CORRADO MANTONI Conduttore TV italiano 2 agosto 1924 • 8 giugno 1999

Corrado Mantoni

Romantiche rivoluzioni televisive

 

Corrado Mantoni nasce il 2 agosto 1924 a Roma. I genitori sono di origini marchigiane. 
Terminati gli studi classici frequenta la facoltà di giurisprudenza, ma non arriva al conseguimento della laurea, perché la sua attenzione viene rapita dal magico mondo dello spettacolo, che nel ventennio fascista, nel periodo di guerra e nel dopoguerra, rappresenta anche una fabbrica di sogni. 
Tuttavia Corrado Mantoni è dapprima chiamato a raccontare agli italiani i loro drammi, le tragedie, la sofferenza, lavorando prima come speaker ufficiale, grazie al bel timbro naturale della sua grave voce, dalla eccellente dizione, che presto diventa quella ufficiale della radio italiana; poi diventa presentatore, che all’epoca, in radio era il coronamento della carriera. 

Sostituisce così Silvio Gigli e subito costruisce una fucina di prodotti pronti a rivoluzionare lo spettacolo radiotelevisivo italiano, inventando i primi veri show nazionalpopolari come “Rosso e Nero” e “Radio Naja”. Il passaggio alla televisione è ostacolato dai dirigenti della Radio, che allora vedevano la TV come la concorrenza all’interno della stessa RAI. 

Corrado riesce a realizzare solo qualche trasmissione televisiva dei suoi show radiofonici; va ricordato che i grandi ascolti erano a pannagio della radio, non ancora della TV. Qualcuno poteva inoltre vedere Corrado al cinema che interpretava se stesso, facendo da spalla a grandi attori come Totò, o prestava la sua immagine a Rossellini, o addirittura metteva in scena, nei film, i suoi programmi più famosi; sarà Corrado a lanciareSophia Loren

Intanto Corrado Mantoni prosegue la carriera di doppiatore. La sua voce diventa la voce degli italiani. Anche Umberto Eco ne tesse elogi. Corrado conosce i congiuntivi, la consecutio temporum, e la sua parlata è misurata, ma ha grande ricchezza terminologica e proprietà di linguaggio; il tutto è reso più popolare dalla sua semplicità apparente, e dal suo fare e dal suo dire, dipinti di un romanesco ornamentale ancor più che sostanziale. 

Corrado conosce bene e ama Roma, sua città, in cui si sposa e ha un figlio, Roberto, con Luciana Guerra, dalla quale divorzia nel 1972. 

Nel 1961 arriva il tempo del suo primo programma televisivo. Di qui Corrado incastona uno dietro l’altro gioiellini che preparano il terreno a un vera e propria rivoluzione televisiva, come già era avvenuta in radio. Diventa il presentatore ufficiale della televisione italiana,ove conduce le premiazioni, i programmi celebrativi, i galà del sabato sera, i concerti, mentre Mike Bongiorno presenta essenzialmente quiz e Sanremo (di cui Corrado presenta la sola edizione del 1974). 

Fra i due mostri sacri della TV nasce complicità e non rivalità. L’amico del giaguaro, Controcanale, Il Tappabuchi sono programmi che il presentatore conduce in questi anni. Nel 1965 La prova del nove. Nel 1968 La Corrida radiofonica. Corrado fino agli anni ’80 non lascerà la radio. 

Nel 1970 presenta ancora una volta Canzonissima, e nel 1971, per la prima volta nella storia del varietà della Lotteria, viene riconfermato il conduttore con la showgirl Raffaella Carrà, che Mantoni contribuisce a lanciare. Nel 1972 Un’ora per voi, trasmissione della TSI (tv della Svizzera italiana). Nel 1975 viene varata la riforma della tv, da cui nascono TG1, TG2 e palinsesti autonomi delle due reti RAI. 

Si avvicina un altro momento della rivoluzione televisiva in atto, negli anni dell’austerity per intrattenere gli italiani nei pomeriggi festivi: Corrado presenta “Domenica in…” da lui così inventata e scritta inizialmente con Paolini e Silvestri, e per tre edizioni di 39 puntate l’una dalle 14 alle 19:50, crea un nuovo modo di fare tv, un happening, e pone le basi del primo vero talk-show italiano. Ma non va dimenticato che all’interno del programma è Corrado a inserire la rubrica del teatro, della scienza, della musica, della tv, non mancando di sostenere l’Italia delle tradizioni e dei paesi; persino i germi di programmi quali “Mi manda Raitre” sono già presenti nel programma di Corrado; si pensi al libro dei “comandamenti”; ineguagliate inoltre le sue scenette con gli attori famosi, che ospita; non mancano prestigiatori. Lancia Tony Binarelli e Alexander. 

Gli ascolti rimangono altissimi. Le edizioni successive a quelle di Mantoni tradiscono, a parte alcune delle edizioni di Pippo Baudo, immediato successore, lo stile di un programma elegante, divertente ed equilibrato. Nel 1978 il sodalizio fra Corrado e il grande Paolo Grassi, allora presidente della RAI, si rompe. 

