Ausilio per la riabilitazione-2-2 La respirazione

2-2 La respirazione

La Respirazione avviene,d’ora in poi,dall’orifizio situato alla base del collo od orifizio tracheale. E’ bene non esibire lo stoma e proteggerlo con il filtro respiratorio;eviterete che durante i colpi di tosse le vostre mucosità vengano proiettate addosso a chi vi sta di fronte.

Questa modificazione anatomica deve essere accettata conoscendone tutti i riflessi nella vita quotidiana. La soppressione della glottide quindi del meccanismo di chiusura dell’albero respiratorio impedisce di bloccare il respiro (chiudendo la bocca e gonfiando le guance),di conseguenza si ha l’impressione che manchi l’aria salendo le scale o si pensa di non poter più sollevare carichi pesanti e di non essere resistenti ad alcuno sport. Se immaginassimo di sollevare un oggetto pesante ci ricorderemo che involontariamente chiudiamo la bocca gonfiamo le guance volendo quasi impedire all’aria di uscire;tutto ciò permette di sostenere e terminare lo sforzo più facilmente.

Occorre imparare a trattenere l’aria diversamente,poiché chiudere la bocca non impedisce all’aria di uscire dal tracheostoma e bisogna compensare questo deficit anatomico con la regolazione addominale della respirazione. Anche quando dormiamo la nostra respirazione è normalmente addominale,cioè respiriamo in economia e senza sforzi. Il ventre partecipa alla respirazione gonfiandosi e sgonfiandosi ritmicamente. Questi movimenti addominali possono essere appresi e controllati anche quando siamo svegli:si tratta di coinvolgere nell’esercizio un altro muscolo non visibile,il diaframma,permettendogli di contrarsi e di abbassarsi ritmicamente ed ampiamente. Ne otterremo una maggiore tolleranza agli sforzi,un più grande senso di calma ed un miglior autocontrollo,utile all’apprendimento della voce esofagea.

Per completezza elenchiamo le altre due modalità respiratorie:

  • la respirazione toracico-superiore è tipica di quelle situazioni affettive-emotive,come quella che osserviamo sobbalzando ad un forte rumore. L’inspirazione è provocata dal rialzamento della parte anteriore del torace, generata dai muscoli del collo. L’espirazione risulta dal ritorno alla posizione iniziale, dopo rilasciamento dei muscoli del collo;

  • la respirazione vertebrale rappresenta il terzo tipo di funzione respiratoria tipica del respiro profondo. E’ provocata da un movimento di estensione-flessione della colonna vertebrale. Il movimento scapolare crea un’apertura delle costole aumentando la potenza della inspirazione; se si esegue il movimento contrario, chiudendo le spalle e curvando la schiena, si ottiene un’espirazione più ampia.

L’uso di un umidificatore e di uno ionizzatore è utile e può essere necessario in alcune condizioni climatiche ed ambientali. Infatti le regioni con ampie escursioni igrometriche nel periodo estivo (sbalzi di umidità frequenti) e in inverno gli ambienti scarsamente umidificati (non ventilati,riscaldati con termosifoni e arredati con moquette) facilitano le malattie del raffreddamento.

2-2-1 Un approccio alla rieducazione respiratoria

Per svolgere questo training sono necessari “alcuni pesi” che possono essere acquistati in un negozio di articoli sportivi,oppure semplicemente confezionati con sabbia e tessuto (due sacchetti di 12 cmx20 cm di peso variabile da 1 kg. A 2 kg., ed un terso più grande di 20 cm. con un peso di circa ¾ kg.

Diventare consapevoli della propria disponibilità e creare l’ambiente ideale:

Mi metto in una posizione comoda”

Mi sento a mio agio”

Non controllo il mio respiro”

Non penso a nulla di emotivamente importante”

 

Ritmo respiratorio addominale:

Tra poco riempirò d’aria i miei polmoni,pronto…VIA….ora la trattengo…e la lascio uscire lentamente. Bene!L’espirazione deve essere più lenta dell’inspirazione e durare circa due volte il tempo dell’inspirazione.

