14 marzo 1861 – Il tricolore diviene la bandiera del Regno d’Italia

La bandiera Italiana


Nella Costituzione Repubblicana del 1947, all’art. 12, si legge: “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”.
Il significato dei tre colori è:

Verde= (1794: Zamboni – De Rolandis / Colore della speranza di un’Italia libera e unita)
Bianco = (1794: Zamboni – De Rolandis / Colore di Bologna)
Rosso = (1794: Zamboni – De Rolandis / Colore di Bologna)

Il significato dei tre colori della nostra Bandiera Nazionale

Dal discorso di Giosuè Carducci, tenuto il 7 gennaio 1897 a Reggio Emilia per celebrare il 1° centenario della nascita del Tricolore

«Sii benedetta! Benedetta nell’immacolata origine, benedetta nella via di prove e di sventure per cui immacolata ancora procedesti, benedetta nella battaglia e nella vittoria, ora e sempre, nei secoli! Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all’ Etna; le nevi delle alpi, l’aprile delle valli, le fiamme dei vulcani, E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e si augusta: il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l’ anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de’ poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi, E subito il popolo cantò alla sua bandiera ch’ ella era la più bella di tutte e che sempre voleva lei e con lei la libertà»,

La bandiera italiana oggi

La Bandiera degli italiani

I colori della bandiera Nazionale Italiana furono stabiliti dal Senato di Bologna, con un documento datato 28 ottobre 1796, in cui si legge: “Bandiera coi colori Nazionali – Richiesto quali siano i colori Nazionali per formarne una bandiera, si è risposto il Verde il Bianco ed il Rosso.”    A Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, i deputati delle popolazioni di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, fu fatta   “mozione che si renda Universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”.    Il congresso della Repubblica Cispadana convocato a Modena il 21 gennaio del 1797 confermando le deliberazioni di precedenti adunanze decretò vessillo di stato il tricolore per virtù d’uomini e di tempi fatto simbolo dell’unità indissolubile della nazione. Ma perché proprio questi tre colori? Nell’Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1789. In realtá i primi a ideare la bandiera nazionale erano stati due patrioti e studenti studenti dell’Universitá di Bologna, Luigi Zamboni, natio del capoluogo emiliano, e Giambattista De Rolandis, originario di Castell’Alfero (Asti), che nell’autunno del 1794 unirono il bianco e il rosso delle rispettive cittá al verde, colore della speranza. Si erano prefissi di organizzare una rivoluzione per ridare al Comune di Bologna l’antica indipendenza perduta con la sudditanza agli Stati della Chiesa. La sommossa, nella notte del 13 dicembre, fallì e i due studenti furono scoperti e catturati dalla polizia pontificia, insieme ad altri cittadini. Avviato il processo, il 19 agosto 1795, Luigi Zamboni fu trovato morto nella cella denominata “Inferno” dove era rinchiuso insieme con due criminali, che lo avrebbero strangolato per ordine espresso della polizia. L’altro studente Giovanni Battista De Rolandis fu condannato a morte ed impiccato il 23 aprile 1796. Anche i reparti militari “italiani”, costituiti all’epoca per affiancare l’esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori verde, bianco e rosso, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell’antichissimo stemma comunale di Bologna (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1796, le uniformi della Guardia civica Bolognese. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell’Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera. Al centro della fascia bianca, lo stemma della Repubblica, un turcasso contenente quattro frecce, circondato da un serto di alloro e ornato da un trofeo di armi.

L’epoca napoleonica

1796 Vessillo militare – non di Stato – dei Cacciatori a cavallo della Legione Lombarda 
(Museo del Risorgimento di Milano)

Il Vessillo militare – non di Stato – sventolò alla testa delle formazioni dei Patrioti italiani, che si arruolarono volontariamente nell’Armata d’Italia per combattere contro l’Austria. Napoleone, infatti, entrato da vincitore a Milano il 10 maggio 1796, promuove l’organizzazione della “Legione Lombarda”, forte di 3.471 uomini, nella quale ognuna delle sette Coorti “avrà il suo Stendardo tricolorato Nazionale Lombardo distinto per numero, ed ornato degl’Emblemi della Libertà”.