Nel 1979 conduce alla radio “Corradodue” su Radiodue, nel 1980 “La mia voce per la tua domenica” su Radiouno, nel 1981 “Gran Canal” sulla seconda rete RAI, il venerdì al posto di Portobello di Enzo Tortora, una trasmissione in diretta dal Teatro delle Vittorie che prosegue la rivoluzione televisiva, con un gioco per soli concorrenti stranieri in Italia, e ove viene proposta una sorta di soap-opera, dagli attori protagonisti in teatro, di cui il pubblico telefonicamente deve indicare il finale. Anche questa idea verrà ripresa nella tv successiva. 

Nel 1982, dopo aver portato al successo “Fantastico” con Raffaella Carrà e Gigi Sabani (quest’ultimo lanciato da Corrado in una edizione della Corrida radiofonica), opta per la tv commerciale e reinventa su Canale 5, nato da un paio d’anni, la fascia di mezzogiorno, allora inesistente. Il programma è “Il Pranzo è servito”, un controquiz, più che un quiz, sicuramente uno dei giochi più amati degli anni ’80. 

Nel 1983 presenta un’altra sua creatura “Ciao Gente”: è il pubblico ad essere protagonista del programma nel quale lancia Dario Ballantini. 
Nel 1984 con Maurizio Costanzo presenta “Buona Domenica”. 

Subisce un’operazione alle corde vocali nel 1985. L’anno seguente, il 1986, anno storico della rivoluzione, il conduttore porta in TV un programma radiofonico, esperimento mai riuscito prima, e presenta “La Corrida”, per oltre dieci anni, iniziando nell’estate, per passare poi negli anni a venire, rinnovando con umiltà, un eterno ritorno della sua gavetta, in primavera, fino all’inverno e all’autunno, quando nel 1997 per la prima volta sorpasserà il programma di punta del sabato sera RAI abbinato alla Lotteria. 

La carriera di Corrado ha le caratteristiche dell’ironia, di cui, unico forse con Raimondo Vianello, è icona. 
Tra le sue nuove scoperte di questo periodo vi è anche Neri Marcorè. 

Nel 1987, nel 1988, poi nel 1989 subisce operazioni per un edema polmonare. Nel 1990 un altro momento importante: Corrado presenta il Gran Premio Internazionale della TV, che per 7 anni consecutivi lo vede come autore e conduttore in coppia con altri volti della RAI. 
Tra il 1991 e il 1996 scrive “Tira e Molla”, gioco condotto da Paolo Bonolis che per due edizioni vince nella fascia preserale.

Negli anni seguenti scrive “Il Gatto e la Volpe” per la coppia Paolo Bonolis, Luca Laurenti. Sposa Marina Donato. 
Nel 1998 si ammala gravemente. 
Corrado Mantoni muore l’8 giugno 1999, a Roma. 

A lui è dedicata una via nel quartiere in cui ha abitato, nel IV municipio di Roma, Casale Nei.

3 Gennaio 1954 – Iniziano ufficialmente le trasmissioni televisive, su un unico canale,

della Rai-Radio Televisione Italiana

il 3 gennaio, con l’annuncio della prima annunciatrice italiana Fulvia Colombo, inizia il regolare servizio di televisione. I principali trasmettitori sono a Roma, Milano, Napoli e Torino. Alla sera prende il via “La Domenica Sportiva“, il programma più longevo della televisione italiana ancora oggi in onda. Tra le famose trasmissioni della RAI passate alla storia si ricorda anche “90° minuto“, “Lascia o raddoppia?” con Mike Bongiorno, Il Musichiere con Mario Riva, fino al più recente “Studio Uno” (da cui deriverà poi anche la Biblioteca di Studio Uno).

4 Novembre 1961 – Iniziamo le trasmissioni del “Secondo Programma” (oggi Rai Due) e nasce il Tg2 sotto la direzione di Ugo Zatterin

Rai Due

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Rai Due
Rai due.svg
Paese: Italia
Lingua: italiano
Tipologia: generalista
Tema:
Contenuti:
Target: giovani
Qualità video:
Aspect ratio:
Editore: RAI – Radiotelevisione Italiana
Provider:
Data di lancio: 4 novembre 1961
Data di chiusura:
Nomi precedenti: Secondo Programma (fino al 1975), Rete 2 (fino al 1982)
Ha sostituito:
Canali gemelli:
Servizio di differita:
Share: 12,24% (prima serata autunno 2008 [1])
Sito web: www.raidue.rai.it
Diffusione
Terrestre
Analogico PAL G, in Italia FTA sulla rete di Rai Way
Digitale DVB-T, in Italia FTA sul mux Rai A (LCN 2)
Digitale DVB-T, in Italia FTA sul mux Rai 1 (LCN 2)
Digitale DVB-T, in Italia FTA sul mux Rai 6 (LCN 2)
Satellitare
Digitale DVB-S, FTA su Hot Bird 9 (11.766 MHz, alcuni programmi sono FTV con Tivù Sat, SKY 102)
Digitale DVB-S, FTV su Hot Bird 9 con Tivù Sat (10.992 MHz, canale 2)
Via cavo
Digitale IPTV, in Italia sulla rete di Telecom a pagamento con Alice home TV (LCN 2)
Digitale IPTV, in Italia sulla rete di Fastweb a pagamento con TV di Fastweb (LCN 2)
Digitale IPTV, in Italia sulla rete di Wind Telecomunicazioni a pagamento con Infostrada TV (LCN 2)
Mobile
Web
Digitale Silverlight, gratuito su Rai.tv
Guida all’uso del template

Rai Due è il secondo canale televisivo della RAI – Radiotelevisione Italiana, l’azienda di Stato italiana concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia.

