Il decalogo del Ministero della Salute per combattere l’afa a partire dalla tavola: rispetta gli orari, riduci i grassi e fai attenzione alla conservazione dei cibi

E...state OK con la salute

Pubblicato il 11/08/2012  

Il decalogo del Ministero della Salute per combattere l’afa a partire dalla tavola: rispetta gli orari, riduci i grassi e fai attenzione alla conservazione dei cibi

Afa e umidità. E l’appetito viene meno.
In estate, caldo e senso di affaticamento azzerano la voglia di mettersi a tavola. Il cambio di abitudini causato dalle vacanze, poi, stravolge l’organismo al punto da scombinare i ritmi ai quali si è abituati.
Con il termometro alle stelle, però, è importante seguire un’alimentazione corretta, in grado di assicurare l’apporto di vitamine e sali minerali adeguato per fare fronte alla sudorazione abbondante e scongiurare squilibri nutrizionali.

In questo senso, il Ministero della Salute ha stilato un decalogo per affrontare la tavola in modo corretto, durante la stagione calda. Un vero e proprio vademecum per essere ‘OK con la salute”.

RISPETTA GLI ORARI
In vacanza come in città, la colazione è il pasto più importante della giornata: rappresenta il carburante per il giorno da affrontare, dunque deve fornire un importante apporto calorico. 

PIU’ FRUTTA E VERDURA
Leggera e gustosa, la frutta di stagione è un ottimo spuntino estivo. Perché non assumerla con uno yogurt senza zuccheri aggiunti?
Non dimenticare, poi, una limitata dose quotidiana di frutta secca, ricca di grassi buoni, minerali e fibre.
Ad ogni pasto, infine, consuma una dose abbondante di verdura!

COLORA LA TAVOLA

Il colore degli alimenti dipende dalle sostanze antiossidanti che contengono: cambia colore alla tua tavola, per assumere tutto il buono che offre la natura.

RIDUCI I GRASSI

Con il caldo, il nostro organismo consuma meno energie: riduci l’apporto calorico, utilizzando olio d’oliva a crudo e cucinando in modo leggero – così da non alterare il contributo di vitamine e minerali degli alimenti.

SCEGLI CIBI FRESCHI

Privilegia cibi facili da digerire e ricchi di acqua. E, a fine pasto, non dimenticare la frutta!
Regole che valgono anche durante gite o pasti in spiaggia.

SPEZZA LA GIORNATA CON UN GELATO

Fresco e dissetante, il gelato è un ottimo pasto di metà giornata. In alternativa, puoi scegliere il frullato al latte.

EVITA PASTI COMPLETI
Durante i soggiorni in hotel, evita di consumare primo, secondo e contorno sia a pranzo che a cena. Per uno dei due pasti, scegli un piatto unico bilanciato, come pasta con legumi e/o verdure, oppure carne o pesce con verdure.

RIDUCI IL SALE
Diminuisci l’uso del sale, e preferisci quello iodato: l’organismo ne richiede 5 grammi al giorno.


FAI ATTENZIONE ALLA CONSERVAZIONE DEI CIBI

Con il caldo di questa stagione, è fondamentale rispettare le modalità di conservazione degli alimenti: per i cibi che lo richiedono, rispetta la catena del freddo – ad esempio utilizzando borse termiche. E non dimenticare che i cibi conservati troppo a lungo in frigorifero rischiano peggioramenti nutrizionali e contaminazioni da microrganismi.

Per affrontare una ‘stagione bella’ a partire dalla tavola, quindi, bastano poche e semplici regole. Portale con te anche in vacanza, e vivi un’estate “OK con la salute”!

http://www.simplymarket.it/

Caraffe per depurare l’acqua: pericolose per l’organismo umano?

Sebbene le persone che utilizzano le caraffe per depurare l’acqua sono molte sembra siano particolarmente pericolose per l’organismo umano; secondo il Ministero della Salute infatti potrebbero peggiorare (e non migliorare come si pensava) l’acqua. Queste caraffe erano già finite sotto accusa lo scorso anno ma erano comunque sia continuate a circolare.

