Ipertiroidismo: l’Iperattività della Ghiandola tiroidea

Ci sono diversi trattamenti disponibili ed efficaci per tutti i tipi comuni di ipertiroidismo. Alcuni dei sintomi di ipertiroidismo, come i tremori e le palpitazioni che sono causati da un eccesso di ormone tiroideo che agisce sul sistema cardiaco e nervoso, possono essere contrastati entro un certo numero di ore con farmaci chiamati beta-bloccanti, per esempio, il propranololo.

Ipertiroidismo: l’Iperattività della Ghiandola tiroideaQuesti farmaci bloccano l’effetto degli ormoni tiroidei, ma non hanno un effetto sulla tiroide stessa, quindi i beta-bloccanti non curano l’ipertiroidismo e non diminuiscono la quantità di ormoni tiroidei che si producono, ma evitano solo alcuni dei sintomi. Per i pazienti con forme temporanee di ipertiroidismo (eccesso di tiroidite o che sta prendendo farmaci per la tiroide), i beta-bloccanti possono essere l’unico trattamento richiesto. Una volta che la tiroidite si risolve e se ne va, il paziente può smettere di prendere questi farmaci.

I farmaci anti-tiroide

I pazienti con forme di ipertiroidismo sostenute, come il morbo di Graves o il gozzo nodulare tossico, i farmaci anti-tiroide sono utilizzati spesso.

L’obiettivo di questa forma di terapia farmacologica è quello diprevenire  la produzione di ormoni da parte della tiroide.

Due comuni farmaci di questa categoria sono il metimazolo e il propiltiouracile ed entrambi effettivamente interferiscono con la capacità della ghiandola tiroide di produrre ormoni. Una volta assunti regolarmente, questi farmaci sono di solito molto efficaci nel controllare l’ipertiroidismo in poche settimane.

I farmaci anti-tiroide possono avere effetti collaterali quali eruzioni cutanee, prurito, febbre, ma questi effetti sono rari. Molto raramente, i pazienti trattati con questi farmaci possono sviluppare infiammazione del fegato o una carenza di globuli bianchi, pertanto, chi assume farmaci antitiroidei deve essere consapevole di dover sospendere i farmaci e chiamare immediatamente il medico se sviluppano ingiallimento della pelle, febbre alta o un grave mal di gola. La principale carenza dei farmaci antitiroidei è che l’ipertiroidismo sottostante ritorna spesso dopo la loro interruzione. Per questo motivo, a molti pazienti che soffrono di ipertiroidismo si consiglia di prendere in considerazione un trattamento che impedisca definitivamente alla ghiandola tiroide di produrre troppi ormoni tiroidei.

http://it.paperblog.com/ipertiroidismo-l-iperattivita-della-ghiandola-tiroidea-390626/

Controllare la tiroide in gravidanza

Screening alla tiroide
Uno screening alla tiroide è molto importante anche in gravidanza

Durante la gestazione, ma anche prima di rimanere incinta, ogni donna dovrebbe effettuare un accurato screening della tiroide per escludere eventuali patologie che, frequentemente, si verificano dopo la nascita del bambino.

Questo è quanto emerso da un recente studioche ha voluto proprio verificare i legami tra la gravidanza e alcune malattie che riguardano la tiroide, spesso presenti nelle donne anche a distanza di due anni dal parto e in totale assenza di sintomi. A condurre la ricerca è stato un tema appartenente alla Charles University di Praga, che ha presentato i risultati all’European Congress of Endocrinology.

Sottoponendo 200 donne a specifici esami relativi all’area tiroidea, sia prima sia dopo il parto, i ricercatori hanno potuto verificare come metà delle pazienti presentava un determinato marcatore indicativo di possibili patologie per la tiroide. Un terzo delle partecipanti allo studio, invece, ha effettivamente sviluppato patologie nei ventiquattro mesi successivi alla nascita del figlio.

