MARZO E’ IL MESE DEDICATO A SAN GIUSEPPE

Questa preghiera venne ritrovata nel 50° anno di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Nel 1505 venne mandata dal Papa all’imperatore Carlo quando questi stava andando in battaglia. Chiunque la legga o la ascolti o la mediti non avrà mai una morte improvvisa e non affogherà, né alcun veleno avrà effetto su di lui; non cadrà nelle mani del nemico né verrà bruciato in qualche incendio o sconfitto in battaglia. Recitatela per nove mattine per qualsiasi cosa desideriate. Non ha mai fallito.

Ecco la preghiera, che per alcuni “non ha mai fallito, a patto che la richiesta riguardi il proprio beneficio spirituale o quello di coloro per cui si prega”:

O San Giuseppe, la cui protezione è così grande, così forte, così sollecita davanti al trono di Dio, ti affido tutti i miei interessi e i miei desideri.
O San Giuseppe, assistimi con la tua potente intercessione, e ottieni per me dal tuo Figlio divino tutte le benedizioni spirituali attraverso Gesù Cristo, nostro Signore, di modo che essendomi affidato al tuo potere celeste possa offrire il mio ringraziamento e il mio omaggio al più amorevole dei padri.
O San Giuseppe, non mi stanco mai di contemplare te e Gesù addormentato tra le tue braccia; non oso avvicinarmi mentre Egli riposa accanto al tuo cuore. Stringilo in nome mio e bacia il Suo capo per me, e chiedigli di restituire il bacio quando sarò sul letto di morte. San Giuseppe, patrono delle anime che stanno per morire, prega per me. Amen.

Le origini della Festa del Papà



 

La Festa del Papà ricorre il 19 Marzo in concomitanza con la Festa di San Giuseppe, che nella tradizione popolare oltre a proteggere i poveri, gli orfani e le ragazze nubili, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa.
Pare che l’usanza ci pervenga dagli Stati Uniti e fu celebrata la prima volta intorno ai primi anni del 1900, quando una giovane donna decise di dedicare un giorno speciale a suo padre.
Agli inizi la festa del papà ricorreva nel mese di giugno, in corrispondenza del compleanno del Signor Smart alla quale fu dedicata, poi solamente quando giunse anche in Italia si decise che sarebbe stato più adatta festeggiarla il giorno della Festa di San Giuseppe.
In principio nacque come festa nazionale, ma in seguito è stata abrogata anche se continua ad essere un’occasione per le famiglie, e sopratutto per i bambini, di festeggiare i loro amati padri. La festa del 19 marzo è caratterizzata inoltre da due tipiche manifestazioni, che si ritrovano un po’ in tutte le regioni d’Italia: i falò e le zeppole. Poiché la celebrazione di San Giuseppe coincide con la fine dell’inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano.
In quest’occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe. Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa.

 

23 Gennaio Sposalizio di Maria e San Giuseppe

Lo Sposalizio della Vergine del Perugino

Le notizie dei Vangeli su san Giuseppe sono molto scarne. Parlano di lui MatteoLuca: essi ci dicono che Giuseppe era un discendente del re Davide ed abitava nella piccola città di Nazaret[3].

Le versioni dei due evangelisti divergono in merito a chi fosse il padre di Giuseppe:

  • Luca 3:23: Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent’anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli [..]
  • Matteo 1:16: Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia di Gesù.

Secondo la tradizione degli apocrifi, in particolar modo il Protoevangelo di Giacomo (II secolo) Giuseppe, discendente dalla famiglia di David e originario di Betlemme, prima del matrimonio con Maria si sposò con una donna che gli diede sei figli, quattro maschi (Giuda, Giuseppe, Giacomo e Simeone) e due femmine (Lisia e Lidia). Rimase però ben presto vedovo e con i figli a carico. Gli apocrifi cercavano in tal modo di giustificare la presenza di fratelli di Gesù nei Vangeli. La Chiesa cattolica rifiuta questa interpretazione, e sostiene che si trattasse di cugini o altri parenti stretti (in greco antico vi sono due termini distinti: adelfòi, fratelli, e sìnghnetoi, cugini, ma in ebraico una sola parola è usata per indicare sia fratelli sia cugini) oppure collaboratori.

Seguendo ancora la tradizione apocrifa, Giuseppe, già in età avanzata, si unì ad altri celibi della Palestina, tutti discendenti di Davide, richiamati da alcuni banditori provenienti da Gerusalemme. Il sacerdote Zaccaria aveva infatti ordinato che venissero convocati tutti i figli di stirpe reale per sposare la giovane Maria, futura madre di Gesù, allora dodicenne, che era vissuta per nove anni nel tempio. Per indicazione divina, questi celibi avrebbero condotto all’altare il loro bastone, Dio stesso ne avrebbe poi fatto fiorire uno, scegliendo così il prescelto.

