GF 11 e bufale parte 2



UpdateAndrea Cocco ha vinto il Grande Fratello 11. All’1.08 abbiamo avuto la conferma della figuraccia del quotidiano La Città di Salerno che evidentemente ci ha “provato”, tecniche SEO per principianti. Davvero una brutta roba.

Ferdinando Giordano ha vinto il Grande Fratello 11. Sono le 23.23 mentre vi scriviamo, non è stato ancora annunciato ufficialmente nemmeno il terzo classificato (sappiamo solo che Jimmy Barba è finito quarto), ma il quotidiano La Città di Salerno ha già pubblicato sul suo sito la notizia così come la vedete nell’immagine di questo post.

Per quanto il verdetto, con la vittoria di Ferdinando, sia in qualche modo scontato stando alle previsioni (il salernitano è primo nella classifica di gradimento) non è chiaro se quelli del quotidiano del network La Repubblica – L’Espresso sappiano qualcosa più di noi che siamo incollati al teleschermo oppure se si tratti di una semplice (quanto subdola) tecnica di posizionamento sui Google e sugli altri motori di ricerca.

Andrea Cocco ha vinto il Grande Fratello 11

Andrea Cocco ha vinto il Grande Fratello 11Andrea Cocco ha vinto il Grande Fratello 11Andrea Cocco ha vinto il Grande Fratello 11Andrea Cocco ha vinto il Grande Fratello 11

http://www.tvblog.it/post/24941/ferdinando-giordano-vince-il-grande-fratello-11

Gf 11 e bufale

Orgia al Gf 11: video censurato su Facebook è una bufala

Attenzione alle bufale, ovviamente non dei pacifici bovini che ci donano il loro latte per fare uno degli alimenti più buoni della terra, la mozzarella, ma a quelle mediatiche che girano sul web , spesso un mero tentativo di fare linkjacking ossia farsi linkare e prendere visite tramite un tranello.

È quello che è successo con la chiave Orgia al Grande Fratello che è girata su  è un chiaro esempio. Migliaia di persone incuriosite dal link ci hanno cliccato sopra venendo reindirizzati a pagine inutili, zeppe di banner spesso di siti web a luci rosse. La voce però che al  i ragazzi si fossero esibiti in una straordinaria orgia in cui tutti hanno fatto sesso con tutti. Talmente alta è stato il seguito che la redazione del programma ha pubblicato una smentita sulla pagina ufficiale di Facebook: Grande Fratello Ragazzi, una comunicazione: in questi giorni stanno girando su Facebook dei link di una presunta orgia…precisiamo che NON sono stati postati da Grande Fratello e che NON c’è stata nessuna orgia nella Casa. Occhio ai link falsi. La stessa cosa è accaduta all’estero, per il Grande Fratello finlandese e tedesco.

Certo però sarebbe stato interessante vedere Sheila Capodanno e l’operaio  che si prendono, peccato, per cose del genere vi indirizziamo al Big Sister a Praga, locale a luci rosse che riprende i suoi clienti e pubblica i video sul web, noto in Italia per un servizio de.

Aosta città più cara d’Italia 03 aprile 2011 08:47

E’ Aosta la città più cara d’Italia, dove il carrello della spesa arriva a costare fino a 800 euro in più l’anno. Secondo un’indagine condotta dal Codacons, insieme al sito specializzato www.spesafacile.com, il capoluogo valdostano batte infatti tutte le altre 109 province italiane, arrivando a costare ben il 28% in più rispetto alla provincia più economica, Siena. 

Lo studio ha preso in esame un paniere composto da 28 beni, rappresentativi della spesa settimanale tipo di una famiglia media. Nel carrello sono stati inseriti quindi generi alimentari come latte, uova, pane, pasta, carne bovina, e beni legati alla persona come sapone, detersivo e dentifricio. 

Il risultato indica Siena al vertice della classifica del risparmio. Quasi inaspettatamente infatti nella provincia toscana per acquistare il paniere di beni individuato, si spende meno in assoluto: 49,83 euro. La provincia più cara invece proprio Aosta dove, per i medesimi prodotti, si spendono 63,83 euro, ossia 14 euro netti in più di Siena (+28%). 

Tra le città più economiche figurano molte città del Sud: al secondo posto si piazza infatti Vibo Valentia (50,29 euro) e al terzo Potenza (50,98 euro). 

Al contrario tra le più care sono soprattutto città del Nord. Il Codacons evidenzia proprio che tra le città meno convenienti vi siano ben tre province della Lombardia (Lecco, Varese e Sondrio) e tre del Piemonte (Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola). 

