Forse perché i miei soldi

Mi sono seduto al tavolo per giocare una partita a carte,ma non era una partita normale era la mia vita lavorativa,una partita iniziata a ottobre del’1986,una partita con l’Inps dove lo scopo era arrivare a 55 anni con 35 anni di contributi.

Invece cosa fanno a partita già iniziata da un po’ ti alzano i punti necessari per vincere punti sommando età e anni lavorativi,prima 80 poi 90 ed ancora 100 quindi andavo in pensione a 60 anni con quaranta anni di contributo,5 anni in più.

Oggi la Marcegaglia con la sua associazione pretende minimo 62 anni per portarlo gradatamente a 65 e più su…

Io oggi come oggi ho versato 25 anni di contributo e mi trovo a dover lavorare altri altri 20 anni per arrivare a 65 anni con 45 anni di contributi…

In compenso lavorerò di più non per avere una percentuale più alta di pensione rispetto agli stipendi lavorativi,anzi cercano di diminuire sempre di più la percentuale che ti devono dare.

Perché allora non mi ridate i miei 20 anni di contributi per farmi una mia pensione e mettere anche gli anni a venire?

Forse perché i miei soldi devono servire a pagare la pensione di 3000 euro mensili alle varie Ciccioline perché sono stati senatori o deputati per solo 5 anni?

Forse perché i miei soldi servono per le auto blu ed io giro con una vecchia peugeot 206 sperando che duri il più possibile?

Forse perché i miei soldi servono per pagare i rimborsi elettorali anche dei partiti che non appoggio?

Forse perché i miei soldi sono come quella frase comica”Quel che è tuo è mio,e quello che è mio è mio” e che ad aprile 2012 arriverò a pagare il 54 % di tasse…

Almeno la mafia o la camorra non arriva a tali percentuali per la protezione e pagata tramite pizzo…

E si proprio così lo stato non si atteggia verso i suoi figli come una madre amorosa ma come un barista che deve spremere il più possibile il cittadino arancio per poter fare più aranciata possibile con un solo arancio,almeno nei miei confronti e nella maggior parte degli Italiani.

L’Anziano Gino V

Le tasse più odiate? Al 1° posto il canone Rai. Ma in Italia non siamo alla rivolta fiscale

Il canone tv si conferma il balzello più indigesto, ma in generale gli italiani non sembrano contrari alle tasse. Anche se per molti il nostro fisco incoraggia l’evasione

Un sondaggio sulle tasse in Italia? Inutile, il risultato potrebbe tranquillamente essere deciso a tavolino. Se la pensate così sarete sorpresi dagli esiti dell’indagine realizzata da Anci-Swg su un campione di 8mila cittadini. Gli italiani odiano sì alcune tasse – prima fra tutte il canone Rai, considerato il balzello peggiore dal 45% degli intervistati – ma non sono così refrattari al fisco: la maggioranza ritiene il prelievo fiscale necessarioe addirittura giusto.

Il sondaggio rivela i gusti degli italiani in fatto di tasse e stila una graduatoria dei tributi più indigesti. Il canone tv si aggiudica il primogradino del podio staccando nettamente il secondoclassificato, il bollo auto, considerato il peggiore solo dal 14,2% degli italiani.

Ecco la graduatoria completa:

 Canone Rai 45,5%
 Ici 6,4%
 Bollo auto 14,2%
 Irap 5,5%
 Iva 9,1%
 Tarsu 5,2%
 Irpef 7,5%
 non sa/non risponde 6,5%


Si scopre a sorpresa che l’Ici, l’imposta sugli immobili la cui abolizione è stato un cavallo di battaglia elettorale del governo, è sopportata meglio dell’Iva e dell’Irpef. Forse perché attualmente non riguarda più le prime case. E l’Irap, imposta sulle attività produttive considerata da più parti un tributo iniquo, è agli ultimi posti dell’odiosità. Una “clemenza” che si spiega probabilmente col fatto che riguarda una platea più ristretta di contribuenti, le imprese e i professionisti.

Gli italiani non sono “fiscofobi”

Ma la principale sorpresa del sondaggio è la considerazione complessiva dei tributi da parte dei contribuenti italiani: il 65% li ritiene necessari. Per la precisione:  il 31,6% ritiene che siano un “doverecivico” e il 33,4% uno “strumento di equità che garantisce servizi a tutti i cittadini”. Ancora più inaspettato è il fatto che questa percentuale aumenta addirittura al 68,8% al nord-est, ritenuto – a questo punto erroneamente – l’avamposto della rivolta fiscale.

Questa “tolleranza” nei confronti delle tasse tuttavia convive con l’opinione molto diffusa che il nostro  sistema fiscale favorisca levasione: la pensa così l’80,3% del campione. L’evasione è considerata un vero e proprio cancro da estirpare dal 66,7% degli italiani con punte del 70,3% al centro e del 69,6% al nord-ovest.

