Alimenti senza zucchero: la denuncia di Altroconsumo

almenti-senza-zucchero-altroconsumo-denuncia

Il mondo dei prodotti dietetici è una vera e propria giungla, gli alimenti senza zuccherovanno per la maggiore, ma Altroconsumo denuncia 40 falsi prodotti che riportano la scritta ‘senza zucchero’ o ‘diet’ senza averne titolo. In commercio ce ne sono di ogni tipo, dalle bevande ai biscotti, protetti da un’etichetta che dichiara l’assenza dello zucchero, approfittando della buona fede dei consumatori.

Negli ulti tempi, però, le varie aziende alimentari sono state messe sotto pressione dalle associazioni di consumatori. Fra queste, Altroconsumo che ha svolto un’indagine su oltre 100 merendine, succhi di frutta, cioccolato, biscotti e altri alimenti venduti nelle grandi e piccole cantene di distribuzione alimentare.

Sono 40 i prodotti segnalati all’Antitrust, i risultati dell’indagine sono allarmanti, 4 prodotti su 10, fra quelli analizzati, hanno scritte ingannevoli sulle etichette delle confezioni, obbligatorie per legge. Lo zucchero, in buona sostanza, c’è anche se non è dichiarato.

I produttori si sono allineati alle richieste del mercato, si sono adeguati o meglio, apparentemente, hanno finto di farlo. Pensando fosse sufficiente aggiungere sulle confezioni una semplice dicitura come ‘senza zucchero’ o ‘senza zucchero aggiunto’, in realtà, i prodotti sono ricchi di zuccheri utilizzati come edulcoranti artificiali.

 

 

Altroconsumo, annunciando la denuncia all’Antitrust, ha voluto specificare:

La normativa parla chiaro e lo fa perché un regime alimentare troppo ricco di zuccheri e grassi saturi è sinonimo di rischio d’obesità, disturbi cardiovascolari, insorgenza di tumori. Il regolamento europeo 1924/2006 consente di usare solo tre indicazioni, a basso contenuto di zuccheri, senza zuccheri, senza zuccheri aggiunti, o dichiarazioni equivalenti in modo veritiero trasparente, considerando anche altri ingredienti con proprietà dolcificanti (per esempio l’estratto di malto che contiene il maltosio, uno zucchero) o altri zuccheri diversi dal saccarosio, quello comune da cucina, con eguali proprietà ed effetti sull’organismo: lo sciroppo di glucosio, il lattosio, il fruttosio.

Altroconsumo non condanna tutti, ma sottolinea che molte aziende corrono sul filo dell’ambiguità. Alcuni produttori si salvano indicando l’assenza di aspartame e dolcificantiartificiali, questo non garantisce che in effetti non ci sia zucchero. Di sicuro si è più rivolti verso l’acquisto del prodotto che fa indentere di essere sano e leggero. Sul suo sito Altroconsumo spiega come scegliere il prodotto giusto.

Photo credit: Andrew* su Flickr

 

Rose del deserto

rose deserto cioccolato

Rose del deserto

 

5 cucchiai e ½ di farina

7 cucchiai di zucchero

1 cucchiaino di lievito

1 bustina di vanillina

mischiare tutto r unire

2 uova intere

100 grammi di cioccolato a pezzetti

mischiare il tutto

scaldare il forno a 200°stendere la carta da forno

e cospargere i corn flakes

prendere l’impasto e fare delle palline

che impaneremo nei corn flakes

infornare per 15-16 minuti

Quanto zucchero (occulto) c’è nel cibo che mangi?


Quanto zucchero (occulto) c’è in tutto quello che mangiamo tutti i giorni? E’ una domanda alla quale dovremmo dare una risposta leggendo le etichette di tutto ciò che buttiamo in corpo, dalla colazione fino a dopo cena. Il boom dello zucchero presente negli alimenti dagli inizi del secolo scorso è certamente una delle principali cause dell’impennata dei tassi di insulina e di IGF (fattore di crescita insulino-simile che stimola la crescita cellulare) e della conseguente epidemia di cancro. Il medico tedesco Otto Warburg fu premiato con il Nobel per aver scoperto che il metabolismo dei tumori dipende in gran parte dal loro consumo di zucchero (glucosio). Tutto confermato da altri studi, anche uno del 2007 dell’Università di Wurzburg in Germania, dove si dimostra che l’inibizione della fermentazione del glucosio è una nuova strada per la terapia oncologica. Queste sono le conclusioni del lavoro di ricerca:

 
 
zucchero, cibo,indice glicemico, cancro,tumori,insulina,igf“The modern western lifestyle is characterized by a dramatic decrease in physical activities as well as by the ingestion of food displaying a high glycaemic index, which results in an intermittent fast and strong increase in blood glucose level, massive secretion of insulin, and extensive glycogen storage. In parallel, the incidence of pathological metabolic conditions such as obesity, type 2 diabetes, and the metabolic syndrome is rising continuously. These metabolic disturbances are associated with increased incidence and/or mortality for a number of cancers”.
E cioè: “Il moderno stile di vita occidentale è caratterizzato da una diminuzione drammatica in attività fisiche, come pure l’ingestione di cibo, sintomatica di un alto indice glicemico, che si traduce in un aumento intermittente, veloce e forte, nel livello di glucosio nel sangue, la secrezione massiccia di insulina, e lo stoccaggio di glicogeno. In parallelo, l’incidenza di condizioni patologiche metaboliche quali obesità, diabete di tipo 2, e la sindrome metabolica è in aumento continuo. Questi disturbi metabolici sono associati con una maggiore incidenza e/o mortalità per un numero di tumori” (Fonte).
Insomma le cellule cancerose si nutrono di zucchero ed hanno estrema necessità di questo per crescere. Si pensi che nel paleolitico si consumavano solo 2 Kg per persona in un anno; nel 1830 siamo passati a 5 Kg di zucchero, e 70 Kg per persona all’anno alla fine del novecento! L’assunzione di zucchero raffinato sottrae vitamina C all’organismo, uccide alcuni batteri simbionti che nel nostro organismo producono vitamine del complesso B e altera il ciclo di regolazione glicemica. Favorisce invece i funghi come la Candida. Il pancreas reagisce allo zucchero puro con una ipersecrezione di insulina, cui segue da una parte una ipoglicemia, dall’altra a lungo andare il surplus di lavoro del pancreas può portare al diabete. L’assunzione di zucchero inoltre causa sonnolenza post pranzo, altera il metabolismo e influisce sugli ormoni, decalcifica le ossa e può portare alle carie dentarie. I popoli che non conoscono ancora lo zucchero non conoscono nemmeno il cancro. Gli orientali, che seguono una dieta a basso apporto di zucchero, hanno una probabilità da 5 a 10 volte inferiore di sviluppare un cancro ormono-dipendente (Fonte).


Attenzione quindi alla pubblicità, a frasi come “il cervello ha bisogno di zucchero”, “lo zucchero è un’ottima fonte di energia”, e così via, frasi che sono state metabolizzate dai nostri cervelli prima ancora dei dolci! Dietro al business dello zucchero ci sono le solite 4 o 5 multinazionali che ne controllano il mercato. Per informazioni in merito consiglio la lettura del libro Sugar blues di W. Dufty che svela impietosamente tutti i danni connessi all’assunzione dello zucchero e le manovre delle multinazionali per insabbiare tali informazioni (Fonte).

 

Infine, come potersi difendere dallo zucchero occulto? L’immagine che accompagna il post mostra una sequenza di alimenti con a fianco l’equivalente in zollette di zucchero che questi contengono. Notate bene: alimenti come la frutta, naturalmente costituiti da zuccheri di vario tipo, ne contengono un equivalente (attenzione parliamo di zuccheri semplici, non carboidrati, che sono una cosa un pò diversa) decisamente minore rispetto ad alimenti insospettabili, come per esempio le varie bibite! L’immagine e altre informazioni preziose si trovano su questo blog dal quale ho preso spunto, http://www.sugarstacks.com/ e dove gli autori utilizzano un semplice metodo di comparazione:
“We’ve used regular sugar cubes (4 grams of sugar each) to show how the sugars in your favorite foods literally stack up, gram for gram. Compare foods, find out where sugar is hiding, and see how much of the sweet stuff you’re really eating. Abbiamo utilizzato zollette di zucchero regolari (4 grammi di zucchero ciascuno) per mostrare come gli zuccheri nei tuoi cibi preferiti letteralmente si accumulano, grammo per grammo. Confrontate i cibi, scoprite dove si nasconde lo zucchero, e vedete quanta roba dolce veramente mangiate”.
Occhio quindi, tutti gli alimenti ad alto indice glicemico, dal cucchiaino di zucchero nel caffè, i dolci, il pane bianco con la marmellata, le bibite di tutti i tipi, anche yogurt spesso, e merende varie, provocano infiammazioni e potrebbero nutrire eventuali cellule malate dormienti.
E voi? Sapete quanto zucchero c’è in ciò che mangiate? Avete mai fatto caso che molti alimenti (soprattutto creme, marmellate, merende) nella lista degli ingredienti presentano l’ingrediente “zucchero” al primo o secondo posto?