Il Ministro Balduzzi ha concesso alla aziende produttrici un periodo di sei mesi per adeguarsi a quanto richiesto dal decreto messo a punto dal Governo circa i materiali (e la loro sicurezza) usati.

Secondo i risultati di alcuni test effettuati è emerso che l’uso del filtro renderebbe l’acqua povera di potassio,magnesio e calcio tutti sali minerali molto importanti per l’organismo umano; inoltre nei filtri di queste caraffe possono anche accumularsi dei batteri.

Quel che appare certo è che servono ulteriori ricerche per capire finalmente se le caraffe filtranti sono o meno pericolose per l’uomo.

fonte

ACQUA AVVELENATA!

CLAMOROSA VITTORIA DEL CODACONS: IL TAR DEL LAZIO CONDANNA IL MINISTERO DELLA SALUTE ED IL MINISTERO DELL’AMBIENTE A RISARCIRE I CITTADINI AVVELENATI DALL’ARSENICO!!

PARTE ADESSO IL NUOVO MEGARICORSO PER LA RICHIESTA DEL RISARCIMENTO DEL DANNO A FAVORE DEL MILIONE DI UTENTI CHE ANCORA BEVONO ACQUA AVVELENATA!

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MA E’ NECESSARIO AGIRE SUBITO, ENTRO IL 29 FEBBRAIO!

Acqua all'arsenico

Acqua pubblica, il decreto Monti annulla il voto di 26 milioni di italiani?

 

Il Governo Monti cancellerà l’esito del referendum sull’acqua bene comune?

Nel decreto sulle liberalizzazioni ci sarebbero due articoli che vieterebbero la possibilità della gestione pubblica degli acquedotti costringendo gli enti locali a cedere la partecipazione nelle società di gestione dei servizi.

Ecco la denuncia di Padre Alex Zanotelli ripresa dal blog di Grillo: il governo va contro la volontà popolare di 26milioni di persone. Monti è su logiche di mercato e banche, tra 20 anni finito il petrolio l’acqua sarà l’oro blu

 

http://genio.virgilio.it/domanda/335828/acqua-pubblica-liberalizzazioni

RESISTERE ALLA CRISI Come risparmiare sull’acqua

Chiudere il rubinetto e riciclare l’acqua di cottura delle pasta: piccoli gesti che permettono di abbassare seppur di poco il consumo di un bene imprescindibile. Continua il vademecum del Giornale.it per battere la crisi

Il corpo umano è composto in gran parte di acqua. Che serva per dissetarsi o per lavarsi, quello che molti chiamano “oro blu” è un bene imprescindibile. Eppure le falde di acqua potabile sono a rischio estinzione e le bollette sono sempre più care. Dopo benzina, gas e luce ecco come risparmiare acqua.

 

 
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1) Chiudere sempre il rubinetto mentre ci si lava i denti o ci si insapona. Quando ci si rade, meglio riempire il lavello per poter sciacquare il rasoio senza far scorrere l’acqua.

2) Preferire la doccia (meglio se rapida) al bagno. Anche in questo caso ricordarsi di interrompere il flusso mentre ci si insapona. Se si ha freddo si può lasciare un filo d’acqua calda scorrere sulla nuca: sempre meglio del rubinetto totalmente aperto.

3) Preferire lavatrice e lavastoviglie a pieno carico al lavaggio a mano. Quando non è possibile, meglio lavare stoviglie e panni “ammollo” (riempendo cioè il lavello o una bacinella) piuttosto che far scorrere l’acqua. Usare lo stesso principio per lavare la verdura.

4) Riciclare l’acqua quando possibile. Quella con cui si lavano verdure e cibi può essere usata per innaffiare le piante. L’acqua di cottura della pasta, invece, è un ottimo sgrassante e si può usare per sciacquare i piatti magari prima di metterli in lavastoviglie.