Zaccaria entrato nel tempio chiese responso nella preghiera, poi restituì i bastoni ai legittimi proprietari: l’ultimo era quello di Giuseppe, era in fiore e da esso uscì una colomba che si pose sul suo capo [4]. Giuseppe si schermì facendo presente la differenza d’età, ma il sacerdote lo ammonì a non disubbidire alla volontà di Dio. Allora questi, pieno di timore, prese Maria in custodia nella propria casa.

Il dubbio dinanzi alla gravidanza di Maria

SAN MARTINO SULLA MARRUCINA. Il giorno dello Sposalizio di San Giuseppe e della Madonna è festeggiato a San Martino sulla Marrucina ogni 23 gennaio, almeno da tre secoli, come testimonia un affresco che del XVIII secolo collocato nella Chiesa di San Cristinziano e che ritrae la scena del matrimonio tra il Patrono martinese e la Vergine Maria, ispirandosi a temi della scuola di Raffaello. 
La tradizione potrebbe anche essersi originata grazie ad un matrimonio tra due personaggi importanti e benestanti della cittadina che decisero di istituire in quel periodo la Cappella di San Giuseppe. 
Lo sposalizio apre le ricorrenze religiose annuali e si tratta di una vera a propria ricostruzione di un matrimonio reale anche se di fatto simbolico. 
Tutta la festa si svolge al mattino; si inizia con la Santa Messa, durante la quale vengono esposte le statue della Beata Vergine e di San Giuseppe, collocate ai piedi dell’altare (dove si è soliti collocare anche le sedute degli sposi nelle cerimonie), una di fianco all’altra e con i volti nella direzione dei fedeli. Alla fine della messa si prepara la processione, in cui entrambe le statue compiono il giro del paese una di fianco all’altra, come una coppia di novelli sposi. 
Nel momento in cui le due statue escono dalla chiesa, proprio come si fa nei normali matrimoni cittadini, vengono lanciati su di loro fiori e confetti. Quindi le due statue escono in processione dalla chiesa di San Cristinziano e percorrono il perimetro intero del centro storico, in modo che i novelli sposi possano benedire tutta la cittadina. 
Le statue devono percorrere nell’uscita dalla chiesa la discesa dell’antica via della Corte, così come fanno tutti i novelli sposi che qui celebrano le nozze. 
Le due statue di san Giuseppe e della Beata Vergine, scortate dai membri della congrega di San Giuseppe, dai gonfaloni di quest’ultima e da due ali di cittadini percorrono il giro del centro storico, lungo poco meno di un chilometro. 
Una volta che le statue tornano alla chiesa e vengono ricollocate davanti all’altare come in un vero matrimonio vengono distribuiti ai fedeli confetti benedetti, quasi che la Beata Vergine Maria e San Giuseppe vogliano rendere partecipi i martinesi e le persone venute da fuori paese della loro gioia per la loro unione. 
I confetti, tra l’altro un prodotto tipico dell’abruzzo antico, vengono acquistati e confezionati in ciuffetti di tulle da membri della Congrega di San Giuseppe e dai loro familiari, che solitamente si riuniscono nella casa del priore della Congrega.
La tradizione dei confetti è molto antica ed è legata al sogno di un membro della Congregazione al quale apparse in sogno San Giuseppe chiedendo confetti per il suo sposalizio. Questi ultimi vengono benedetti dal Parroco sull’altare al rientro delle statue dalla processione e sistemati ai piedi dell’altare in grandi ceste.
Vengono solitamente distribuito ai fedeli un ciuffetto di confetti per ogni famiglia e questi ultimi sono considerati beneauguranti per chi li riceve e soprattutto per le giovani coppie che si sposeranno entro l’anno. 
Quest’anno “Lo sposalizio di San Giuseppe” per venire incontro alle esigenze dei fedeli e dei visitatori che accorrono da fuori cittadina non si terrà il 23 gennaio ma domenica 24 gennaio, con il clou a partire dalle ore 11.00, mentre nel pomeriggio si terrà uno straordinario concerto bandistico. Durante la Messa Solenne delle ore 11.00 come antica tradizione in occasione dello Sposalizio di San Giuseppe, si potranno rinnovare le promesse matrimoniali ed avverrà la benedizione degli anelli nuziali dei fedeli presenti.