“Parlavo… E Parlerò”

La LILT offre a tutti i laringectomizzati un servizio gratuito per ritornare a parlare
Il servizio è svolto da volontari laringectomizzati i quali, attraverso corsi di formazione ed esperienza vissuta ,sono a vostra totale disposizione anche per un supporto psicologico .
Vi aspettiamo e ricordate che tutti possono ritornare ad essere ciò che si era prima.
Per informazioni telefonare dal Lunedì al venerdì dalle ore 9,30 alle ore 12.00 ai seguenti numeri 091/6165777 -091/6161502


“Parlavo… E Parlerò”
PUOI RITORNARE A PARLARE
Anche se hai subito
l’asportazione delle corde vocali
Servizio di Riabilitazione alla Parola
Per laringectomizzati
Lega italiana per la lotta contro i tumori
Palermo
Via Lincoln, 144—Tel. 091 6165777
Lunedi e venerdì
(ore 10,00—12,00)

Riabilitatori: G. MILAZZO
SALVATORE BARRESI
MARRAFFA FRANCESCO
ti aspettiamo                                                                       Gruppo  di laringectomizzati ripresi
durante una  lezione

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LARINGECTOMIZZATI E SOSTENITORI UNITEVI!

Globale

Informazioni di base

Tipo:
Descrizione:
Per chi, in un qualche modo, ha a che fare con questa patologia. Perchè è amico o familiare o semplice conoscente di una persona con un deficit, parziale o totale, alle corde vocali e. nonostante tutto…. li ascolta mentre urlano!

Notizie recenti

Non più tardi di qualche sera fa stavo ascoltando un amico, che da langeroctomizzato totale, urlava nelle mie cuffie! Inizialmente non ci credevo ma poi…. Se anche tu hai pensato di non potere mai più udire la sua voce, se anche tu non hai saputo cosa dire o fare…. iscriviti. Nella peggiore delle ipotesi, avrai perso 5 minuti del tuo tempo….

Harold Pinter

Harold Pinter, è nato nel sobborgo povero di Hackney [London] il 10 ottobre 1930, suo padre era un sarto ebreo. Iniziò come attore caratterista. Drammaturgo e sceneggiatore cinematografico, è stato anche attore in alcune delle sue stesse opere teatrali. I suoi inizi furono stentati – a paragone di Osborne, Wesker e Arden – ma alla fine si affermò come il maggior rappresentante inglese della sua generazione. Nel 2005 ha avuto il premio nobel. E’ morto il 24 dicembre 2008, a London, malato già da tempo di tumore alla gola.

Esordì con l’atto unico La stanza (The room, 1957). Si è occupato di commedia, tra cui Il compleanno (The birthday party, 1958) il suo primo lavoro in tre atti su due gangster che prelevano l’inquilino di una pensione, e che permise a Pinter di farsi notare quando fu dato in tv nel 1960, Il guardiano (The caretaker, 1960) con due fratelli che si contendono un vecchio barbone capitato nella casa vuota dove abitano offrendogli a turno un posto di guardiano, Il calapranzi (The dumb waiter, 1960) atto unico su due sicari in un seminterrato in attesa di ordini che arriva tramite un cala-pranzi. Si è occupato di programmi radiofonici e televisivi: La collezione (The collection, 1961),L’amante (The lover, 1963). Tra il 1957 e il 1963 Pinter esplora soprattutto il problema della comunicazione, la sottomissione al potere, l’isolamento, l’insicurezza. Sono le opere associate al teatro dell’ “assurdo”, e che alcuni designano come “commedie di minaccia”. Nelle commedie di Pinter la vicenda è spesso poco chiara, né di va verso uno sbocco che concluda davvero. I personaggi violano con disinvoltura alcune delle leggi non-scritte del teatro, ad esempio contraddicendo quello che avevano detto su se stessi, e che il pubblico, abituato per convenzione, aveva preso per buono. Il dialogo, sempre teso e scattante, costruito su ritmi molto precisi in cui i silenzi hanno lo stesso valore delle battute, crea tensioni di grande teatralità. Anche grazie alla programmatica brevità e concisione dei testi, non ci sono mai momenti morti e l’attenzione è sorretta fino alla fine. L’umorismo ha sempre grande importanza nei suoi atti unici, in cui veicola situazioni angosciose, spesso claustrofobicamente collocate in una stanza dalla quale non si esce mai.

Il sesso, già presente come elemento di secondo piano ne “L’amante”, diventa grottesco in Ritorno a casa (The homecoming, 1965), che illustra come l’impulso brutale nei confronti delle donne sia vicino al bisogno di un amore redentore: la storia è quella una vorace famiglia di proletari che si impossessa della moglie di un figlio tornato dall’America dove è diventato professore d’università.

