INDAGINE FONDAZIONE BANCO FARMACEUTICO – CARITAS Sempre più difficile comprare i farmaci Raddoppia la «povertà sanitaria» in Italia

MILANO -In sette anni la povertà sanitaria degli italiani è quasi raddoppiata (+97%). A dirlo è un’indagine realizzata dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus, presentata insieme alla Caritas al Meeting di Rimini. Dal 2006 al 2013 sono aumentati i cittadini che hanno difficoltà ad acquistare i medicinali, anche con la ricetta del medico. La crisi costringe molte famiglie a fare a meno di alimenti, vestiario e generi di consumo: ora emerge con chiarezza anche la difficoltà di procurarsi le medicine.

 

DISAGIO SOCIALE – I dati sono frutto del lavoro svolto dallaFondazione Banco Farmaceutico, che raccoglie e distribuisce medicinali a numerosi enti, tra cui le Caritas diocesane e la Comunità di Sant’Egidio, tutte realtà che intercettano il disagio sociale in diretta. Le categorie sociali che fanno richiesta di medicinali sono ampie: dalle famiglie numerose, agli anziani con pensione minima, fino agli immigrati, anche irregolari. I risultati dell’indagine sono stati incrociati con i dati della Caritas provenienti da un campione di 336 centri di ascolto in 45 diocesi. In termini percentuali l’aumento delle richieste di farmaci è stato pari al 57,1% in tre anni, anche se in termini assoluti non è tra le richieste prioritarie. Tre sole voci – richiesta generica beni primari, richiesta generica sussidi economici eassistenza sanitaria – coprono il 70,4 % delle richieste complessive.

EMERGENZA – «Assistiamo a un crescente bisogno di farmaci – commenta Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico – da parte delle più importanti strutture di assistenza caritative. In alcuni casi si tratta di vera emergenza a causa dell’aumento della crisi economica che colpisce soprattutto le famiglie. È quanto mai urgente che la Commissione Sanità del Senato approvi in via definitiva la proposta di legge che consentirebbe la donazione di farmaci da parte delle aziende farmaceutiche. È ora che la politica dia segnali concreti sul fronte della povertà sanitaria». «Sono dati drammatici, ma purtroppo in linea con quelli della povertà nel suo complesso – aggiunge don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana -. Per invertire la rotta serve un lavoro comune fatto di alleanze e appare sempre più necessario uno sforzo congiunto, che sappia incrementare la capacità di intercettare le varie situazioni di povertà del territorio».

NORD, CENTRO E SUD – Ecco i numeri nel dettaglio. Nel nord Italia dal 2006 al 2013 la povertà sanitaria è cresciuta del 71,91%, passando da una richiesta dagli enti assistenziali di 255.783 confezioni di medicinali agli attuali 439.719. Ma è cresciuto anche il numero dei farmaci donati, passando dalle 192.490 confezioni del 2006 alle 255.338 del 2013. Nell’Italia centrale la richiesta di farmaci è cresciuta in maniera esponenziale passando dalle 32.718 confezioni del 2006 alle 188.560 del 2013. Un incremento percentuale del 476,32%. Nel sud Italia e isole il fabbisogno farmaceutico è cresciuto invece in maniera contenuta, attestandosi attorno al 33,42%.

http://www.corriere.it/salute/13_agosto_22/caritas-poverta-sanitaria_0f9af7e2-0b22-11e3-ab6e-417ba0dfe8a6.shtml

‘Gli Equilibristi’: “Mantenere la propria famiglia, la propria dignità, ma non se stesso”

Il film presentata alla Mostra di Venezia è uno spaccato reale e crudo sulla situazione dei padri separati. Un viaggio nella dimensione dei nuovi poveri. De Matteo: “Questo è il conto presentato dopo anni di falso benessere in cui ci hanno fatto cullare”

Vito Tripi – 21/09/2012
 
Fonte: ©Marta Spedaletti e Laura Lo Faro

 