“Le donne che pensano di avere un bambino dovrebbero fare il test per la funzione tiroidea e per l’autoimmunità della tiroide. Questo potrebbe permettere di curare più efficacemente decine di migliaia di donne e i loro bambini”.

 

Solo un paio di anni fa, inoltre, un altro studio portato avanti dall’Istituto di Endocrinologia dell’Università Cattolica di Roma, ha messo in evidenza come in gravidanza gli ormoni tiroidei della mamma vengono trasmessi al feto e agiscono in relazione allo sviluppo del cervello. Ci sarebbe quindi un legame stretto tra le funzionalità tiroidee della donna e le futurecapacità cognitive del bambino.

Sembra infatti che, in presenza diipotiroidismo, alcune mamme abbiano partorito neonati con leggeri deficit di apprendimento. Un motivo in più per tenere sotto controllo la tiroide durante la gestazione, periodo nel quale si possono verificare disfunzioni, effettuando screening accurati, ecografie e analisi del sangue. Tre donne su dieci, inoltre, manifestano una patologia chiamata tiroide post partum che generalmente compare entro un anno dal parto e nella maggioranza dei casi si riassorbe spontaneamente.

http://www.diredonna.it/controllare-la-tiroide-in-gravidanza-38025.html

Tiroide: ecco il dossier interattivo Scorri le immagini

(dossier a cura di Miriam Cesta e Cosimo Colasanto)
Videointerviste, articoli di approfondimento, schede, gli esami utili, un dizionario delle parole-chiave: è il dossier interattivo di Salute24 dedicato alla tiroide
Gravidanza – La tiroidite post-partum è una forma di infiammazione autoimmune della ghiandola tiroidea che puà essere legata alla depressione dopo la gravidanza. Ne parla Piernicola Garofalo, il presidente dell`Ame, l`Associazione medici endocrinologi (clicca qui per l`intervista).
Non solo neo-mamme. Si stima che in ogni famiglia almeno 1 componente abbia problemi legati alla tiroide con una frequenza nettamente maggiore, per motivi ormonali, tra le donne rispetto agli uomini (6 a 1). (fonte AME)
Bambini – E poi ci sono le disfunzioni tiroidee dipendenti dal sovrappeso in età infantileadolescenziale su cui si è pronunciato un gruppo di studiosi italiani dell`Università di Cagliari, che in una ricerca pubblicata su Hormone Research In Pediatrics mettono in evidenza come sia l`obesità infantile a destare squilibri tiroidei e non il contrario, come generalmente si è portati a credere (guarda il video).
Ipertiroidismo, ipotiroidismo, noduli tiroidei
: importante è sapere di che disturbo si soffre (consulta le FAQ) e quando doversi sottoporre a intervento chirurgico (guarda il video dell`esperto) e quando, invece, si possono trarre benefici dal sale iodato
Giovani – La funzionalità della tiroide è anche associata all`insorgenza dell`ictus ischemico: da un recente studiocondotto dai ricercatori di Taiwan e pubblicato su Stroke, una delle riviste ufficiali dell`American Heart Association, risulta infatti che per i giovani tra i 18 e i 44 anni che soffrono di ipertiroidismo il rischio di sviluppare un ictus ischemico aumenta del 44% rispetto ai coetanei la cui tiroide è normalmente funzionante.

di Cosimo Colasanto

http://salute24.ilsole24ore.com/articles/8910-tiroide-ecco-il-dossier-interattivo-scorri-le-immagini

La tiroide può far uscire gli occhi dalle orbite Le conseguenze del morbo di Graves e le cure possibili