 

La tecnica in tre posizioni:

Inspirare profondamente,lasciare gonfiare il ventre al massimo e fare altrettanto per la gabbia toracica. Lasciare svuotare il torace e l’addome espirando completamente ed attivamente tutta l’aria.

2-2-2 Posizione supina

 

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Con un cuscino nell’incavo della nuca ed un altro nell’ incavo delle ginocchia,mentre le braccia sono ai lati del corpo con le palme prone.

 

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Appoggiare sull’addome il sacchetto di sabbia di 2 o 3 kg. Ed allenarsi a sollevarlo, quando l’aria entra nei vostri polmoni. Cercare un ambiente tranquillo e lontano dai rumori,tentare di rappresentare l’aria che entra nei polmoni,che si gonfiano quando si inspira ed il diaframma si abbassa;poi quando si espira,visualizzare il diaframma che si alza e le coste si abbassano, mentre l’addome rientra.

2-2-3 Posizione seduta e respiro in economia

 Ripetere l’esercizio senza sacchetto distesi lateralmente sui due lati e, da seduto, apprendere e continuare tale esercizio. Anche nella vita quotidiana, tale respirazione sarà un respiro di economia ed è alla base della rieducazione fonatoria.

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2-2-4 Posizione prona a cagnolino

 Col capo in basso ed appoggiati sui gomiti e sulle ginocchia,ripetere lo stesso esercizio al mattino,per svuotare i polmoni di tutte le secrezioni notturne.

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2-2-5 Posizione eretta

 

Sollevare le braccia che afferrano i due sacchetti di sabbia,mentre avviene l’inspirazione, poi durante l’espirazione abbassare le braccia in avanti, mentre, contemporaneamente inizia e si conclude una lenta espirazione. Acquisita una certa pratica, questo movimento può essere completato con una flessione sulle ginocchia,mentre si espira lentamente.

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Tutti questi esercizi sono da effettuare mantenendo una respirazione di base diaframmatica. E’ facile accorgersi che il movimento del sacchetto ci aiuta a respirare lentamente e profondamente, con la partecipazione dell’addome.

La pancia si gonfia nell’ispirazione e si svuota nell’espirazione.

2-2-6 Il soffio addominale

 E’ un esercizio eseguito dalla parete addominale che facilita il controllo respiratorio. Si divide in tre tempi e deve essere effettuato in piedi.

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Primo tempo:

inspirare gonfiando la pancia.Portare l’attenzione sulla pancia gonfia.

 

Secondo tempo:

cercare di rimanere con la pancia gonfia.

Terzo tempo:

spingere l’aria fuori comprimendo la pancia energicamente. L’aria, che espulsa fuori dallo stoma, con sbuffi frazionati,deve sollevare la protezione tracheale o il filtro respiratorio di protezione.

 

Ripetere l’esercizio 5/6 volte di seguito,imitando il suono di una locomotiva a vapore.

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Ausilio per la riabilitazione-2-1 Igiene

2-1 Igiene

2-1-1 Il Tracheostoma

Dal greco,termine che designa l’orifizio alla base del collo per abboccarvi la trachea e creare il nuovo percorso respiratorio.

Come per la propria bocca od il proprio naso è necessario lavarli giornalmente,altrettanto si richiede:

-la pulizia della pelle attorno allo stoma con prodotti dermatologici (saponi acidi o lavande di tipo ginecologico) e senza irritarlo;

-l’uso di alcune gocce di olio gomenolato con azione fluidificante,da installare in trachea,per evitare la formazione di croste,che possono sempre favorire le infezioni o causare problemi.