5) Se si ha un giardino si può anche raccogliere l’acqua piovana e usarla per innaffiare le piante o lavare l’auto. Esistono anche impianti ad hoc che permettono di usarla nello sciacquone

6) Attenzione allo sciacquone: se possibile installare un sistema a doppia portata e usare preferibilmente quello che richiede il minor uso di acqua. In caso di vecchi apparecchi è sempre possibile regolare il galleggiante o inserire nel serbatoio una bottiglia piena d’acqua o altro che possa far volume. In questo modo si consumerà meno acqua.

7) Installare su tutti i rubinetti i riduttori di flusso o i miscelatori d’aria. Controllare regolarmente l’impianto e le tubature per evitare perdite (e magari anche danni a pareti, pavimenti e mobilia).

8) Non innaffiare le piante nelle ore calde della giornata, quando una parte dell’acqua usata evapora dal terreno. Usare sempre la giusta quantità d’acqua.

Ne guadagnerà la pianta e si eviterà anche il ristagno nei sottovasi, luogo ideale per larve delle zanzare.

9) In giardino pulire i vialetti con una scopa e non con la pompa dell’acqua. Magari ci vorrà più tempo, ma il risparmio sarà cospicuo.

10) Evitare di tagliare troppo l’erba del giardino: quella più alta ha bisogno di meno acqua. Mettere delle foglie secche alla base delle piante da giardino per mantenere l’umidità del terreno.

 

http://www.ilgiornale.it/interni/come_resistere_crisirisparmiare_sulacqua/crisi-acqua/11-01-2012/articolo-id=566445-page=0-comments=1

 

 

L’acqua inquinata: un rischio per la salute, la potabilizzazione dell’acqua.

L’inquinamento delle falde acquifere ha trasformato un bene tanto prezioso e indispensabile alla vita in una fonte di rischio per la salute. Quanti di noi conoscono il bromodiclorometano, il bis2clorometiletere oppure il tetracloroetilene? Probabilmente pochi. Però, quasi tutti li abbiamo bevuti o li beviamo tuttora. In che modo? Semplicissimo, con l’acqua che esce dal rubinetto. E non è tutto, vi sono anche i cosiddetti metalli pesanti quali il piombo, il mercurio e il cadmio che pur non avendo alcuna funzione biologica tendono ad accumularsi nell’organismo con un’azione tossica anche a bassissime concentrazione.

Sta di fatto che il numero di composti chimici dispersi nell’ambiente, derivanti da attività umane, è elevatissimo. Anche se soltanto 90 mila sostanze chimiche sono utilizzate a scopo commerciale, tuttavia, gran parte dei prodotti intermedi o residui di reazioni chimiche raggiungono ugualmente il consumatore in modo indiretto. D’altro canto, per la maggior parte di essi, la persistenza nell’ambiente è relativamente breve, in quanto processi fisici e biochimici naturali provvedono alla loro degradazione a sostanze meno complesse e meno tossiche. Esistono comunque alcune categorie di composti di sintesi poco o nulla biodegradabili, poiché hanno una struttura chimica senza alcun riscontro in natura. Ne sono un esempio i composti organo clorurati, quali la trielina, il tetracloruro di carbonio e il cloroformio, che costituiscono senza dubbio una tra le più importanti famiglie di sostanze organiche a scarsa o nulla biodegradabilità, riscontrabili ormai nell’acqua potabile di ogni acquedotto, specie in quelli che attingono da pozzi scavati in aree industrializzate.

Passando ad altre sostanze che influenzano la potabilità dell’acqua, hanno una certa importanza i metalli pesanti, poiché sono altamente tossici ed esercitano un’azione lesiva nei confronti del cervello e di altri organi di vitale importanza. Inoltre è stato dimostrato attraverso studi sperimentali che mercurio, cadmio, rame, piombo e zinco provocano effetti tossici sul sistema immunitario facilitando così l’insorgenza di infezioni microbiche e virali, come pure lo sviluppo di cellule tumorali. Un altro gruppo di sostanze chimiche facilmente riscontrabili nell’acqua potabile è quello dei pesticidi, il cui nome è ormai entrato nel linguaggio comune, come l’atrazina, il bentazone e il molinate. Si conoscono ben 1500 principi attivi i quali sono prodotti più di 50.000 pesticidi.