Il comune, l’ente più virtuoso

Sul versante delle spese, piccolo è bello. Alla domanda “qual è l’istituzione che spende meglio i vostri soldi?”, il 26,8% ha risposto “il comune“, l’ente locale più vicino ai cittadini. La regione è invece la più oculata per il 14,6% del campione, l’Unione Europea per il 12,7%, la Provincia per il 6,7% solo il 5,5% si fida più di  tutti dello Stato.

http://economia.virgilio.it

Dalla benzina alle sigarette, ecco l’elenco dei prodotti che aumentano da domani

 

Domani entra in vigore l’aumento dell’Iva al 21%. Tanti i prodotti che vedranno aumentare il prezzo, più cara anche la benzina che aumenterà di 1,2-1,3 centesimi al litro.

Ecco un elenco dei principali beni per i quali aumenta l’imposta di consumo dal 20 al 21% (Fonte: Ufficio studi Confcommercio Imprese per l’Italia)
– Televisori e prodotti per l’home entertainment -Macchine fotografiche e videocamere

– Computer desktop, portatile, palmare e tablet – Autocaravan, caravan e rimorchi

– Imbarcazioni, motori fuoribordo ed equipaggiamento barche – Strumenti musicali
– Giocattoli, giochi tradizionali ed elettronici – Articoli sportivi
– Manifestazioni sportive e parchi divertimento – Stabilimento balneare
– Piscine, palestre e altri servizi sportivi – Articoli di cartoleria e cancelleria
– Pacchetti vacanza
– Automobili, ciclomotori e biciclette
– Trasferimento proprietà auto e moto
– Affitto garage, posti auto e noleggio mezzi di trasporto – Pedaggi e parchimetri
– Apparecchi per la telefonia fissa, mobile e telefax – Servizi di telefonia fissa, mobile e connessioni internet – Tabacchi
– Abbigliamento e calzature
– Rasoi elettrici, taglia capelli, phon – Articoli per la pulizia e per l’igiene personale – Profumi e Cosmetici
– Gioielleria e orologeria
– Valigie e borse e altri accessori
– Servizi di parrucchiere
– Servizi legali e contabili
– Mobili e articoli per illuminazioni
– Biancheria e tessuti per la casa
– Frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, forno – Piccoli elettrodomestici per la casa
– Piatti, stoviglie e utensili per la casa – Detergenti e prodotti per la pulizia della casa – Carburanti
– Caffè
– Bevande gassate, succhi di frutta e bevande analcoliche – Liquori, superalcolici, aperitivi alcolici – Vini e spumanti.

Ravvedimento operoso, le nuove sanzioni Occhio agli appuntamenti col fisco. Da quest’anno i ritardi e i pagamenti errati costano di più

E’ giusto concedere a chiunque una una seconda possibilità. Una regola accettata anche dal fisconei rapporti col contribuente. Ma da quest’anno questa seconda chance costa di più: il 1° febbraio sono entrate in vigore le nuove sanzioni previste per il cosiddetto “ravvedimento operoso” previste dalla legge di stabilità per il 2011. In vista delle prossime scadenze fiscali, prime di tutte ledichiarazioni dei redditi, è bene sapere che cosa rischiamo se arriviamo in ritardo all’appuntamento.

 

Sanzione precedente(*)

Sanzione attuale (*)

Versamento omesso

o insufficiente:

 

 

regolarizzato entro 30 giorni

dalla scadenza

2,5%

3%

regolarizzato entro il termine

di presentazione della

dichiarazione dei redditi

(relativa allo stesso anno)

o entro 1 anno

(se non è prevista la dichiarazione)


3%


3,75%

Errori di calcolo

nella dichiarazione

3%

3,75%

Mancata presentazione

della dichiarazione
regolarizzata entro 90 giorni


21 euro


25 euro

Che cos’è il ravvedimento operoso

Con questa espressione un po’ arcaica si indica la possibilità, introdotta da una legge del 1997, diregolarizzare spontaneamente i versamenti di imposte ritardati o insufficienti e altre irregolarità fiscali, beneficiando della riduzione delle sanzioni. In altre parole, se vi accorgete di avere “bucato” una scadenza fiscale o di aver pagato meno di quello che dovevate prima che se ne accorga il fisco, avete la possibilità di “autodenunciarvi” ricevendo in cambio uno sconto di “pena”. E’ necessario quindi che la violazione non sia già stata rilevata dal fisco e che non siano già iniziati ispezioni o accertamenti.

Tutti gli aumenti

Ma la generosità del fisco ha ricevuto quest’anno un piccolo giro di vite: sono aumentate infatti le sanzionipreviste per le diverse irregolarità. Eccole in sintesi:

(*) Percentuale della somma non versata o non calcolata.

Non si tratta di percentuali enormi ma tradotte in valori assoluti su grossi importi possono trasformarsi in aumenti di un certo peso.

Aumentato anche l’interesse legale

Alla sanzione va aggiunto anche l’interesse legale per le somme non versate, anch’esso aumentato nel 2011. E’ una magra consolazione sapere che non si tratta di un inasprimento del fisco ma di un aggiornamento “automatico” calcolato sul tasso d’inflazione e sul rendimento medio dei titoli di Stato. Sta di fatto che l’interesse legale sale di mezzo punto percentuale, passando dall’1 all’1,5%. Un altro appesantimento dei debiti col fisco. (A.D.M.)