Il 6 novembre 1796, nel corso di una solenne cerimonia alle ore cinque pomeridiane sulla piazza del Duomo, come riportava il Corriere Milanese del giorno dopo, la prima coorte della Legione Lombarda ricevette la bandiera. Nei giorni seguenti, senza particolari cerimonie pubbliche, anche le restanti cinque coorti ricevettero la loro bandiera. Queste sei bandiere, quasi incredibilmente sopravvissute a tanti sconvolgimenti militari e politici, sono ora custodite nell’Hures Museum di Vienna le prime cinque e nel Musée de l’Armeé all’Hotel des Invalides a Parigi la sesta. Nel Museo del Risorgimento di Milano è invece custodita la bandiera della compagnia cacciatori a cavallo della Legione, bandiera consegnata al reparto probabilmente in epoca successiva. Queste bandiere non sono identiche, differenziano per piccoli particolari.

Le prime vere bandiere tricolore, ossia quelle successive alla Coccarda della sollevazione bolognese del 1794, vessilli consegnati da Napoleone:
18 maggio alla Guardia Nazionale (subito dopo Cherasco);
9 ottobre a Milano per la Legione Italiana;
6 novembre a Milano alla Legione Lombarda.
Queste bandiere a striscie verticali, verde bianche rosse fanno comprendere meglio la frase scritta da Compagnoni a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 e venti giorni dopo a Modena, “affinchè si renda universale lo stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori … ” ecc . Don Compagnoni non poteva parlare di decreto, o di costituzione, perchè i vessilli esistevano già da più di 7 mesi. Ed il “si renda universale” (ripetuto a Modena tal quale) va interpretato come segno di entusiasmo, e come sottolineava il De Sanctis attingendo alla volgata, come segno di giubilo: “va gridato in tutto il mondo”.

Bandiera della Guardia Civica Modenese della Repubblica Cispadana
(dal 7 gennaio 1797 al 29 giugno 1797)
Nel documento consultabile cliccando qui datato Modena 18 ottobre 1796 si legge: “Ogni Coorte avrà la sua bandiera a tre colori Nazionali Italiani”

 

Bandiera  della  Repubblica  Cispadana (Ricostruzione storica)
Bandiera della Repubblica Cispadana di Reggio Emilia 
(Ricostruzione storica) 

 L'arma della Repubblica Cispadana  (Ricostruzione storica)

L’arma della Repubblica Cispadana di Reggio Emilia
(Ricostruzione storica) 

In data  26 aprile 1797 il vecchio Senato bolognese si autoconvocò per rassegnare il proprio mandato nelle mani della nuova assemblea.  Fu definitivamente soppresso il 31 maggio 1797.
L'unica moneta di cui si abbia notizia è la -Doppia o da 20 lire- coniata dalla Zecca di Bologna (1797),   molto discussa per la non corresponsione del peso della moneta con alcun valore monetale del periodo o della monetazione di Bologna

In data 26 aprile 1797 il vecchio Senato bolognese si autoconvocò per rassegnare il proprio mandato nelle mani della nuova assemblea. Fu definitivamente soppresso il 31 maggio 1797. L’unica moneta di cui si abbia notizia è la “Doppia o da 20 lire” coniata dalla Zecca di Bologna (1797), molto discussa per la non corresponsione del peso della moneta con alcun valore monetale del periodo o della monetazione di Bologna. 

Nella seduta del 7 gennaio 1797 i Delegati della Repubblica Cispadana, accogliendo una mozione di Giuseppe Compagnoni, decretano “che si renda Universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso”. Nasce così il Tricolore come Vessillo Nazionale, La prima Bandiera Tricolore Cispadana ha i colori disposti in tre strisce orizzontali: il Rosso in alto, il Bianco in mezzo, il Verde in basso. Al centro è dipinto il Turcasso o Faretra con quattro frecce, a simboleggiare l’Unione delle quattro popolazioni di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Le lettere “R” e “C”, poste ai lati sono le iniziali di “Repubblica Cispadana”. La ricostruzione storica del Primo Tricolore è di Ugo Bellocchi.

Sala detta del Tricolore – Palazzo Comunale, Reggio Emilia

Costruita su progetto dell’Architetto Lodovico Bolognini tra il 1772 e il 1787, la Sala era originariamente destinata a Sede dell’Archivio Generale della Municipalità. Il 27 dicembre 1796 ospitò il Congresso dei Deputati di Reggio, Modena, Bologna e Ferrara che, dopo avere proclamato la Repubblica Cispadana, il 7 gennaio 1797 ne adottarono come Vessillo il Tricolore Verde, Bianco e Rosso. Oggi è sede del Consiglio Comunale e delle più importanti Manifestazioni Civiche.

La prima campagna d’Italia, che Napoleone conduce tra il 1796 e il 1799, sgretola l’antico sistema di Stati in cui era divisa la penisola. Al loro posto sorgono numerose repubbliche giacobine, di chiara impronta democratica: la Repubblica Ligure, la Repubblica Romana, la Repubblica Partenopea, la Repubblica Anconitana. La maggior parte non sopravvisse alla controffensiva austro-russa del 1799, altre confluirono, dopo la seconda campagna d’Italia, nel Regno Italico, che sarebbe durato fino al 1814. Tuttavia, esse rappresentano la prima espressione di quegli ideali di indipendenza che alimentarono il nostro Risorgimento. E fu proprio in quegli anni che la bandiera venne avvertita non più come segno dinastico o militare, ma come simbolo del popolo, delle libertà conquistate e, dunque, della nazione stessa.

1798
Stendardo del II Reggimento D’Usseri della Repubblica Cisalpina (1800)
Il Gran Consiglio della Repubblica Cisalpina, nella seduta dell’11 maggio 1798, decreta che “La Bandiera della Nazione Cisalpina è formata di tre bande parallele all’asta, la prossima all’asta verde, la successiva bianca, la terza rossa. L’asta è similmente tricolorata a spirale, colla punta bianca“. Tale risoluzione venne molto spesso disattesa: per almeno quattro decenni, infatti, le bandiere con il tricolore saranno composte con modalità variabili nell’accostamento e nella disposizione, sino alla definitiva codifica del 1848.
Repubblica Cisalpina
1797-1802 
Bandiera di impiego generale dall’11 maggio 1798 al 20 agosto 1802. Nel maggio del 1797 Napoleone stacca le provincie di Modena e Reggio dalla Repubblica Cispadana alla quale annette le Romagne e le destina alla Repubblica Transpadana che dà alle sue coorti un Tricolore col berretto frigio e l’archipendolo; il 9 luglio 1797 le riunifica nella Repubblica Cisalpina. L’11 maggio del 1798 il Consiglio Repubblicano ufficializza il Tricolore verticale di forma quadrata. Nel gennaio 1802 il nome dello stato cambiò in Repubblica Italiana e il 20 agosto dello stesso anno anche il tricolore fu sostituito

Bandiera nazionale e di stato a terra dal 20 agosto 1802 al marzo 1805. Il tricolore cisalpino, forse ritenuto troppo simile a quello francese, o troppo rivoluzionario, fu riarrangiato nel 1802 in un nuovo disegno. 

 

Il drappo era quadrato. Invece la versione marittima, decretata ufficialmente, come la versione di terra, il 30 agosto 1802 ma già descritta in un documento del 17 luglio, aveva una forma molto allungata (prop. 3/8). Curiosamente, le insolite proporzioni del drappo furono scelte perché stimate simili a quelle delle navi che lo inalberavano.

 

 Repubblica Italiana 
20 agosto 1802-1805

 

Il 20 agosto 1802, su proposta del Ministro della Guerra Trivulzi, ilGoverno della Repubblica approva il cambiamento della “Bandiera di terra e di mare” dello Stato. La forma del nuovo vessillo sarà, “un quadrato a fondo rosso, in cui è inserito un rombo a fondo bianco, contenente un altro quadrato a fondo verde”. La decisione adottata resterà in vigore, fino al 1814, anche dopo la proclamazione del Regno d’ Italia, con lievi varianti riconosciute ai drappi di taluni reparti militari o adottate in circostanze particolari.

 

 

Regno Italico
1805-1814
 

 

Dal marzo/aprile 1805 alla primavera del 1814 bandiera del Regno Italico a terra e in mare. Quando la Repubblica Italiana diventò Regno Italico, il disegno della bandiera non fu cambiato, ma venne aggiunta al centro l’aquila d’oro napoleanica recante sul petto lo stemma di stato dall’araldica incerta, caratteristica di quel periodo.