La potabilizzazione dell’acqua
E che dire del processo di potabilizzazione dell’acqua mediante il cloro? È senz’altro il metodo più valido per la disinfezione delle acque, ma determina la formazione di nuovi composti organici clorurati, denominati trialometani (THM). Esistono molte prove a sostegno della validità del processo di clorazione delle acque per uso umano: se negli USA sono stati segnalati 59 casi di epidemie, con un totale di 16.000 soggetti colpiti per mancato trattamento di disinfezione delle acque, nei paesi del Terzo Mondo si sono verifìcati in questi ultimi anni ben 580 mila casi di colera e 1 miliardo e 600 milioni di casi di malattie diarroiche, con 3 milioni e 200 mila morti dovuti principalmente al consumo di acque sia sotterranee che superficiali non trattate. Tuttavia questa pratica così largamente usata è divenuta oggetto di maggiore attenzione agli inizi degli anni ’70, quando, da ricerche eseguite negli USA da parte dell’EPA (Environmental ProtectionAgency) con tecniche analitiche molto sensibili, si è osservata la presenza di sostanze tossiche nell’acqua potabile a seguito del processo di clorazione.

In particolar modo sono stati riscontrati oltre 80 derivati cloro organici, anche a concentrazioni elevate, nelle acque sottoposte a clorazione. Il cloro e l’ipoclorito reagiscono con gli acidi umici e fùlvici e con altri precursori, quali ad esempio l’acido piruvico e l’acido idrossibenzoico, presenti nelle acque da trattare per produrre principalmente i cosiddetti trialometani (THM), soprattutto cloroformio, dibromoclorometano e diclorobromometano sostanze chimiche indiziate come possibili mutageni e cancerogeni per l’uomo.

Sembrerebbe che la formazione dei THM sia direttamente proporzionale alla concentrazione di cloro e dipenda principalmente dalla qualità delle acque trattate. Non si pensi, comunque, che solo acque di qualità scadente conducano alla formazione di composti alogenati, anche le migliori acque, ad esempio quelle sorgive, contengono sostanze organiche disciolte che non derivano necessariamente da fenomeni di inquinamento. Nel nostro paese, indagini condotte dall’Istituto Superiore di Sanità e da diverse Amministrazioni Regionali su acquedotti trattati prevalentemente con cloro sotto forma di ipoclorito, hanno evidenziato elevate concentrazioni di derivati clororganici, soprattutto cloroformio, dibromoclorometano e diclorobromometano, sostanze considerate potenzialmente cancerogene da parte dell’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS). Come rendere potabile l’acqua senza generare nuove sostanze tossiche? Un’alternativa consisterebbe nel sostituire il cloro con altri prodotti che non promuovono la formazione di THM.

Uno di essi è il biossido di cloro, che ha dimostrato di possedere ottime proprietà disinfettanti. Inoltre tale prodotto risulta particolarmente efficace nella rimozione di ferro e manganese dalle acque e nell’eliminazione del cattivo sapore dovuto ai clorofenoli. Gli svantaggi dell’impiego del biossido di cloro sono da attribuirsi al fatto che esso ostacola il trasporto dell’ossigeno ai tessuti corporei. Un altro processo di potabilizzazione consiste nell’impiegare l’ozono (OJ, gas dall’altissimo potere ossidante, efficace nella disinfezione, avendo un’elevata azione battericida. La principale limitazione concernente l’uso di ozono è dovuta al fatto che questo agente ossidante induce la sintesi di nuovi composti organici di natura spesso ignota che possono essere anche tossici. E, inoltre, molto costoso e non garantisce il perdurare della sterilità dell’acqua, poiché si degrada rapidamente.

