Consigli utili


Prestare particolare cura allo stoma tracheale,
evitando traumatismi locali nelle manovre di
introduzione o estrazione della cannula.

Nell’eventualità che la cannula si alteri, si può
sostituire con una identica, evitando quindi
l’impiego di cannule di tipo diverso senza il
preventivo consiglio del medico.

Non eliminare la cannula tracheale di spontanea
volontà: l’uso della cannula infatti è temporaneo
ed è limitato al periodo di cicatrizzazione dello
stoma (circa due mesi).

Nessun allarme deve destare la secrezione
catarrale, specie nei primi periodi. Essa è legata a
fatti infiammatori bronchiali conseguenti alla
nuova dinamica respiratoria creatasi dopo
l’intervento (assenza del filtro nasale).

Qualora invece con l’espettorato notasse la
fuoriuscita di striature di sangue ciò può essere
provocato dal decubito della cannula in trachea.
Niente di allarmante ma è utile consultarsi con il
medico. Se al contrario la fuoriuscita di sangue è
abbondante è doveroso rivolgersi allo specialista.

E’molto importante non esporsi alle forti
correnti d’aria, preferire gli ambienti ben
umidificati e con temperature non elevate, evitate
il fumo, l’alcool e gli ambienti polverosi.

Sin dalla dimissione è bene munirsi di bavaglino
per coprire lo stoma, non tanto per nasconderlo
quanto per filtrare l’aria atmosferica e frenarne la
forza di penetrazione in trachea. Il bavaglino è un
pezzo di stoffa a maglie intrecciate di forma
rettangolare che si lega intorno al collo sopra la
cannula.

IMPORTANTISSIMA sarà l’iscrizione e la
frequentazione assidua della scuola per la
rieducazione vocale (voce esofagea).

VOCE ESOFAGEA = il suono viene prodotto
ingoiando l’aria dalla bocca, facendola passare
nell’esofago e riespellendola con una certa forza
e gradualità

Gestione del paziente cannulato (Sottoposto a laringectomia o a tracheotomia)

  • INTRODUZIONE

Nei nostri ospedali, ci si trova sempre più spesso a dover affrontare pazienti portatori o portatrici di cannule endotracheali. L’incidenza delle patologie neoplastiche a carico della laringe, nella popolazione, varia infatti da 3 a 6 ogni centomila abitanti (il 2,5% dei tumori diagnosticati nel mondo); con maggiore frequenza nelle zone industriali del Nord [1]. Il personale infermieristico, al di fuori dei reparti di ORL, si trova così a dover gestire una tipologia di paziente con cui normalmente non viene a contatto, con tutti i relativi problemi e difficoltà. Abbiamo voluto redigere questa relazione nell’intento di rendere meno astiosa l’assistenza ai pazienti cannulati; sia all’interno dei reparti di degenza che a livello domiciliare.

DEFINIZIONI
Si definisce tracheotomia l’apertura temporanea della parete tracheale e della cute, con conseguente comunicazione tra la trachea cervicale e l’ambiente esterno, che consenta un passaggio di aria atto a garantire una efficace respirazione.La tracheostomia è, invece, la creazione di un’apertura permanente della trachea, mediante abboccamento della breccia tracheale alla cute cervicale, con conseguente contatto diretto con l’ambiente esterno. La tracheotomia non può essere considerata un semplice atto chirurgico e nemmeno soltanto la creazione di una via di passaggio più breve per garantire un buon afflusso di aria. Eseguire una tracheotomia significa molto di più.Con essa si modifica l’anatomia cervicale e si altera la fisiologia respiratoria (con la perdita della funzione di condizionamento dell’aria :temperatura, umidità e presenza di particolato).

ANATOMIA DELLA TRACHEA
La trachea è un condotto fibrocatrilagineo obliquo medialmente, in basso ed indietro, costituito da 15 – 20 anelli cartilaginei. Essa inizia al bordo inferiore della cartilagine cricoide e termina nel torace dividendosi nei due bronchi principali.La trachea è un organo molto mobile sia sul piano orizzontale che sul piano verticale. È elastica ed estensibile e segue i movimenti meccanici degli organi confinanti durante la deglutizione e la fonazione.La fissità della trachea è garantita dalla sua continuità:

  • in alto con la laringe,
  • in basso con i bronchi principali e i peduncoli polmonari,
  • posteriormente con il piano esofageo e vertebrale.

Gli anelli cartilaginei determinano la forma ed il calibro del lume tracheale che varia con l’età ed il sesso; da questo deriva la necessità di avere delle cannule tracheostomiche di diverse dimensioni.Il diametro tracheale è uniforme in altezza nei due segmenti cervicale e toracico; nell’adulto è di 16 – 18 mm. La lunghezza e il diametro della trachea, aumentano durante l’inspirazione e si riducono durante l’espirazione.

FISIOLOGIA DELLA TRACHEA
Alla trachea possono essere essenzialmente attribuite due funzioni:

  1. funzione aerea,
  2. funzione di difesa attiva verso le particelle inalate attraverso due meccanismi:
    • meccanico
    • immunitario (o immunologico)

Funzione aerea
La trachea non è un condotto inerte; per la sua struttura fibroelastica e la sua localizzazione cervicotoracica, è l’unica via di passaggio dell’aria verso gli alveoli polmonari.La trachea, con le vie respiratorie superiori, costituisce lo “spazio morto anatomico”, che ha un volume di circa 150 ml. Questo aumenta con l’aumentare dell’ampiezza respiratoria, poiché le vie aeree intratoraciche risultano più espanse a fine espirazione.La trachea non può comunque essere assimilata a un tubo rigido: la composizione della sua parete la rende distendibile e comprimibile. Con i bronchi e la gabbia toracica essa compone il sistema respiratorio “passivo” che subisce però l’influenza delle variazioni di pressione prodotte dal sistema respiratorio “attivo” (muscoli respiratori) durante il ciclo respiratorio.

Funzione di difesa
Durante la normale ventilazione, materiale nocivo può depositarsi sulla superficie mucosa delle vie aeree o penetrare in profondità nel tratto respiratorio inferiore. Le particelle inalate o aspirate incontrano un sistema di difesa creato per prevenire eventuali danni o infezioni. La trachea partecipa attivamente a tale sistema di difesa attraverso due meccanismi: quello meccanico e quello immunologico.La difesa meccanica comprende le barriere anatomiche, la clearance mucociliare e il riflesso della tosse.La difesa immunologica, a livello tracheo – bronchiale, si fonda su due livelli di organizzazione del sistema linfatico: il sistema linfonodale paratracheale e il tessuto linfoide della mucosa di rivestimento (BALT).

TECNICHE CHIRURGICHE 
Tracheotomia
La modalità di esecuzione della tracheotomia ha subito notevoli modifiche in funzione alle problematiche gestionali ed in funzione all’estensione delle indicazioni.Esistono molte varianti di esecuzione della tracheotomia. L’incisione cutanea può essere verticale o trasversale; in caso di incisione trasversale, la sua sede varierà in funzione del livello dell’apertura tracheale. Nel collo, l’incisione cutanea preferibile, quando possibile, è quella trasversale.L’incisione cutanea deve avvenire in un’area triangolare che ha per apice il manubrio sternale, per base superiore il margine inferiore della cricoide e per lati i margini mediali dei muscoli strernocleidomastoidei.La sede di apertura tracheale è dettata in primo luogo dal tempo di esecuzione:

  • in condizioni di emergenza -> spazio cricotracheale/spazio cricotiroideo
  • in condizioni di urgenza relativa -> incisione cutanea verticale, poi come in elezione
  • in condizione di elezione -> sede ottimale tra il 2° –  4° anello.

L’istmo della tiroide, in condizioni normali, viene sezionato sia per il rischio emorragico, correlato al decubito della concavità della cannula nel postoperatorio; sia per un eventuale ostacolo, al riposizionamento d’urgenza di una cannula tracheale accidentalmente dislocatasi.Nella tracheotomia semplice, non essendovi abboccamenti cute – trachea, è necessario che le incisioni tracheali siano lineari (trasversali o verticali), tali da alterare il meno possibile la parete tracheale.Le aperture che comportano la creazione di lembi o sportelli vanno riservate ai casi in cui si ritiene utile o necessaria l’esecuzione di un abboccamento cute – trachea parziale o completo.