Guardando ai prodotti inseriti nella lista della spesa, alcuni registrano prezzi estremamente diversificati a seconda della città: ad esempio il riso (1 kg) lo si può trovare a 1,50 euro a Potenza e a 4,84 euro a Nuoro, con una differenza che arriva al 220%; il tonno in scatola (confezione da 3 x 80 gr) passa da 1,80 euro di Siena a 4,49 euro di Aosta (+149%); 12 rotoli di Carta igienica costano invece 6,98 euro nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola e 3,35 euro a Isernia (differenza del 108%). 

”Le differenze esistenti tra le varie città d’Italia sotto il profilo dei prezzi al consumo, incidono pesantemente sui bilanci delle famiglie e sul loro potere d’acquisto – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi -. Basti pensare che, facendo una spesa completa (non solo i 28 beni dello studio) nella città più conveniente, a fine anno si avrà un risparmio pari a circa 800 euro a famiglia rispetto alla città più costosa”.

Bevono per sbaglio lavanda vaginale, boom di intossicate. Sotto accusa lo spot

LA DENUNCIA DEI CENTRI ANTIVELENI DI MILANO-NIGUARDA E PAVIA

Bevono per sbaglio lavanda vaginale, boom di intossicate. Sotto accusa lo spot

Lo spot tv avrebbe tratto in inganno le consumatrici.
E ora si pensa di cambiare il colore della confezione

Lo spot del Tantum rosa
Lo spot del Tantum rosa

MILANO – Bevono lavanda vaginale per errore, a volte finendo al pronto soccorso. I Centri antiveleni italiani, tra cui quelli di Milano-Niguarda e Pavia, hanno avuto 50 segnalazioni in un mese, tra dicembre e gennaio. E le due strutture hanno deciso di sollevare la questione all’Agenzia italiana del farmaco, che si è messa subito al lavoro. A destare l’allarme il Tantum rosa, diventato farmaco da banco dopo un passato da Sop, medicinale senza obbligo di ricetta per cui non si può fare pubblicità. Sdoganato il bando, il Tantum rosa diventa protagonista di uno spot «che sembra aver tratto in inganno le consumatrici. Se prima di dicembre – fanno notare dal centro pavese – rilevavamo 0,5 casi al mese per uso errato accidentale, dopo l’arrivo dello spot sul piccolo schermo e la classificazione del medicinale come farmaco da banco l’incidenza è salita a ben 16 casi in un mese solo nel nostro centro». L’azienda produttrice corre ai ripari e modifica lo spot, sottolineando a più riprese «l’uso esterno» del medicinale. I casi a questo punto diminuiscono, stando ai dati forniti dal centro di Pavia, ma mantenendo comunque una media più alta rispetto al passato: 9 in 20 giorni, tra il 9 gennaio e il 29 gennaio 2010, contro i 16 casi registrati in precedenza dal Cav pavese. Comunque ben al di sopra dell’incidenza pre-spot di 0,5 al mese.

 

COLORE DELLA CONFEZIONE – Sulla questione la commissione di farmacovigilanza dell’Aifa ha presentato una relazione al Comitato tecnico-scientifico, che ha approvato il documento. La strada indicata consisterebbe nella modifica del colore della confezione del medicinale, che passerebbe da rosa a nera o blu, evitando così di confondere e indurre in errore le donne. Il timore è che alcune di loro acquistino e assumano il Tantum rosa confondendolo con altri farmaci da banco che hanno la confezione del medesimo colore e che vanno assunti oralmente. A quelle che hanno finito per berlo, come fosse uno sciroppo, la lavanda vaginale ha causato «qualche problema, ma conseguenze certo non drammatiche», precisa Marcello Ferruzzi, del Cav del Niguarda: sintomi gastroenterici e stordimento, ma anche vertigini, parestesie agli arti e allucinazioni. Il sospetto di alcuni addetti ai lavori è che il Tantum rosa venga usato in alcuni casi per “sballarsi”, magari associato all’alcol. La benzidamina avrebbe infatti anche un effetto euforizzante. (Fonte: Adnkronos)

Ma com’è possibile che ci sia lo zucchero nel tabacco?

La prima azienda consumatrice di zucchero al mondo è l’industria alimentare, e questo appare anche ovvio. Ma non tutti sanno quale sia la seconda azienda consumatrice di zucchero: l’industria del tabacco.
Certo, non ci sono altre grandi aziende che possano impiegare questo elemento, ma fa riflettere comunque il dato che l’industria del tabacco sia una ‘grande’ consumatrice di zucchero. Che poi venderà sotto forma di sigarette, sigari, tabacchi per pipa.

Ma com’è possibile che ci sia lo zucchero nel tabacco?
Fin dalle origine della produzione del tabacco è stato impiegato lo zucchero, o meglio si creava zucchero naturale, simile alla glassa e alla resina delle piante, durante il processo di essiccazione delle piante di tabacco. In aggiunta a questo naturale processo spesso i produttori di tabacco hanno impiegato dello zucchero nella produzione del tabacco stesso.