Rai Due si propone come canale generalista con target giovanile.


Storia

Rai Due è stato il secondo canale televisivo disponibile in Italia dopo Rai Uno ed ha iniziato le proprie trasmissioni il 4 novembre 1961. Nato come Secondo Programma, è stato ribattezzato Rete 2 in seguito alla riforma della RAI del 1975 ed assunse l’attuale denominazione nel 1982 in concomitanza con la nascita del suo logo, il cubo rosso.

Portobello, è stato il primo programma di successo non trasmesso dalla rete ammiraglia; da allora il pubblico italiano si abituò a scegliere di volta in volta il canale in funzione del programma di interesse. Fu una svolta epocale: finì la fedeltà di marca assoluta verso la prima rete, cominciò in fase embrionale quel processo (era il 197778) che pochi anni dopo portò al successo i canali delle nascenti tv commerciali.

Legata inizialmente al PSI dopo la riforma del 1975, Rai Due ha lentamente trovato una propria vocazione come rete informativa, di approfondimento e di servizio, spaziando dall’inchiesta giornalistica (come Mixer) alla cronaca in diretta, dalla fiction al dibattito in studio. Nella seconda metà degli anni ’90, sotto la direzione di Carlo Freccero, la rete ha tentato di assumere caratteristiche più innovative e di rivolgersi a un pubblico giovane, puntando su intrattenimento, satira, informazione ma anche diversi reality shows.

Nella sua storia ha trasmesso numerosi telefilm che hanno riscosso molto successo come Roswell, di cui Rai Due ha trasmesso tutte le sue tre stagioni, il fortunato Streghe, di cui trasmise sino all’estate 2006 tutte le sue otto stagioni, Jericho, trasmesso durante l’estate 2007. Altre serie di successo sono Ghost Whisperer, Close to Home, Brothers & Sisters, Lost, Desperate Housewives e NCIS. Il canale si rivolge anche come tv generalista; la rete ha trasmesso i reality L’isola dei famosi, Music Farm, la prima edizione della talpa e La sposa perfetta.

In Valle d’Aosta, nelle zone della Provincia di Trento servite dal ripetitore del Monte Paganella, in Sardegna, e nel Piemonte occidentale, Rai due non è più visibile in modalità analogica terrestre, ma solo in digitale (terrestre, satellitare o via cavo IPTV), così come disposto dal Ministero delle Comunicazioni per l’attuazione del programma di migrazione nazionale dalla trasmissione televisiva in modalità analogica a quella in digitale (switch-off).

Direttori

Nome Periodo
Massimo Fichera 19761979
Pio De Berti Gambini 19801985
Luigi Locatelli 19861989
Giampaolo Sodano 19891993
Giovanni Minoli 1994
Gabriele La Porta 19951996
Carlo Freccero 19962002
Antonio Marano 20022004
Massimo Ferrario 20042006
Antonio Marano 20062009
Massimo Liofredi dal 2009

Programmi

Per bambini

Trasmissioni storiche

 

Reality shows

Talent shows

Fiction e Miniserie

Alcune di queste fiction/miniserie venivano inizialmente trasmesse su Rai Due, ma in seguito, per via del successo ottenuto, vennero promosse alla rete ammiraglia, Rai Uno.

Telefilm/Serie Televisive

Soap opera

Cartoni animati/Anime

Show

Talk shows

Programmi musicali

News e approfondimento

Sport

Eventi sportivi

* Questo è solo un breve elenco

Eventi sportivi trasmessi in passato [modifica]

* Questo è solo un breve elenco

Programmi sportivi

Altri eventi

Annunciatori

Dal 1961 al 2003 gli annunci ufficiali sono stati affidati alle Signorine buonasera. Dal 5 luglio 2009 sono Natasha Cicognani e Livio Beshir, primo “Signorino Buonasera”, a dare i principali appuntamenti ai telespettatori. Dal 2003 al 2009 annunciatrici della rete sono state Janet De Nardis e Arianna Marchetti. Paolo Buglioni e Isabella Pasanisi sono gli speakers principali dei promo della rete (vedi quarta generazione del doppiaggio italiano). Le letture dei telegiornali invece erano storicamente affidate a Piero Bernacchi e Teresa Piazza, speaker del TG2.

Orario degli annunci

Dal lunedì al venerdì gli annunci vanno in onda alle 7:00, alle 14:00, alle 18:00 e la notte, ad orario variabile, a chiusura del palinsesto e prima dello spazio di Rai Notte.

Il sabato e la domenica gli annunci della mattina sono alle 6:45.

Agli annunci giornalieri, si aggiungono quelli promozionali.

Su quelli giornalieri le annunciatrici sono sedute su un divano rosso con le gambe accavallate.

Su quelli promozionali, oppure per annunciare le dirette televisive, le annunciatrici sono riprese a mezzobusto, sedute su uno sgabello (che non si vede) e dietro ad esse c’è una spalliera uguale a quella del loro divano.

Orari delle trasmissioni

Fino al 1985 le trasmissioni non coprivano la fascia notturna e quella della prima mattina. Dal 1991 Raidue trasmette regolarmente 24 ore su 24, eccetto il secondo martedì notte del mese quando interrompe le trasmissioni con una pausa notturna nelle ore 4:30-7:00,laddove viene proposto un monoscopio di tipo Philips PM5544. Lo stesso sistema vige anche per Raiuno il primo martedì del mese e per Raitre il terzo venerdì del mese.