TRACHEOTOMIA:
viene eseguita una incisione orizzontale interanulare nell’adulto, mentre nel bambino viene eseguita una incisione verticale mediana sezionando due o più anelli.

TRACHOESTOMIA:

  1. stomie parziali (abboccamento cute/trachea settoriale),
  2. stomie complete (abboccamento cute/trachea totale),
  3. stomia totale (trachea sezionata trasversalmente LT),
  4. stomia parziale inferiore (di elezione a proteggere il mediastino).

INDICAZIONI CHIRURGICHE
Impiegate in svariate forme patologiche quando esiste la necessità di:

  • superare un ostacolo respiratorio a livello delle vie aeree superiori
  • migliorare la performance respiratoria
  • necessità di assistere la respirazione per un tempo prolungato.

COMPLICANZE DELLA TRACHEOTOMIA
Le complicanze della tracheotomia possono essere intra – operatorie oppure post – operatorie (precoci o tardive). 
Le complicanze intra – operatorie possono essere:

  • emorragia,
  • lesioni alle strutture anatomiche contigue (esofago, trachea, nervo ricorrente, cupola pleurica),
  • turbe del ritmo, arresto cardiorespiratorio.

Le complicanze post – operatorie precoci possono essere:

  • emorragia,
  • pneumotorace, pneumomediastino,
  • ostruzione della cannula,
  • dislocazione della cannula,
  • enfisema sottocutaneo,
  • disfagia.

Le complicanze post – operatorie tardive possono essere:

  • emorragia,
  • stenosi tracheale,
  • fistola tracheo – esofagea,
  • ostruzione della cannula,
  • dislocazione della cannula,
  • infezioni,
  • granulomi,
  • fistola tracheo – cutanea,
  • cheloidi.

GESTIONE DELLA TRACHEOTOMIA E DEL PAZIENTE CANNULATO 
Pur essendo un ottimo ausilio che aiuta il tracheotomizzato (o tracheostomizzato) a respirare meglio, la cannula richiede una certa manutenzione e alcuni cambiamenti delle abitudini di vita quotidiana.È molto importante la pulizia della cannula (tracheotomia) e dello stoma tracheale (tracheostomia) specie nei primi tempi dopo l’esecuzione dell’intervento, in quanto vi è un aumento delle secrezioni bronchiali e della loro viscosità. Ne consegue un aumento delle probabilità di sovra–infezioni batteriche. Tali operazioni sono da eseguirsi almeno due volte al giorno; anche più frequentemente se le condizioni del paziente lo richiedono. Bisogna sempre fare una valutazione del paziente tracheotomizzato – tracheostomizzato.

Criteri locali:

  • condizioni dello stoma (arrossamento, tumefazione, secrezioni purulente e granulazioni)
  • rumori respiratori o ostruzione della cannula

Criteri generali : quali la saturazione dell’ossigeno o la valutazione di un eventuale distress respiratorio.Segni e sintomi di infezione respiratoria , invece, possono essere :

  • modificazione delle secrezioni (quantità, colore e odore),
  • malessere generale,
  • iperpiressia,
  • insufficienza respiratoria

Tipi di cannule endotracheali
Rigida:

  • metallica (produzione artigianale, non più in uso)
  • materiale plastico (silicone o PVC, di uso corrente)

Flessibile (usate nei reparti di rianimazione):

  • armate
  • non armate

Il set completo di una cannula endotracheale comprende 3 parti: cannula, controcannula e mandrino (detto anche otturatore).

  • Cannula endotracheale; la parte esterna della cannula che viene inserita nella trachea.
  • Mandrino (otturatore); tubo a punta smussa coassiale alla cannula che, inserito al posto della controcannula, serve ad introdurre la cannula senza ledere la mucosa tracheale. Va rimosso subito dopo l’introduzione della cannula e sostituito dalla controcannula.
  • Controcannula; tubo rimovibile coassiale al diametro interno della cannula. Serve ad evitare che la cannula si ostruisca con le secrezioni.
  • Valvola unidirezionale; è un accessorio che elimina la necessità di usare il dito per chiudere l’apertura della cannula tracheostomica e consentire la fonazione.

Le caratteristiche delle cannule endotracheali sono:

  • forma (angolata o a semicerchio),
  • diametro (riferendosi al diametro interno della cannula prossimo alla flangia: ID),
  • flangia (lamina posta perpendicolarmente alla cannula che le impedisce la caduta nel lume tracheale. È provvista di fori a cui legare la fettuccia per il fissaggio).

Le cannule possono inoltre essere di tre tipi: cuffiate, non cuffiate o fenestrate.

  • CUFFIATA: dotata di palloncino gonfiabile posto sul terzo distale della cannula. Permette di mantenere la pressione durante la respirazione assistita e di evitare “ab ingestis” ed aspirazione di secrezioni. Viene anche utilizzata in rianimazione o nei casi di sanguinamento nei distretti faringo – laringei. Attualmente, questo tipo di cannula, è dotata di cuffia a bassa pressione.
  • NON CUFFIATA: usata nel post operatorio di interventi cervico – facciali, in pazienti in respiro spontaneo con tracheotomia di lunga durata o permanente, in pazienti che necessitano di broncoaspirazioni frequenti e comunque non sottoposti a respirazione assistita.
  • FENESTRATA: è fornita di una fenestratura nella porzione convessa del tratto endotracheale della cannula. La fenestratura può essere unica o multipla a circa 2 cm dalla flangia. Chiudendo il foro della cannula, la fenestratura permette il passaggio di aria attraverso le vie aeree superiori dando così la possibilità al paziente di parlare e respirare. Vengono utilizzate in chirurgia ORL e in pazienti post rianimazione per permettere una chiusura temporanea della cannula prima della decannulazione. Sono usate senza controcannula. Attualmente sono in commercio anche cannule fenestrate cuffiate, di uso non routinario. Vengono utilizzate quando si ha la necessità di ventilare il paziente (previo posizionamento di controcannula).
  • Gestione della cuffia: la cuffia è la principale causa delle ischemie della mucosa tracheale, che avviene già ad una pressione di 37 mm di Hg. È consigliabile pertanto mantenere la pressione di gonfiaggio tra i 15 e 30 mm di Hg e sgonfiare la cuffia quando essa non è necessaria. Un danno ischemico prolungato può, infatti, provocare una stenosi tracheale permanente. Inoltre, una pressione della cuffia troppo elevata causerebbe l’estensione della cuffia stessa oltre l’estremità della cannula, rischiando di limitare o bloccare del tutto il flusso di aria.

SOSTITUZIONE DELLA CANNULA 
Per la sostituzione della cannula endotracheale si deve fare la distinzione tra il procedimento in un paziente tracheotomizzato e quello in un paziente tracheostomizzato.

PROTOCOLLO PER LA SOSTITUZIONE DELLA CANNULA ENDOTRACHEALE NEL PAZIENTE TRACHEOSTOMIZZATO
(Utilizzato nell’Unità Operativa ORL di Manerbio)  Sostituire la cannula per tracheostomia quotidianamente contribuisce a garantire il corretto funzionamento della cannula stessa. Popolazione: tutte le persone sottoposte ad intervento di tracheostomia, considerando il periodo che va dal giorno dell’intervento sino al momento in cui essi/e si avviano all’indipendenza nella pratica dell’igiene.
Obiettivi del protocollo:

  • orientare l’Equipe di Assistenza ad una pratica infermieristica uniforme nel quadro dell’assist enza alle persone sottoposte a questo tipo di intervento,
  • guidare l’Equipe nelle azioni preventive da attuare nei confronti delle persone portatrici di cannula endotracheale, allo scopo di evitare l’insorgenza di dispnea e di infezioni locali e/o polmonari,
  • procedere ad una valutazione della qualità dell’assistenza in materia di prevenzione dell’insorgenza della dispnea e di infezioni locali e/o polmonari nelle persone portatrici di cannula endotracheale,
  • ridurre i tempi di degenza.

Obiettivi specifici:

  • sostituire la persona assistita, quando sono carenti la forza e/o la volontà e/o le conoscenze, nell’esecuzione dell’igiene e della sostituzione della cannula endotracheale
  • rendere partecipe la persona (qualora possibile), o un parente, allo scopo di portare all’indipendenza nelle pratiche di pulizia e gestione della cannula. Tutto ciò al fine di favorire la respirazione, prevenire la dispnea e le infezioni locali e/o polmonari.