2-1-2 La cannula

Per la cannula bisogna avere gli stessi riguardi. Una o due volte al giorno va lavata con acqua corrente con gli appositi spazzolini e poi sterilizzata. E’ perciò importante avere una seconda cannula disponibile per qualsiasi eventualità. Le cannule possono essere in plastica (teflon) o metalliche (argentate); quest’ultime vanno verificate ogni sei mesi e all’occorrenza ricevono un altro bagno di argento. Le cannule in plastica sono necessarie per chi dovrà portarle a lungo,poiché sono indeformabili e leggerissime.

2-1-3 Il filtro respiratorio

L’aria non è più filtrata dal naso e l’immissione diretta dell’aria nella trachea richiede la protezione del tracheostoma. Attraverso un filtro respiratorio,s’impedisce ai granelli di polvere ed altri agenti dannosi di penetrare con l’aria respirata;si potrà,inoltre,riscaldare l’aria ed umidificarla. L’uso del filtro respiratorio deve essere continuo,permanente,e non intralcia affatto la respirazione.

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Ausilio per la riabilitazione 1-4 Aspetti psicologici del laringectomizzato

E’ un’esperienza comune degli oncologici che variabili di tipo psicologico,in particolare la reazione alla malattia,siano in grado di ricoprire un ruolo importante non solamente ai fini della riabilitazione e del reinserimento,ma anche ai fini prognostici. Occorre quindi aver un quadro abbastanza chiaro per aiutare il futuro operato a non restare vittima dei suoi meccanismi di difesa ed incoraggiarlo ad uscire il più velocemente possibile dalla situazione di blocco.

La reazione alla malattia è suddivisa generalmente in 3 fasi:una fase iniziale dove si comunica la diagnosi e si stabilisce l’intervento,la fase ospedaliera e la fase post-chirurgica ossia la riabilitazione. La fase iniziale è uno stato di profondo allarme;successivamente è frequente il riscontro di una reazione aggressiva (ovvero depressiva) rivolta verso i familiari e i sanitari. Se questa fase è mascherata dal rifiuto dell’intervento,il paziente e i familiari sono spesso condizionate dalle preoccupazioni di non rubare tempo prezioso ai medici con le loro richieste di informazioni;tuttavia il medico deve interpretare quell’atteggiamento di vittima che indica la paura del rifiuto e può nascondere una rivalsa persecutoria. Quando questo percorso resta ancora più sotterraneo il paziente corre spesso il rischio di rimanere psicologicamente e socialmente “isolato” con il suo timore e ansia inespressa circa il futuro. Il familiare,dal canto suo,spinto di non dire niente al paziente sulla sua condizione,rimane il più delle volte confuso ed angosciato dal senso di impotenza e dalla condizione di “cospiratore del silenzio”.Laddove il paziente e i familiari appartengono alle classi lavoratrici non tecnocratiche,le difficoltà connesse alla diffidenza,alla distanza sociale,ai diversi stili di espressione verbale,alle basse aspettative del medico circa le capacità del paziente di comprendere le informazioni,tutte queste difficoltà peggiorano l’interazione tra l’ammalato e il suo ambiente. Quindi bisogna stabilire una migliore comunicazione aiutando il paziente ad esprimere il suo dolore e a creare una comunicazione interna libera e aperta,affinché i meccanismi di adattamento favoriscano una migliore attuazione dell’intervento chirurgico.

Per i famigliari la consapevolezza di una possibile depressione nel paziente li conduce a reagire negando tutte le paure del Congiunto/a.

L’ignoranza incrementa la paura e la paura scatena una negazione dell’importanza della riabilitazione e della logica dei piccoli passi sin dalle prime fasi. Gli infermieri possono collaborare in modo insostituibile perché a loro i pazienti si rivolgono con maggiore fiducia sperando di poter ricevere una verità serena e schietta;in questa fase di shock i pazienti sono emotivamente dei bambini che desiderano una guida che nulla nascondo. Questi operatori,che convivono ed osservano più facilmente i pazienti in questo periodo,hanno la possibilità di trovare il miglior momento per esprimere fiduciosamente le diverse fasi dell’intervento,incoraggiandoli ripetutamente ad affrontare il futuro.

