Nel 1994 il regista Sandro Baldoni diresse un film a
tre episodi dal titolo “Strane Storie”. Nel primo episodio
il protagonista (Ivano Marescotti) si sveglia una mattina
con attacchi violenti di tosse e difficoltà a respirare.
Bussano alla porta due uomini in tuta che gli notificano
la “chiusura dell’aria” per non avere pagato in tempo
la bolletta. Proprio così, la bolletta dell’aria.
“Quanto tempo ho?…”, chiede angosciato.
“Se fa in fretta, in venti minuti ce la fa a raggiungere
la centrale dell’aria”, rispondono compunti e distaccati
i funzionari.
L’uomo si veste alla meglio e va, si trascina per
strada, l’autobus tarda, prende un taxi, una manifestazione
lo rallenta, arriva infine a destinazione.
Annaspando raggiunge lo sportello dopo che un signore, morendo, gli cede il
posto nella fila. Con burocratica lentezza l’impiegata di turno verifica che la
pratica sia in ordine, corredata di bolli e timbri. È a posto, ma ha difficoltà a dare
il resto… l’uomo annaspa, l’ossigeno è quasi del tutto esaurito, ma ecco che alla
fine l’aria viene ripristinata in extremis. L’uomo inspira profondamente e rumorosamente
ad occhi sbarrati. Ce l’ha fatta.
Esce dunque in strada, si abbandona ad occhi chiusi appoggiato a un cancello
e, per godere di quell’attimo di felicità, si accende una sigaretta.
Il racconto è paradossale e racchiude tutte le contraddizioni della nostra umanità.
Tutti gli esseri viventi si ritraggono per istinto da qualsiasi fonte di fumo.
L’homo sapiens ha violato questa elementare legge della natura e della conservazione
della Vita. Giunto alla massima evoluzione intellettiva e creativa, contro
ogni legge biologica, è riuscito a ficcarsi del fumo concentrato nelle delicatissime
vie respiratorie definendolo un… piacere.
Questo “piacere” è considerato da decenni, da parte dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità, la prima causa di morte evitabile al mondo. Ogni anno
cancella dal pianeta oltre 5 milioni di persone per malattie gravi e invalidanti che
opprimono il respiro e danneggiano gravemente i bronchi e i polmoni, incapaci
di difendersi in quanto la natura li ha programmati per ricevere aria, non fumo.
VIVA IL RESPIRO
In Italia le morti indotte dal fumo di sigaretta ogni anno sono 80.000, di cui 30.000 solo per
tumori al polmone.
Per questo motivo il tabacco è considerato il principale fattore di rischio per malattie
respiratorie, cardiovascolari e tumorali.
In altri termini, provoca più decessi e invalidità di incidenti stradali, alcol, aids, droghe,
omicidi e suicidi messi insieme.
fonte lilt