Cannabis, il consumo prolungato espone al rischio di patologie fisiche e psichiatriche

Cannabis, il consumo prolungato espone al rischio di patologie fisiche e psichiatriche

Sfogliando a caso i risultati di numerosi test condotti in ambito medico sugli effetti della cannabis dopo aver digitato la chiave di ricerca prescelta su Google, si ha per un attimo la sensazione di assistere ad uno scherzo e per giunta molto poco divertente: gli esiti che si ricavano in materia sono talmente disparati e contrastanti da spingere il lettore medio a dubitare della validità delle fonti citate o quantomeno della metà di esse, in base ai gusti e alle inclinazioni personali.

Giusto per mettere un po’ di ordine nel marasma medico che anima l’opinione comune, il dottor Wayne Hall, facente capo all’Università australiana del Queensland, si è preso la briga di tirare fuori dal metaforico cassetto gli esiti relativi ad oltre vent’anni di sperimentazione medica sulla cannabis e di riesaminare tutta la letteratura presente sull’argomento, giungendo alla conclusione che la cannabis è ben lungi dall’essere quell’innocua ed amichevole sostanza dipinta da buona parte dell’universo mediatico.

Secondo quanto emerge dalle ricerche esaminate dal dottor Hall, un consumo continuativo di cannabis potrebbe indurre la comparsa della schizofrenia e di numerose altre patologie di tipo psichiatrico (come la sindrome depressiva), andando a fare affiorare una tendenza già presente in forma latente nel soggetto.

La cannabis non è cioè la causa scatenate delle malattie a carico dell’apparato neurologico, ma un agente in grado di amplificarle e di condurle ad una forma conclamata presso i soggetti predisposti (soprattutto nel caso degli adolescenti), mentre, anche in assenza di pregresse patologie latenti, la sostanza si rivela comunque in grado di produrre deficit cognitivo e difficoltà di apprendimento.

Anche il fattore legato alla dipendenza risulta, a detta dello studio australiano, ampiamente sottovalutato: unindividuo su dieci che fa uso continuativo di cannabis rischia infatti di cadere vittima di un’autentica sindrome da dipendenza e la percentuale è destinata a salire nel caso dei minorenni, le cui probabilità di incorrere in diverse manifestazioni psico-fisiche legate all’astinenza risultano quasi raddoppiate (circa un ragazzino su sei).

Da non trascurare, infine, i danni provocati dal fumo di hashish e marijuana sull’apparato respiratorio: benché non vi sia un’esplicita correlazione tra cannabis ed insorgenza di forme tumorali a carico di polmoni, trachea e laringe (difficile distinguere le responsabilità del tabacco in merito), appare assodato che il consumo delle cosiddette droghe leggere conduca allo sviluppo di bronchite cronica e peggiori sensibilmente lo stato di salute delle vie aeree, prvocando danni irreversibili.

Sfatato, invece, l’assunto che riteneva possibile la morte a causa di un’overdose della sostanza; i decessiaccertati a seguito di consumo di cannabis sono quasi interamente connessi con le difficoltà di guidare veicoli e di utilizzare macchinari dovute agli effetti della droga sul cervello e non ad un arresto cardiaco causato da un’eccessiva assunzione della sostanza.

Lo studio compiuto da Wayne Hall e pubblicato su Addiction pare quindi porre fine alla divergenza di opinioni in ambito medico su quali siano i danni prodotti dalla cannabis e quali invece i benefici, sempre ammesso che ulteriori indagini non giungano tempestivamente a smentire le tesi di Hall: del resto, la ricerca medica si è cimentata così a lungo con gli effetti della cannabis da diventare vagamente schizofrenica in materia.

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Cannabis, il consumo prolungato espone al rischio di patologie fisiche e psichiatriche

Cannabis, il consumo prolungato espone al rischio di patologie fisiche e psichiatriche

Sfogliando a caso i risultati di numerosi test condotti in ambito medico sugli effetti della cannabis dopo aver digitato la chiave di ricerca prescelta su Google, si ha per un attimo la sensazione di assistere ad uno scherzo e per giunta molto poco divertente: gli esiti che si ricavano in materia sono talmente disparati e contrastanti da spingere il lettore medio a dubitare della validità delle fonti citate o quantomeno della metà di esse, in base ai gusti e alle inclinazioni personali.

Giusto per mettere un po’ di ordine nel marasma medico che anima l’opinione comune, il dottor Wayne Hall, facente capo all’Università australiana del Queensland, si è preso la briga di tirare fuori dal metaforico cassetto gli esiti relativi ad oltre vent’anni di sperimentazione medica sulla cannabis e di riesaminare tutta la letteratura presente sull’argomento, giungendo alla conclusione che la cannabis è ben lungi dall’essere quell’innocua ed amichevole sostanza dipinta da buona parte dell’universo mediatico.

Secondo quanto emerge dalle ricerche esaminate dal dottor Hall, un consumo continuativo di cannabis potrebbe indurre la comparsa della schizofrenia e di numerose altre patologie di tipo psichiatrico (come la sindrome depressiva), andando a fare affiorare una tendenza già presente in forma latente nel soggetto.