Pinter ha collaborato con Joseph Losey in alcuni importanti movies: Il servo (The servant, 1962), L’incidente (Accident, 1967),Intromettersi (The go between, 1970; in ital. “Prigioniero d’amore”). Mentre, con altri registi: The Pumpkin Eater regia di Jack Clayton (1964), Diario della tartaruga (Turtle Diary) regia di John Irvin (1985), La donna del luogotenente francese (The French Lieutenant’s Woman, 1981) regia di Karel Reitz, Gli ultimi fuochi regia di Kazan, Il conforto di stranieri (The comfort of Strangers, 1990) regia di Paul Scrader. E’ stato sceneggiatore di opere di altri scrittori: The servant di Robin Maugham (1963), The comfort of Strangers di Ian McEwan (1990).

Il suo teatro segue le linee fondative di Kafka e Beckett, con il quale è stato amico; usa il linguaggio corrente caricandolo di ambiguità, pause, silenzi di grande effetto teatrale. Tema di fondo è la nevrosi dell’uomo contemporaneo, l’inadeguatezza di qualsiasi comunicazione. Pinter ha sempre negato l’esistenza di una ‘conoscenza onniscente’ dell’opera d’arte al di là di ciò che appare effettivamente nel testo. Sul palcoscenico i suoi personaggi assumono una loro (pirandelliana) esistenza, ciò che esprimono appartiene a loro. Costante il suo impegno sociale, con Amnesty Internationale e con altre associazioni umanitarie, a fianco della seconda moglie, lady Antonia Fraser (scrittrice di biografie di successo); la prima moglie era un’attrice, Vivien Merchant. Oltre che scrittore ha continuato a essere attore, e regista teatrale.

Una evoluzione del suo teatro è avvenuta con le commedie della memoria, “memory plays”: Rifugio (Landscape, 1968), Silenzio (1969),Vecchi tempi (Old times, 1971) è un gioco di reminiscenze tra due donne e un uomo, Terra di nessuno (No man’s land, 1975), Tradimenti(Betrayal, 1978) contiene una storia banale di adulterio ma raccontata a partire dalla fine. A essi va aggiunta anche la sceneggiatura per il film di Losey “Intromettersi”. La memoria è diventata un’arma in più nei rapporti di potere, rendendo l’isolamento più acuto.

“Terra di nessuno” è la storia di Hirst, uno scrittore famoso dedito all’alcool, che si isola in una metaforica terra di nessuno, assistito da due domestici. La vicenda ha luogo nel corso di una notte e di un giorno. Hirst riceve un malconcio poeta che cerca invano di ingraziarselo, senza rendersi conto che l’isolamento di Hirst non è solo spaziale ma anche temporale: si è ritirato nel mondo irreale del passato ricreato dalla memoria. Il dramma fu rappresentato per la prima volta con la partecipazione di due grandissimi vecchi attori: John Gielgud e Ralph Richardson.

Dopo “Tradimenti” sono seguiti una serie di atti unici La serra (The hothouse, 1980), Re d’Alaska (A king of Alaska, 1982), Linguaggio della montagna (Mountain language, 1988), nei cui drammi alterna toni cupi a toni fiabeschi, con una propensione per la denuncia delle violenze e delle torture della società poltica contemporanea. In particolare da “Linguaggio della montagna” a Party time (c.1990) si può notare un abbandono dell’indeterminatezza di ambientazione e di linguaggio, per far posto alla crudezza di situazioni brutali di repressione (“Linguaggio della montagna”) o di un paese in stato d’assedio politico e interiore (“Party time”).

Le prese di posizioni sociale di Pinter hanno continuato a colpire i poteri dominanti. Così nel 1992 i versi di American football, con l’esclamazione sguaiata e atroce del soldato USA vincitore nella guerra contro l’Irak, sono stati rifiutati dall’ «Observer» (un quotidiano ultraconservatore).