Materiale

  • Cannula del tipo e dimensione adatta al paziente
  • Fettuccia e “metallina”
  • Gel o olio lubrificante
  • Garze sterili
  • Soluzione fisiologica sterile
  • Guanti

Procedura:

  1. Valutare il livello di comprensione della persona.
  2. Informare la persona, spiegando le manovre da effettuare ed il loro scopo.
  3. Lavarsi le mani accuratamente e mettere i guanti.
  4. Rimuovere la cannula da sostituire previo taglio della fettuccia.
  5. Pulire lo stoma da eventuali incrostazioni con garze e soluzione fisiologica, facendo attenzione a non fare scivolare liquidi all’interno della trachea.
  6. Preparare insieme all’assistito la cannula da posizionare spiegando il nome e la funzione di ognuno dei tre componenti del set (cannula, controcannula ed otturatore) ed applicando la fettuccia e la metallina.
  7. Lubrificare la cannula utilizzando un sottile strato di lubrificante.
  8. Mostrare alla persona come deve essere introdotta la cannula (questo fino a quando il paziente raggiunge l’autosufficienza nella manovra).
  9. Procedere all’introduzione della cannula: inserire, ruotando delicatamente, la cannula spingendola in avanti e poi in basso con un movimento ad arco. Togliere immediatamente l’otturatore tenendo la cannula in posizione con le dita. Fissare la cannula allacciando la fettuccia dietro il collo. Inserire infine la controcannula nuova verificando che sia adeguatamente fissata in posizione.
  10. Istruire poi la persona sulla pulizia della cannula asportata precedentemente (utilizzando disinfettanti a base di ipoclorito di sodio).

Valutazione dell’efficacia:

Il paziente deve dimostrare di:

  • conoscere le motivazioni per cui deve mantenere una corretta igiene della cannula e dello stoma tracheale,
  • verificare frequentemente il suo buon stato di igiene (ciò comporta anche un miglioramento dell’autostima),
  • non presentare segni e/o sintomi di infezione locale e/o polmonare,
  • gestire autonomamente le pratiche di pulizia e sostituzione della cannula.

L’infermiere ha il compito di valutare, nel tempo, la capacità del paziente di apprendere come eseguire un’accurata igiene e una corretta sostituzione della cannula endotracheale.Il paziente porterà la cannula endotracheale soltanto per il periodo necessario alla stabilizzazione dello stoma.

SOSTITUZIONE DELLA CANNULA ENDOTRACHEALE NEL PAZIENTE TRACHEOTOMIZZATO 
La sostituzione della cannula tracheale in una tracheotomia recente, è un momento delicato specie al primo cambio di cannula, in quanto il “tunnel” tracheotomico non si è ancora ben stabilizzato; pertanto vi è la possibilità di una chiusura dello stoma.È una manovra che richiede la presenza di personale addestrato quando viene eseguito il primo o i primi cambi della cannula.Per eseguire correttamente la sostituzione della cannula, è necessaria un’adeguata conoscenza, non solo della fisiopatologia del tratto laringo – tracheale, ma anche delle indicazioni che hanno portato alla tracheotomia, delle possibili complicanze post operatorie legate o meno alla presenza della cannula tracheale e del modo di affrontarle correttamente anche in funzione della patologia di base del paziente.Fondamentale importanza riveste la pulizia dello stoma, soprattutto se ancora in fase di cicatrizzazione, che dovrà esser frequentemente medicato e deterso con soluzione disinfettante e mantenuto il più possibile asciutto onde evitare infezioni e decubiti che favoriscono la formazione di tessuto di granulazione peristomale. Come procedere alla sostituzione della cannulaAvendo predisposto tutto il materiale, ci si appresta alla sostituzione della cannula, avendo cura di posizionare il paziente col capo in lieve iperestensione. A questo punto si detende la cuffia (se presente) e vengono tagliati i lacci di sicurezza della cannula mantenendo comunque la cannula in sede tenendola con le dita. Con una mano l’operatore stira in alto la cute peristomale e con l’altra rimuove la cannula con movimento delicato e continuo. Viene detersa la cute peristomale facendo ben attenzione di asciugare poi la zona. A questo punto, sempre mantenendo lo stoma pervio attraverso lo stiramento in alto della cute peristomale, viene inserita la cannula sotto la visione diretta dell’operatore e con movimento delicato. Durante questa manovra si consiglia sempre di introdurre la punta della cannula nello stoma partendo da “ore 9” e, una volta sicuri di essere in trachea, inserire completamente la cannula ruotandola di 90° e spingendola inferiormente; questo per evitare di creare false strade in situazioni anatomiche sfavorevoli o nel caso di sfalsamento dell’apertura cutanea rispetto a quella tracheale. In caso di necessità, può essere d’aiuto l’utilizzo di una pinza (tipo Killian o il dilatatore di Laborde) per dilatare lo stoma tracheale. Dimissione al domicilioIl paziente con una tracheotomia permanente dovrà essere dimesso con la cannula tracheale in sede e dovrà essere perciò addestrato alla corretta gestione della cannula e a risolvere eventuali piccoli problemi che essa può portare.L’infermiere riveste un ruolo basilare insegnando al paziente l’autogestione della tracheotomia. È importante in questo senso abituare il paziente alla sua nuova situazione, facendogli ripetutamente estrarre la controcannula e facendogli eseguire il cambio della cannula endotracheale in modo che arrivi alla completa autosufficienza gestionale. In caso di incapacità del paziente dovrà essere addestrato uno o più familiari allo stesso modo. È opportuno comunque, che il paziente sia inserito in un programma di follow – up a breve/medio termine.

SVEZZAMENTO DEL PAZIENTE TRACHEOTOMIZZATO
Decannulazione Nei pazienti in cui è stata praticata una tracheotomia temporanea è molto importante ristabilire precocemente la ripresa della respirazione fisiologica anche in presenza della cannula tracheale; questo per ridurre il più possibile i tempi di permanenza della cannula una volta cessata la sua utilità permettendone, appena possibile, la rimozione senza rischi.Quando si parla di decannulazione si indicano, appunto, quelle procedure che riportano il paziente a ripristinare la normale funzione fono – respiratoria. Tenendo conto della necessità di riabituare il paziente alla respirazione attraverso le vie naturali e a tutte le altre funzioni ad esse connesse (fono – respirazione, deglutizione), è quasi sempre necessario un periodo di svezzamento dalla cannula tracheale.Il periodo di svezzamento prevede il posizionamento di una cannula fenestrata che viene chiusa per periodi sempre più lunghi fino a rimanere chiusa permanentemente per un tempo sufficientemente lungo da permettere di poter pensare a una sua rimozione senza rischi. 
Si decannula il paziente quando si ottiene:

  • una buona pervietà laringo – tracheale ed assenza di dispnea per 24/48 ore,
  • l’assenza di “ab ingestis”,
  • una buona ripresa della capacità di espettorazione,
  • l’assenza di infezioni polmonari,
  • l’assenza di stenosi tracheali,
  • un meccanismo di deglutizione sufficiente.

Tali requisiti non sono sempre raggiungibili, specie nei pazienti tracheotomizzati per lungo tempo. In questi pazienti la decanulazione può essere difficile da praticare e deve avvenire, comunque, con molta prudenza e mantenendo il paziente sotto stretta osservazione.Nel paziente ben stabilizzato, invece, è sufficiente rimuovere la cannula tracheale ed eseguire una medicazione “a piatto” dello stoma per ottenerne la chiusura.In questo periodo sarà buona norma evitare, o ridurre il più possibile, accessi di tosse che possono ritardare la chiusura dello stoma.L’uso di punti di sutura può abbreviare i tempi di chiusura.Se necessario, è possibile eseguire in un secondo tempo una plastica in caso di cicatrici retraenti, a scopo puramente estetico.È rara la persistenza di stomi beanti che necessitano di una plastica di chiusura.

CONSIGLI PER LA VITA QUOTIDIANA 
La cannula endotracheale offre al tracheotomizzato/tracheostomizzato la possibilità di lasciare l’ospedale e riprendere la propria vita tra le mura domestiche. Essa richiede tuttavia attenzioni costanti a garanzia di un corretto funzionamento. A tale scopo il paziente viene addestrato appositamente dagli infermieri ancora in ospedale. La persona assistita dovrebbe invitare un familiare durante l’”addestramento” ospedaliero, in modo che possa essere di aiuto, qualora necessario.