Curiosità

All’inizio dell’anno 2000 per alcuni mesi il logo di Rai Due è stato modificato mantenendo la scritta Rai, ma affiancandola ad un grande 2 seguito da 3 zeri (si legge Rai2000).

Dall’agosto 2007 Rai Due, durante la trasmissione di alcuni telefilms in prima visione e della serie animata (recentemente restaurata) Spiderman, ha messo in onda un logo che si differenzia dal solito logo contornato di rosso perché contornato di grigio.

Il 4 novembre 1961, la nascita della seconda rete Rai è stata tenuta a battesimo dalla cantante Mina.

Note

  1. ^ [1]
  2. ^ Con (contenitore) sono indicati i contenitori che trasmettono questi programmi
  3. ^ Dalla stagione 2007 di Formula 1 le qualifiche del sabato vanno in onda su Raidue mentre la gara resta su Raiuno

Voci correlate

Collegamenti esterni

2 ottobre 1959 – Il primo episodio di Ai confini della realtà viene mandato in onda negli USA

Ai confini della realtà

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bussola Disambiguazione – Se stai cercando i film dal titolo omonimo, vedi Ai confini della realtà (disambigua).
Ai confini della realtà
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La sigla del telefilm
Titolo originale: The Twilight Zone
Paese: Stati Uniti d’America
Anno: 19591964
Formato: Serie TV
Genere: fantascienza
Stagioni: 5
Puntate/episodi: 156
Durata: Serie classica: 25 min. stag. 1-3
60 min. stag.4-5
Lingua originale: inglese
Caratteristiche tecniche
Aspect ratio:
Colore: bianco e nero colore dal 1964
Audio: stereo
Crediti
Ideatore: Rod Serling
Produttore: Rod Serling
Prima visione
Prima TV Stati Uniti d’America
Dal: 2 ottobre 1959
Al: 19 giugno 1964
Rete televisiva: CBS
Prima TV Italia (gratuita)
dal:
al:
rete televisiva: RAI, Italia uno
Prima TV Italia (pay TV)
dal:
al:
rete televisiva: Canal Jimmy
Si invita a seguire le linee guida del Progetto:Fiction TV.
(Guida alla compilazione della tabella)
« C’è una quinta dimensione, oltre a quelle che l’uomo già conosce.

È senza limiti come l’infinito, e senza tempo come l’eternità:
è la regione intermedia tra la luce e l’oscurità, tra la scienza e la superstizione,
tra l’oscuro baratro dell’ignoto e le vette luminose del sapere.

È la regione dell’immaginazione, una regione che si trova ai confini della realtà. »

(Rod Serling)

Ai confini della realtà (The Twilight Zone) è una serie televisiva di genere fantascientifico trasmessa in tre diversi periodi dalla televisione americana. La serie classica, creata da Rod Serling e che vide tra gli sceneggiatori Richard Matheson e Ray Bradbury andò in onda dal 1959 al 1964, la seconda serie fu trasmessa dal 1985 al 1989, e l’ultima è andata in onda tra il 2002 e il 2003.

Seppure considerata fantascientifica, la serie in realtà esplorò raramente i temi classici della fantascienza, focalizzandosi invece su storie incentrate sulle vite di normali persone che venivano radicalmente cambiate dall’incontro con l'”ignoto”, con uno squarcio nella realtà che faceva diventare credibile anche l’impossibile.

Spesso, se non sempre con una morale finale, la serie portò la fantascienza al grande pubblico. Famosi i suoi switching endings, in cui la visuale dello spettatore veniva ribaltata con un colpo di scena finale che capovolgeva la prospettiva. Ogni episodio della serie originale era presentato da Serling, che introduceva lo spettatore nella vita di una persona che stava per cambiare per il suo ingresso nella zona “ai confini della realtà”.

Il titolo originale della serie, The twilight zone, “La zona del crepuscolo”, è un termine in cui in aviazione si indica il momento in cui, in fase di atterraggio di un aereo, la linea dell’orizzonte scompare sotto il velivolo, lasciando per un attimo il pilota senza riferimenti. Inoltre, tale titolo per molto tempo si attribuì alla caratteristica dell’ideatore Rod Serling che, soffrendo d’insonnia, sembrava fosse solito registrarsi (nella luce del crepuscolo, metaforicamente, quindi) le tracce di quelli che poi divenivano gli episodi della serie[1].

Le stagioni

La serie classica (1959-1964)

Stagione Episodi Prima TV originale Prima TV Italia
Prima stagione 36 19591960
Seconda stagione 29 19611962
Terza stagione 37 19621963
Quarta stagione 18 1963
Quinta stagione 36 19631964

 

Prima stagione

Il 2 ottobre 1959 la serie iniziò sulla CBS, con l’episodio Where’s everybody?. Accolta da ottime recensioni, la serie tuttavia non incontrò immediatamente il favore del pubblico, e rimase a rischio di chiusura anticipata, almeno fino a novembre, quando andò in onda uno degli episodi più amati di tutte le stagioni, Time enough at last, con Burgess Meredith nei panni dell’ultimo uomo rimasto sulla Terra dopo un disastro nucleare: amante dei libri, pensa che si consolerà con la lettura, ma purtroppo rompe i suoi occhiali, e non c’è proprio nessuno che glieli possa riparare.