L’attesa dell’intervento chirurgico costituisce una continua e notevole fonte di stress. L’ansia,la paura,l’agitazione,oppure la confusione,persino l’inibizione e la disperazione sono le diverse intensità di reazioni all’intervento. In tale fase (II fase) è importante il ruolo del chirurgo che dovrebbe illustrare le possibilità terapeutiche,l’intervento programmato,gli esiti,dando e trasmettendo fiducia al paziente. E’ stata dimostrata l’utilità del fare incontrare il paziente con gli operati da lungo tempo. Il ricevere risposte concrete rappresenta una prima tappa di notevole importanza ai fini dell’accettazione del demolitivo intervento chirurgico.

Fino ad oggi questa azione preventiva si è svolta prevalentemente a livello dei possibili determinanti di tipo biologico,in una visione di tipo chirurgico tradizionale. Di contro occorrerebbe dare importanza all’approccio programmatico dell’intervento,che tenga conto dei due tipi di problemi che si intrecciano:

  • da un lato la valutazione iniziale delle possibilità terapeutiche in relazione allo stadio della malattia e delle coesistenti patologie somatiche (che determinano l’alternativa tra cordectomia/laringectomia parziale o totale);

  • dall’altro lato l’analisi e la presa in carico delle reazioni emozionali.

E’ importante preparare i familiari e il paziente ad affrontare ed accettare la notevole quota di sofferenza somatica e psichica che caratterizza i 12 giorni successivi all’intervento. La solitudine,il sondino,le difficoltà respiratorie e le secrezioni richiedono che il paziente sia incoraggiato a superare quella fase come l’ultima di una situazione di passività;mentre la malattia è stata ormai affrontata è necessario puntare sul suo ruolo attivo:come il desiderio di tornare autonomo nella quotidianità. Pertanto occorre fare il punto della situazione analizzando:


1) il problema sociale e lavorativo (se c’è);

    1. le reazioni psicologiche ed affettive;

    2. le risorse ambientali (la famiglia).

 

Infine,la dimissione dall’ospedale (III fase) ed il rientro a casa sono le fasi confronto/scontro con la realtà,poiché il neo operato è pienamente cosciente della sua problematica:lo stato di ansia legato alla malattia,le alterazioni funzionali ed estetiche conseguenti all’intervento,il timore del << rigetto sociale>> sono ingigantiti dall’impossibilità di comunicare verbalmente le proprie preoccupazioni. Il neo-operato vive una pericolosa sensazione di isolamento e di incomprensione. La conseguenza più temuta di questo stato d’animo è rappresentato dalla depressione psichica con rifiuto della vita e di ogni tentativo di prolungarla.

E’ in questa fase che si rivela essenziale la presenza dell’operatore poiché dovrà dare una metodologia, ossia gli strumenti e le abilità necessarie al neo-operato e alla sua famiglia per superare questa particolare situazione. E’ necessario presentare al neo-operato una programmazione dettagliata della giornata e convincerlo ad eseguirla. Si richiede alla famiglia di incoraggiarlo,di prestargli attenzione senza eccessivo mammismo o militarismo. Occorre mantenere un interesse costante nei suoi confronti,basta fare capire che la sola vicinanza fisica oppure un semplice cenno degli occhi sono già un’interazione valida per riacquistare la propria autostima. L’operatore deve ripetere alla famiglia che è inutile cercare di proteggere il neo-operato dal prendere piena consapevolezza dei drastici cambiamenti che si sono prodotti. La famiglia deve sempre più incentivare e spronare il neo-operato a recarsi alla rieducazione vocale poiché è l’unica via per reinserirsi socialmente. Se il paziente può riprendere l’attività lavorativa,è determinante che a scandire l’impegno sia un riabilitatore che abbia le stesse affinità sociali.

