Da aprile l’estratto conto va al Fisco. Ecco i dati che verranno trasmessi

Al via la comunicazione all’Anagrafe tributaria delle informazioni su conti e operazioni finanziarie dei contribuenti. Dai c/c, alle carte di credito, dai certificati deposito ai rapporti extra-conto: tutte le operazioni oggetto di verifica

Il lungo addio del segreto bancario giunge al suo epilogo. Dopo ripetuti rinvii, il D-Day del Fisco è fissato il 10 aprile, data entro la quale banche, Sgr, Sim, assicurazioni, fiduciarie devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati relativi ai rapporti finanziari dei clienti attivi nel 2011. Entro il 18 luglio passeranno al Fisco quelli per il 2012; entro il 31 marzo 2014 quelli del 2013.

La “sentenza capitale” era stata scritta alla fine dell’anno scorso dalla manovra “salva Italia”. Nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, l’art. 11 del decreto ha reso automatico il controllo delle movimentazioni finanziarie. Il Garante per la privacy era intervenuto a più riprese ponendo paletti che hanno congelato la procedura. Alle radici delle perplessità sollevate dall’Authority vi era la presunta l’inadeguatezza tecnologica del canale di trasmissione dei dati, che avrebbe messo a rischio la sicurezza del dato informatico. L’infrastruttura tecnologica è stata cambiata e il vecchio servizio Entratel ha ceduto il passo al Sid (Sistema di interscambio) che consente di automatizzare le procedure di trasmissione con meccanismi di estrazione, composizione, compressione e cifratura dei dati. 
Il semaforo verde da parte dell’Authority è scattato lo scorso novembre e adesso le danze possono avere inizio, eventualmente rallentate dall’enorme mole di dati da verificare: i rapporti finanziari censiti nel 2011 erano circa 600 milioni, dieci per ciascun italiano.

Ecco una sintesi dei dati che saranno inviati dagli intermediari all’Agenzia delle Entrate:

●    Conto corrente o deposito: saldo contabile a inizio e fine anno; importo totale addebiti e accrediti nel corso dell’anno.
 ●   Conto titoli: controvalore dei titoli rilevato contabilmente a fine anno e alla fine dell’anno precedente (come da estratto conto); l’importo totale degli acquisti di titoli, fondi e via dicendo effettuati nel corso dell’anno e l’importo totale dei disinvestimenti.
●    Carta di credito o di debito: utilizzo del plafond di spesa alla fine dell’anno precedente e a fine anno; importo totale degli acquisti effettuati nel corso dell’anno; nel caso di carte prepagate l’importo totale delle ricariche o delle carte acquistate.
 ●   Fondo comune di investimento: ammontare del contratto di gestione a fine anno e alla fine dell’anno precedente; importo totale delle sottoscrizioni di quote nell’anno e dei rimborsi.
  ●  Gestione patrimoniale: valore globale del patrimonio a fine anno e alla fine dell’anno prima; l’importo totale degli apporti nel corso dell’anno e quello dei prelievi.
 ●   Certificati di deposito e buoni fruttiferi: totale degli importi facciali a fine anno e alla fine dell’anno precedente; importo totale delle accensioni e delle estinzioni nel corso dell’anno (escluse quelle transitate su un deposito titoli)

Sono escluse le operazioni tramite bollettino di conto corrente postale di importo unitario inferiore a 1.500 euro.

La documentazione che riporta tutte le informazioni da inviare per ciascun rapporto è indicata nella tabella allegata allo schema di provvedimentodisponibile qui (fonte: garante Privacy).

L’obiettivo, vale la pena ricordarlo, è recuperare una parte dei 120 miliardi di euro che – secondo le dichiarazioni del ministro Passera – vengono sottratti al fisco ogni anno (in media 3mila per ogni contribuente italiano). Una cifra che da sola basterebbe a pagare gli interessi su tutto il nostro debito pubblico.

controlli conti correnti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

indagini fiscoI dati che verranno trasmessi

Nella tabella, la specificazione delle informazioni da inviare per ciascun rapporto (fonte: garanteprivacy.it)

 

 

 

 

 

LEGGI L’ARTICOLO 

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Le multinazionali evadono il fisco grazie alle leggi

 

MultinazionaliIn base ad una legge , la numero 311/2004 articolo 1 comma 429 le grandi multinazionali come appunto Ikea, Auchan, Carrefour etc. etc. etc. con sedi in paradisi fiscali, pagano le tasse dove hanno la loro sede legale. Il bottegaio, parliamoci chiaro “U’ Putekar'” o “A’ Putec'” se non batte lo scontrino fiscale becca un verbale che arriva anche a mille euro. STÀ BENE ovviamente a chi non ha tale problema visto che ha le mani in pasta alle multinazionali O ha sedi legali dei suoi affari in paesi che non tassano!!!
Probabilmente non te ne sei mai accorto, ma lo scontrino che ti è stato dato all’atto di pagamento presso un ipermercato o presso un negozio appartenente ad una multinazionale, è NON fiscale. Cioè? Cosa significa? Te lo spiego subito. Gli azionisti proprietari delle multinazionali hanno tutti la residenza in paradisi fiscali che NON pagano tasse e usando la legislazione (nazionali e internazionali) particolarmente favorevole riservata alle aziende multinazionali, NON pagano tasse in nessuno dei paesi in cui operano.

