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Il Tricolore: la nostra bandiera
Il Tricolore: la nostra bandiera | |||||
La Bandiera
Sono la terra, i monti, i mari, il cielo e tutte le bellezze della natura che ti circondano, l’aria che respiri, il sangue di chi é caduto nell’adempimento di un dovere o nel raggiungimento di un ideale, per permetterti di vivere libero, la zolla che ricopre i tuoi Morti, la Fede, l’amore, il vibrante entusiasmo dei tuoi avi, la fatica, l’affanno, la gioia di chi studia e di chi produce con la mente e col braccio, il dolore, il sudore e la struggente nostalgia degli emigranti, la tua famiglia, la tua casa e i tuoi affetti più cari, la speranza, la vita dei tuoi figli.
Sono la Tua Bandiera, L’Italia, la Tua Patria.
Ricordati di me, onorami, rispettami e difendimi. Ricordati che al di sopra di ogni ideologia mi avrai sempre unico simbolo di concordia e di fratellanza tra gli Italiani. Ricordati che finché apparirò libera nelle tue strade, Tu sarai libero. Fammi sventolare alle tue finestre, mostra a tutti che Tu sei Italiano.
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14 marzo 1861 – Il tricolore diviene la bandiera del Regno d’Italia
La bandiera Italiana
Nella Costituzione Repubblicana del 1947, all’art. 12, si legge: “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”.
Il significato dei tre colori è:
Verde= (1794: Zamboni – De Rolandis / Colore della speranza di un’Italia libera e unita)
Bianco = (1794: Zamboni – De Rolandis / Colore di Bologna)
Rosso = (1794: Zamboni – De Rolandis / Colore di Bologna)
Il significato dei tre colori della nostra Bandiera Nazionale
Dal discorso di Giosuè Carducci, tenuto il 7 gennaio 1897 a Reggio Emilia per celebrare il 1° centenario della nascita del Tricolore
«Sii benedetta! Benedetta nell’immacolata origine, benedetta nella via di prove e di sventure per cui immacolata ancora procedesti, benedetta nella battaglia e nella vittoria, ora e sempre, nei secoli! Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all’ Etna; le nevi delle alpi, l’aprile delle valli, le fiamme dei vulcani, E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e si augusta: il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l’ anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de’ poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi, E subito il popolo cantò alla sua bandiera ch’ ella era la più bella di tutte e che sempre voleva lei e con lei la libertà»,
La Bandiera degli italiani
I colori della bandiera Nazionale Italiana furono stabiliti dal Senato di Bologna, con un documento datato 28 ottobre 1796, in cui si legge: “Bandiera coi colori Nazionali – Richiesto quali siano i colori Nazionali per formarne una bandiera, si è risposto il Verde il Bianco ed il Rosso.” A Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, i deputati delle popolazioni di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, fu fatta “mozione che si renda Universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”. Il congresso della Repubblica Cispadana convocato a Modena il 21 gennaio del 1797 confermando le deliberazioni di precedenti adunanze decretò vessillo di stato il tricolore per virtù d’uomini e di tempi fatto simbolo dell’unità indissolubile della nazione. Ma perché proprio questi tre colori? Nell’Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1789. In realtá i primi a ideare la bandiera nazionale erano stati due patrioti e studenti studenti dell’Universitá di Bologna, Luigi Zamboni, natio del capoluogo emiliano, e Giambattista De Rolandis, originario di Castell’Alfero (Asti), che nell’autunno del 1794 unirono il bianco e il rosso delle rispettive cittá al verde, colore della speranza. Si erano prefissi di organizzare una rivoluzione per ridare al Comune di Bologna l’antica indipendenza perduta con la sudditanza agli Stati della Chiesa. La sommossa, nella notte del 13 dicembre, fallì e i due studenti furono scoperti e catturati dalla polizia pontificia, insieme ad altri cittadini. Avviato il processo, il 19 agosto 1795, Luigi Zamboni fu trovato morto nella cella denominata “Inferno” dove era rinchiuso insieme con due criminali, che lo avrebbero strangolato per ordine espresso della polizia. L’altro studente Giovanni Battista De Rolandis fu condannato a morte ed impiccato il 23 aprile 1796. Anche i reparti militari “italiani”, costituiti all’epoca per affiancare l’esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori verde, bianco e rosso, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell’antichissimo stemma comunale di Bologna (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1796, le uniformi della Guardia civica Bolognese. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell’Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera. Al centro della fascia bianca, lo stemma della Repubblica, un turcasso contenente quattro frecce, circondato da un serto di alloro e ornato da un trofeo di armi.