L’eliminazione di inquinanti microbiologici viene pure ottenuta mediante l’impiego di acqua ossigenata durante il trattamento di clorazione che consente una significativa riduzione nella formazione di composti organoalogenati. È stato anche proposto, come valida alternativa al cloro, l’utilizzo combinato di ozono acqua ossigenata, che esercita un’efficace azione sterilizzante senza produzione di THM ed altri sottoprodotti indesiderati Una tecnica più recente, ancora in fase sperimentale, si avvale invece di un semplice processo elettrolitico che scompone le sostanze chimiche presenti nell’acqua. Esistono poi i cosiddetti filtri ad uso domestico per il cui uso corretto è indispensabile conoscere le caratteristiche chimiche dell’acqua che si vuole trattare, e che necessitano comunque di controlli periodici.

Tuttavia, nonostante l’intensificarsi degli studi volti ad individuare un’alternativa al cloro, sembrerebbe che non esista sino ad ora un composto in grado di sostituirlo adeguatamente.

http://www.medicina33.com

Giornata mondiale dell’acqua

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

71 % – Н2O

La giornata mondiale dell’acqua (in inglese: World Water Day) è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, prevista all’interno delle direttive dell’agenda 21, risultato della conferenza di Rio.


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Attuazione

Cade regolarmente ogni 22 marzo. Le Nazioni Unite invitano le nazioni membri a dedicare questo giorno a espletare le raccomandazioni raggiunte con l’Assemblea Generale e alla promozione di attività concrete all’interno dei loro Paesi. Con la coordinazione del dipartimento degli affari sociali e economici delle Nazioni Unite, il giorno internazionale dell’acqua 2005 determinò l’inizio di una seconda decade internazionale delle Nazioni Unite dedicata all’azione per l’acqua.

In aggiunta agli stati membri, una serie di organizzazioni non governative hanno utilizzato il giorno internazionale per l’acqua come un momento per sensibilizzare l’attenzione del pubblico sulla critica questione dell’acqua nella nostra era, con occhio di riguardo all’accesso all’acqua dolce e alla sostenibilità degli habitatacquatici. Ogni tre anni dal 1997, per esempio, il “Consiglio Mondiale sull’Acqua” ha coinvolto migliaia di persone nel World Water Forum durante la settimana in cui cadeva il giorno internazionale dell’acqua. Le agenzie promotrici e le organizzazioni non governative hanno messo in luce il fatto che un miliardo di persone non hanno accesso all’acqua pulita e la struttura patriarcale, dominante in certi Paesi, che determina la priorità nella fruizione dell’acqua disponibile.

Bibliografia

  • “International Decade for Action, Water for Life, 2005-2015.” Risoluzione ONU A/RES/58/217 del 9 febbraio 2004.

  • “Observance of World Day for Water” Risoluzione ONU A/RES/47/193 del 22 dicembre 1992.

[modifica]Voci correlate

Un bene insostituibile

[modifica]Collegamenti esterni

Acqua in bocca.

Mentre nel paese imperversano discussioni sull’ eutanasia, grembiulino a scuola , guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell’acqua pubblica
Il Parlamento ha votato l’articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l’acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l’acqua minerale).
Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l’acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori. La privatizzazione dell’acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L’uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L’acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L’acqua è l’oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo.
Acqua in bocca.

FATE GIRARE:
METTETENE A CONOSCENZA PIU’ GENTE CHE POTETE Anche se qualcuno ha già ricevuto questa mail non importa, essere consapevole di quel che accade nel nostro paese non è mai abbastanza

La terapia d’acqua per il laringectomizzato

News del 16 Febbraio 2005
Nella lotta contro il tumore viene a galla una nuova idea
Il Venerdì di Repubblica
Stefano Aurighi

