Sanità a pezzi Lecce, si rompe la luce in sala operatoria: operano con quella dei telefonini

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I tagli alla sanità hanno messo in ginocchio l’ospedale di Santa Caterina Novella di Galatina. Nelle sale operatorie leccesi manca la luce da quattro anni  e i chirurghi per poter effettuare gli interventi sono costretti a illuminare il tavolo e soprattutto il paziente con l’illuminazione dei telefoni cellulari.  La situazione è stata denunciata dai medici ed è stata segnalata più volte alla direzione ma in una delle tre sale a disposizione, la lampada scialitica, quella usata negli interventi chirurgici in quanto evita la formazione di ombre, non è mai stata riparata. Di non effettuare operazioni chirurgiche proprio non se parla e così si continua mandare sotto i ferri le persone con una media di 50 persone al mese.

L’intervento delle forze dell’ordine – Dopo la denuncia dei sindacati, nelle scorse settimane sono scattati i controlli dei Nas che hanno passato al setaccio le sale operatorie della struttura. ll manager dell’Asl locale di Lecce, Giovanni Gorgoni, ha dichiarato: “I primi risultati evidenziano diverse modeste criticità”.  A riportare la notizia è il Corriere del Mezzogiorno, che ha documentato quanto avviene ogni giorno con una foto scattata durante un’operazione.

fonte

Palermo: misura cautelare nei confronti di un medico-oculista

Controlli dei NAS Carabinieri in un ospedale

I Carabinieri del NAS di Palermo, al termine di articolate indagini coordinatedalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare personale degli arresti domiciliari a carico di un medico oculista di Palermo, operante in regime di convenzione  con il Servizio Sanitario Nazionale.

I militari del NAS hanno accertato che il medico  induceva i  propri assistiti, affetti da  problemi di cataratta,  a sottoporsi ad intervento chirurgico presso una casa di cura di Palermo chiedendo  compensi variabili tra 100 e 300 euro come prezzo di mediazione finalizzati ad abbreviare i tempi di attesa paventati, ma di fatto inesistenti.

Tale condotta avveniva all’insaputa dei responsabili  della casa di cura che, sono risultati completamente estranei alla vicenda,  ignari delle illecite richieste in denaro da parte del sanitario.

L’operazione si inserisce negli interventi nello specifico settore effettuati dai carabinieri dei N.A.S. nell’interesse dei cittadini ed a tutela della salute.

Roma, 02 maggio 2011