Third from the Sun e People Are Alike All Over, due altri classici assoluti, giocati tutti sul ribaltamento di prospettiva finale, e The after hours, in cui la protagonista scopre di non essere ciò che pensava, furono gli altri episodi memorabili tra i 36 della prima stagione, che infine ottenne anche un grande successo di pubblico, oltre a numerosi premi della critica. Rod Serling, Richard Matheson e Charles Beaumont scrissero tutte le sceneggiature, tranne una, e si ripeterono negli anni seguenti, con 127 dei 156 episodi della serie classica.

Seconda stagione

L’arrivo di un nuovo sponsor, la Colgate-Palmolive, fu motivo di sollievo per i creatori della serie, soprattutto dopo che il nuovo direttore della CBS, James Aubrey, si era scagliato contro il programma, minacciandone la chiusura perché troppo costoso.

Nonostante il clima di avversità in cui visse la serie, anche la seconda stagione produsse i suoi classici, tra i quali uno dei più famosi finali a sorpresa della storia del telefilm, l’episodio The eye of the beholder. Un giovanissimo William Shatner fu preda dell’euforia di conoscere il futuro in Nick of time, mentre Richard Matheson giocò ancora col cambio di prospettiva finale in The Invaders.

The Rip Van Winkle Caper fu uno dei classici episodi con morale finale, mentre in Will the real Martian please stand Up si ipotizzò la presenza di nuovi nemici per la Terra. Lo show ottenne nuovamente un grandissimo successo di critica, e fu confermato per la terza stagione.

Terza stagione

Il super lavoro delle stagioni precedenti portò Rod Serling a diminuire il suo intervento diretto nelle sceneggiature della terza stagione, comunque ricordata per alcuni classici, quali It’s a good life, la storia di un bambino con tremendi poteri psichici che tiene in ostaggio dei suoi capricci un intero villaggio, e Kick the can, in cui un gioco da ragazzi, calciare la lattina, avrà poteri miracolosi su un gruppo di anziani: entrambi gli episodi sarebbero stati reinterpretati nel film omaggio alla serie del 1983, Ai confini della realtà.

Altri classici furono To serve man, in cui troppo tardi i protagonisti si accorgono che il significato letterale delle cose può essere pericoloso, The dummy, classica storia di un pupazzo che improvvisamente si anima, e Dead man’s shoes, in cui delle scarpe rischiano di portare la persona che le ha trovate su un sentiero di morte. L’episodio numero 100 della serie, I sing the body electric fu firmato da Ray Bradbury.

Problemi di sponsor spostarono la quarta stagione dello show da settembre a gennaio, mentre la presenza di Serling diventò meno appariscente quando l’autore fu chiamato ad insegnare dall’università presso la quale si era laureato.

Quarta stagione

Già danneggiato dallo spostamento a gennaio, lo show ebbe altri problemi nella sua stagione più travagliata. Innanzitutto la decisione della CBS di portare la durata degli episodi a un’ora, che Serling e i suoi autori non condivisero, in quanto pensavano che l’efficacia delle storie si sarebbe “diluita”, poi vari problemi di lavoro e personali che costrinsero alcuni autori ad allontanarsi dalla serie: Serling diviso tra il nuovo impiego di professore e il lavoro di produttore, Beaumont debilitato da una grave malattia, e il nuovo produttore Herbert Hirschman trasferito a un altro show.

Tra le note positive della stagione, la nuova sigla di apertura, girata proprio da Hirschman, che presentava una porta, un occhio, e una finestra i cui vetri si rompono, in un’ambientazione che richiamava le opere di René Magritte e sarebbe stata poi ripresa anche nel film dedicato alla serie; e almeno due dei diciotto episodi da ricordare, No time like the past, classico sul tema dei paradossi dei viaggi nel tempo, e I dream of Genie, in cui un uomo non sa decidersi su cosa chiedere a un genio della lampada.

Al termine della stagione, fu presa la decisione di riportare il telefilm in autunno, e gli episodi alla loro durata originaria.

Quinta stagione

Malgrado il ritorno alla sua formula originaria, lo show era destinato a vivere la sua ultima stagione: il nuovo produttore, William Froug, ebbe vari scontri con i creativi, tanto da rinunciare a una sceneggiatura di Matheson, che poi sarebbe diventato un classico, The doll. Serling diminuì ulteriormente la propria presenza, anche perché stanco del super lavoro, e infine il network decise di cancellare lo show.

Ci fu una proposta di acquisizione da parte della ABC, ma Serling rifiutò di dare al programma la connotazione molto più “gotica” richiesta dalla rete. Nel corso dell’ultimo anno William Shatner fu protagonista di un altro classico assoluto, Incubo a 20.000 piedi, nei panni di un passeggero di un aereo che fa un incontro ravvicinato con un gremlin, Number 12 looks just like you denunciò i rischi dell’omologazione a un sistema totalitario, e in Night call un’anziana riceve una telefonata da molto lontano.

In questa ultima stagione, per problemi di sforamento del budget previsto, fu trasmesso l’unico episodio non prodotto appositamente per la serie, Un avvenimento sul ponte di Owl Creek, tratto da un celebre racconto di Ambrose Bierce, adattamento del cortometraggio francese La Rivière du hibou del regista Robert Enrico già vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes, e che successivamente si aggiudicò anche il Premio Oscar (1964).