Nel 1993 è rappresentato a London Chiaro di luna (Moonlight), pièce lunga, dopo un periodo di atti unici molto brevi, in cui recupera i dialoghi ironici e i conflitti tra reminiscenze e illusioni nella borghesia piccola e volgarotta dei suoi primi lavori. Ennesima fatica del vecchio ma sempre vitalissimo Pinter, è la storia di un uomo, Andy, sul letto di morte, assistito dalla moglie Bel. Dialoghi di vita quotidiana, con il sarcasmo verso riti e abitudini; in alcune scene si vedono i figli di Andy che parlano in sua assenza del padre, lo rievocano, ne sono ossessionati, ma quando la madre li chiama al telefono rispondono picche: ha sbagliato numero di telefono, qui è la lavanderia cinese… Un dolore e una rabbia indefinibili spingono Andy e Bel a chiacchiere tanto pompose quanto inutili. A un certo punto, un vecchio amore di Andy, Maria, insieme al marito, entrano e escono di scena presentando aneddoti e ricordi per dimostrare quanto in effetti sia strana la cosiddetta normalità. Onirica e surreale la presenza della figlia sedicenne Bridget, presumibilmente morta, in una stanza a parte, anche lei a ricordare la sua vita, i genitori («la luna è quello che rimane» di loro…). Bridget vaga in preda a una lirica inquietudine infantile, mentre suo padre sta morendo nel terrore e nel bisogno di un passato in cui la figlia viveva felice. Ora Bridget risorge insieme ai suoi figli mai nati per i sensi di colpa e di dolore del padre. Linguisticamente efficace la presenza di diversi registri linguistici dell’inglese: si passa dai volgarismi acculturati tipici delle classi bassi per Andy, all’altezzosità delle classi più alte che si avverte nel linguaggio di Bel. Nel caratteristico insieme di commedia e conflitto, la morte è buffa e terrificante. Se, come ritiene Andy, la morte è nera come la pece, il chiaro di luna infinito (correlato al titolo e al fantasma di Bridget) la precede come un limbo.


Bibliografia: Harold Pinter

teatro:
The room (1957)
The birthday party (1958)
The caretaker (1960)
The dumb waiter (1960)
The homecoming (1965)
Landscape (1968)
Silence (1969)
Old times (1971)
No man’s land (1975)
Betrayal (1978)
The hothouse (1980)
A king of Alaska (1982)
Mountain language (1988)
Moonlight (1993)

radio e tv:
The collection (1961)
The lover (1963)

cinema:
The servant (1962), regia di J. Losey
The Pumpkin Eater (1964), regia di Jack Clayton
Accident (1967), regia di J. Losey
The go between (1970), regia di J. Losey
The French Lieutenant’s Woman (1981), regia di Karel Reitz
Turtle Diary (1985), regia di John Irvin 
Gli ultimi fuochi, regia di Kazan
The comfort of Strangers (1990), regia di Paul Scrader

La protesi fonetica

Durante l’operazione verrà creato un passaggio fra la trachea e l’esofago in cui sarà collocata la protei vocale.Si tratta di una protesi siliconca a senso unico:l’aria passa dalla trachea all’eofago,ma impedisce il passaggio di cibo dall’esofago alla trachea.
Se espirando si chiude bene lo stoma con un dito,l’aria sarà dirottata dalla trachea nell’esofago facendo vibrare le rugosità della mucosa faringea.Si formano così suoni chiaramente percepibili che serviranno per le articolazioni vocali.
L’aria è sufficiente anche per sequenze foniche prolungate.In genere dovà però servirsi della mano per tenere chiuso lo stoma.

La protesi fonetica richiede manutenzione

La protesi fonetica deve essere pulita ogni giorno con uno scovolino speciale e dev’essere sostituita in media ogni 3-6 mesi.La sostituzione è effettuata nel corso di una visita medica:è semplice,indolore e dura pochi minuti.

IL SUSSURRO

Immediatamente dopo l’operazione lei sarà in grado,spontaneamente e senza particolari esercitazioni,di parlare “sussurando”.
Muoverà le labbra per parlare come faceva prima,solo che le mancherà la voce.
Questa sorta di susurro è molto debole,proprio un soffio,ed è udibile solo se intorno a lei regna il silenzio.
I suoi interlocutori devono studiare bene i movimenti delle sue labbra per capirla.
Naturalmente ciò non basta per comunicare normalmente,ma in situazioni d’emergenza questa possibilità si rivela utile.