La cannabis non è cioè la causa scatenate delle malattie a carico dell’apparato neurologico, ma un agente in grado di amplificarle e di condurle ad una forma conclamata presso i soggetti predisposti (soprattutto nel caso degli adolescenti), mentre, anche in assenza di pregresse patologie latenti, la sostanza si rivela comunque in grado di produrre deficit cognitivo e difficoltà di apprendimento.

Anche il fattore legato alla dipendenza risulta, a detta dello studio australiano, ampiamente sottovalutato: unindividuo su dieci che fa uso continuativo di cannabis rischia infatti di cadere vittima di un’autentica sindrome da dipendenza e la percentuale è destinata a salire nel caso dei minorenni, le cui probabilità di incorrere in diverse manifestazioni psico-fisiche legate all’astinenza risultano quasi raddoppiate (circa un ragazzino su sei).

Da non trascurare, infine, i danni provocati dal fumo di hashish e marijuana sull’apparato respiratorio: benché non vi sia un’esplicita correlazione tra cannabis ed insorgenza di forme tumorali a carico di polmoni, trachea e laringe (difficile distinguere le responsabilità del tabacco in merito), appare assodato che il consumo delle cosiddette droghe leggere conduca allo sviluppo di bronchite cronica e peggiori sensibilmente lo stato di salute delle vie aeree, prvocando danni irreversibili.

Sfatato, invece, l’assunto che riteneva possibile la morte a causa di un’overdose della sostanza; i decessiaccertati a seguito di consumo di cannabis sono quasi interamente connessi con le difficoltà di guidare veicoli e di utilizzare macchinari dovute agli effetti della droga sul cervello e non ad un arresto cardiaco causato da un’eccessiva assunzione della sostanza.

Lo studio compiuto da Wayne Hall e pubblicato su Addiction pare quindi porre fine alla divergenza di opinioni in ambito medico su quali siano i danni prodotti dalla cannabis e quali invece i benefici, sempre ammesso che ulteriori indagini non giungano tempestivamente a smentire le tesi di Hall: del resto, la ricerca medica si è cimentata così a lungo con gli effetti della cannabis da diventare vagamente schizofrenica in materia.

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Ma cosa si fumano i nostri politici?

Liberalizzare le droghe leggere o no?
Finalmente si è scoperto cosa angustia l’Italia in questi momento
di crisi,il vero problema per l’Italiano medio e se è
giusto legalizare la cannabis o no.
Iniziamo a dire che è stato provato scientificamente da luminari della medicina e non da consiglieri regionali Lombardi e presidente di
Regione Puglia che i noti spinelli oltre a bruciare cellule
nervose irrimediatalmente procurarano tumori alle vie respiratorie
come le comunissime sigarette.
A questo punto mi sorge il dubbio se non convenga lelalizzare
la cannabis per evitarne lo spaccio creando un mercato nero
che porta a persone che riinvestono gli illeciti guadagni
per allargare il traffico o per finanziare altri commerci tipo lo spaccio
delle droghe pesanti od altro che di pulito non ha niente,oppure?
Oppure se si tiene veramente alla salute delle persone,si vieti
la vendita di tabacco e dei suoi manufatti e dei super alcolici
visto che anche loro provocano danni irreparabili non solo
vietare l’uso della cannabis.
Ci siano controlli seri sull’inquinamento industriale e no,
controlli seri nella filiera di alimenti,cosmesi e abbigliamento.
Ci siano controlli sulla sicurezza sul lavoro per diminuire le
morti sul lavoro.
Quindi parliamoci chiaramente e per evitare frainteindimenti
sono contrario alla legalizzaione della cannabis e di tutte le
droghe leggere e pesanti ma non solo,dovremmo rendere illegale
anche la vendita di tabacco e dei loro manufatti e sopratutto
di super alcolici e gli alcolici e tutti i manufatti non sicuri
per la costruzione con materiali scadenti o inquinanti e nocivi
alla salute.;

 

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Adolescenti dipendenze: Cnr, “Italia tra i primi 10 Paesi Ue per consumo di sostanze”

Dal nuovo rapporto europeo Espad sull’uso varie sostanze tra i giovani, curato per l’Italia dall’Ifc-Cnr emerge che il Bel Paese è tra i primi dieci, con prevalenze maggiori della media, per fumo, cannabis, tranquillanti e sedativi

Il consumo di alcolici e sostanze psicotrope tra i giovani di 16 anni a livello europeo è rimasto costante per tutto il 2011, di contro sono aumentati i fumatori e gli assuntori di sostanze inalanti, come solventi e colle, mentre i ragazzi italiani registrano consumi sopra la media comunitari per quasi tutte le sostanze stupefacenti. Questi, in sintesi, alcuni dei dati raccolti dalla ricerca europea Espad condotta nel 2011, che indaga i comportamenti degli adolescenti e che lo scorso anno, ha coinvolto 36 Paesi europei. Il focus italiano, invece, è stato condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa.