Il 19 giugno 1964 andò in onda The Bewitchin’ Pool, episodio numero 156 della serie, ultimo di quella che sarebbe diventata “la serie classica” dello show.

La nuova “Ai confini della realtà” (1985-1989)

Stagione Episodi Prima TV USA Prima TV Italia
Prima stagione 59 19851986
Seconda stagione 21 19861987
Terza stagione 30 19881989

Nonostante il progetto di iniziare una nuova stagione fosse in cantiere da tempo, la CBS non si decideva a dare il via libera alle riprese, ma il successo che stava incontrando la fantascienza presso il pubblico del cinema, soprattutto grazie alle opere di Steven Spielberg, molte delle quali prendevano degli spunti proprio dai temi classici del telefilm, convinse infine i dirigenti del network.

Il ritorno in tv della serie fu anticipato dal film, che vedeva tra gli autori proprio Spielberg.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Ai confini della realtà (film 1983).

Le tre nuove stagioni del telefilm videro alternarsi alla sceneggiatura una serie di brilanti scrittori, tutti cresciuti nel mito della serie originale, e registi di fama, tra i quali Wes Craven e William Friedkin.

Tra gli attori famosi che presero parte agli episodi, ci furono Martin Landau, Morgan Freeman, Edy Williams e Bruce Willis, protagonista del primo episodio della nuova serie Shatterday, la storia di un uomo che scopre di avere un alter-ego che lo sta per soppiantare nella propria vita.

Al posto di Rod Serling ad introdurre gli episodi della serie fu chiamato Charles Aidman, attore in due episodi della serie classica. La celebre sigla fu reintrepretata dai Grateful Dead.

Prima stagione (1985-1986)

La nuova Ai confini della realtà debuttò il 25 settembre 1985, con la formula dei due o tre episodi da 20-25 minuti in uno show da un’ora. Molti episodi furono tratti da opere di scrittori famosi, come Ray Bradbrury, Arthur C. Clarke e Stephen King: tra questi, The Star, in cui un gruppo di astronauti arriva su un pianeta desolato, che da complicati calcoli si rivela essere niente meno che la stella cometa che guidò i Re Magi, e Gramma, in cui un bambino rimasto a casa con la nonna malata scoprirà che le voci di stregoneria che corrono sul suo conto non sono infondate.

Ci furono alcuni remake della serie classica, Dead Man’s Shoes, Shadow Play e Night of the Meek, mentre altri episodi andarono ad arricchire la lista dei classici. Tra di essi, The shadow man, in cui un ragazzo timido diventa coraggioso dopo l’incontro con l’uomo ombra che vive sotto il suo letto, salvo poi trovarsi di fronte all’uomo ombra di un’altra persona, Dead run, in cui un uomo si trova un lavoro piuttosto particolare, quello di portare anime morte all’inferno, The library, la storia di una biblioteca che contiene i libri con la vita di tutte le persone, e una sala dove poterli modificare, e Wordplay, la storia di un uomo che improvvisamente non comprende più il significato delle parole, ed è costretto a ricominciare ad imparare tutto, usando l’abecedario del figlio piccolo.

Nonostante il successo di molti episodi, lo show non ottenne un grande successo di pubblico, ma fu comunque confermato per la stagione successiva.

Seconda stagione (1986-1987)

Solo 11 puntate, alcune di un’ora di durata, altre con due o tre episodi, per un totale di 21: la seconda stagione della nuova edizione dello show fu molto travagliata. Tra i classici, The once and future king, storia di un viaggio del tempo di un fan di Elvis Presley, che per un tragico disguido uccide il proprio idolo ed è poi costretto ad interpretarlo in pubblico, The after hours, remake di un episodio classico in cui un manichino si anima e poi si scorda di non essere una vera donna e Private channel, storia di un ragazzo il cui walkman a causa di un fulmine si trasforma in uno strumento in grado di leggere nel pensiero.

Terza stagione (1988-1989)

Dopo aver rinunciato alla messa in onda per la stagione 1987-88, la CBS cambiò tutta la produzione del telefilm, per produrre i 30 episodi della terza stagione, che avrebbe consentito di distribuire la serie al mercato internazionale. Robin Ward fu l’ospite che introduceva gli episodi dell’ultima stagione del revival dello show, tra cui Crazy as a soup sandwich, una variazione sul tema classico della vendita dell’anima al diavolo, in cui un novello Faust chiede aiuto a un boss mafioso per aver ragione del diavolo, solo per scoprire che il mafioso è satana in persona.

In The mind of Simon Foster, un uomo vende pezzi della propria memoria a un banco dei pegni, prima di accorgersi di quanto gli possa servire, e in Appointment on Route 17 un uomo al quale è stato trapiantato un cuore nuovo comincia a ripercorrere la strada compiuta dal morto al quale il cuore era stato espiantato. Father and son game fu l’ultimo episodio della terza stagione del revival della serie classica.