Consigli domiciliari: UmidificazioneIn condizioni normali, il naso e la bocca umidificano l’aria inspirata per proteggere il rivestimento dei polmoni. Con il posizionamento della cannula endotracheale l’aria deve essere umidificata in altro modo. Questo è il motivo per cui è importante assumere molti liquidi e interporre un “filtro” tra l’ambiente esterno e la cannula (es: foular di seta o cotone).

Igiene personale: Se, da un lato, è auspicabile la presenza di una certa umidità, una quantità eccessiva potrebbe causare dei problemi. Pertanto, quando ci si fa la doccia, indirizzare il getto a livello del petto e collocare una protezione sulla cannula. Quando ci si lava il viso, fare attenzione affinché il sapone e l’acqua non entrino nella cannula e nello stoma. Inoltre, è importante coprire la cannula quando ci si rade o si usano prodotti in polvere, lacche per capelli, ecc. intorno al viso e al collo.

Malattia: Per i pazienti tracheostomizzati/tracheotomizzati, la prevenzione è indispensabile. Mangiare sano, riposare molto, evitare il contatto con persone raffreddate. Assumere grandi quantità di liquidi, soprattutto se si accusano sintomi di febbre, vomito o diarrea. In caso di vomito, coprire la cannula con un asciugamano per evitare che il vomito penetri nella cannula.

Abbigliamento: E’ essenziale evitare che i capi d’abbigliamento blocchino la cannula. Evitare maglioni a girocollo e a collo alto e preferire scolli a V e camicie o maglie con colletto aperto. Inoltre, non indossare capi che perdono fibre o lanugine.

Uscire di casa: Sollecitare la persona ad uscire di casa. In questo modo, infatti, si interrompe la routine quotidiana e l’umore ne trarrà beneficio. Se fuori fa molto freddo, ricordarsi di coprire la cannula, senza stringere, con una sciarpa, un fazzoletto o una garza. Ciò contribuisce a scaldare l’aria inspirata per evitare che l’aria fredda irriti la trachea e i polmoni. Inoltre, la cannula viene protetta dalla polvere nelle giornate di vento.

CONCLUSIONI 
Considerando che la tracheotomia/tracheostomia è una necessità per una quantità sempre maggiore di persone, auspichiamo che la nostra relazione possa essere servita a farla vivere come tale, non solo per la persona ma anche e soprattutto per chi si trova a doverla gestire sia in ambito sanitario che in ambito famigliare.Questo perché una gestione “serena” della cannula è sicuramente un input positivo per garantire alla persona portatrice di tracheotomia/tracheostomia una maggiore accettazione di se stessa e, di conseguenza, una migliore qualità della vita.


BIBLIOGRAFIA 

  1. Ezio Colombo. Le tracheotomie. Quaderni Monografici di Aggiornamento A.O.O.I. TorGraf – Milano, 2000.
  2. Italo De Vincentiis. Otorinolaringoiatria. IV Edizione. Piccin Nuova Libraria – Padova, 1993.
  3. E. Pallestrini, M.T. Dato. Otorinolaringoiatria e stomatologia. Sorbona – Milano, 1991.
  4. M. Lemoine, P. Thompson, R. St. Jhon, M. Toigo. Cannule per tracheostomia. Guida all’uso domiciliare per adulti. Guida Shiley – Milano, 2002.
  5. ENT clinical practice group and Outreach team. Guidelines for care of patients with a tracheostomy. Royal Free Hampstead NHS Trust, Nov 2002.
  6. Maria Smith. Guideline title: tracheostomy. Royal Alexandra Hospital, Head & Neck Directorate, Aug 2003.
  7. Claire Troke. Evidence based guidelines for nursing a patient with a tracheostomy. Poole Hospital NHS Trust, May 2002

[1] Dati ricavati dall’AIL (Associazione Italiana Laringectomizzati) di Brescia nell’anno 2002.Francesca Borinato e Stefania Pagnoni (Infermiere U.O. ORL di Manerbio e relatrici al Convegno: “Gestione del paziente tracheotomizzato e tracheostomizzato. Problemi reali e presunti”, svoltosi il 26 Settembre 2002 presso il Teatro Politeama di Manerbio.)

Opuscolo informativo per il paziente laringectomizzato

 

INTRODUZIONE

Succede spesso di prendere coscienza dell’importanza della laringe solo nel caso in cui il Medico prospetti la necessità di una laringectomia totale.Questo piccolo organo non è solo una sentinella che permette il passaggio dell’aria ai polmoni e si oppone all’inalazione di cibi e/o liquidi,ma è soprattutto la sede delle corde vocali.Esse danno voce al nostro pensiero e permettono di esprimere acusticamente i nostri sentimenti.
Ma cosa succederà dopo l’asportazione della laringe?
Questo opuscolo cerchrà di portare un pò di luce rispondendo e fornendo alcuni consigli pratici;in quest modo ci si può rendere conto che,nonostante la mutilazione,è posibile il reinserimento sociale,con la medesima capacità comunicativa e lavorativa di tutte le altre persone.

PERDITA DELLA VOCE
Da più di 100 anni vi sono laringectomizzati e tutti hanno insegnato agli altri le loro esperienze ed i loro sistemi di comunicazione.Ora attraverso dei professionisti foniatri e logopedisti ogni operatosarà in grado di comunicare con unavoce accesoria.Infatti,l’esofago,che non subisce in genere mutilazioni con l’intervento,non servirà solo a trasportare il cibo,ma sarà utilizzato anche per parlare,permettendo la realizzazione di una “nuova voce” la cosiddetta voce esofagea.La nuova voce acquisita con un adeguato trattamentologopedico,sarà in grado di ripristinare le capacità comunicative verbali.

FUNZIONE GUSTATIVA

Dopo l’operazione possono verificarsi disturbi del gusto;talvolta si avvertono sapori strani,altre volte vi è una diminuizione della capacità gustativa.

LA RIEDUCAZIONE DELLA VOCE

Consideriamo ora il problema sotto l’aspetto tecnico.In condizioni normali la voce deriva dalla vibrazione delle corde vocali sotto l’effetto dell’aria espirata dai polmoni;la voce del laringectomizzato,contrariarmente a quanto avviene nel soggetto normale,si produce a livello dell’esofago.Questo organo sostituisce la laringe,cioè la struttura vibrante,con la sua parte iniziale (bocca dell’esofago) ed il polmone,cioè la riserva aerea con la sua cavità.I meccanismi di rifornimento dell’aria ono essenzialmente tre:inspirazione,deglutizione.Indipendentemente dalla denominazione dei vari metodi,da un punto di vista teorico possiamo distinguere 4 fasi successive nella realizzazione della voce esofagea:

1^ FASE:rifornimento dell’aria in esofago

2^ FASE:tenuta dell’aria in esofago

3^ FASE:espulsione dell’aria

4^ FASE:vibrazione del tratto faringeo-esofageo al passaggio dell’aria.

Il logopedista propone i vari metodi,ma la scelta finale viene fatta dal paziente che utilizza e,in seguito,automatizza quello che è di più facile realizzazione.

CONSIGLI PRATICI PER I LARINGECTOMIZZATI

CURA DELLA CANNULA E DEL TRACHEOSTOMA

Fintanto ce si rende necessario portare una cannula,bisogna pulire quotidianamente sia la cannula esterna,sia la controcannula interna sotto acqua corrente,possibilmente con un o spazzolino.Al momento dell’introduzione è bene lubrificare l’estremità distale che entra in trachea con olio di vasellina.

CURA DEL TRACHEOSTOMA

Non lasciare ma il tracheostoma senza cannula più a lungo del periodo indicato dal Medico:l’apertura potrebbe restringersi tanto da non permettere più l’introduzione della cannula.=vatta e/o fazzoletti di cartamono proibiti poiché c’è il pericolo che dei fili o frammenti possano penetrare nella trachea.Nel caso di pelle irritata è consigliabile usare una crema di base.

