corporeo normale. Un’eccessiva introduzione calorica e l’obesità sono state poste in relazione con un’aumentata mortalità per alcune neoplasie umane, tra le quali il tumore della mammella, dell’utero, del colon, della colecisti e della prostata. La prevalenza di questi tumori aumenta con il grado di obesità.

Variare la dieta. Dato l’alto numero dei componenti “nutrizionali e non” di ciascun cibo in una dieta media e le complesse interazioni tra questi, è difficile isolare fattori che possono causare o prevenire il cancro. Per esempio, diete ricche in fibre contengono meno grassi, minori calorie e solitamente più verdura e frutta che contengono vitamine e minerali. Per questo è difficile separare gli effetti delle fibre dagli effetti disturbanti dei grassi, delle calorie, delle vitamine e dei minerali. Un totale cambiamento delle abitudini alimentari verso una dieta varia, con quantità moderate, offre la miglior speranza per abbassare il rischio di cancro.

Includere frutta e verdure varie nella dieta giornaliera. Il consumo di verdura e frutta è associato a un minor rischio di cancro del polmone, della prostata, della vescica, dell’esofago e dello stomaco. Questi cibi contengono vitamine, minerali, fibre e componenti non nutritivi che da soli o insieme possono essere fattori della riduzione del rischio di cancro. Mangiare più alimenti ricchi in fibre come cereali integrali, farina integrale, legumi, vegetali e frutta. L’incidenza del cancro del colon è bassa nelle popolazioni che utilizzano diete ricche in fibre. Sono stati proposti diversi meccanismi che ipottzzano il ruolo preventivo delle fibre. Queste potrebbero esercitare i loro effetti diluendo la concentrazione dei carcinogeni nel colon, riducendone il tempo di contatto mediante un accelerazione del transito o riducendone la formazione con l’alterazione della flora batterica intestinale. Un’altra teoria ipotizza che una dieta ricca in fibre di cereali, di frutta e di verdura possa agire indirettamente sostituendo alimenti altamente calorici e ricchi di grassi.

Riduzione dell’assunzione totale di grassi. Tra tutti i fattori dietetici con possibili effetti sulla malattia neoplastica i grassi sono stati i più studiati. Sostanziali evidenze hanno suggerito che un’eccessiva introduzione di grassi aumenta il rischio di sviluppo di cancro della mammella, del colon e della prostata.

Limitare il consumo di bevande alcooliche qualora assunte. I forti bevitori hanno un elevato rischio di sviluppare diversi tumori del cavo orale, della laringe e dell’esofago. Questi rischi sono estremamente più alti nei fumatori. L’alcool è stato inoltre implicato nello sviluppo del cancro del fegato, del pancreas. del colon e più recentemente della mammella. Tuttavia queste correlazioni non sono state ancora tutte ben chiarite.

*dietista, consigliere regionale dell’Associazione Italiana di dietologia e nutrizione clinica

Lugana e Colombare

Lugana e Colombare

Sirmione non è solo il borgo antico. Anche il territorio fuori dal ponte è ricco di storia.
A sud della penisola, in un territorio oggi densamente urbanizzato, si estendeva l’antica selva Lugana o Ligana o Lucana o Litana. A causa della sua posizione strategica, essa fu teatro di numerosi fatti d’armi, tra i quali lo scontro tra Costantino e Massenzio nel 312 d. C. Forse proprio qui nella selva, in un luogo imprecisato, il papa Leone Magno nel 452 d. C. avrebbe convinto Attila, condottiero degli Unni, a ritornare al nord. I toponimi presenti in questa zona, quali san Benedetto, san Vigilio e san Martino, ricordano l’opera di bonifica agraria svolta anche qui dai monaci. La selva era però quasi sparita all’inizio del XVI secolo, poichè fu colonizzata e sfruttata come terreno agricolo. I terreni argillosi delle zone ancora coltivate producono il celebre vino Lugana.
Nel territorio che faceva parte dell’antica selva Lugana sorgono ora due centri fittamente abitati che costituiscono due frazioni di Sirmione: Lugana e Colombare. Lugana è un insediamento che si raccoglie in particolare intorno alla chiesa, sorta tra il 1910 e il 1912, ma si estende sul territorio sino a comprendere il borgo di Rovizza, l’antica tenuta dei conti Rovizzi. Qui si può visitare la chiesetta dedicata a sant’Orsola, un tempo cappella nobiliare, e il Monumento all’Alpino, testimonianza del sacrificio di molti Sirmionesi che militarono in questo Corpo.
La località Colombare prende il nome da un’antica cascina oggi scomparsa e consisteva, fino al secondo dopoguerra, in una distesa di campi punteggiata da poche abitazioni rurali. Negli anni Sessanta la popolazione in forte espansione volle la propria chiesa che, intitolata a san Francesco, fu inaugurata nel 1969. L’edificio, che interpreta le novità degli anni del Concilio Vaticano II, si presenta come una grande tenda a pianta circolare, costruita con pietra, cemento, rame e vetro colorato.

Sirmione di Giosuè Carducci

Ecco: la verde Sirmio nel lucido lago sorride,
fiore de le penisole.

Il sol la guarda e vezzeggia: somiglia d’intorno il Benaco
una gran tazza argentea,

cui placido olivo per gli orli nitidi corre
misto a l’eterno lauro.

Questa raggiante coppa Italia madre protende,
alte le braccia, a i superi;

ed essi da i cieli cadere vi lasciano Sirmio,
gemma de le penisole.

Baldo, paterno monte, protegge la bella da l’alto
co’l sopracciglio torbido:

il Gu sembra un titano per lei caduto in battaglia,
supino e minaccevole.

Ma incontro le porge dal seno lunato a sinistra
Salò le braccia candide,

lieta come fanciulla che in danza entrando abbandona
le chiome e il velo a l’aure,

e ride e gitta fiori con le man piene, e di fiori
le esulta il capo giovine.

Garda là in fondo solleva la ròcca sua fosca
sovra lo specchio liquido,

cantando una saga d’antiche cittadi sepolte
e di regine barbare.

Ma qui, Lalage, donde per tanta pia gioia d’azzurro
tu mandi il guardo e l’anima,

qui Valerio Catullo, legato giú a’ nitidi sassi
il fasèlo britinico,

sedeasi i lunghi giorni, e gli occhi di Lesbia ne l’onda
fosforescente e tremula,

e ‘l perfido riso di Lesbia e i multivoli ardori
vedea ne l’onda vitrea,

mentr’ella stancava pe’ neri angiporti le reni
a i nepoti di Romolo.

A lui da gli umidi fondi la ninfa del lago cantava
Vieni, o Quinto Valerio.

Qui ne le nostre grotte discende anche il sole, ma bianco
e mite come Cintia.

Qui de la vostra vita gli assidui tumulti un lontano
d’api sussurro paiono,

e nel silenzio freddo le insanie e le trepide cure
in lento oblio si sciolgono.

Qui ‘l fresco, qui ‘l sonno, qui musiche leni ed i cori
de le cerule vergini,

mentr’Espero allunga la rosea face su l’acque
e i flutti al lido gemono.

Ahi triste Amore! egli odia le Muse, e lascivo i poeti
frange o li spegne tragico.

Ma chi da gli occhi tuoi, che lunghe intentano guerre,
chi ne assecura, o Lalage?

Cogli a le pure Muse tre rami di lauro e di mirto,
e al Sole eterno li agita.

Non da Peschiera vedi natanti le schiere de’ cigni
giú per il Mincio argenteo?

da’ verdi paschi dove Bianore dorme non odi
la voce di Virgilio?

Volgiti, Lalage, e adora. Un grande severo s’affaccia
a la torre scaligera.

Suso in Italia bella sorridendo ei mormora, e guarda
l’acqua la terra e l’aere.

Questa poesia proviene da: Sirmione di Giosuè Carducci http://www.poesie.reportonline.it/poesie-di-giosue-carducci/sirmione-di-giosue-carducci.html#ixzz2SWnIjjSj

Arriva la nuova banconota da 5 euro

Aria di rinnovamento per le nostre banconote. Oggi è stata rilasciata la prima banconota della serie Europa e riguarda il taglio da cinque euro. Sarà più arduo falsificarle.


redazione
 
giovedì 2 maggio 2013 20:03

 
 

Sarà più difficile da falsificare grazie agli ultimi ritrovati della tecnologia anticontraffazione, come la nuova filigrana sulla quale si staglia il volto di Europa, la principessa fenicia che, secondo la mitologia, fu rapita da Zeus. È la nuova banconota da cinque euro, presentata dal presidente della Bce, Mario Draghi, lo scorso gennaio ed entrato oggi ufficialmente in circolazione nell’unione monetaria.

La banconota, spiega un comunicato di Bankitalia, è il risultato dei progressi tecnologici realizzati in questo ambito dopo l’introduzione della prima serie, oltre dieci anni fa.

Nel biglietto sono state integrate alcune caratteristiche di sicurezza nuove e avanzate. La filigrana e l’ologramma recano il ritratto di Europa, il cui nome battezza la nuova serie di banconote. Contro i falsari, più che al favore degli antichi dei, l’Eurosistema si affida però a strumenti più concreti come il “numero verde smeraldo”, l’elemento più evidente, che cambia colore passando dal verde smeraldo al blu scuro e produce l’effetto di una luce che si sposta in senso verticale.

Sui margini destro e sinistro della banconota sono percepibili dei trattini in rilievo che ne agevolano il riconoscimento, soprattutto per le persone con problemi visivi. Queste caratteristiche di sicurezza, che saranno incluse in tutti i nuovi biglietti, sono facili da verificare applicando il metodo “toccare, guardare, muovere”.

La nuova serie riporta gli stessi disegni della prima serie (ispirata al tema “Epoche e stili”) e gli stessi colori dominanti. Gli altri tagli saranno introdotti in ordine ascendente nel corso dei prossimi anni. Al principio la prima serie circolerà insieme ai nuovi biglietti, ma sarà gradualmente ritirata dalla circolazione e infine dichiarata fuori corso.

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