Che i laringectomizzati potessero tornare a parlare, nonostante la perdita delle corde vocali, era noto. Ora possono pure ricominciare a nuotare. Merito della tenacia e della creatività di un sessantunenne modenese, Claudio Dugoni, che nell’autunno del 1984 si era risvegliato su un letto del Policlinico della città emiliana. Nella crudezza della terminologia medica, era un laringectomizzato totale: per contrastare un tumore i chirurgo aveva asportato laringe e corde vocali. Era salvo, ma senza voce. Da quel momento Dugoni ha iniziato a impegnarsi per migliorare la sua vita e quella di chi aveva subito la sua stessa operazione.
L’ultimo risultato in ordine di tempo, ma forse il più importante in assoluto, è stata la collaborazione con l’azienda tedesca Servox, specializzata nelle attrezzature per laringectomizzati. “Dopo molti test”, dice Dugoni “abbiamo sviluppato insieme una protesi che consente la respirazione in acqua, senza il rischio d’affogare per l’immissione d’acqua nella trachea e di conseguenza nei polmoni attraverso lo stoma (il foro praticato all’interno della gola, ndr). Così, proprio a Modena è nato, lo scorso anno, il primo Centro nazionale per la terapia in acqua dedicato ai pazienti laringectomizzati. Una donna di Trieste, che ha provato al protesi qui da noi, si è messa a piangere per l’emozione di aver potuto di nuovo nuotare”.
In precedenza Duguni aveva combattuto un’altra battaglia: quella per “ridare voce” ai laringectomizzati. Molti di loro, infatti, dopo l’operazione imboccano il tunnel della depressione e si richiudono in casa, spesso abbandonando il lavoro e azzerando la propria vita di relazioni. L’alternativa è imparare a parlare con il laringofono, un apparecchio che restituisce un suono metallico e monocorde. “Oppure” sorride Dugoni “si può sempre comunicare con i rutti”, gioco irriverente quando si è bimbi, ma tecnica serissima in casi come questi.
Per cercare di fare un passo in avanti, Dugoni si è spinto fino in Danimarca, dove si stava sperimentando un sistema innovativo: l’immissione di aria nell’esofago e nell’emissione tramite compressione del diaframma durante un’apnea, senza alcun ausilio esterno. Con oltre cinque ore di allenamento al giorno, ha testato su se stesso quel metodo, personalizzandolo e migliorandolo. Oggi il “metodo Dugoni” è insegnato in tutto Italia e garantisce la cosiddetta “voce esofagea”, con possibilità di modulazione dei toni e del volume. In sostanza, si torna a parlare come prima dell’intervento, o quasi.

Una tecnica fondamentale, visto che il cancro alla laringe continua a rappresentare un serio problema in Italia. “Ci sono 5500 nuovi casi l’anno, cinquemila dei quali riguardano il sesso maschile” spiega Angelo Ghidini, otorinolaringoiatra del Policlinico di Modena. “Per fortuna le tecniche di intervento stanno migliorando. Tanto che le laringectomia totali si sono ridotte del 35% negli ultimi dieci anni, a favore di interventi parziali in chirurgia tradizionale o endoscopica, che permettono di mantenere la funzionalità dell’organo, spesso con la conservazione della voce”. I dati dell’Istituto nazionale per lo studio e ricerca dei tumori segnalano inoltre che la patologia è diffusa particolarmente in Veneto e Friuli, con 18 casi l’anno ogni 100 mila uomini. In Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana si scende a 10 ogni 100 mila, mentre al Sud non si arriva a cinque.
Dugoni ha anche fondato, nel 1986, a Modena, un centro di rieducazione alla fonesi, allargando poi l’esperienza , in collaborazione con il Servizio sanitario nazionale, ad altri cinque comuni della provincia. Sull’esempio di Modena sono nate decine di scuole in tutta Italia. In aula, oltre ad una logopedista, è presente anche il tutor buonparlante”, un laringectomizzato che ha provato su di sé la tecnica ed è in condizioni di dare dimostrazioni pratiche. “Da noi arrivano pazienti da tutta Italia e anche dall’estero. Abbiamo fondato anche l’associazione “La nostra voce” – racconta Dugoni – e grazie alla sua attività e al suo sito (www.lanostravoce.it) siamo riusciti a firmare convenzioni con le Asl : garantiamo ottocento ore di rieducazione fonetica e oltre mille ore di assistenza domiciliare”
Come sempre quando si parla di tumori, anche nel caso di quello alla laringe, il nodo è comunque la prevenzione. Per esempio evitando gli stili di vita a rischio, in particolare la commistione alcol-fumo. Il primo provoca una vasodilatazione locale e una conseguente dilatazione della zona laringea, spianando quindi la strada all’azione killer del fumo.
“La prevenzione è l’unica soluzione” conferma Ghidini. “In ogni caso, se preso in tempo, il tumore può essere debellato, sia mediante terapie chirurgiche mininvasive sia con terapie chemio-radianti. La voce si riesce quasi sempre a salvare”. Già. E oggi si torna persino in piscina.