L’epoca napoleonica
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(Museo del Risorgimento di Milano) Il Vessillo militare – non di Stato – sventolò alla testa delle formazioni dei Patrioti italiani, che si arruolarono volontariamente nell’Armata d’Italia per combattere contro l’Austria. Napoleone, infatti, entrato da vincitore a Milano il 10 maggio 1796, promuove l’organizzazione della “Legione Lombarda”, forte di 3.471 uomini, nella quale ognuna delle sette Coorti “avrà il suo Stendardo tricolorato Nazionale Lombardo distinto per numero, ed ornato degl’Emblemi della Libertà”.
Il 6 novembre 1796, nel corso di una solenne cerimonia alle ore cinque pomeridiane sulla piazza del Duomo, come riportava il Corriere Milanese del giorno dopo, la prima coorte della Legione Lombarda ricevette la bandiera. Nei giorni seguenti, senza particolari cerimonie pubbliche, anche le restanti cinque coorti ricevettero la loro bandiera. Queste sei bandiere, quasi incredibilmente sopravvissute a tanti sconvolgimenti militari e politici, sono ora custodite nell’Hures Museum di Vienna le prime cinque e nel Musée de l’Armeé all’Hotel des Invalides a Parigi la sesta. Nel Museo del Risorgimento di Milano è invece custodita la bandiera della compagnia cacciatori a cavallo della Legione, bandiera consegnata al reparto probabilmente in epoca successiva. Queste bandiere non sono identiche, differenziano per piccoli particolari. Le prime vere bandiere tricolore, ossia quelle successive alla Coccarda della sollevazione bolognese del 1794, vessilli consegnati da Napoleone:
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1797-1802
Bandiera nazionale e di stato a terra dal 20 agosto 1802 al marzo 1805. Il tricolore cisalpino, forse ritenuto troppo simile a quello francese, o troppo rivoluzionario, fu riarrangiato nel 1802 in un nuovo disegno.
Il drappo era quadrato. Invece la versione marittima, decretata ufficialmente, come la versione di terra, il 30 agosto 1802 ma già descritta in un documento del 17 luglio, aveva una forma molto allungata (prop. 3/8). Curiosamente, le insolite proporzioni del drappo furono scelte perché stimate simili a quelle delle navi che lo inalberavano.
Repubblica Italiana
20 agosto 1802-1805
Il 20 agosto 1802, su proposta del Ministro della Guerra Trivulzi, ilGoverno della Repubblica approva il cambiamento della “Bandiera di terra e di mare” dello Stato. La forma del nuovo vessillo sarà, “un quadrato a fondo rosso, in cui è inserito un rombo a fondo bianco, contenente un altro quadrato a fondo verde”. La decisione adottata resterà in vigore, fino al 1814, anche dopo la proclamazione del Regno d’ Italia, con lievi varianti riconosciute ai drappi di taluni reparti militari o adottate in circostanze particolari.
Regno Italico
1805-1814
Dal marzo/aprile 1805 alla primavera del 1814 bandiera del Regno Italico a terra e in mare. Quando la Repubblica Italiana diventò Regno Italico, il disegno della bandiera non fu cambiato, ma venne aggiunta al centro l’aquila d’oro napoleanica recante sul petto lo stemma di stato dall’araldica incerta, caratteristica di quel periodo.
Fern Green (verde felce, 17-6153) un Bright White (bianco acceso, 11-0601) e uno Scarlet Red (rosso scarlatto, 18-1662) della scala Pantone.