A volte,il rifiuto della riabilitazione fonatoria,l’astenia,la dispnea fino all’attacco di panico con vertigine,richiedono una consulenza psichiatrica. Verranno individuate le strategie più opportune,gli incontri con le famiglie,le mete da raggiungere. I risultati ottenuti nel corso del programma riabilitativo aiuteranno a trovare le motivazioni necessarie per compiere ulteriori passi.

L’intervento di laringectomia totale,se da un lato è finalizzato alla salvezza della vita del paziente,d’altra parte deve essere associato a opportune iniziative psicologiche e sociali,affinché la vita del laringectomizzato possa essere qualitativamente soddisfacente.

 

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Ausilio per la riabilitazione 1-3 Prima e dopo la laringectomia totale

1-3-1 Conseguenze dell’intervento

Per quanto riguarda la respirazione:essa avviene ormai tramite il foro situato alla base del collo,orefizio detto tracheostoma,senza passare né dalla bocca né dal naso.

Per quanto riguarda l’emissione dellae parole o fonazione:occorre acquisire una nuova tecnica di produzione dei suoni,chiamata voce esofagea.E’ realizzata dall’aria inghiottita e non più tramite l’espirazione.Si deve affrontare un periodo di rieducazione vocale.

Per quanto riguarda l’alimentazione:il cibo seguira la stessa via e la laringectomia totale non serberà alcuna conseguenza sull’alimentazione.Quando la ferita operatoria si sarà cicatrizzata l’alimentazione sarà di nuovo normale

1-3-2 Periodo postoperatorio iniziale


Rappresenta il culmine dei relativi disagi,ma è un periodo molto breve.Ci si sveglia con un sondino gastrico,un tubicino che introdotto nel naso sin nello stomaco permette un’alimentazione liquida iniziale per i primi 8/15 giorni.

Nel tracheostoma sarà presente una cannula,piccolo tubicino generalmente di ferro ricoperto da un bagno di argento (o preferibilmente di plastica) immesso nell’orefizio creato alla base del collo.Nei maggio parte dei casi la cannula verrà tolta dopo 6/12 mesi.

Dopo tre settimane dall’intervento inizia generalmente un trattamento di radioterapia,per una durata di 5/7 settimane con una frequenza di 4/5 sedute settimanali della durata di qualche minuto.A tale periodo segue la rieducazione vocale con un training che dura da uno a tre mesi,o più lungo per il tipo di intervento chirurgico e per la reazione psicologica del paziente.

Il laringectomizzato nonostante seri inconvenienti non è un infermo,perché lo stoma può essere completamente dissimulato alla vista altrui e la voce esofagea permette un’interazione sociale e familiare normale.

D’altronde se il laringectomizzato può riconquistare una vita sociale e familiare,è consigliabile evitare gli ambienti rumorosi e natatori,per non correre il rischio di trovare chi “Lo” scambia per un ranocchio od un marziano.

Schemi anatomici riassuntivi.

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Ausilio per la riabilitazione-1-2 Malattie della laringe.

1-2 Malattie della laringe.

 

Un abbassamento di voce costituisce il sintomo iniziale da non sottovalutare,che richiede,se perdura e si ripresenta,un periodico controllo seguendo un accurato protocollo.

Le diagnosi più frequenti sono:laringite cronica,allergica,neoformazione benigna (più comunemente conosciuta come polipo della corde vocale) e maligna (ad es. il carcinoma).La cura delle neoformazioni benigne e maligne è la terapia chirurgica e/o radioterapia.Gli interventi chirurgici più frequenti sono rappresentati dalla cordectomia,dalla laringectomia parziale e dalla laringectomia totale.

La cordectomia è un intervento chirurgico conservatore ideale che dà buoni risultati nei tumori circoscritti al tratto medio o anteriore della corda,senza infiltrazione profonda.

Le laringectomie parziali sono interventi diretti ad asportare un tratto più o meno esteso di parete laringea;variano secondo la sede ed estensione del tumore e possono interessare una parte più o meno ampia della laringe nella sua parete laterale o anteriore,od una porzione della laringe.