Naturalmente i nostri dipendenti al governo sanno bene questa cosa e, visto che i loro lauti stipendi NON sono pagati dalle multinazionali, dovevano trovare altri “polli” da spennare.
Presto fatto! Con la legge finanziaria del 2004, si è introdotto nella legge finanziaria alcuni commi scritti apposta per:
1 –Liberare definitivamente le società multinazionali della scocciatura di dover emettere scontrini fiscali
2 –Incassare giornalmente l’obolo che i nostri dipendenti destinano al pagamento dei propri stipendi.
Non hai capito bene, vero? L’obolo che versiamo ai nostri dipendenti è l’IVA, che versiamo noi, NON le multinazionali, che trattengono per sé il 100% degli utili! Infatti la normativa prevede che giornalmente venga comunicato l’incasso ai fini IVA, che è l’unica cosa che interessa ai nostri dipendenti.
Hai capito perché i piccoli negozianti sono destinati a chiudere? Perché i nostri dipendenti hanno scelto di delegare le grandi multinazionali a fare da esattore al posto loro e loro, in cambio, NON pagano tasse. P.S.: I GIORNALI E LE TELEVISIONI NON PUBBLICHERANNO MAI QUESTA NOTIZIA…PUBBLICITÀ DOCET!!!…ora se andate a guardare la manovra Monti vi è oltre alle tante ingiustizie anche un ulteriore norma che farà tabula rasa d’una fonte di ricchezza e sviluppo del nostro paese, hanno deciso di aumentare in modo progressivo le aliquote che dovranno pagare artigiani e negozianti (qualcuno dirà e che ce frega io non sono artigiano e non ho un negozio, sbagliato cari miei perché se aumentano le aliquote aumentano i prezzi al consumatore finale, a noi tutti) e sapete cosa accade? Tante attività finiranno per scomparire tutte, non vi parlo di gente ma vi parlo di italiani che vivono e fanno vivere di lavoro interi comuni che messi assieme sono l’Italia….le multinazionali sono raccoglitori di ricchezze che traggono profitto dalle vostre tasche e poi se li portano via, non fanno girare la nostra moneta nel nostro paese, non pagano l’iva (tassa) che lo stato (sano) reimmette in circolazione per lo sviluppo la crescita e i servizi.
Visto che questo stato vuole penalizzare la nostra economia opponetevi voi, non fate spesa nei centri commerciali, multinazionali nostri assassini, fate girare quel poco che ci resta nelle nostre piccole botteghe…saranno soldi che rientreranno nelle nostre tasche in altre forme, occupazione, servizi…possiamo farlo e abbiamo il DOVERE di farlo!!!!!!

Un evasore vince un milione al Gratta e Vinci, la Gdf sequestra il premio

Le vie del Fisco sono infinite. E qualche volta ad agevolare gli esattori arriva anche la Dea Bendata. Come ben sanno ad Arzignano, capitale del settore conciario balzata un annetto fa agli onori della cronaca per un’inchiesta della Guardia di Finanza che ha scoperto una serie di frodi Iva per 250 milioni, con una decina d’arresti e 35 indagati. Qualche settimana fa, infatti, nel paese del vicentino, la buona sorte ha baciato l’acquirente di un biglietto della serie “Mega milionario” che dopo aver scartavetrato la parte dorata del magico bigliettino s’è ritrovato in tasca un milione di euro. La felicità, si sa, è difficile da occultare, a dirrefenza dei soldi, e una chiacchiera via l’altra, la “voce di popolo” sulla vincita milionaria è giunta anche a qualche finanziere a cui non è passata inosservata l’identità del neo-milionario. Incappato, coincidenza vuole, in clamorose indagini per frode, evasione fiscale e corruzione e già destinatario di un provvedimento di sequestro cautelare emesso dal gip del tribunale per un importo di 1,8 milioni di euro. A nulla è valsa la furbata di versare i soldi su un conto corrente intestato alla madre. I finanzieri hanno accertato che il denaro era nella sua disponibilità avendo già prelevato e speso 16 mila euro. Le vie del Fisco sono davvero infinite.

http://www.italianews.it/italianewsm/post/206?url=AanbapSD

Modello 730, la dichiarazione “fai da te”

La dichiarazione su misura per dipendenti e pensionati. Per dichiarare eventuali altri redditi (immobili, collaborazioni ecc.) ma soprattutto per detrarre le spese. Solo quattro pagine e senza bisogno di fare i calcoli

modello 730 2011

guida fiscale 110

L’alfabeto delle tasse

A come aliquota, I come imposta e C come confusione. Una guida per capire il linguaggio del fisco

Dichiarazioni dei redditi: pronti, via. Si parte come sempre con il modello 730, la dichiarazione facile, quella che si può compilare in famiglia. Non bisogna fare i calcoli delle imposte, basta indicare i redditi, le spese detraibili o deducibili e poco altro (la parte che dev’essere compilata dal contribuente è di sole quattro pagine): il resto lo fa il datore di lavoro o il Caf, il centro di assistenza fiscale.