LO STENDARDO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
La Bandiera è il simbolo della PATRIA
14 marzo 1861 – Il tricolore diviene la bandiera del Regno d’Italia
Il tricolore diviene la bandiera del Regno d’Italia.
« La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. »
(Articolo n° 12 della Costituzione della Repubblica Italiana del 27 dicembre 1947, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n° 298, Edizione Straordinaria, del 27 dicembre 1947)
« Non è un caso che i Padri Costituenti, come simbolo di questo insieme di valori fondamentali, all’articolo 12, indicarono il tricolore italiano.
Il tricolore non è semplice insegna di Stato. E’ un vessillo di libertà, di una libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di uguaglianza, di giustizia nei valori della propria storia e della propria civiltà.
Per questo, adoperiamoci perché in ogni famiglia, in ogni casa ci sia un tricolore a testimoniare i sentimenti che ci uniscono fin dai giorni del glorioso Risorgimento. »
(Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica Italiana, Intervento alla cerimonia ai Complessi Monumentali di San Martino della Battaglia e di Solferino in occasione del Giorno dell’Unità Nazionale e Festa delle Forze Armate, il 4 novembre 2001)
La bandiera italiana è il Tricolore, composto da tre bande verticali di uguali dimensioni; partendo dall’asta i colori sono: verde, bianco e rosso.
Il 7 gennaio la stessa bandiera è protagonista della Giornata Nazionale della Bandiera, istituita dalla Legge n° 671 del 31 dicembre 1996.
L’Articolo n° 292 “Vilipendio o danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema dello Stato” del Codice Penale tutela la bandiera italiana così:
« 1. Chiunque vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. La pena è aumentata da euro 5.000 a euro 10.000 nel caso in cui il medesimo fatto sia commesso in occasione di una pubblica ricorrenza o di una cerimonia ufficiale.
2. Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la reclusione fino a due anni.
3. Agli effetti della legge penale per bandiera nazionale si intende la bandiera ufficiale dello Stato e ogni altra bandiera portante i colori nazionali. »
7 Gennaio 1797 – Italia: il tricolore italiano viene adottato per la prima volta da uno stato (la Repubblica Cispadana).
La Repubblica Cispadana, Reggio Emilia e la nascita del tricolore italiano
Per approfondire, vedi le voci Repubblica Cispadana e Reggio Emilia. |
Il tricolore italiano è decretato il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia come bandiera della Repubblica Cispadana, proposto da Giuseppe Compagnoni.
Il 27 dicembre 1796, si riunì, a Reggio nell’Emilia, il Congresso Cispadano, riunito per decretare la nascita della Repubblica Cispadana, che comprendeva i territori di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio. L’assemblea si componeva di 110 delegati, sotto la presidenza del ferrarese Carlo Facci. Nella riunione del 7 gennaio 1797 il sacerdote Giuseppe Compagnoni fece decretare «che lo stemma della Repubblica Cispadana sia innalzato in tutti quei luoghi ne’ quali è solito che si tenga lo stemma della sovranità» e che «l’era della Repubblica Cispadana incominci dal primo giorno di gennaio del corrente anno del 1797». Egli, inoltre, propose che lo stendardo o bandiera Cispadana, formato dai colori verde, bianco e rosso, fosse «reso universale». La proposta venne approvata nella seduta del 21 gennaio, tenutasi a Modena dove, nel frattempo, erano stati spostati i lavori del congresso.
I precedenti tricolori al 7 gennaio 1797
Ci sono una serie di precedenti fatti storici che indicano che la nascita del Tricolore è precedente alla data ufficiale del 7 gennaio 1797 in Reggio nell’Emilia. Qui di seguito vengono riporati i principali:
Il precedente tricolore di Felina
Per approfondire, vedi la voce Felina. |
Una origine di circa ottanta giorni più remota, rispetto a Reggio nell’Emilia, è stata ipotizzata dal professor Giuseppe Giovanelli. Egli faceva riferimento alla seduta comunale del 22 ottobre 1796, tenuta presso il palazzo comunale del Fariolo, allora ancora sede del Comune di Felina, in cui si trattava l’unione dei paesi di Felina e Braglia alla Repubblica Reggiana.