La laringectomia totale è costituita dall’asportazione di tutta la laringe fino ai primi anelli tracheali.Dopo l’asportazione si sutura la mucosa faringea in modo da ricostruire la continuità del canale faringo-esofagea per conservare la via digestiva.Mentre,per la via respiratoria la trachea sbocca alla base del collo tramite uno stoma,cioè un foro.

L’associazione con la radioterapia può essere utilizzata per completare il trattamento chirurgico e prevenire le recidive e le metastasi regionali.  

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Ausilio per la riabilitazione -Capitolo 1 1-1Indicazioni anatomiche e fisiologiche

 

    1.  

Dove si trova la laringe?

I due bronchi sboccano nella trachea,simile ad una colonna vuota,al cui apice vi è un capitello che rappresenta la laringe. Anche quest’ultima è un condotto alla cui base vi è la glottide (corde vocali);mentre la parte superiore della laringe si apre sulla faringe,quest’ultima continua nell’esofago;la parte inferiore della laringe,come abbiamo detto sopra,si apre nella trachea.

 

A cosa serve la laringe?

La laringe ha una duplice funzione nella respirazione e fonazione.

Altra attività riflessa è la deglutizione,quando il vestibolo laringeo si spozta in avanti e in alto permettendo al bolo alimentare di impegnarsi nella bocca dell’esofago.

Nell’emissione della voce l’apparato respiratorio costituisce la riserva d’aria necessaria per far risuonare le corde vocali,la cassa di risonanza è rappresentata dalla laringe e dalla faringe.

 

Come avviene la respirazione?

L’aria che è stata riscaldata ed umidificata nelle fosse nasali è immessa negli alveoli polmonari dopo aver attraversato la trachea ed i bronchi. Il passaggio della corrente aerea attraverso il vestibolo e la cavità nasali è necessario al trasporto delle molecole odorovettrici,che permettono l’odorato (la capacità olfattiva).

La respirazione è un movimento automatico che ripetutamente si completa in due fasi:la inspirazione e la espirazione,nell’inspirazione i polmoni si dilatano e nell’espirazione i polmoni si restringono (“sono spremuti”)

per opera dei muscoli toracici,addominali e scapolari.L’aria che entra nei polmoni costituisce l’inspirazione,mentre l’aria che ne fuoriesce rappresenta l’espirazione.Mediamente in un minuto ci sono 12/15 atti respiratori e l’espirazione è più lunga dell’inspirazione.

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Ausilio per la riabilitazione-Come utilizare questo opuscolo?

Questo libro dovrebbe essere utilizzato secondo le proprie aspirazioni ed interrogativi. Diversi sono i modi di apprendere se le difficoltà non sono identiche. Chi avrà l’opportunità di approfondire il lato tecnico,troverà alcune indicazioni sui prodotti,sussidi,farmaci e case farmaceutiche,apparecchiature sanitarie ed industrie sanitarie interessate alla riabilitazione pratica dei laringectomizzati,al termine del libro e nel 2° capitolo. Chi vorrà esercitarsi maggiormente sull’apprendimento della voce esofagea,avrà la possibilità di effettuare nel 3° capitolo una serie di esercitazioni vocali che potrà verificare e controllare da sé,utilizzando il registratore.Chi desiderà avere maggiori conoscienze sulla prevenzione,raccoglierà varie nozioni utili,a questo scopo,nel 1° capitolo.

Scorrere ed approfondire i diversi capitoli che descrivono un aspetto specifico sarà sufficientemente facile con i paragrafi scritti in grassetto. Procedendo con questo sistema otterrete rapidamente le spiegazioni utili alle singole questioni. In seguito,chi sarà più curioso e più paziente,potrà leggere tutto l’opuscolo. In ogni caso,non si perda tempo e ci si dia subito da fare!