Il secondo “revival” (2002-2003)

Stagione Episodi Prima TV USA Prima TV Italia
Prima stagione 44 20022003

Dopo un tentativo fallito a causa dei bassi indici di ascolto di aggiornare il mito del telefilm fatto nel 1994 da Richard Matheson e dalla moglie di Serling, Carol, con due film per la tv tratti da una sceneggiatura di Serling e da una di Matheson che dovevano dare inizio alla serie Twilight Zone: Rod Serling’s lost classics, fu la UPN a proporre la terza serie dello show. L’attore Forest Whitaker introduceva gli episodi, 44 trasmessi in coppia nelle 22 puntate di quella che fu l’unica stagione del “revival” della serie, cancellata per i bassi indici di ascolto.

Tra gli episodi comunque degni di nota ci furono tre “aggiornamenti” di storie classiche: The eye of the beholder, The monsters are on Maple Street, e It’s still a good life, il seguito della storia del bambino con tremendi poteri psichici che terrorizzava il suo villaggio e che, diventato adulto, ebbe una figlia con poteri addirittura più tremendi dei suoi (interpretato dallo stesso attore che recitava la parte del bambino, Bill Mumy. La figlia era interpretata dalla sua vera figlia, Liliana).

Tra le storie inedite: quella della Morte che decide di andare in pensione, quella della donna i cui sogni di migliorare la propria famiglia andranno al di là delle proprie aspettative, e quella di un poliziotto tormentato da telefonate dall’oltretomba. Alla fine della stagione 2002-2003, l’episodio Burned (numero 310 considerando tutte le serie dello show) concluse anche il secondo tentativo di revival di una delle serie di maggiore impatto di sempre nella storia della televisione.

Gli omaggi

La cultura popolare ha reso più volte omaggio alla serie e ai suoi episodi classici, con tutti i propri Media, dalla musica, alla televisione, al cinema, ai cartoni animati.

La musica

  • Il gruppo vocale dei Manhattan Transfer ha inciso nel 1979 il singolo Twilight Time, proposto poi dal vivo con particolari costumi ed effetti speciali. Anche gli olandesi Golden earring, nel 1983, hanno inciso un singolo dallo stesso titolo.
  • Il gruppo The number twelve looks just like you ha preso il nome dall’omonimo episodio della serie.
  • Twilight zone è anche un singolo degli Iron Maiden.
  • The Twilight Zone è un brano dei Rush incluso nell’album 2112, ispirato da due episodi della serie, “Will the Real Martian Please Stand Up?” e “Stopover in a Quiet Town”. È stato il primo singolo tratto da 2112.

La televisione

  • I protagonisti del celebre show Saturday Night Live hanno più volte proposto parodie di episodi classici della serie.
  • In un episodio de L’albero delle mele, una delle ragazze protagoniste imita il modo di raccontare le storie di Rod Serling.
  • Un episodio di Sposati con figli termina con la sigla di chiusura della serie.
  • un episodio di “Una mamma per amica” cita “The long morrow”.
  • Lo show televisivo Avanzi prodotto dalla Rai aveva, nelle sue rubriche, uno spazio chiamato Ai confini della decenza in cui si parlava di strani eventi e ingiustizie nell’Italia degli anni ’90. Un uomo abbastanza simile a Rod Serling introduceva gli episodi e, alla fine, partiva la musica della sigla iniziale seguita dal commento: “Incredibile, eppure reale; assurdo eppure possibile. Come definireste un fatto del genere nel vostro mondo? Qui da noi vogliamo chiamare questa storia… Ai confini della decenza!”.

L’immagine di Serling è stata inserita in entrambe le sigle iniziali delle due serie di revival: in quella degli anni 80, appare come immagine fantasma prima del titolo, mentre in quella degli anni 2000 è tra altre immagini che scorrono sullo schermo.

Il cinema

Oltre che nel film omonimo, anche in Ace Ventura: missione Africa c’è un omaggio alla serie, quando Jim Carrey dice di aver visto un mostro sull’ala dell’aereo, come nell’episodio classico Nightmare at 20.000 feet.

Anche nel film Madagascar c’è una citazione: nella scena in cui gli animali nativi dell’isola si riuniscono in un vecchio aereo per parlare dell’arrivo degli strani esseri (in realtà gli animali dello zoo di New York), ad un certo punto si crea un clima di terrore generale. Tutti gli animali scappano terrorizzati in tutte le direzioni. Ad un certo punto un animaletto prende un libro dal titolo “Servire i Lemuri” ed esclama: “È un libro di cucina!”, proprio come la traduttrice del libro “Servire l’Uomo” dell’omonima puntata della serie degli anni ’60.

I cartoni animati

Il mondo dei cartoni animati è quello che ha reso il maggior numero di omaggi alla serie, soprattutto grazie a Matt Groening e alle sue due serie di straordinario successo, I Simpson e Futurama. Nel cartone ambientato nella New York dell’anno 3000, c’è uno show chiamato The scary door, che gioca con i classici ribaltamenti di prospettiva della serie, portandone le conseguenze all’estremo, con personaggi che subiscono continuamente i colpi della sorte.