fonte

Ma com’è possibile che ci sia lo zucchero nel tabacco?

La prima azienda consumatrice di zucchero al mondo è l’industria alimentare, e questo appare anche ovvio. Ma non tutti sanno quale sia la seconda azienda consumatrice di zucchero: l’industria del tabacco.
Certo, non ci sono altre grandi aziende che possano impiegare questo elemento, ma fa riflettere comunque il dato che l’industria del tabacco sia una ‘grande’ consumatrice di zucchero. Che poi venderà sotto forma di sigarette, sigari, tabacchi per pipa.

Ma com’è possibile che ci sia lo zucchero nel tabacco?
Fin dalle origine della produzione del tabacco è stato impiegato lo zucchero, o meglio si creava zucchero naturale, simile alla glassa e alla resina delle piante, durante il processo di essiccazione delle piante di tabacco. In aggiunta a questo naturale processo spesso i produttori di tabacco hanno impiegato dello zucchero nella produzione del tabacco stesso.

Perché è grave l’impiego di zucchero nella produzione di tabacco?
L’impiego dello zucchero chimico e la presenza di dolcificanti densi naturali nel processo di essiccazione delle foglie di tabacco sono nocivi per la salute e principale causa di tumore a gola e polmoni. La viscosità del composto infatti ostruisce le vie arteriose, le vene, complicando la respirazione del fumatore.

Quella dello zucchero nel tabacco è una leggenda metropolitana?
No, non lo è. Tanto è vero che negli anno ’70 in Inghilterra la questione era sulle prime pagine dei giornali. Discussa da medici, produttori di tabacco ed opinione pubblica. E ‘quando nel 1972 il governo britannico annunciò l’imminente pubblicazione della lista dei tassi di catrame e nicotina delle sigarette inglesi il London Sunday Times pubblicò un commento polemico in prima pagina. Criticavano il fatto che questi elenchi sono spesso ingannevoli e citavano studi che dimostrano che i tabacchi inglesi fatti essiccare ad aria calda, e quindi ricchi di zucchero, possono comportare un serio rischio di malattie polmonari gravi, anche se contengono poco catrame e poca nicotina.’ (Da SugarBlues. Il mal di zucchero di W. Dufty.Macro ed. pag. 232)
Su un’altra rivista britannica, del marzo 1973, dal nome Notizie del mondo medico apparve la notizia che in media nelle sigarette veniva aggiunto un 5% di zucchero in più rispetto al già 20% di zucchero (saccarosio) presente naturalmente nel tabacco. La percentuale sale fino al 20% per i sigari e persino un 40% per il tabacco da pipa. Per questo motivo il sigaro se aspirato fa ancora più male, perché è quasi per il 50% zucchero. Così come certe merendine fatte con zucchero come ingrediente principale, soltanto che nel caso dei fumatori la cosa si aggrava perché viene fumato.
Inoltre, proprio perché è saccarosio, quello presente nelle sigarette, nei sigari e nel tabacco crea dipendenza. E questo contribuisce alla dipendenza già creata dalla nicotina, la droga che porta il fumatore a non poterne fare a meno. Ma è solo una dipendenza come le altre. Eliminata la sostanza, dopo poco tempo non se ne sente più la mancanza fisicamente, anzi si sta meglio e si vuol continuare a stare meglio. Resta una dipendenza psicologica, alla quale più si dà importanza più cresce, meno la si considera centrale e più svanisce, lasciando spazio ai benefici sul corpo: si è più belli, rilassati, giovani, scattanti, felici, energici.
La consapevolezza sullo zucchero nelle sigarette l’ho avuta da quando ho letto il libro sopra citato, prestatomi da Andrea: SugarBlues. Il mal di zucchero di W. Dufty e di cui si parla anche nell’articolo: