–Redazione– -9 maggio 2013-Dall’australopithecus fino all’homo sapiens sapiens. Così l’abbiamo imparata, l’evoluzione. Attraverso quello schema che ormai ricordiamo a memoria, la scala che vede una scimmia trasformarsi sempre di più in uomo, sempre più dritta, sempre più simile a noi.
Eppure una nuova ipotesi rischia di rimettere in discussione tutto, gettare nel dimenticatoio gli studi di Charles Darwin e riscrivere la storia dell’evoluzione. Fautori di questa rivoluzione considerata quasi eretica, sarebbero un gruppo diaccademici che, prendendo spunto da una teoria avanzata nel 1960 da Sir Alister Hardy, sostengono come l’uomo derivi sì da una scimmia, maacquatica.
Una teoria che ha suscitato l’ironia degli accademici ortodossi di tutto il mondo, i quali, con non poca sagacia, hanno sbeffeggiato il convegno che si sta tenendo in queste ore a Londra, al Grange St. Paul Hotel, organizzato per discutere di questa tesi. Ma agli studiosi innovativi non toccano le frecciate dei colleghi: “Vogliamo discutere i pro e i contro della teoria” ha anzi spiegato il professor Rhys Evans, presidente del convegno “Molte delle cose che sono uniche negli umani come una laringe discendente, la camminata eretta, ilgrasso sotto la pelle e soprattutto un grande cervello, sembrano indicare un lungo periodo di adattamento a un ambiente acquatico”.
La teoria avanzata è che durante il sollevamento delle placche tettoniche del pianeta, le acque abbiano allagato le foreste. Così, gli ominidi che quivivevano, si sono visti costretti a vivere o nell’acqua o sugli alberi. La posizione eretta sarebbe dunque derivata dall’esigenza di attaccarsi ai rami degli alberi pur di mettersi all’asciutto. E, a “confermare” questa teoria, gli accademici prendono come esempio le scimmie normali, che sono tutt’oggi terrorizzate dall’acqua, secondo loro perchè non hanno mai dovuto sottostare all’adattamento. Di contro, un uomo -e dunque un discendente delle scimmie acquatiche- anche appena nato, sa nuotare.