L’ordine del giorno venne discusso alla presenza dell’avvocato Antonio Francesco Rondoni, rappresentante plenipotenziario reggiano, ed era composto da dodici punti ed il settimo di questi era così formulato:
« Potrà il Popolo suddetto distruggere la bandiera dell’ex feudatario e farne una tricolorata colle parole: Libertà, Egualianza. » |
L’ordine del giorno di quella seduta è conservato presso gli archivi comunali di Reggio nell’Emilia, fra i fascicoli dell’anno 1796 che riguardano la richiesta dei diversi comuni per riunirsi alla città. Che esso sia stato anche approvato proprio il 22 ottobre 1796, Giuseppe Giovanelli lo desumeva dal fatto che tra i punti discussi e riportati mancano il quinto e il sesto. Ciò fa supporre che siano stati trascritti solo gli argomenti discussi ed approvati.[1] [2]
Il precedente tricolore di Novellara
Per approfondire, vedi la voce Novellara. |
Bisogna da ultimo aggiungere che abbiamo altre testimonianze, precedenti il 22 ottobre 1796, che attestano come vi fosse già una diffusa sensibilità nell’identificare i colori bianco, rosso e verde come simbolo della libertà e della nazione italiana.
Infatti, il 19 ottobre 1796 venne dato a Novellara un pranzo in onore del generale Napoleone Bonaparte. Nei documenti che testimoniano quest’avvenimento si legge:[3][1][2]
« I Quattordici, con i cingoli a tre colori, si recavano festanti ad incontrare il generale. » |
Più avanti, nello stesso documento si dice che alle domande del generale Napoleone Bonaparte riguardanti il motivo della carcerazione dell’avvocato Giuseppe Cuoghi, giudice di Novellara e consigliere al Ministero degli Affari Esteri degli Stati Estensi, gli fu risposto che:[4]
« … fece atterrare l’albero della libertà a Bagnolo, secondo paese degli ex conti Gonzaghi, dipinto a tre colori, coccarda italiana nazionale rosso, verde, bianca. » |
Il precedente Tricolore di Bologna
Per approfondire, vedi la voce Bologna. |
Un’altra attestazione di un precedente Tricolore, l’abbiamo il 18 ottobre 1796 (27 vendemmiaio anno V) a Bologna.
Nell’Archivio di Stato di Bologna è conservato un atto (faldone napoleonico I/5: Senato Provvisorio – Atti della Assunteria di magistrati, 10 maggio 1796 – 30 ottobre 1796 foglio 542) La congregazione dei magistrati e deputati aggiunti di Bologna: davanti al cittadino De Bianchi: cittadini senatori Segni, Malvezzi, Isolani, Angeletti, Bargellini, Cospi, Marescalchi, Bentivoglio, con i cittadini legali consigliere Gavazzi, il sindaco Tacconi ed l’avvocato Antonio Aldini, deliberano cinque punti, nel terzo è scritto chiaramente: Bandiera coi colori Nazionali [5]
« Richiesto quali siano i colori Nazionali per formare una Bandiera, si è risposto il Verde il Bianco ed il Rosso. » |
Il precedente tricolore Cispadano
Per approfondire, vedi la voce Repubblica Cispadana. |
Nei giorni precedenti, dal 16 al 18 ottobre 1796, a Modena si tenne il Congresso al quale parteciparono i delegati di quattro città, Bologna, Ferrara, Modena e Reggio nell’Emilia, e che decretò la nascita della Confederazione Cispadana, con l’avvocato Antonio Aldini presidente.
Il Congresso deliberò, inoltre, la costituzione di una Legione Cispadana, per appoggiare la Francia nella guerra contro l’Austria. La Legione Cispadana era costituita da circa 3 000 volontari suddivisi in cinque Coorti da 600 volontari l’una. Il Congresso decretò che[5]:
« Si decreta la costituzione della Confederazione Cispadana, e la formazione della Legione Italiana, le cui coorti debbono avere come bandiera il vessillo bianco, rosso e verde adorna degli emblemi della libertà. » |