Poiché questo problema colpisce prevalentemente gli uomini ci rivolgiamo alle mogli,che con pazienza ed equilibrio,sdrammatizzando,offriranno dosate attenzione ai loro cari. A loro il nostro incoraggiamento ed un avvertenza:stiano attente a non esaurire le loro energie fino a scivolare nel pietismo ed in uno stato psicologico di lutto. Le associazioni sono il luogo ideale per ricevere conforti e stimoli. E’ bene non chiudersi in se stessi e non rinnegare le proprie emozioni di ribellione,a questi tristi momenti di impotenza.

E’ a disagio il chirurgo che deve spiegare al suo paziente cos’è una laringectomia:la perdita definitiva della voce. La respirazione assicurata da un’apertura alla base del collo e l’adattamento temporaneo di una cannula sono le particolarità dovute a tale intervento. Generalmente le informazioni non vanno oltre,invero l’operazione rappresenta rappresenta la preoccupazione più immediata. Insostituibili sono i paramedici che non evidenziano né disinteresse né astensionismo,nel loro operato;quando prezioso diventa l’incoraggiare il paziente mai abbastanza preparato ad affrontare l’intervento. Ed il risveglio dall’intervento pone l’impatto drammatico con una sonda dal naso allo stomaco,la ferita nel collo (dove immagginare l’inevitabile) e sopratutto l’impossibilità di produrre qualsiasi suono,quando il bisogno di comunicare è un “dovere” per sopravvivere.Comunque è il sondino che preoccupa per ora! Ma la sonda è solo temporanea,la perdita delle corde vocali è definitiva.

Quest’opuscolo si propone di chiarire alcune preoccupazioni e di procurare maggiore serenità a chi supererà questa prova e vivrà a lungo con il suo modo di essere.

Si vuole sperare che i consigli ed esperienze di vita contenute in questo libro possono essere utili a riacquistare fiducia in se stessi e a superare i momenti più difficili,quando il dubbio si dilata e si perde la speranza. Occorre incanalare il vitale bisogno di comunicare ed integrarsi nel proprio habitat attraverso la rieducazione alla voce esofagea.

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Introduzione

 

La riflessione è coinvolta in ogni modificazione ed evoluzione;e Darwin,nell’introdurre il concetto

delle varie condizioni di esistenza,voleva sottolineare l’importanza dell’ambiente. Nell’era tecnologica postindustriale,la ricerca “evoluta” collabora a stabilire un nuovo concetto di equilibrio,

più sensibile ai rapporti tra ambiente e mutazione. Ci soffermiamo sul seguente esempio:se esaminiamo un dado da gioco,possiamo constatare che ha sei facce e che non ci sono altre combinazioni possibili. Se altrimenti consideriamo un organo,e se quest’organo deve subire un dato cambiamento,questa sua mutazione,coinvolgerà l’intero equilibrio poiché tutto il nostro organismo gli è strettamente correlato. Ciò non significa che tutto finisca lì.

L’intervento di laringectomia totale è un intervento demolitivo. Questa nuova situazione coinvolge definitivamente alcuni elementi dell’apparato di fonazione (corde vocali,epiglottide…),che vengono soppressi. Inoltre i muscoli del collo,necessari per l’equilibrio propriocettivo e per la respirazione emozionale,si irrigidiscono ed a volte si retraggono facilitando le reazioni di ansia,collera e paura. Ma se il dado da gioco non presenta altre possibilità alternative,l’uomo in questa condizione ha un modo di ristabilire una funzione adattativa,con la continuità o la contiguità delle prime vie digerenti e aree,può apprendere ad emettere una voce esofagea molto comprensibile e socialmente sufficiente. Imparando la dissociazione dei soffi ed una respirazione diaframmatica si può riconquistare l’attitudine allo sforzo ed all’autocontrollo.

Quindi se condizioni determinanti creano la vita,spesso le modificazioni sono irrevocabili e non irrimediabili ed irreparabili;con la riflessione,si attua una nuova compensazione e si costituisce un altro equilibrio od una diversa combinazione.

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Ausilio per la riabilitazione-Copertina e Indice