VENDE LAUREA SU EBAY A 1 CENTESIMO: “NON MI SERVE A NULLA!”

laurea ebay

 

Si chiama Giorgio Tedone, 26 anni, e da poco si è laureato in scienze politiche all’universitàLa Sapienza di Roma e ha preso anche un master a Londra. Fin qua tutto bene, ma il motivo che ha fatto parlare di questo ragazzo è un caso che accomuna molti giovani laureati italiani.

 

Giorgio infatti della sua laurea non sa che farsene, non viene assunto da nessuna parte ed è costretto a fare il cameriere a Torino per guadagnare qualcosa. Figlio di un operaio e di una casalinga non vive di certo nell’oro, e se poi si pensano ai sacrifici fatti dai genitori per mantenere gli studi del figlio tra libri e retta Universitaria tutto diventa ancora più complicato.

 

Giorgio ha cosi deciso di mettere in vendita la sua laurea e il suo master su ebay, facendo partire l’asta da 1 centesimo e scrivendo: “Vendesi causa inutilizzo!”. Il web, tra facebook e twitter è dalla sua parte, che sia questo un segnale per muovere qualcosa nell’ambito delle università e dei giovani senza lavoro? Voi che ne pensate?

http://www.notiziario360.it/vende-laurea-su-ebay-a-1-centesimo-non-mi-serve-a-nulla/

Ilva, ministero dell’ambiente parte civile

Clini: “Il ministero si costituirà parte civile nel processo mirato a individuare responsabilità per l’inquinamento”

Luca Romano

Taranto si registra un aumento della mortalità del 10% nel periodo 2003-2008.

 

Il dato emerge dallo studio “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità, che verrà presentato domani dal ministro della Salute Renato Balduzzi.

Il trend conferma le precedenti analisi, relative al periodo 1995-2002, che parlavano di un aumento di mortalità generale e per tumori che oscilla tra il 10 e il 15%, e un aumento del 30% in particolare per il tumore al polmone sia negli uomini sia nelle donne. Un aumento di oltre 50% di decessi permalattie respiratorie acute.

I dati riconoscono un nesso sospetto ma non accertato di causalità con le emissioni degli stabilimenti di Taranto, come quello dell’Ilva. La ricerca fa parte del progetto che ha studiato il profilo di mortalità delle popolazioni residenti nei siti di interesse nazionale per le bonifiche (circa 60 in Italia) misurando l’impatto sulla salute di quelli contaminati come appunto l’area di Taranto.

Intanto, “il ministero dell’Ambiente si costituirà parte civile nel processo mirato a individuare responsabilità per l’inquinamento di Taranto”. Ad affermarlo è stato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini su twitter. 

E sul caso Ilva, i custodi giudiziari degli impianti dell’Ilva sequestrati hanno notificato all’azienda una direttiva con la quale ordinano di rifare completamente sei batterie delle cokerie degli altiforni, spegnere 6 torri e 2 altoforni, fermare l’acciaieria 1, adeguare l’acciaieria 2, e il rifacimento del reparto “Gestione materiali ferrosi”.

Da Twitter nuove opportunità per studiare malattie e consumo di farmaci

Twitter è un utile strumento per il monitoraggio dei problemi di salute: lo dimostra una ricerca di Mark Dredze e Michael Paul della Johns Hopkins University (Baltimora, Stati Uniti), che hanno presentato i loro studi a Barcellona (Spagna) all’International Conference on Weblogs and Social Media.

 

I due informatici hanno messo a punto un software che ha permesso di selezionare 1,5 milioni di messaggi riguardanti questioni di salute fra 2 miliardi di messaggi inviati su Twitter tra maggio 2009 e ottobre 2010. In questo modo sono state ottenute informazioni su allergie, influenza, insonnia, cancro, obesità, depressione e dolori, sulla distribuzione geografica e stagionale delle malattie e sui farmaci più assunti. “In alcuni casi abbiamo scoperto cose che nemmeno i medici curanti sapevano, come quale farmaco da banco viene scelto per curarsi a casa”, spiega Dredze. “Abbiamo scoperto che alcuni per curare l’influenza assumono antibiotici anche se non sono efficaci contro questa malattia – racconta Paul – questa abitudine può contribuire all’aumento dei problemi di resistenza agli antibiotici”.

 

L’unico scoglio è che gli utenti di Twitter, per lo più giovani statunitensi, non sono un campione rappresentativo della popolazione mondiale. E, come sottolinea Paul, “c’è un limite in ciò che le persone vogliono condividere in Twitter”.

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