Ecco le scadenze:

• 2 maggio se viene presentato al sostituto d’imposta (datore di lavoro, ente pensionistico),
• 31 maggio se viene presentato al Caf o al professionista abilitato (commercialista ecc.)

Il 730 è una dichiarazione per molti ma non per tutti: i vantaggi sono riservati ai lavoratori dipendenti e ai parasubordinati (lavoratori a progetto, Cococo), ai pensionati, ai soci di cooperative e ad altre ristrette categorie.

Dipendenti, parasubordinati e pensionati dovrebbero aver già ricevuto dal proprio datore o ente previdenziale il Cud 2011, ovvero la certificazione dei redditi corrisposti nel 2010 (il termine di consegna era il 28 febbraio). Se non ci sono altri redditi da dichiarare né spese da detrarre (nel primo caso è un obbligo, nel secondo una facoltà) il contribuente non è tenuto a fare altro, cioè non è obbligato a presentare il 730 o altra dichiarazione. Non è considerato un reddito da dichiarare la prima casa di proprietà.

Per chi lo deve o lo può fare, il 730 può rappresentare una scelta di convenienza perché, se c’è un credito col fisco, non è necessario aspettare i tempi biblici dei rimborsi: i soldi arriveranno nella busta paga a partire da luglio, per i lavoratori dipendenti, o con la pensione, a partire da agosto o settembre. Vediamo più in dettaglio chi può usarlo e come e quali sono le principali novità di quest’anno(A.D.M.)

Ravvedimento operoso, le nuove sanzioni Occhio agli appuntamenti col fisco. Da quest’anno i ritardi e i pagamenti errati costano di più

E’ giusto concedere a chiunque una una seconda possibilità. Una regola accettata anche dal fisconei rapporti col contribuente. Ma da quest’anno questa seconda chance costa di più: il 1° febbraio sono entrate in vigore le nuove sanzioni previste per il cosiddetto “ravvedimento operoso” previste dalla legge di stabilità per il 2011. In vista delle prossime scadenze fiscali, prime di tutte ledichiarazioni dei redditi, è bene sapere che cosa rischiamo se arriviamo in ritardo all’appuntamento.

 

Sanzione precedente(*)

Sanzione attuale (*)

Versamento omesso

o insufficiente:

 

 

regolarizzato entro 30 giorni

dalla scadenza

2,5%

3%

regolarizzato entro il termine

di presentazione della

dichiarazione dei redditi

(relativa allo stesso anno)

o entro 1 anno

(se non è prevista la dichiarazione)


3%


3,75%

Errori di calcolo

nella dichiarazione

3%

3,75%

Mancata presentazione

della dichiarazione
regolarizzata entro 90 giorni


21 euro


25 euro

Che cos’è il ravvedimento operoso

Con questa espressione un po’ arcaica si indica la possibilità, introdotta da una legge del 1997, diregolarizzare spontaneamente i versamenti di imposte ritardati o insufficienti e altre irregolarità fiscali, beneficiando della riduzione delle sanzioni. In altre parole, se vi accorgete di avere “bucato” una scadenza fiscale o di aver pagato meno di quello che dovevate prima che se ne accorga il fisco, avete la possibilità di “autodenunciarvi” ricevendo in cambio uno sconto di “pena”. E’ necessario quindi che la violazione non sia già stata rilevata dal fisco e che non siano già iniziati ispezioni o accertamenti.

Tutti gli aumenti

Ma la generosità del fisco ha ricevuto quest’anno un piccolo giro di vite: sono aumentate infatti le sanzionipreviste per le diverse irregolarità. Eccole in sintesi:

(*) Percentuale della somma non versata o non calcolata.

Non si tratta di percentuali enormi ma tradotte in valori assoluti su grossi importi possono trasformarsi in aumenti di un certo peso.

Aumentato anche l’interesse legale

Alla sanzione va aggiunto anche l’interesse legale per le somme non versate, anch’esso aumentato nel 2011. E’ una magra consolazione sapere che non si tratta di un inasprimento del fisco ma di un aggiornamento “automatico” calcolato sul tasso d’inflazione e sul rendimento medio dei titoli di Stato. Sta di fatto che l’interesse legale sale di mezzo punto percentuale, passando dall’1 all’1,5%. Un altro appesantimento dei debiti col fisco. (A.D.M.)