Come vedere film in streaming

Questa sera in TV non trasmettono nulla di buono, per andare al cinema si è fatto tardi e il lettore DVD è occupato dal tuo fratellino impiccione e i suoi cartoni animati. Come fare a passare la serata senza annoiarsi? Fossi in te, mi guarderei un bel film su Internet.

Come dici? Non vuoi rischiare di beccarti virus o visualizzare banner pubblicitari poco decorosi? Non preoccuparti. Esistono diversi siti streaming film gratis in Italiano in cui è possibile visualizzare numerose pellicole di vario genere a costo zero e in maniera del tutto legale, senza rischiare nulla. Se sei d’accordo, ecco una lista di quelli più interessanti.

GUARDA: PROGRAMMI PER VEDERE FILM IN STREAMING



Uno dei principali siti streaming film gratis in Italiano è Film Review, che grazie ad un accordo fatto con le case cinematografiche permette di visualizzare numerosi film online in maniera legale e a costo zero. Per accedere ai contenuti del sito, collegati alla sua pagina principale utilizzando Internet Explorer, fai click sul pulsante Registrati (in alto a destra) e compila il modulo che ti viene proposto per ottenere il tuo account gratuito.

A procedura ultimata, torna all’home page di Film Review ed effettua il login al sito digitando il nome utente e la password che hai scelto in fase di registrazione nei campi collocati in alto a destra e cliccando su Login. Adesso, clicca sulla scheda FILM GRATIS e scegli il film che desideri guardare cliccando sul pulsante GUARDALO GRATIS per due volte consecutive. Nella pagina che si apre, clicca prima su Aggiorna e poi su Chiudi e Sì per aggiornare Windows Media Player. Clicca quindi sulla barra gialla che compare nella parte alta della finestra, seleziona la voce Esegui controllo ActiveX dal menu che si apre e clicca prima sul pulsanteClicca qui e poi su play per visualizzare il film.

Un altro tra i più famosi siti streaming film gratis in Italiano è Cine1, che proprio come Film Review, permette di visualizzare pellicole di ogni genere a costo zero in maniera completamente legale (previa registrazione). Per creare un account gratuito sul sito, collegati alla sua pagina principale, clicca sulla voce Registrati (in alto a destra) e compila il modulo che ti viene proposto. Accedi quindi alla tua casella di posta elettronica, fai click sul link di conferma contenuto nell’e-mail ricevuta da Cine1, clicca sulla voce Completa la registrazione (in alto a destra) e compila il nuovo modulo che ti viene proposto per completare la creazione del tuo account.

Adesso, clicca sul pulsante Free Movie (sulla sinistra) per visualizzare la lista dei film disponibili gratuitamente sul sito e scegli la pellicola da guardare facendo click sulla sua locandina. Nella pagina che si apre, clicca sul pulsante Riproduci film, seleziona i tre spot pubblicitari che desideri visualizzare prima del film (è questo il “prezzo” da pagare) e clicca sul pulsanteRiproduci per goderti lo spettacolo.

First.tv è un sito che offre film gratis in Italiano legalmente grazie alla visualizzazione di spot pubblicitari prima della riproduzione delle pellicole. Non richiedendo registrazioni, puoi iniziare a guardare i tuoi film preferiti su First.tv semplicemente cliccando su una delle locandine presenti nella pagina principale del sito.

I film in catalogo non sono tantissimi, ma ce n’è davvero per tutti i gusti. Per guardarli, basta utilizzare un browser che supporti la tecnologia Flash Player.

Foto all’inizio dell’articolo: Cinema

Pubblicato da Salvatore Aranzulla 

aranzulla.tecnologia.virgilio.it

Finanziamenti alla scuola privata: pro o contro?


Leggendo questo volantino nella chiave proposta è difficile non essere d’accordo. Ma per affrontare la questione SERIAMENTE, e non in modo populista (termine che va di moda) è necessario fare alcune valutazioni:


Per dovere di cronaca, va detto che dovrebbe essere considerato anche un eventuale risparmio per le casse dello stato, dovendo farsi carico di un numero inferiore di studenti e quindi classi…


Per poter esprimere un giudizio dovremmo valutare la situazione alla luce dei conti: 


Il finanziamento pubblico alle scuole private permette agli istituti di praticare una tariffa più bassa agli studenti, e renderle più accessibili.


E’ necessario valutare la natura del finanziamento. Se lo stato per organizzare una classe di 25 alunni spende 50.000 euro all’anno, e ne devolve la metà a un istituto privato per fare la stessa cosa, realizzerebbe un risparmio. 


Consideriamo inoltre che agli istituti privati non si rivolgono solo “i figli dei ricchi” ma anche molti giovani che vogliono recuperare anni scolastici, spesso sacrificandosi per pagare la cospicua retta.