La terapia d’acqua per il laringectomizzato

Un trattamento oggi possibile

Da sempre forte e prioritario è l’impegno profuso dall’Associazione Modenese La Nostra Voce per garantire la riabilitazione fonetico – funzionale e consentire il pieno reinserimento sociale dei laringectomizzati: l’organizzazione strutturale delle cinque scuole di riabilitazione alla fonesi ne costituisce la pietra d’angolo; tra gli altri momenti salienti si collocano i periodici ricoveri presso l’Istituto di cura Villa Pineta di Gaiato e il soggiorno terapeutico in Croazia dove i pazienti possono giovarsi di un periodo “full immertion” di lezioni per la rieducazione fonetica con una logopedista.

Un ultimo tassello del mosaico che disegna il ritorno ad una vita il più possibile normale per il laringectomizzato e amplia il protocollo terapeutico-riabilitativo offrendo un’opportunità forzatamente scartata, è costituito dall’istituzione dei corsi di riabilitazione e ginnastica funzionale in acqua.

Il Personale volontario dell’Associazione ha conseguito presso la Clinica per la Riabilitazione delle Patologie Oncologiche di Aulendorf in Germania, il brevetto per l’insegnamento tecnico dell’approccio acquatico del laringectomizzato.

Grazie all’ausilio protesico di uno specifico apparecchio che consente la respirazione in acqua (prodotto in Europa su brevetto della ditta tedesca SMT – Servox con la quale l’Associazione ha un contatto continuo per l’aggiornamento e il perfezionamento dei materiali), i pazienti laringectomizzati potranno nuovamente trarre giovamento dalle terapie d’acqua.

Ai fini riabilitativi mirati alla ripresa funzionale degli arti superiori e del collo nel post-intervento e allorquando esista un’ulteriore, necessità di riabilitazione post traumatica, le terapie acquatiche presentano precise caratteristiche che producono (tramite il galleggiamento, la viscosità e la pressione idrostatica) un ambiente sicuro facilitando la diminuzione del dolore e della contrattura muscolare e, tramite la pressione idrica conseguente ad immersione, accelerano il processo di riduzione dell’edema, aumentano l’apporto ematico ai muscoli con conseguente ossigenazione delle fibre e migliore eliminazione dei prodotti metabolici finali.

Da non sottovalutare i benefici che possono trarsi dalla terapia in acqua anche in ambito sociale.
L’acqua è l’elemento che facilita non solo il movimento, ma anche la relazione. Ontologicamente l’ambiente acquatico aiuta l’acquisizione della consapevolezza di sè attraverso l’abbinamento della percezione sensoriale e motoria.
L’acqua è l’elemento che accoglie, sostiene, unisce, divide, rilassa e il non poterne più usufruire rappresenta una decurtazione delle possibilità dell’individuo laringectomizzato.

Tutti gli incontri dimostrativi si svolgono col presidio di un istruttore qualificato e del personale infermieristico dell’associazione e della Clinica Otorino di Modena e con la supervisione dei direttori sanitari dell’Associazione, Dr. Ghidini del Policlinico di Modena e Dr. Zanni dell’Ospedale Ramazzini di Carpi.
Un’ulteriore conquista che riapre un’altro spazio di normalità per chi ha sofferto di una patologia tumorale.