Occhi che sembrano voler uscire dalle orbite, all’infuori in modo decisamente innaturale. È una delle conseguenze di un problema alla tiroide, l’ipertiroidismo o morbo di Graves, che colpisce soprattutto giovani donne causando danni funzionali anche molto gravi e notevoli disagi estetici.
Oggi ci sono novità importanti nel trattamento di questa disfunzione, che sono state presentate a Torino nel corso del primo convegno italiano dedicato all’argomento: “Quando gli occhi tendono a sporgere è quasi sempre sintomo di un malfunzionamento della tiroide – afferma Francesco Bernardini, chirurgo oculoplastico organizzatore dell’evento “Oftalmopatia Basedowiana” –. Se non curato, il problema in pochi mesi può peggiorare fino a danneggiare seriamente la vista, causando danni all’estetica e condizionando la vita sociale. Anche dopo aver risolto il problema alla tiroide, infatti, gli occhi non tornano al proprio posto ed è necessario intervenire chirurgicamente. In passato si trattava di un intervento non facile, in cui un caso su due aveva come effetto collaterale lo strabismo con diplopia, ossia la visione sdoppiata. Oggi invece, le tecniche mini invasive consentono di intervenire riducendo la pressione bulbare con una percentuale minima di complicazioni”.

La prima fase della cura. 
È importante intervenire in modo tempestivo per curare il Morbo di Graves anche dal punto di visto oculistico. Nella fase infiammatoria, che dura da 6 a 18 mesi, occorre intervenire con cortisone, controllare la pressione oculare e accertarsi che non ci sia sofferenza del nervo ottico, una circostanza che può compromettere del tutto la vista dei paziente. Al convegno è stata presentata una novità importante nel trattamento: “La somministrazione di cortisone oggi avviene con punturine localizzate attorno agli occhi, evitando così la via endovena o per bocca. In questo modo si uniscono gli effetti benefici del cortisone e si minimizzano gli effetti collaterali”. In ordine di frequenza a livello oculare si può manifestare esoftalmo sfigurante (quando la sporgenza dell’occhio è tale da modificare l’aspetto di una persona), retrazione palpebrale (occhi eccessivamente aperti), diplopia (vista sdoppiata con occhi storti) e neuropatia ottica (perdita della vista e del campo visivo). Inoltre questi disturbi possono essere associati a ipertono oculare e glaucoma, che aumentano i rischi di perdita della vista. Le fasi del trattamento oggi prevedono la perfetta messa a punto in tempi rapidi della funzione tiroidea con varie metodiche (chirugiche=tiroidectomia, mediche=tapazole, radioterapiche=iodio radioattivo), la gestione della fase infiammatoria dell’orbitopatia tiroidea, basata soprattutto sull’uso dello steroide, e il trattamento della fase stabilizzata a livello orbitario. 
La cura dell’aspetto estetico. 
Una volta sistemata la tiroide, quasi sempre le pazienti affette richiedono un trattamento per la riabilitazione estetica, cioè hanno il desiderio di ritornare come prima della malattia. Questo non è quasi mai raggiungibile con farmaci, steroide o altro, ma è necessario il bisturi. La riabilitazione estetica oggi prevede come primo step la correzione dell’esoftalmo e secondariamente la chirurgia delle palpebre. La prima novità è che la riabilitazione estetica di questo problema è eseguita dall’oculista specialista in chirurgia oculoplastica, che si occupa delle tecniche di decompressione orbitaria. La seconda novità è che la decompressione orbitaria oggi viene eseguita con tecniche mini-invasive, senza cicatrici visibili, con recuperi in tempi rapidi e soprattutto che le complicanze sono molto lievi e correggibili. Infatti la complicanza più temuta è lo strabismo (deviazione degli occhi) con diplopia (visione sdoppiata) che in passato si manifestava anche nel 50% dei casi. Oggi questa complicanza con le tecniche moderne ha un’incidenza inferiore al 10%; qualora si verificasse è comunque rimediabile con un intervento ambulatoriale in anestesia locale con recupero completo. 
Puoi fare una domanda agli specialisti delforum e iscriverti alla newsletter, riceverai ogni settimana le notizie più importanti per la tua salute.