PROTEZIONE DEL TRACHEOSTOMA

Il tracheostoma deve essere sempre protetto con materiale di cotone (appositi tovagliolini);il materiale è reperibile tramite l’associazione mutilati della voce.Occorre inoltre una adeguata umidificazione degli ambienti.

LA RASATURA

Particolarmente idoneo l’utilizzo di apparecchi elettrici se la rasatura avviene tramite acqua e sapone,fare attenzione che il saponi non penetri nel tracheostoma.

BAGNI DI SOLE

Evitare l’esposizione diretta dei raggi solari sul collo.Un fazzoletto o un cappello procurano una protezione sufficiente.In spiaggia è opportuno fare attenzione alla sabbia ed alla polvere.

DOCCIA E BAGNO

Non sono proibiti,bensì consigliati,ma sotto la doccia fare attenzione che l’acqua non sia diretta contro il tracheostoma.Facendo il bagno si devono avere altri accorgimenti:il livello dell’acqua non deve superare l’altezza del torace ed è prudente sedersi su un tappetino di gomma per non scivolare;è consigliabile non usare dei prodotti per il bagno troppo forti poiché il loro vapore profumato potrebbe causare dei colpi di tosse.

ATTIVITA’ SESSUALE

I baci sono sempre consigliati e l’attività non subisce modifiche rispetto a prima dell’intervento.

 

 

Per la vita di tutti i giorni

1.
Se siete all’inizio della scuola evitate di bisbigliare, scrivete, ma non bisbigliate. E’ la prima cosa da imparare poiché diventa facile poi continuare a parlare con la cosiddetta “voce di papero” la voce infatti è priva di sonorità e assolutamente inadatta a comunicare. Lo stesso vale per il laringofono che va consigliato solo nei casi estrema necessità e nelle fasi iniziali della rieducazione.
2.
Il secondo punto riguarda la cura e la manutenzione del tracheostoma. Poichè l’aria inspirata non è più filtrata dal naso e quindi umidificata e riscaldata, il primo inconveniente, in cui si può incorrere è la secchezza della mucosa e la formazione di croste. Le croste rappresentano un serio pericolo per la respirazione, soprattutto nel periodo invernale per effetto del riscaldamento ambientale. E’ buona regola umidificare l’ambiente in cui si dorme mediante umidificatori, fare dei vapori caldo-umidi alla sera con sostanze balsamiche, e instillare lungo il bordo del tracheostoma 1-2 gocce di olio gomenolato (fig. 5). Sono piccoli accorgimenti, ma riparano da spiacevoli sorprese. Con delle comuni pinzettine e qualche colpo di tosse potete togliere le croste più superficiali, ma quelle più profonde richiedono l’intervento di una persona esperta. Per i motivi detti in principio può essere raccomandabile l’utilizzo di un vaccino per prevenire possibili complicanze polmonari durante il periodo invernale.

Come si pulisce la cannula?
Le normali cannule tracheali sono dotate di una parte esterna, di una controcannula interna e di un mandrino che viene impiegato per introdurre la cannula nel tracheostoma (fig. 6 e 7). La parte interna è estraibile e lavabile con acqua calda, uno scovolino come quello che si usa per le pipe è utilissimo per togliere eventuali incrostazioni. Cannula e controcannula si asciugano con un panno e per il corretto inserimento è bene porsi di fronte ad uno specchio ungere la cannula di olio gomenolato (fig. 8), introdurre il mandrino nella cannula e alloggiare il tutto in trachea togliere il mandrino e mettere al suo posto la controcannula (fig. 9,10,11 e 12). Generalmente per evitare piaghe da decubito si applica assieme alla cannula un quadratino di materiale morbido, spugnoso che si interpone tra il bordo libero della cannula e il collo. Per legge c’è diritto a 2 cannule tracheali all’anno, in materiale plastico o in metallo), ma di questo parleremo dopo nel capitolo relativo alle disposizioni di legge in materia. La cute sottostante può essere trattata con una pomata ogni volta che si pulisce la cannula (mattino e sera).

3.
Il tracheostoma va sempre tenuto protetto con il rettangolo corpristoma che svolge l’importantissima funzione di filtraggio dell’aria mentre ne consente il
passaggio (anche qui potete chiedere al vostro maestro o prendere visione direttamente presso l’Associazione). E’ sufficiente a umidificare l’aria, a proteggere da polveri e insetti, dal freddo etc. E’ bene indossarlo giorno e notte. Ricordarsi di sciacquarli bene prima di indossarli poiché le presenza di detersivi potrebbe irritare la cute, inoltre conviene inamidare il bavaglino così da impedire che si stropicci sotto le camicie. (Nella fig. 13 vedete un copristoma artistico per i periodi caldi)

4.
E’ possibile abbronzarsi, ma con precauzione. Ricordiamoci che il tracheostoma espone direttamente la mucosa agli agenti esterni, aria, acqua,granelli di sabbia oppure polveri, ma anche fonti di calore come il sole appunto che asciugano la mucosa stessa. E’ pertanto consigliabile tenere il tracheostoma sempre protetto è sufficiente il solito bavaglino meglio se impregnato di acqua e poi strizzato, quindi umido, fungerà da ottimo naso aggiunto. Particolare attenzione è rivolta a chi è stato sottoposto a terapia radiante la esposizione diretta ai raggi solari finirebbe per riaccendere un fuoco appena sopito, quello delle radiazioni. In questo caso l’esposizione diretta al sole sarebbe dannosissima. Valgono le precauzioni dette prima e una protezione maggiore per il collo oltre che per il tracheostoma.

5.
E’ possibile fare la doccia utilizzando di preferenza la doccia a telefono (fig. 14, 15, 16 e 17, )cioè quella staccabile dalla parete e orientabile sul corpo. Sono stati brevettatati dei bavaglini di materiale impermeabile del tipo delle mute da sub che proteggono bene il tracheostoma impedendo all’acqua di penetrarvi. In ogni caso utilizzando la doccia nel modo appena sopra descritto si evitano spiacevoli conseguenze.

6.
E il bagno? Va bene fare il bagno stando seduti nella vasca, mai sdraiati, senza che l’acqua arrivi fino al tracheostoma. E’ una pratica distensiva e salutare per i vapori caldo-umidi che si levano dal bagno soprattutto se vi si aggiungono delle sostanze balsamiche.

7.
Quando ci si rade, se si usa il rasoio elettrico, è bene munirsi di un asciugamano per evitare che i peli finiscano in trachea. Se si utilizza il sapone da barba basta partire dal basso tenendo sempre protetto il tracheostoma.

8.
Quando ci si lava i capelli si tiene la testa abbassata in avanti o indietro mentre il tracheostoma è sempre protetto da una salvietta di spugna.
9.
Meglio evitare gli sforzi violenti?

Certamente, evitate di compiere movimenti che possano far ansimare; meglio camminare con passo tranquillo (4).
10.
Si può mangiare di tutto?

Sì l’importante è che non si tratti di alimenti o bevande troppo calde o troppo fredde.
11.
Che fare in caso di abbondante produzione di muco?
Togliere la cannula interna, pulirla, tossire in un fazzoletto, asciugare il bordo del foro della cannula esterna, reintrodurre la cannula interna.
12.
E’ veramente impossibile tornare a sentire gli odori
No, conosco molte persone che riescono a percepire ugualmente gli odori facendo passare l’aria dal cavo orale nel naso comprimendola con la lingua in fondo al palato.
13.
Si potrà soffiare il naso?
Certamente, nel video “la voce esofagea” si può assistere a questa semplice operazione che un maestro rieducatore esegue gonfiando le guance e spingendo con forza aria su per il naso. Nello stesso video è possibile vedere la stessa persona gonfiare un palloncino e persino fischiare.

14.
Esercizi di preparazione alla voce esofagea.
Prima di iniziare a fare gli esercizi veri e propri di fonazione è opportuno praticare delle profonde inspirazioni durante le quali si vede espandere l’addome espressione di una corretta respirazione diaframmatica; per intenderci le spalle non si devono innalzare, ma restare ferme. La posizione corretta richiede una sedia con braccioli, avambracci distesi e palmi delle mani rivolti verso l’alto (posizione del cocchiere – fig. 13), schiena eretta e massimo rilassamento. Si incomincerà col sentire le gambe sempre più pesanti e via via tutto il resto del corpo fino a sentirsi completamente abbandonati a quel punto si continuerà con la respirazione precedentemente descritta e poi coi movimenti del collo, del capo e del cavo orale Sono sufficienti pochi minuti di rotazione e flessione della testa e col tempo si arriverà a portare il mento in linea con la spalla a quel punto i tessuti saranno sufficientemente elastici per consentire una buona emissione vocale sono altrettanto utili (fig. 18, 19, 20, 21 e 22).