I Simpsons hanno reso vari omaggi alla serie, soprattutto negli episodi speciali di Halloween, La paura fa novanta. Tra gli episodi parodiati:

  • To Serve Man (“Hungry are the damned”, La paura fa novanta I)
  • It’s a good life (“The Bart Zone”, La paura fa novanta II)
  • Living doll (“Clown without pity”, La paura fa novanta III)
  • Nightmare at 20.000 feet (“Terror at 5½ feet”, La paura fa novanta IV)
  • Little girl lost (“Homer3”, La paura fa novanta VI)
  • The little people (“The genesis tub”, La paura fa novanta VII)
  • A kind of a stopwatch (“Stop the World, I want to goof off”, La paura fa novanta XIV)
  • The purple testament (“The Ned Zone”, La paura fa novanta XV)

Anche nella serie I Griffin si ritrovano vari riferimenti allo show: in un episodio compare anche Serling, che viene interrotto mentre sta parlando sui titoli di coda da un colpo che riceve dal cane di famiglia, Brian. In un altro episodio, l’ultima cellula cerebrale rimasta al capofamiglia, Peter, interpreta il personaggio di Time enough at last, circondato di libri da leggere ma con gli occhiali che accidentalmente si rompono, lasciandolo senza quell’ultimo svago.

Anche Johnny Bravo si è trovato in tre episodi del suo cartone animato nella Zona dove cose normali non accadono molto spesso.

I libri

Nel suo saggio sull’orrore Danse Macabre, Stephen King dedica un’intera sezione a parlare dell’amata prima serie di “Ai confini della realtà”. Scrive King sulla famosa serie televisiva: “Di tutti i programmi di ispirazione drammatica mai trasmessi nelle Tv americane, è sicuramente quello che si presta con maggiore difficoltà a una classificazione. Non era un western o un poliziesco (anche se certi episodi erano girati nel West o trattavano di guardie e ladri); non era fantascienza (anche se la guida televisiva lo considerava tale); non era commedia (eppure certi episodi erano divertenti); non trattava dell’occulto (anche se c’erano spesso storie dell’occulto, girate nel singolare modo proprio del programma), non era una trasmissione sul soprannaturale”.[2]

I fumetti

Stati Uniti

  • Negli USA la Western Publishing pubblicò 4 fumetti dal titolo “Twilight Zone” tramite la casa editrice Dell Comics: il primo nel 1961, gli altri 3 nel 1962. I primi due albi facevano parte della serie antologica di lungo corso Four Color (erano numerati come 1173 e 1288[3]), gli altri due numerati ed editi in modo autonomo (maggio-luglio 1962 l’albo indicato come 01-860-207; agosto-ottobre, sempre del 1962, l’albo 12-860-210).
  • La Western ricominciò poi la serie con un nuovo numero 1 (novembre 1962), sotto la Gold Key[4]: questa serie durò 92 numeri, fino al 1982 (in verità il numero 91 uscì nel 1979, solo l’ultimo numero vide le stampe nel maggio del 1982). Le storie ebbero anche alcune ristampe (in Mystery Comics Digest): molti artisti celebri contribuirono alla serie, Dan Spiegle, Frank Thorne, Alex Toth, Joe Orlando, Jerry Robinson. Il numero 84 (giugno 1978) è il primo albo a fumetti pubblicato dallo sceneggiatore e disegnatore Frank Miller (Devil, Batman: Anno uno, Il ritorno del Cavaliere Oscuro, 300 e molte altre serie di successo).
  • Nel novembre 1990 una nuova serie venne pubblicata dalla NOW Comics, utilizzando come logo quella della nuova serie televisiva del 1985. Durò 9 numeri, fino all’ottobre 1991; il mese successivo uscì un nuovo numero 1 per un’altra serie, che durò 11 albi (fino a settembre 1992).

Italia [modifica]

  • All’inizio della prima storia del quarto albo gigante di Dylan Dog, Cronache di straordinaria follia, si vede un uomo che si suicida perché aveva perso il significato comune delle parole, proprio come il protagonista di Wordplay.
  • Nell’episodio 76 (luglio 1988) della serie Martin Mystère intitolato “Il Piccolo Popolo” viene rivissuta la scena del passeggero terrorizzato dal Gremlins e viene appositamente citata la serie televisiva.

In Italia [modifica]

Ai confini della realtà è andato parzialmente in onda nei canali RAI (a partire dal 14 aprile 1962), Italia Uno, Canal Jimmy e Fantasy.

Riguardo la “serie classica”, sono disponibili in italiano tutte e cinque le edizioni in DVD, nei cofanetti prodotti dalla Dall’Angelo Pictures e distribuiti dalla DNC, basati sulla “definitive edition” della versione americana: per la stessa casa di distribuzione è stato inoltre pubblicato il cofanetto “Ai confini della realtà – I tesori perduti”, contenente lo speciale del 1994 “Twilight zone – Rod Serling’s Lost Classics” e l’episodio della serie Westinghouse Desilu Playhouse intitolato “The Time Element”, mai uscito in home video, che può essere considerato il vero pilot di Twilight Zone (andò in onda per la prima volta negli USA il 6 ottobre 1958) ed è inedito in Italia.
Da metà 2006, la Hobby&Work propone, in edicola, DVD con tre episodi ciascuno, partendo dalla prima stagione.

Note

  1. ^ Speciale Destinazione Serie – puntata n° 64, st. 1 – 18 luglio 2000 (Canal Jimmy)
  2. ^ S. King – Danse macabre, Ediz. Frassinelli 1981 (rist. 2000) pag. 253 – ISBN 88-7684-594-1
  3. ^ Official Overstreet – CBPG, Gemstone Publishing 2007
  4. ^ The Twilight Zone (1962-1982) su GCD

Collegamenti esterni