Sportello Cancro – Testa, collo e tiroide

di Franco Ionna e Luciano Pezzullo

Questo forum è dedicato ai tumori dell’area maxillo-facciale e otorinolaringoiatrica, e ai tumori tiroidei, patologie neoplastiche che si presentano più frequentemente rispetto al passato, ma che sono curabili con sempre maggiore efficacia. 
Rispondono alle vostre domande due specialisti dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli “Fondazione Pascale”: il dottor Franco Ionna, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Maxillo-Facciale e ORL, e il dottor Luciano Pezzullo, responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Chirurgia della Tiroide e delle Paratiroidi.
Non possiamo rispondere a casi clinici personali.
Verrà dato spazio solo ai messaggi che affrontano temi di interesse generale

La chirurgia della tiroide

News
La chirurgia tiroidea presentaparticolari problemi per l’anestesista?Tutti i pazienti che devono essere sottopostiad intervento chirurgico vengonoanticipatamente valutati dall’anestesista,il quale visiona gli esami ematicie strumentali eseguiti preoperatoriamentee, qualora ravvisi la necessità,richiede ulteriori indagini – spieganoMarina Bissi, Bibiana Cappellini eTiziana Cassamali della U.O.Anestesia e Rianimazione che si occupanospecificamente dei pazientiaffetti da patologia tiroidea.
In particolare la valutazione preoperatoriadi questa chirurgia specialisticariguarda due aspetti: quello metabolicoe quello meccanico relativo allastruttura delle vie respiratorie.
In caso di alterazione della funzionalitàtiroidea, il paziente viene preparatoall’intervento con terapia farmacologica,per ottenere uno stato di eutiroidismoe prevenire problemi sia intra chepostoperatori, in particolar modo latemuta crisi tireotossica che può esserescatenata anche dallo stress chirurgicoe che oggi è da ritenersi evento eccezionaleproprio grazie alla preparazionedel paziente all’intervento.
L’uso di farmaci beta bloccanti in associazionealla terapia tireostatica è indicatoin pazienti con frequenza cardiacaelevata. In sede di visita preoperatoria,viene inoltre valutata la pervietà dellevie respiratorie e l’eventuale difficoltàdella manovra di messa in sicurezzadelle vie aeree con intubazione endotracheale.
Talvolta infatti la trachea ècompressa o dislocata lateralmentedalla massa tiroidea. Se è prevista unareale difficoltà alla manovra, in alternativaall’utilizzo del laringoscopio classicoo di altri presidi, viene utilizzato ilbroncoscopio a fibre ottiche, conpaziente in respiro spontaneo e unamodesta sedazione.
Questa manovra richiede la collaborazionedel paziente stesso, per cui èmolto importante che la problematicadell’accesso delle vie aeree e dellemetodiche che verranno utilizzate glivenga spiegata già al momento dellavisita preoperatoria.
Durante l’intervento chirurgico si mantieneun’adeguata profondità dell’anestesia,con una modesta ipotensioneper ridurre il sanguinamento ma, al terminedell’intervento, è fondamentaleche si riportino alla normalità i valoripressori per consentire al chirurgo unacorretta valutazione dell’emostasi nelcampo operatorio.
Per ridurre il rischio del sanguinamentopostoperatorio tali valori devono rimanerestabili anche nelle ore successive eil risveglio deve essere gestito il piùdolcemente possibile, evitando i colpidi tosse.
E’ poi indicata una adeguata terapiaantalgica e un’ omeostasi termica intrae postoperatoria.
Dalla collaborazione tra anestesista echirurgo deriva un ridotto rischio dicomplicanze che possono, seppur rare,creare gravi problemi da un punto divista anestesiologico. In particolare unsanguinamento postoperatorio, anchedi grado modesto, può, esercitandouna compressione sulla trachea, crearegravi problemi respiratori al paziente erendere molto difficoltosa e taloradrammatica la reintubazione.