Un film che, più di ogni altro mostra la realtàdelle famiglie italiane negli anni della crisi non solo economica, ma anche e soprattutto dei rapporti interni al nucleo. Uno spaccato sui genitori separati e monoreddito, che oramai vivono sotto la soglia della povertà e, nonostante questo, devono continuare a provvedere alla propria famiglia. Protagonista di questa pellicola, che ha il sapore del reportage e che qualcuno, non a torto, ha avvicinato a ‘Umberto D’ e ‘Ladri di biciclette’, è Giulio, che ha il volto di un magistrale Valerio Mastandrea, impiegato del Comune con 1.200 euro mensili che si trova a dover mantenere se stesso e la moglie che vive con i due figli. La situazione si fa di mese in mese sempre meno sostenibile, e per non intaccare dignità e orgoglio con mancati pagamenti, a rimetterci è la sua qualità della vita che scende sempre di più fino ai limiti della tolleranza.

Presentato alla 69ma Mostra del Cinema diVenezia, nella sezione Orizzonti, il film ‘Gli equilibristi’ di Ivano De Matteo è un film che mostra la disintegrazione del nucleo familiare, la fine delle certezze ma soprattutto delle illusioni. De Matteo apre gli occhi dello spettatore italiano su una realtà fin troppo cruda ma fin troppo vicina a ciascuno di noi. Si potrebbe definire un film dalla prospettiva maschile, visto che il protagonista viene buttato fuori di casa dalla moglie perché adultero, ma in realtà si tratta di una visione globale che potrebbe riguardare tutti.

“Questo film era in cantiere dal 2007 – ha raccontato il regista in un incontro con la stampa neigiorni scorsi – e vuol essere un film ideologico. Ho voluto mostrare la realtà dei nuovi poveri, che sono ben diversi dall’immagine che si è avuta per anni dei clochard, o quella più attuale degli immigrati”. “Si tratta di persone normalissime, dall’aria tranquilla, magari ben vestite, che però mangiano alla mensa della Caritas e sono costrette a dormire in macchina. Questo è il conto, purtroppo, che c’è presentato dopo gli anni di falso benessere in cui ci hanno fatto cullare”. “Ormai – ha continuato De Matteo – il confine tra i due mondi, quello della luce fatto benessere, e quello d’ombra, in cui si aggirano i disperati, non sono più così distanti sono quasi speculari e paritetici, l’uno può diventare l’altro in frazione di secondo”.

‘GLI EQUILIBRISTI’ BACKSTAGE


Una pellicola oltremodo toccante in cui il regista ha ammesso di aver inserito molti aspettibiografici, la cui sceneggiatura è stata scritta a quattro mani con la sua compagna di vita Valentina Ferlan e con il figlio Lupo che interpreta il figlio del protagonista del film. “Se per due anni sto fermo non pagando il mutuo – ha ironizzato De Matteo – mi trasferisco con tutta la famiglia a casa di mia madre e viviamo con la sua pensione di reversibilità. Quindi mi troverò una famiglia-stato anziché uno stato-famiglia come dovrebbe essere”. Oltre a questo il personaggio di Giulio in parte è ricalcato e in parte è omaggio ad un suo amico che era un poeta di strada.

“Per questo film la domanda più stupida che mi è stata fatta – ha raccontato ValerioMastandrea – è ‘Chi è Giulio’ che vuol dire delegare completamente l’analisi di un personaggio e di un film. Invece la domanda più interessante, ma anche la più difficile, che mi è stata fatta più volte è stata ‘E allora che si fa? Cosa possiamo fare per sopravvivere?'”. “Nel finale della pellicola si cerca di dare una risposta, forse un po’ estrema, ma anche idealista e romantica. Probabilmente – ha concluso l’attore romano – perché ormai ci è rimasto solo questo attaccarci a questa spiritualità rispetto alla sopravvivenza non è colpa nostra ma è il simbolo dell’epoca in cui viviamo”.

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