I DATI IN GENERALE.
 “L’alcol è da sempre la sostanza psicotropa maggiormente sperimentata e consumata dai sedicenni, nonostante il suo uso sia loro vietato o limitato in molti Paesi – ha spiegato Sabrina Molinaro dell’Ifc-Cnr, responsabile della ricerca in Italia. L’Italia si trova nella ‘top ten’ con il 63 per cento di adolescenti che hanno bevuto almeno una volta nell’ultimo mese, contro la media del 57”. “Il primato – ha aggiunto – va alla Repubblica Ceca con il 79 per cento, seguita da Danimarca (76 per cento), Germania (73 per cento) e Grecia (72 per cento). Chiudono la classifica Albania (32 per cento) e Islanda (17 per cento)”. Riguardo la tendenza tra i giovanissimi, quella del ‘binge drinking’ (cinque o più bevute in un’unica occasione), il l’Italia con il 35 per cento si assesta sotto il 39 di media, a dimostrazione di una differente ‘cultura del bere’. Inoltre, rispetto alla rilevazione del 2007, tra gli studenti italiani si registra un lieve calo”.

FUMO, UNA DIPENDENZA CHE RESISTE NONOSTANTE TUTTO. 
Stando al focus italiano del Rapporto Espad, purtroppo anche il consumo di sigarette nell’ultimo mese colloca i 16enni italiani tra i primi dieci della classifica, con il 36 per cento contro la media europea del 28 per cento. “Nonostante le campagne di sensibilizzazione, il dato resta sostanzialmente stabile – ha analizzato la Molinaro. In altri paesi come Francia, Portogallo, Polonia, Finlandia e Romania, i consumi però aumentano rispetto al 2007, mentre scendono in Norvegia, Russia e Islanda”. “I coetanei con più alte percentuali di fumatori sono in Repubblica Ceca (42 per cento) e Bulgaria (39 per cento), dove le ragazze sono in netta maggioranza: 46 per cento contro 33 per cento, così pure in Francia (38 per cento: i maschi sono il 34 per cento, le femmine il 43). I paesi dove si fuma di meno sono Norvegia (14 per cento), Albania (13) e Islanda con il 10 per cento”.

È LA CANNABIS, LA SOSTANZA ILLEGALE PIÙ USATA DAI GIOVANI. 
La sostanza illegale più sperimentata dagli studenti europei almeno una volta nella vita è la cannabis (hashish o marijuana). “E l’Italia è ancora tra le prime dieci nazioni con il 21 per cento (24 per cento maschi, 18 per cento femmine) contro il 17 per cento di media. L’elenco vede in testa cechi e francesi, rispettivamente con il 42 e il 39 per cento, ed è chiuso da Grecia (8 per cento) e Albania (4 per cento)”, ha osserva Molinaro. “L’uso di cannabis tra i 16enni italiani, dopo il calo registrato dal 2003 al 2007, si è stabilizzato. D’altra parte Francia, Polonia, Portogallo e Grecia nell’ultimo quadriennio vedono aumentare gli adolescenti che consumano cannabinoidi. In Ucraina e Russia invece diminuiscono”.

DALLA COCAINA ALL’ECSTASY, ITALIA AL 5° POSTO EUROPEO PER CONSUMO.
 Per quanto riguarda il consumo (almeno una volta nella vita) delle altre sostanze psicoattive illegali come cocaina, eroina, anfetamine, ecstasy e allucinogeni “gli italiani sono – ha specificato la ricercatrice Ifc-Cnr – è in linea con il dato medio europeo del 6 per cento e occupano il quinto posto della classifica insieme ad Albania e Irlanda. In testa si trovano Francia e Bulgaria con il 10 per cento, Bosnia e Norvegia chiudono con il 2”. “Rispetto all’ultima rilevazione – ha ribadito la Molinaro -, l’Italia registra una lieve diminuzione insieme con Islanda, Irlanda e Russia. Tendenza opposta in Portogallo, Cipro e Romania, mentre la maggioranza delle nazioni mantiene i consumi stabili”. Rispetto agli inalanti, ha fatto notare la ricercatrice, “l’Italia si attesta al penultimo posto con il 3 per cento dei giovani che riferiscono di averli sperimentati almeno una volta nella vita. Ai primi posti la Croazia e la Lettonia, rispettivamente con il 28 e il 23 per cento. La media europea è del 9”.

LA RICERCA EUROPEA ‘ESPAD’. La survey Espad si ripete in Europa ogni quattro anni dal 1995 e nel tempo sono aumentati i paesi partecipanti e le sostanze indagate, tra cui ora rientrano anche tranquillanti e sedativi assunti senza prescrizione medica. “Gli italiani si trovano al quinto posto con il 10 per cento confermando il picco del 2007. La media è il 6 per cento, la classifica – ha concluso la Molinaro – è aperta da Polonia (15 per cento), Lituania (13), Cipro e Francia con l’11 per cento e chiusa con il 2 per cento da Germania, Russia e Ucraina. Percentuali in crescita in Grecia, Cipro e Montenegro”.
 

MATERIALI
– 
Dossier European Population Survey on Alcohol and other Drugs (Espad)

LINK
– 
European Population Survey on Alcohol and other Drugs (Espad)
– 
Itituto di fisiologia clinica (Ifc-Cnr) di Pisa