Staff nocensura.com

Bambini italiani, in bilico tra buone abitudini e sedentarietà. Ecco il decalogo per una vita salutare

Ad un anno dal lancio del progetto triennale di sensibilizzazione ‘Pronti, partenza, via!’ in 10 città sono coinvolti oggi oltre 27mila tra bambini, genitori ed operatori. Neri: “Movimento e socialità sono elementi essenziali per una crescita equilibrata

Fonte: Immagine dal web

 

Sedentari, pigri, poco interessati al gioco all’aria aperta o allo sport anche quando lo praticano, tutte attività sostituite oramai da tv e videogiochi. È la situazione della maggior parte dei bambini italiani, una fotografia che li vuole in precario equilibrio tra sane abitudini di vita da un lato, come la pratica di attività sportive e motorie, e la sedentarietà e le cattive abitudini dall’altro. Secondo un’accurata ricerca conoscitiva realizzata da Ipsos per Save the Children e Kraft Foods Italia sugli stili di vita di bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 17 anni, diffusa nei giorni scorsi insieme al Decalogo per uno stile di vita più salutare per bambini e famiglie , emerge infatti che il 60 per cento passa il proprio tempo libero al chiuso, il 39 per cento mangia quotidianamente davanti alla tv, un quinto non fa abitualmente colazione a casa e soltanto il 25 per cento segue l’importante regola dei 5 pasti al giorno.

BAMBINI E SPORT, UN BINOMIO DIFFICILE DA CONIUGARE…
Quasi un quinto dei bambini e adolescenti italiani, dunque, non pratica alcuna attività motoria nel tempo libero, con un aumento di un punto percentuale rispetto allo scorso anno. La percentuale sale al 24 per cento al Sud e nelle Isole, con dei picchi del 37 per cento a Napoli e del 33 per cento a Sassari. Costo elevato (21 per cento) o assenza sul territorio di strutture adeguate (16 per cento), sono tra le cause segnalate dai bambini, insieme al fatto che i genitori non possono accompagnarli (20 per cento), ma soprattutto al disinteresse nella pratica di un qualsiasi sport o attività motoria (ben il 38 per cento, in aumento del 12 per cento rispetto al 2011).

DALL’AUTO A LL’ASCENSORE, A TUTTA SEDENTARIETÀ. Quando si sposta per qualunque esigenza, anche solo per andare a scuola, il 41 per cento dei bambini e ragazzi lo fa accompagnato in auto (con un incremento del 3 per cento rispetto allo scorso anno, e con percentuali che toccano il 51 per cento a Bari e 50 per cento ad Ancona), e il 68 per cento cammina meno di 30 minuti al giorno (di questi il 23 per cento lo fa per meno di 15 minuti, percentuale che diventa del 35 per cento a Palermo e del 31 per cento a Napoli). Oltre un quarto di loro prende abitualmente l’ascensore, con picchi del 45 e 39 per cento rispettivamente ad Aprilia e nella provincia di Roma e a Palermo. 

SEMPRE PIÙ SOLITARI IN SPAZI AL CHIUSO. 
Secondo il 60 per cento dei genitori italiani, i loro figli passano il tempo libero prevalentemente a casa propria o di amici, percentuale che arriva al 66 per cento al Sud e nelle Isole e al 64 per cento nel nord ovest e che riguarda in misura maggiore la fascia d’età 11-13 anni (66 per cento). Maglia nera per Catania e Bari dove i genitori che dichiarano che i propri figli passano pochissimo tempo all’aperto sono rispettivamente il 73 e il 72 per cento. Di questi, il 26 per cento dichiara che non esistono spazi all’aperto dove i bambini possono incontrarsi con gli amici (che arriva al 46 per cento a Napoli, al 40 per cento a Genova e al 36 per cento a Catania), il 32 per cento dice che nei luoghi di aggregazione non esistono condizioni di sicurezza e pulizia adeguate (con il 46 per cento di Milano, e il 39 per cento di Napoli e Palermo), e infine il 42 per cento afferma di non poterli accompagnare e supervisionare (70 per cento a Sassari, 60 per cento Aprilia e provincia di Roma e 46 per cento ad Ancona). 

TELEVISIONE, UN’AMICA CON CUI PASSARE IL TEMPO. 
La televisione continua ad essere un’amica con cui spendere del tempo: i genitori dichiarano che più di 3 ore di TV al giorno sono la regola per quasi 1 bambino su 5 durante la settimana (la percentuale sale al 28, 26 e 24 per cento rispettivamente a Palermo, Torino e Milano), ma nel weekend lo diventano per più di 1 su 4 (con punte del 43 e 41 per cento a Milano e Palermo). Ore che spesso si sommano a quelle passate su internet (secondo i bambini e ragazzi italiani più di 3 ore al giorno per il 15 per cento di loro, con percentuali del 30 per cento a Milano e del 23 per cento a Palermo) o a giocare ai videogames (più di tre ore al girono per l’8 per cento, con vette del 18 per cento a Bari e del 16 per cento a Palermo). 