Con che frequenza si effettuano gli esercizi di preparazione alla voce esofagea?

Tutti i giorni appena possibile per breve tempo 15’-20’. Capita spesso che la prima emissione di suono sia involontaria, tuttavia è fondamentale per indurre il paziente a riprodurlo volontariamente e a capire dove si genera la vibrazione sonora (queste ultime note integrano il capitolo sulla voce esofagea).
15.
Vi è una qualche relazione tra la posizione del capo e l’intervento?
Sì, dopo l’intervento si apprezza una proiezione in avanti del capo e del rachide cervicale, prevale il tono muscolare dei piccoli pettorali che proiettano in avanti le spalle, ne risulta un atteggiamento posturale di tipo cifotico che predispone al dolore in prossimità della ferita chirurgica.
16.
E’ normale una impotenza funzionale del braccio?
E’ normale che dopo l’intervento, dal lato sottoposto a svuotamento latero cervicale, residui una impotenza funzionale dell’arto più o meno accentuata.
17.
Come si recupera la funzionalità del braccio e della spalla?
Con un adatto trattamento fisiatrico per scongiurare l’evoluzione verso la periartrite o una cervicalgia cronica.
18.
A che si deve il dolore che interessa la sede della ferita chirurgica, il collo, la spalla e le irradizioni al capo e al volto?
L’origine del dolore ha differenti cause esse comprendono:
1. il trauma locale derivante dalla divaricazione delle masse muscolari e dalla interruzione di molti rami nervosi che innervano i muscoli del collo,
2. la contrazione dei muscoli superficiali in corrispondenza della ferita chirurgica normalmente preposti alla mobilizzazione della colonna cervicale che costringe i muscoli profondi, fisiologicamente deputati al mantenimento della stabilità della colonna, ad un lavoro vicariante di mobilizzazione. Questo comporta maggiore stress e affaticamento dei muscoli profondi. In particolare chi ha subito questo tipo di intervento vive uno stato di amplificazione psichica del dolore posturale secondo un circolo vizioso che comprende dolore-ansia-contrattura-dolore.

Cannule tracheali Mediplast

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Cannule tracheali Mediplast

Anche questa cannula è indicata per pazienti laringectomizzati con respirazione spontanea, che non necessitano di una cannula a blocco. Caratteristiche particolari del prodotto:
di tessuto neutro che non causa irritazioni alla mucosa.
tutte le cannule interne ed esterne di eguale dimensione sono intercambiabili.
con distanziatore integrato.
conica con arco standard a 90°.
con cannula supplementare di adattamento, chiusa con connettore regolatore di 15 mm. per l’applicazione del tubo respiratore o del naso artificiale (TRACHEMEX).
termoplastico, si adatta, a temperatura corporea, alle caratteristiche anatomiche individuali del paziente, riducendo il rischio di necrosi da pressione.
lascia passare i raggi.
accorciamento, foratura e finestratura senza problemi

Cannula tracheale corta in silicone

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Cannula tracheale corta in silicone

Per pazienti con respirazione spontanea, che possono fare a meno della cannula a blocco, e per pazienti laringectomizzati. Caratteristiche particolari del prodotto:
particolarmente adatto per pazienti nella fase di dissuefazione dalla cannula tracheale.
durante la terapia radiante.
senza cannula interna.
cilindrica.
materiale morbido e flessibile con ridotto rischio di necrosi da pressione.
lascia passare i raggi.
con foratura per pazienti laringectomizzati con valvola Shunt..

Cannula tracheale Mediplast con valvola fonatoria

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Cannula tracheale Mediplast con valvola fonatoria

Per pazienti tracheotomizzati che possono continuare ad utilizzare la funzione vocale della laringe e per pazienti laringectomizzati con valvola Shunt (la cosiddetta protesi vocale). Caratteristiche particolari del prodotto:
valvola fonatoria fissa con chiusura a baionetta.
l’anello d’argento per il fissaggio della valvola rotonda ad incasso è iniettato nel materiale sintetico.
le cannule chiuse interne di adattamento possono essere predisposte con un supporto universale per l’applicazione del naso artificiale o del tubo respiratorio.
applicazione del naso artificiale per mezzo di un adattatore, come supporto universale, sulla valvola fonatoria, in modo da poter mantenere integra la funzione fonatoria.
disponibile il cappuccio di chiusura prima della rimozione definitiva della cannula.
senza valvola fonatoria utilizzabile anche per i pazienti laringectomizzati con valvola Shunt.
Avvertenza: le cannule interne standard sono finestrate, le cannule esterne forate

Cannule tracheali d’argento con valvola fonatoria

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Cannule tracheali d’argento con valvola fonatoria

Anche queste cannule sono state create appositamente per pazienti tracheotomizzati che dispongono della respirazione spontanea e non necessitano di una cannula a blocco. Esse sono corredate di una valvola fonatoria. Caratteristiche particolari del prodotto:
cannula esterna forata, cannula interna finestrata.
effetto battericida dell’argento.
autoclave.
a parete molto sottile, quindi con ampio lume interno.
conica con arco standard a 90°.
con valvola scorrevole.
con 2 cannule interne.
possibilità di modelli personalizzati.
possibilità di ripristino e riparazione.

Cannule tracheali d’argento

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Cannule tracheali d’argento

Queste cannule sono state create appositamente per pazienti laringectomizzati che respirano spontaneamente e non necessitano di una cannula a blocco. Caratteristiche particolari del prodotto:
effetto battericida dell’argento.
autoclave.
a parete molto sottile, quindi con ampio lume interno.
conica con arco standard a 90°.
con 2 cannule interne.
possibilità di modelli personalizzati.
possibilità di ripristino e riparazione.

GESTIONE DELLA CANNULA TRACHEOSTOMICA

GESTIONE DELLA CANNULA TRACHEOSTOMICA

Protocollo di: Lucia Zanovello, Cristina Ruffo, Paola Frattini, Gloria Lonardi

In collaborazione con il Dott Leopoldo Vaona

Unità Operativa di O.R.L. – ASL 21 Ospedale Mater Salutis, Legnago (VR)

CENNI DI ANATOMIA

Laringe

Organo della fonazione, situato all’estremità superiore della trachea e davanti alla faringe. E’ una complessa cavità vestibolare che si apre nella trachea provenendo dalla faringe.

La laringe consta di nove pezzi cartilaginei. Le principali strutture cartilaginee sono le seguenti:

*

cartilagine tiroidea volgarmente detta “pomo di adamo”
*

l’epiglottide
*

la cricoide, che è la più bassa delle nove cartilagini
*

Le aritenoidi

L’epiglottide durante la deglutizione copre come un coperchio l’apertura superiore della laringe favorendo in questo modo il passaggio di cibi e liquidi nell’ipofaringe-esofago; le aritenoidi portano a chiusura il piano glottico (formato dalle corde vocale vere), impedendo ad ogni atto di deglutizione il passaggio in trachea degli alimenti che causerebbero altrimenti tosse, spasmo e soffocamento.

La membrana mucosa che riveste internamente la laringe, forma, circa a metà altezza, due sporgenze orizzontali antero-posteriori conosciute col nome di corde vocali false.

Le corde vocali vere invece, sono due sporgenze maggiori per dimensione delle corde vocali false, ma disposte al di sotto di esse e collegate al movimento delle aritenoidi.

La disposizione e la diversa tensione delle corde vocali vere genera i diversi suoni della voce.

Trachea

E costituita da anelli cartilaginei incompleti, a forma di C aperti posteriormente.

E’ lunga circa 15 cm e si estende dalla laringe ai bronchi.

Funge da passaggio dell’aria dall’esterno verso i polmoni, la sua ostruzione anche per poco tempo, causa asfissia e morte.

TRACHEOTOMIA E TRACHEOSTOMIA

La tracheotomia è una apertura chirurgica della trachea che ha lo scopo di creare una nuova via aerea bypassando la glottide, per poter introdurre dall’esterno una cannula ( E’ una semplice breccia tra cute e trachea e si differenzia dalla tracheostomia che invece è un abboccamento della cute ai margini di apertura della trachea e viene eseguita per situazioni di lunga permanenza.