Perché è grave l’impiego di zucchero nella produzione di tabacco?
L’impiego dello zucchero chimico e la presenza di dolcificanti densi naturali nel processo di essiccazione delle foglie di tabacco sono nocivi per la salute e principale causa di tumore a gola e polmoni. La viscosità del composto infatti ostruisce le vie arteriose, le vene, complicando la respirazione del fumatore.

Quella dello zucchero nel tabacco è una leggenda metropolitana?
No, non lo è. Tanto è vero che negli anno ’70 in Inghilterra la questione era sulle prime pagine dei giornali. Discussa da medici, produttori di tabacco ed opinione pubblica. E ‘quando nel 1972 il governo britannico annunciò l’imminente pubblicazione della lista dei tassi di catrame e nicotina delle sigarette inglesi il London Sunday Times pubblicò un commento polemico in prima pagina. Criticavano il fatto che questi elenchi sono spesso ingannevoli e citavano studi che dimostrano che i tabacchi inglesi fatti essiccare ad aria calda, e quindi ricchi di zucchero, possono comportare un serio rischio di malattie polmonari gravi, anche se contengono poco catrame e poca nicotina.’ (Da SugarBlues. Il mal di zucchero di W. Dufty.Macro ed. pag. 232)
Su un’altra rivista britannica, del marzo 1973, dal nome Notizie del mondo medico apparve la notizia che in media nelle sigarette veniva aggiunto un 5% di zucchero in più rispetto al già 20% di zucchero (saccarosio) presente naturalmente nel tabacco. La percentuale sale fino al 20% per i sigari e persino un 40% per il tabacco da pipa. Per questo motivo il sigaro se aspirato fa ancora più male, perché è quasi per il 50% zucchero. Così come certe merendine fatte con zucchero come ingrediente principale, soltanto che nel caso dei fumatori la cosa si aggrava perché viene fumato.
Inoltre, proprio perché è saccarosio, quello presente nelle sigarette, nei sigari e nel tabacco crea dipendenza. E questo contribuisce alla dipendenza già creata dalla nicotina, la droga che porta il fumatore a non poterne fare a meno. Ma è solo una dipendenza come le altre. Eliminata la sostanza, dopo poco tempo non se ne sente più la mancanza fisicamente, anzi si sta meglio e si vuol continuare a stare meglio. Resta una dipendenza psicologica, alla quale più si dà importanza più cresce, meno la si considera centrale e più svanisce, lasciando spazio ai benefici sul corpo: si è più belli, rilassati, giovani, scattanti, felici, energici.
La consapevolezza sullo zucchero nelle sigarette l’ho avuta da quando ho letto il libro sopra citato, prestatomi da Andrea: SugarBlues. Il mal di zucchero di W. Dufty e di cui si parla anche nell’articolo:

14 maggio 1939 – Lina Medina diventa la più giovane madre della storia medica all’età di 5 anni

Lina Medina

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Lina Medina (Ticrapo27 settembre 1933[1]) è ricordata dalla letteratura medica come la più giovane femmina umana ad essere mai divenutamadre: ebbe infatti un figlio all’età di soli 5 anni, 7 mesi e 21 giorni.


La bambina peruviana aveva manifestato un’abnorme dilatazione dell’addome, che aveva indotto i genitori a farla visitare nel sospetto che potesse trattarsi di una formazione tumorale. I medici scoprirono invece con stupore che era incinta di sette mesi. Prima di intervenire, il dottor Gerardo Lozada la condusse a Lima per avere conferma dello stato di gravidanza da altri specialisti. Un mese e mezzo più tardi (14 maggio1939), con parto cesareo imposto dall’esilità del bacino, Lina diede alla luce un maschio. L’operazione fu praticata dallo stesso Lozada e dal collega Busalleu con l’assistenza dell’anestesista Colareta.
Vicenda

Il caso fu illustrato nei dettagli dal dottor Edmundo Escomel alla rivista La Presse Médicale, che aggiunse particolari sulla comparsa delmenarca a otto mesi di età (ma secondo altra fonte a soli due e mezzo),[2] e sullo sviluppo delle mammelle già a quattro anni. A cinque, la bambina presentava ampliamento del bacino e maturazione ossea avanzata.

Il neonato, di 2,7 kg, fu chiamato Gerardo in onore del dottor Lozada. Lina non rivelò mai chi fosse il padre né le circostanze del concepimento: Escomel scrisse che ella “non poteva dare risposte precise”, suggerendo così che non lo sapesse davvero. Ma la vicenda provocò intanto l’arresto del padre di lei dietro l’accusa di violenza sessualeincesto. L’uomo fu scagionato per insufficienza di prove.[3]

Da adulta Lina Medina si impiegò come segretaria nella clinica di Lozada a Lima. Il chirurgo le fornì un’istruzione e la aiutò ad assicurare a suo figlio la possibilità di seguire gli studi superiori.[4] Il giovane era stato allevato nella convinzione che Lina fosse una sorella maggiore, anche se poi a dieci anni aveva scoperto la verità.

