Dolci Pasquali – I cudduraci

 

 
cudduraci primo piano

 

..E’ Pasqua!!!! 😀
Sembra strano se penso che Natale è stato l’altro ieri…ma non si può dire che l’aria primaverile e pasqualina non si avverta, basti pensare ai buonissimi profumi che ti toccano i sensi appena metti il naso fuori di casa… e questo succede in tutto il Mondo: ognuno ha le sue ricette tipiche, le sue tradizioni

Cudduraci sono i dolci tipici pasquali di Reggio Calabria e provincia (nelle altre province calabresi, questi dolci prendono nomi diversi e lo stesso si può dire della Sicilia).
In generale, comunque, questo particolare dolce è tipico di quasi tutte le Regioni del Sud Italia ed in ogni posto assume non solo forme diverse, ma anche nomi diversi 😀
Anticamente era fatto di pasta di pane, ma con il tempo la ricetta venne modificata in una pasta frollosa.
I Cudduraci sono fatti anche per essere regalati, come tutti i dolci tradizionali delle feste, ed anticamente, c’era anche l’usanza che la ragazza lo facesse per il suo fidanzato, inserendo all’interno della pasta tante uova per quanto fosse grande il suo amore per lui (potevano esserci anche 25 uova in un solo biscotto O_o)…e comunque le uova non vanno mai messe in numero pari…un pò come le rose 😀

Era sempre una festa per me, quando mia madre iniziava a farli, più che altro perchè poi avrei potuto colorare le uova sode che lo abbellivano…che divertimento!!! 😀
Tutte le uova scarabocchiate con le matite, stando bene attenti a non toccare i bordi di pasta! 😉

E con l’immagine di una bimba che colora il suo dolcino, auguro a tutti Voi una felicissima Pasqua…serena, soprattutto! :-*


I Cudduraci

Ingredienti

  • 1 kg di farina
  • 400 gr di zucchero
  • 4 uova
  • 200 gr di burro ammorbidito a temperatura ambiente
  • un bicchierino di liquore (Amaretto, Cointreau o altro di vostra preferenza)
  • 2 bustine di lievito in polvere
  • estratto di vaniglia
  • la scorza grattuggiata di un limone
  • un pizzico di sale

uova sode



impasto e uova-cudduraci



Miscelare la farina con lo zucchero, il lievito e sale. Fare una fontana ed inserire al centro le uova, l’estratto di vaniglia, la scorza del limone ed il burro a pezzetti.
Impastare velocemente e dare all’impasto le forme che si preferiscono: cestini, colombine, ecc.. Inserire al centro di ogni dolce un uovo o più e decorare l’impasto come più si preferisce (si possono usare zuccherini colorati o argentati, oppure decorare l’uovo con treccine di impasto…diamo spazio alla fantasia!)
L’impasto deve essere steso ad un’altezza di 1,5 – 2 cm.
Infornare a 180° per 15- 20 minuti.



cestino e cudduraci
http://www.mypaneburroemarmellata.com/2010/04/i-cudduraci.html

6 novembre 1659 – Calabria: Terremoto del 1659

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Il terremoto del 1659 fu un sisma che colpì principalmente la Calabria il 6 novembre del 1659. Il terremoto ebbe luogo alle 6 del mattino del 6 novembre, l’epicentro è stato localizzato nell’area compresa fra i golfi di Sant’Eufemia e di Squillace, l’area più colpita fu tutta la fascia tirrenica da Squillace alla piana di Gioia Tauro, alla prima scossa (di intensità stimata fra il nono ed il decimo grado della scala Mercalli) ne seguirono altre alle 6 del giorno 7, alle 22 del 10, ed uno sciame sismico proseguito fino alla primavera successiva. Il vescovo di Catanzaro, il milanese Monsignor Filippo Visconti scrisse:

« onde necessitò tutti a fuggire dalle case e mettersi in luoghi aperti, esposti ad ingiuria dei venti, freddi e pioggia, qual seguì per due giorni molto grande. Â»

Poi, alle sofferenze causate dal terremoto (circa 2.000 vittime), si aggiunsero quindi i disagi causati dal maltempo prosegue infatti il vescovo:

« Il maggior travaglio si è, che andandosi incontro l’inverno e durando in Calabria il terremoto più mesi, non permette ad alcuno assicurarsi né in casa, per le dette ragioni, né in campagna per li venti vehementi e pioggie Â»
(lettera di Monsignor Filippo Visconti)

Il terremoto causò oltre agli ingentissimi danni anche un aumento del banditismo, visto che la malavita della regione approfittò dell’abbandono dei centri abitati per darsi al saccheggio.