Le indicazioni principali a questi tipi di intervento sono:

*

tutti i casi di emergenza che comportano una grave insufficienza respiratoria (importanti lesioni cranio-cerebrali, del massiccio facciale e della laringe)., corpi estranei, paralisi delle corde vocali
*

interventi di chirurgia parziale e ricostruttiva della laringe, grosse demolizioni del cavo orale e dell’oro-ipofaringe.
*

alcuni casi di flogosi acuta della laringe con edema importante che non risponde alla terapia medica.

La tracheotomia può essere eseguita d’urgenza o programmata, temporanea, permanente o profilattica.

LA CANNULA TRACHEALE

Materiali utilizzati per la costruzione di cannule tracheali

I materiali impiegati nella costruzione delle CT devono rispondere a precise caratteristiche di atossicità e superare i test d’efficacia .

I materiali più utilizzati oggi sono il PVC , il silicone e metallo ( ottone, ottone argentato, argento, oro e acciaio).

Le prime CT utilizzate furono quelle in gomma naturale (ormai non più in uso) e le CT metalliche (di Jackson). Queste ultime vengono tutt’oggi utilizzate in chirurgia ORL e in pazienti portatori di tracheotomie di lunga durata o permanenti.

Questo tipo di materiale dà la possibilità di poter variare artigianalmente il diametro, la curvatura e la lunghezza della CT (ovvero di personalizzare la cannula);

gli svantaggi sono la rigidità e la possibilità di ossidazione ed erosione della cromatura esterna in caso di secrezioni tracheali particolarmente acide.

Il silicone è un elastomero, che, per alcune sue caratteristiche, è apparentemente uno dei più idonei, infatti, oltre ad avere elevata tollerabilità può essere sterilizzato in autoclave.

Tra gli svantaggi nell’utilizzo di questo materiale abbiamo: l’alto costo, l’elevato attrito di superficie, l’elevata memoria (tendenza a riassumere la forma originale).

PVC medicato privo di lattice, anallergico. Tale materiale atossico termosensibile e radiopaco risulta confortevole per il paziente e riduce il rischio di lesioni tracheali.

Questo tipo di materiale è ad oggi il più utilizzato.

CARATTERISTICHE GENERALI

La cannula tracheale è composta da tre elementi:

*

Cannula
*

Controcannula e
*

Mandrino

La cannula

mantiene la tracheostomia pervia consentendo una normale respirazione. La parte curva del tubo è posizionata nella trachea, mentre la flangia nella parte esterna.

La cannula viene fissata saldamente per mezzo di fettucce di fissaggio che vengono fatte passare attraverso i fori della flangia.

Mandrino

È posto all’interno della cannula nella fase di posizionamento della stessa. Esso serve per facilitare l’introduzione della cannula rendendo la manovra atraumatica.

Controcannula

Viene inserita dentro la cannula dopo il posizionamento e serve a mantenere pulita la cannula interna evitando che questa debba essere rimossa durante le manovre di pulizia.

La ISO (International Organization for Standardization) ha stabilito dei parametri entro cui devono rientrare le caratteristiche delle CT. Per comodità didattica distinguiamo le caratteristiche in intrinseche ed estrinseche.

Le caratteristiche intrinseche sono quelle presenti in tutte le cannule anche se con parametri diversi; esse sono: il diametro, la lunghezza, la forma, la flangia, il tratto esterno e la punta.

Le caratteristiche estrinseche sono quelle che differenziano le CT tra di loro. Le CT, infatti, possono essere cuffiate, non cuffiate, fenestrate o cuffiate fenestrate.

LE CARATTERISTICHE INTRINSECHE

Diametro

In passato le CT venivano identificate in base alle dimensioni del diametro esterno (OD); questa classificazione, detta di Jackson, è ancora utilizzata per le cannule metalliche.

Attualmente la classificazione utilizzata per individuare le CT è quella che tiene conto del diametro interno (ID). Non tutte le CT hanno l’ID uguale in tutta la sua lunghezza, pertanto si fa riferimento all’ID più prossimo alla flangia.

Il diametro della cannula varia in base alle dimensioni dello stoma tracheale.

Le cannule generalmente hanno un calibro compreso tra 9.4 e 13.8 mm. Nell’adulto.

Lunghezza

La lunghezza è un parametro molto variabile è dipende dalla ditta produttrice, generalmente tra 65 e 81 mm.

Forma

In base alla forma le CT possono essere suddivise in angolate e a semicerchio. Le CT angolate sono quelle che vengono solitamente utilizzate nelle tracheotomie percutanee. Sono costituite da due braccia, uno orizzontale, che è quello che si continua con la flangia, uno verticale endotracheale, e da una curvatura che deve essere obbligatoriamente ad angolo ottuso.

Questa forma è sicuramente quella più anatomica, rispettando il più possibile le varie strutture.

Nelle CT a semicerchio invece le due braccia si continuano l’una nell’altra senza formare un vero angolo. Questa forma è tipica delle CT rigide e semirigide (metalliche, PVC). Esse di solito sono dotate di controcannula e sono destinate a tracheotomie di lunga durata o permanenti.

Flangia

La flangia è una lamina posta perpendicolarmente alla cannula. Essa è il limite oltre il quale la CT non può essere inserita nella tracheotomia; infatti, oltre a determinare la lunghezza della stessa cannula ne permette la fissazione attraverso piccoli fori a forma di asola posti ai suoi lati, attraverso i quali si fanno passare i lacci che vengono legati dietro la nuca.

La flangia di solito è saldata alla cannula, ma esistono CT in cui essa può scorrere lungo tutto il suo tratto orizzontale, permettendone l’adattamento a seconda delle singole esigenze.

Tratto esterno

E’ la porzione posta verso il lato esterno della flangia, le sue dimensioni variano a seconda della ditta produttrice, solitamente ha forma cilindrica e una lunghezza di circa 1,5 cm. Nelle CT angolate senza controcannula esso può essere fuso alla flangia o essere rimovibile. Nelle cannule a semicerchio di solito è saldato alla controcannula. La sua funzione, oltre che permettere di collegare il terminale del respiratore, è anche quella di poter estrarre agevolmente la controcannula.

Punta

E’ l’estremità endotracheale della cannula è solitamente smussa; di solito ha una sezione cilindrica perpendicolare all’asse lungo del braccio endotracheale, in modo da formare con questo un angolo di 90°; in alcune cannule può avere anche la forma a becco di flauto, purché l’angolo ß sia maggiore di 50°

CARATTERISTICHE ESTRINSECHE

CANNULE CUFFIATE

Sono provviste di un manicotto esterno (o cuffia) gonfiabile a bassa pressione per mezzo di un manometro o di una siringa e consentono di mantenere una buona tenuta sulla parete tracheale. La pressione della cuffia non deve superare i 20/25 mmHg.

Questo tipo di cannula consente il mantenimento di volumi di ventilazione costanti durante la VMI (ventilazione meccanica intensiva o integrata) per assenza di fughe d’aria e previene episodi di inalazione in pazienti disfagici o con alterazione dello stato di coscienza.

La cuffia, pur con modesta pressione alla parete della trachea, può causare lesioni da decubito e da compressione ischemizzante sulla mucosa tracheale. Tale evenienza può essere evitata sgonfiando periodicamente la cuffia nell’arco della giornata o con l’utilizzo di speciali cuffiature a bassa pressione o a doppia cuffiatura.

Presenta anche altri svantaggi quali, il maggior traumatismo durante le manovre di sostituzione. Può necessitare inoltre di frequenti sostituzioni per rotture alla cuffia, usura del sistema di gonfiaggio.

Nursing

Informare sempre il paziente circa le manovre che verranno effettuate. Controllo e mantenimento di adeguati valori pressori a livello della cuffia in quanto l’introduzione di eccessivi volumi d’aria può creare problemi ischemici da compressione e favorire l’insorgenza di lesioni e stenosi tracheali.

Umidificazione dell’aria inspirata e aerosol terapia onde prevenire la possibile formazione di tappi di muco.

Mantenimento di una corretta igiene dello stoma, sostituzione periodica del materiale accessorio (filtro, garza, fascetta, ecc).