Conosciuto Raúl Jurado, Lina si coniugò ed ebbe da lui un secondo figlio nel 1972. Gerardo, nonostante fosse cresciuto in salute, scomparve all’età di soli quarant’anni (1979) per una patologia del midollo osseo. Con il marito, Lina è vissuta in un quartiere povero di Lima noto comeChicago Chico (Piccola Chicago). Nel 2002 ha rifiutato un’intervista alla Reuters.

Documentazione e autenticità del caso

Sono state pubblicate due fotografie che documentano il caso. La prima fu scattata intorno ai primi di aprile del 1939, quando Lina era incinta di sette mesi e mezzo. Presa dal profilo sinistro, ritrae la bambina nuda, posizionata in piedi, con le mani incrociate dietro la schiena, evidenziando su sfondo neutro l’estensione del ventre nella gravidanza e le mammelle sviluppate.[5] È l’unica immagine della sua gravidanza, finora poco conosciuta fuori dall’ambiente medico. L’altra fotografia, molto più chiara, fu presa un anno più tardi a Lima quando Gerardo aveva undici mesi.

Benché si sia sospettato il falso, il caso appare suffragato dalle fonti.[6] Casi estremi di pubertà precoce, in bambini sotto i cinque anni, sono eccezionali ma non sconosciuti alla letteratura medica. I casi di gravidanza, però, sono rari poiché il trattamento dei puberi precocissimi prevede la soppressione della fertilità, la salvaguardia del potenziale di crescita e l’eliminazione delle conseguenze sociali di uno sviluppo sessuale pieno nella prima infanzia.

Note

^ (EN) The Telegraph, Six decades later, world’s youngest mother awaits aid

  1. ^ (EN«Six decades later, world’s youngest mother awaits aid»The TelegraphURL consultato in data 23-02-2009.
  2. ^ (ENHistory’s Youngest Mother. URL consultato il 23-02-2009.
  3. ^ (EN«Little mother»TIMEURL consultato in data 23-02-2009.
  4. ^ «La plus jeune mère du monde». La Presse Medicale, 31-05-1939.
  5. ^ (ENYoungest mother in Snopes.com. URL consultato il 23-02-2009.

Collegamenti esterni

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La storia di Asdrúal Herrera, il ragazzo che cresce non stop

Asdrúal Herrera ha solo 24 anni ma è già alto due metri e ventotto centimetri e la cosa ancora più assurda è che, da anni, non smette di crescere. La statura del giovane, infatti, aumenta di ben quattro centimetri ogni tre mesi e ormai in Colombia è considerato alla pari dell’uomo più alto del mondo, Bao Xishun, una triste istituzione, nonché il detentore di un tragico Guinness, perché il cuore di Asdrúal, a causa della crescita eccessiva, rischia di cedere da un momento all’altro. Per non contare gli innumerevoli problemi quotidiani che il ragazzo deve affrontare, come farsi commissionare abiti XXXL su misura o farsi arrivare le scarpe n°50 dagli USA.

Herrera, suo malgrado, potrebbe raggiungere l’altezza record di 3 metri, anche se spera di riuscire a operarsi presto a La Habana contro il suo gigantismo.

Fonte: El Mundo

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Cuccia milionaria per tre cagnolini americani

Casa da pazzi!

 

Una ricca signora californiana ha costruito una villa con tanto di giardino e recinzione per i suoi amatissimi cani.

 

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Prendendo come modello la sua villa, Tammy Kassis ha fatto realizzare nella super-cuccia i soffitti a volta e l’ha corredata di televisione, aria condizionata, carta da parati e tende cucite a mano.

I cagnolini, Darla, Chelsea e Coco Puff hanno anche letti realizzati su misura e ciotole di design per mangiare e bere.

“I miei cani sono tutta la mia vita”, ha dichiarato Tammy.

 

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La donna ha deciso di costruire la casa dopo che Coco Puff stava per essere rapito da un gufo.

La villa è stata costruita da La Petite Maison di Alan Mowrer, ditta specializzata nella realizzazione di cucce di lusso, ed è costata 20.000 dollari.

I ventilatori da soffitto, il riscaldamento e le tende alla veneziana non sono inclusi nel prezzo.

 

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“E’ stata mia madre che ha comprato la maggior parte dell’arredamento. Se per me sono dei figli, per lei sono dei nipotini”, ha aggiunto Tammy.

 

 

Fonte: Daily Mail