GENITORI, TRA IL CONTROLLO DELLA TV…
Un ragazzo su quattro afferma che i propri genitori non controllano per quanto resti incollato agli schermi, percentuali che salgono al 27 per cento per quanto riguarda la navigazione su internet (a Napoli e Aprilia, i genitori che non controllano quanto tempo i bambini passano davanti alla tv sono rispettivamente il 33 per cento e 30 per cento, mentre quelli che non controllano quanto tempo navigano in internet sono il 32 per cento ad Aprilia e il 29 per cento a Milano). Bari è anche la città che ha il record della mancanza di conoscenza delle abitudini dei figli da parte dei genitori: il 15 per cento di essi non sa quantificare il tempo passato dai figli davanti alla tv durante il weekend, mentre l’11 per cento ignora quello passato utilizzando i videogiochi.

…E L’ANSIA DEL GIOCO ALL’APERTA. 
 Per contro, il 57 per cento dei genitori si preoccupa se i figli stanno all’aperto (in leggera flessione rispetto al 59 per cento del 2011), prevalentemente per la paura degli sconosciuti (45 per cento, che sale fino al 68 per cento a Milano, 59 per cento a Sassari e 54 per cento Torino), seguita dal timore del traffico (25 per cento, con picchi del 38 per cento a Bari e del 35 per cento a Catania), che i figli si facciano male (25 per cento), o che frequentino amici pericolosi (3 per cento, che raggiunge però il 12 per cento a Palermo). 

IL DECALOGO PER UNO STILE DI VITA SALUTARE DI SAVE THE CHILDREN. “Benché sembra che la pratica di attività sportive e motorie sia abbastanza diffusa tra i ragazzi italiani, ad un esame più attento – ha spiegato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia -, emergono forti criticità legate al disinteresse in forte aumento rispetto alla pratica di sport e un lieve incremento dei comportamento sedentari, come il più frequente utilizzo dell’auto negli spostamenti ed una maggiore permanenza dei ragazzi a casa nel tempo libero”. “Indicatori preoccupanti, perché il movimento e la socialità sono elementi essenziali per la crescita equilibrata. Come abbiamo cercato di sintetizzare nel Decalogo per uno stile di vita più salutare per bambini e famiglie, esistono dei comportamenti virtuosi che bisogna cercare di innescare: stimolare a camminare per più di 30 minuti al giorno, ad esempio, è fondamentale, se consideriamo che il 68 per cento dei bambini e dei ragazzi italiani non lo fa”.

L’IMPORTANZA DELLA PRIMA COLAZIONE…Nonostante i genitori dichiarino di conoscere in genere le regole per un regime salutare (89 per cento) apprese soprattutto in ambito familiare (42 per cento), o da letture (39 per cento), il 37 per cento di loro non le applica con i propri figli. A partire dalla colazione mai fatta, o solo qualche volta a casa per il 12 per cento dei bambini. In flessione comunque la percentuale dei ragazzi che fa abitualmente colazione al bar, passata dal 5 all’1 per cento, probabile specchio della crisi economica, mentre se si indaga su cosa mangiano i ragazzi, sono latte (65 per cento), biscotti (47 per cento) e cereali (39 per cento) a farla da padroni. Per la maggior parte di essi, pari al 57 per cento, comunque la colazione varia.

…LA DANNAZIONE DELLA MERENDINA FUORI PASTO… La merenda fuori dai pasti principali (intesi come colazione, pranzo e cena) è un’abitudine consolidata solo per il 25 per cento dei bambini italiani, a cui si aggiunge un 43 per cento che lo fa qualche volta alla settimana, e la maggior parte di loro lo fa a metà pomeriggio (65 per cento): la raccomandazione dei pediatri di effettuare 5 pasti nell’arco della giornata è ben lontana dall’essere praticata.

...E L’INCUBO OBESITÀ. Il sovrappeso appare per i genitori un problema consueto che colpisce un cospicuo numero di bambini e ragazzi italiani e che preoccupa quando sfocia in obesità vera e propria: un genitore su quattro, infatti, afferma che riguardi oltre il 30 per cento dei bambini del nostro paese, ed in particolare la fascia d’età dai 6 ai 10 anni (per il 64 per cento di questi). Il sovrappeso è maggiormente presente in famiglie che denunciano qualche problematica o difficoltà relazionale o famiglie mono-reddito, in cui le madri sono casalinghe.