CANNULE NON CUFFIATE

Il loro utilizzo è consigliato in assenza di problemi di deglutizione, durante training di rimozione della cannula e qualora sia necessario mantenere la broncoaspirazione.

Inoltre il loro utilizzo può essere riservato ai pazienti avviati ad un programma di adattamento alla ventilazione non invasiva. L’utilizzo di queste cannule permette:

1 la fonazione a cannula chiusa

2 la riduzione del rischio di insorgenza decubiti tracheali

3 una maggior facilità di gestione

4 minor traumatismo durante le manovre di sostituzione

5 facilita l’inizio del training di svezzamento con progressiva riduzione del calibro della cannula fino alla chiusura della stomia.

Gli svantaggi sono che è difficilmente utilizzabile durante la ventilazione meccanica e che non vengono prevenuti episodi di inalazione e sanguinamento della trachea.

Nursing

E’ importante:

*

valutare il paziente a cannula chiusa (parlare con tracheostomia) ;
*

controllare l’evoluzione del processo di chiusura dello stoma in corso di progressiva riduzione del calibro;
*

utilizzare idrocolloidi adesivi o poliuretano al fine di ottenere una perfetta tenuta dello stoma intorno alla cannula ed evitare così fughe di aria che potrebbero condizionare sfavorevolmente l’efficacia della ventilazione non invasiva; della tosse o della fonazione.

CANNULE FENESTRATE

Presentano un foro ovoidale a livello della porzione posteriore e superiore. Scopo della fenestratura è di consentire il passaggio di aria attraverso le corde vocali e con esso la fonazione. Le cannule fenestrate sono dotate di controcannula che ne consente l’utilizzo in ventilazione e riduce il rischio di lesioni della mucosa durante le manovre di broncoaspirazione.

Gli svantaggi sono legati alla maggior complessità di gestione dovuta a dotazione di più accessori, alla necessaria manipolazione della controcannula che potrebbe determinare un maggiore rischio di contaminazione batterica ed infine potrebbero insorgere con più facilità i granulomi in sede della fenestratura.

Nursing

*

Le manovre di broncoaspirazione devono essere effettuate solo dopo aver posizionato la controcannula non fenestrata.
*

Segnalazione precoce di ostacoli o sanguinamenti durante la manovra d’introduzione della controcannula.
*

Educazione del paziente ad una gestione ottimale di tutti gli accessori in dotazione e alle procedure igieniche da seguire al fine di ridurre i rischi di contaminazione ( uso di detergenti, scovolini, disinfettanti specifici)

CANNULE IN NOSTRA DOTAZIONE

Le cannule in nostra dotazione sono:

*

TracheoSoft
*

Shiley
*

Cannule di metallo.

CAMBIO CANNULA DI ROUTINE

Il cambio cannula in ORL, nel paziente sottoposto ad intervento di laringectomia totale viene fatto con cannule di metallo quotidianamente.

Si consideri che il paziente nel primo post operatorio viene trasferito presso il reparto di rianimazione con a dimora SNG e una cannula tipo TracheoSoft (per eventuale utilizzo di O2 terapia e/o ventilazione meccanica) e ritornerà nel nostro reparto solo il giorno successivo.

Il SNG verrà mantenuto per circa 10 gg fino alla completa cicatrizzazione della ferita in particolare dell’esofago cervicale.

Di norma il cambio cannula viene effettuato in ambulatorio.

Materiale occorrente:

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Telino non sterile per proteggere il paziente
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Copricamici per medico ed infermiere
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Fascetta o longhetta di garza
*

Garza in rotolo 7 x 10
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Cerotto in seta o carta
*

Bavaglino copri cannula
*

Disinfettanti
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Garze bagnate per pulizia dello stoma
*

Guanti in lattice o in vinile

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Carrello di medicazione in campo sterile contenente garze, batuffoli, set di ferri chirurgici
*

Aspiratore rigido, di plastica o metallo
*

Soluzione Fisiologica per lavaggio dell’aspiratore
*

Cannula assemblata e pronta all’introduzione
*

Lubrificante.

Nursing:

La medicazione ed il cambio cannula è giornaliero (salvo complicanze, vedi presenza di fistole esofago cutanee che necessitano di medicazioni più frequenti).

Il paziente viene smedicato e viene rimossa la cannula a dimora.

Il tracheostoma viene pulito con garze sterili imbevute di fisiologica. I punti di sutura invece vengono disinfettati con soluzioni a base di cloro o acqua ossigenata.

La ferita viene poi coperta e si esegue una fasciatura compressiva a livello del lembo cutaneo (eseguito per la laringectomia totale ed eventuali svuotamenti latero-cercicali associati) .

Ultimata la fascitura compressiva viene messa a dimora la nuova cannula sterile.

Ad ogni medicazione verrà sostituita la cannula tracheostomica che sarà del calibro 12 mm x 80/85/90 mm, a seconda delle caratteristiche del tracheostoma e della struttura del collo del paziente.

La lunghezza della cannula verrà alternata giorno per giorno per evitare possibili decubiti.

La fasciatura compressiva ha lo scopo di favorire l’accollamento dei tessuti ed evitare la formazione di fistole e verrà mantenuta per 10/12 giorni.

Vengono controllati i drenaggi in aspirazione che di solito si rimuoveranno in seconda – terza giornata..

Il drenaggio viene svuotato quotidianamente e la quantità di siero contenuta viene registrata nella cartella infermieristica del paziente.

Nelle prime giornate del post operatorio, il paziente avrà una abbondante secrezione bronchiale che potrà ostruire il lume della cannula.

In questo caso è necessario eseguire l’aspirazione al bisogno delle secrezioni ed eventualmente si potrà estrarre la controcannula che verrà pulita e rimessa in sito.

Se tutto procede senza complicanze verso il 10/12 giorno si procede alla rimozione del SNG previa prova dell’acqua per valutare l’eventuale presenza di fistole esofago-cutanee e controllare la normale funzione del riflesso di deglutizione.

Doppo 1-2 giorni inizierà una alimentazione graduale per os.

Pulizia del materiale e riordino

Mettere la cannula metallica in ammollo per circa 10 minuti con acqua calda e detergente disinfettante (a base di enzimi) o acqua ossigenata. Procedere poi alla pulizia con uno scovolino di nylon per il lume interno della cannula.

Lasciare asciugare ed infine porre negli appositi sacchetti per la sterilizzazione in autoclave.

Istruzioni alla dimissione

Vengono istruiti paziente e familiari per la gestione autonoma della cannula a domicilio (modalità di introduzione, estrazione, pulizia e disinfezione).

Si consiglia l’umidificazione dell’ambiente domestico, aerosol terapia con soluzione fisiologica, mucolitici,aspirazione al bisogno delle secrezioni tracheali con apposito sondino.

Vengono consegnati dei moduli per fornitura protesi da inviee al distretto di appartenenza, che fornirà le cannule e l’aspiratore per la broncoaspirazione.

I pazienti sottoposti a laringectomia totale verranno indirizzati ad una scuola specifica per la rieducazione vocale dove saranno inseriti in un gruppo di autoaiuto che offrirà il vantaggio sia della riabilitazione fonatoria sia del supporto psicosociale.

I controlli specialistici ORL post dimissione avranno cadenza bi-trimestrale per i primi due tre anni, salvo complicazioni ; successivamente si arriverà a controlli sempre più diradati nel tempo.

Bibliografia:

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Anatomia e fisiologia dell’uomo di C.P. Anthony ; N.J. Kolthoff
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“Il manuale dell’Infermiere” L.S. Brunner/D.S. Sudarc – Ed.Piccini “l’assistenza respiratoria” AA VV Collana photobook – Ed. Piccini
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L’assistenza infermieristica principi e tecniche – S.Smith/D.duel – Ed. Sorbona
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Attidel Convegno “Esperienza di trattamento multidisciplinare pre e post operatorio del paziente sottoposto a laringectomia totale” a cura di S. Nosengo. A. Panero.
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Atti del convegno “Congresso nazionale infermieri e tecnici O.R.L”. a cura di Giulio Belloni 2001
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http://scientifico.pneumonet.it/arir/articoli/nursing.html
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http://www.aooi.it/trache.pdf

Pubblicato su InfermieriOnline il 20.01.04