L’igiene dello stoma

Dopo l’operazione dovrà provve-
dere più volte al giorno all’igiene
dello stoma, in seguito basterà
in genere solo una volta. Poiché
durante la notte si accumulano
le secrezioni mucose, il momen-
to migliore per l’igiene è il primo
mattino. Prima d’iniziare la puli-
zia disponga bene in ordine tut-
to gli utensili necessari per potere
effettuare rapidamente l’operazione.
Occorrente per l’igiene dello
stoma
> apparecchi per inalazioni e
aspirazione con accessori
> materiale di protezione dello
stoma
> bastoncini ovattati
> speciale pinzetta per le croste
> soluzione di sale da cucina
(cloruro di sodio 0,9%)
> specchio
> pila tascabile
> acqua tiepida
> sapone.
Si procede così
> Fare un’inalazione per ammol-
lire eventuali croste.
> Rimuovere la protezione.
> Ammollire le croste con i ba-
stoncini di ovatta imbevuti
della soluzione salina e stac-
carle con la pinzetta. Rimuo-
vere il muco ed eventuali
croste formatesi intorno allo
stoma con il tubo dell’appa-
recchio aspiratore.
> Davanti allo specchio con-
trollare con la pila tascabile
lo stoma all’esterno e all’interno.
> Lavare con acqua tiepida e sa-
pone la pelle intorno allo stoma.
> Ricoprire di nuovo lo stoma
con la protezione.
> Sciacquare il tubo dell’appa-
recchio aspiratore. Lavare
una volta al giorno con acqua
e detersivo la parte del filtro
dove si deposita il muco.
Presto potrà prendersi cura del
suo stoma autonomamente. Mal-
grado ciò, mostri anche ai suoi fa-
miliari come prendersi cura dello
stoma. Le persone che la circon-
dano inoltre dovrebbero sapere
che aspetto ha lo stoma, quali
nuovi rumori si possono sentire e
che lei potrebbe avere improvvisi
eccessi di tosse.
Col tempo queste operazioni risul-
teranno più facili e lei saprà adat-
tarle alle sue esigenze personali.
Si consiglia di applicare ogni tan-
to intorno allo stoma una crema
per la pelle non profumata. Se ha
domande o se sorgono problemi si
rivolga con fiducia al personale spe-
cializzato dell’ospedale in cui è stato
effettuato l’intervento chirurgico.
L’assicurazione di base della cassa
malati copre in genere i costi per
la protezione dello stoma, i dispo-
sitivi e gli articoli per l’igiene fino
a un importo massimo annuo.
S’informi dunque presso la sua
cassa per sapere esattamente quali
costi sono coperti. Il medico può
farle una ricetta ricorrente.
Il cerotto dello stoma
> Cambi il cerotto se non aderisce più bene o
è sporco. A seconda della sostanza adesiva il
cerotto tiene in media dalle 4 alle 48 ore.
> Badi che il cerotto non si bagni. Al contatto con
l’acqua la sostanza adesiva può sciogliersi.
Se il cerotto non aderisce più bene può infatti
penetrare acqua nella trachea.
Esistono anche cerotti speciali per la doccia.
> La sostanza adesiva può irritare la pelle. In
questo caso sostituisca il cerotto con una
speciale cannula molto corta (bottone) o si
faccia consigliare in ospedale.

DOCUMENTO, PREGO…

L’Associazione di Vicenza ha finalmente
perfezionato un documento molto im-
portante: LE TESSERE PER TUTTI
GLI OPERATI DI TRACHEOTOMIA. In questo
documento, pratico e necessario, sono inserite le
caratteristiche della propria patologia, il grado di
invalidità, il tipo di cannule usate, eventuali prote-
si fonatorie, indicazioni del trattamento che ci è
più congeniale.
Tale tessera sarà molto utile per il medico, in caso
di necessità, che avrà così un immediato quadro
clinico del paziente laringectomizzato. Il formato
è leggermente più piccolo della carta d’identità.
Questo per permettere che sia allegato ad essa e
quindi portato sempre con noi. Per ottenere questo
importante documento basta richiederlo presso
una delle nostre sedi e poi farlo convalidare dal
proprio medico curante, oppure direttamente
presso il reparto ORL dell’Ospedale.
Esibendo questa carta potremo anche usufruire
delle agevolazioni o godere dei vantaggi ai quali
abbiamo diritto, stante la nostra situazione di in-
validità. Queste prerogative saranno elencate e
consegnate su un foglio a parte. Si può avere an-
che un elenco dei prodotti che usiamo più fre-
quentemente, sui quali la nostra Associazione po-
trà dare utili informazioni dove e come trovarli e
averli con le migliori condizioni. È opportuno ri-
cordare che alcuni prodotti già adesso vengono
forniti gratuitamente.
IL TUTTO È COMPLETAMENTE GRA-
TUIT
O

LA RELAZIONE TERAPEUTICA CON IL PAZIENTE LARINGECTOMIZZATO

Eugenio Lampacrescia
LA RELAZIONE TERAPEUTICA
CON IL PAZIENTE LARINGECTOMIZZATO

Il manuale tra tta in maniera dettagliata le tecniche di riabilitazione e degli ausili protesici per pazienti laringectomizzati. Oltre i procedimenti terapeutici, l’autore analizza la qualità della relazione terapeutica: un aspetto fondamentale, che non si può scindere dall’intervento tecnico-riabilitativo. Nella relazione terapeutica, infatti, entrano in gioco fattori complessi; al logopedista è richiesta non solo la tecnica, ma la sua umanità e la capacità di instaurare un rapporto con il paziente, per capirne esigenze e problemi e trovare le adeguate soluzioni.
LA RELAZIONE TERAPEUTICA CON IL PAZIENTE LARINGECTOMIZZATO