LUCI ED OMBRE DEL PIANETA NUTRIZIONE. “Anche per quanto riguarda il pianeta nutrizione emergono luci ed ombre – ha precisato Valerio Neri -. Se è vero che la maggior parte dei bambini e ragazzi italiani mangiano più o meno abitualmente frutta e verdura, è anche vero che solo un bambino su quattro fa propria la raccomandazione di pediatri e nutrizionisti di fare 5 pasti al giorno, un bambino su 10 decide autonomamente cosa mangiare e aumenta il numero dei genitori che non contesta ai figli il fatto di mangiare di fronte alla tv”. “Tali comportamenti a rischio si registrano soprattutto in contesti socio-economici disagiati e potrebbero estendersi a causa della crisi economica, che secondo la ricerca Ipsos sta mettendo in difficoltà il 29 per cento delle famiglie italiane, con un aumento del 10 per cento rispetto allo scorso anno”. 

ECCO PERCHÉ IL PROGETTO ‘PRONTI, PARTENZA, VIA!’. È questa la sfida che Save the Children ha raccolto più di un anno fa insieme a Kraft Foods Foundation e in partnership con il Centro Sportivo Italiano (CSI) e l’Unione Italiana Sport Per tutti (UISP), lanciando ‘Pronti, partenza, via!’, un progetto triennale per sostenere, con interventi mirati, la pratica motoria e sportiva e l’educazione alimentare dei bambini. L’intervento si propone, infatti, di sensibilizzare, informare e coinvolgere bambini, genitori, insegnanti e operatori del settore per promuovere stili di vita più salutari in aree particolarmente disagiate di 10 città italiane distribuite su tutto il territorio nazionale: Torino, Genova, Milano, Aprilia, Ancona, Sassari, Napoli, Bari, Palermo e Catania. “Oggi possiamo dire di essere sulla buona strada – ha commentato Neri -, con oltre 27mila beneficiari raggiunti, tra ragazzi, genitori e operatori, incidendo sui vari aspetti che compongono lo stile di vita di un bambino come il movimento, la fruizione del tempo libero, l’alimentazione, favorendo un’azione di integrazione sociale a contrasto dei fenomeni di emarginazione diffusi in ampie fasce della popolazione, soprattutto tra i più giovani”. 

MATERIALI
– Decalogo per uno stile di vita più salutare per bambini e famiglie

LINK
– Progetto ‘Pronti, partenza, via!’

La serie tv preferita si conclude? È un dramma

Un’angoscia simile a quella di cui si soffre quando finisce un rapporto d’amore, anche se meno intensa. Ci si sente smarriti e, allo stesso tempo, un po’ depressi. E’ questo l’effetto che sortisce, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Mass Communication and Society da un gruppo di studiosi dell’Ohio State University guidati da Emily-Moyer Gusi, la serie tv preferita che arriva a conclusione. E le repliche, quando mandate in onda, non bastano a lenire il disagio che si prova: sono solo copie.

Dexter, CSI, Justified, Grey’s Anatomy, Friends: quale sia il tipo di telefilm che si preferisce guardare non incide sul dolore che si prova quando ce se ne separa, spiega Moyer-Gusi. A fare la differenza è piuttosto il motivo per il quale lo si segue: da questo dipende il livello di stress percepito quando non lo si trova più sullo schermo televisivo.

 

Lo studio statunitense ha esaminato come gli spettatori – tutti universitari – hanno reagito davanti alla fine del proprio programma preferito. Ai partecipanti è stato anche chiesto quanto spesso guardavano la televisione e i motivi che li spingevano a farlo, e quanto fosse importante per loro. Dai risultati è emerso che i ragazzi che affermavano di sentirsi in “forte relazione” con i personaggi erano coloro che si sentivano più a disagio quando i telefilm interrompevano le programmazioni: “’Ci sono alcuni aspetti dei rapporti con i personaggi televisivi che possono essere paragonati ai rapporti reali – spiega la studiosa – ma l’intensità è, in genere, ridotta”. Alcuni affermano di “percepire un disagio reale”, simile a quello che si prova quando finisce un rapporto d’amore o d’amicizia, anche se l’intensità dell’angoscia che si prova, spiega la ricercatrice, “non è paragonabile a quella che si prova nella realtà”.

 

Lo shock dell’“abbandono”, però, rimane, e in molti accusano il colpo. Conclusa la serie tv, come si impiega il tempo che prima si trascorreva davanti allo schermo? Quasi la metà dei partecipanti allo studio – il 40% – ha sostituito la visualizzazione della serie tv con altre attività multimediali, come l’utilizzo di internet, mentre il 18% ha dichiarato di trascorrere più tempo con amici e familiari.