Quali sono gli interventi chirurgicioggi più frequentemente utilizzatiin chirurgia tiroidea?
Ci parla della esperienza della Unitàdi Chirurgia Endocrina e SenologicaLoredana De Pasquale – la chirurgiatradizionale sulla tiroide prevedeun’incisione traversale, circa 2 cm. cranialmenteal giugulo (cervicotomiasecondo Kocher), tramite la quale siaccede alla tiroide che può essereasportata parzialmente o in toto.In passato è stata eseguita una chirurgiamolto conservativa: la patologianodulare veniva trattata asportando ilsingolo nodulo e lasciando in sede latiroide “apparentemente sana”.
L’intervento, noto come enucleoresezione,è stato successivamente abbandonatograzie alla migliore conoscenzadella storia naturale elle malattie tiroideee della tendenza per molte di essea recidivare anche nella parte di ghiandolaresidua all’intervento.
E’ stato quindi introdotto il concetto dimalattia d’organo non solo per i tumorima anche per i noduli di struma e ditiroidite, mentre la patogenesi autoimmuneè alla base di un’ ovvia indicazionechirurgica aggressiva per ilMorbo di Graves. In tutti questi casitrova indicazione la tiroidectomiatotale, asportazione completa dellaghiandola, o la sua variante, la tiroidectomiasubtotale, che comporta laconservazione di piccole quantità ditessuto tiroideo non a scopo funzionalema per proteggere dal rischio dilesione una struttura anatomica qualiuna paratiroide o un nervo.
Un altro fattore che ha giocato a favoredi una chirurgia più aggressiva è ladisponibilità attuale della levo-tiroxinache consente un’ottima terapia ormonalesostitutiva. Il trattamento più conservativo,la loboistmectomia oasportazione completa di un lobo tiroideoe dell’istmo è riservato alla curadell’adenoma autonomo di Plummere della proliferazione follicolare.
La chirurgia tiroidea può essere eseguitaanche con tecnica mininvasiva ovideoassistita utilizzando come via diaccesso una minicervicotomia: un’incisionecutanea di 1.5 cm, e l’intervento viene eseguito utilizzando un’otticae uno strumentario dedicato.La tecnica minivasiva ha indicazioniprecise: tiroide di piccole dimensioni,noduli del diametro inferiore a 3 cm.econtroindicazioni assolute sono letiroiditi e pregressi interventi sullatiroide.
Spesso i pazienti che devono essereoperati alla tiroide chiedono, preoccupati,come sarà la loro voce dopol’intervento: è una preoccupazioneche ha qualche fondamento?
Le complicanze specifiche della chirurgiatiroidea, sia essa con tecnica tradizionaleche videoassistita, sono legateagli stretti rapporti esistenti tra la ghiandolae altre delicate strutture del collo.
Esse sono prevlentemente dovute aalterazione della funzione delle ghiandoleparatiroidi, alterazione della funzionedei nervi laringei inferiori e superiori,emorragie.
A causa del trauma chirurgico, puòesserci una riduzione del funzionamentodelle ghiandole paratiroidi, nellamaggior parte dei casi di tipo transitorio, con significativa riduzione dei valoridi calcemia secondaria ad una ridottaproduzione del paratormone (PTH)Questa complicanza in forma transitoria,ha un’incidenza del 30% circa, informa definitiva dell’1%.
I nervi laringei inferiori si trovano, unoper lato, posteriormente alla tiroidenell’angolo diedro che questa formacon la parete dell’esofago e fannomuovere le corde vocali.
La loro lesione monolaterale può provocareuna paralisi di una corda vocale,con alterazione del tono della voce,transitoria (incidenza del 3%) o definitiva(incidenza dello 1%).
La lesione bilaterale dei nervi ricorrentiè una complicanza molto grave: laparalisi bilaterale delle corde vocali puòcomportare difficoltà respiratorie enecessità di tracheostomia (incidenzadello 0.4%).
Complicanza comune ad altri interventichirurgici è quella emorragica, in generedi non grande entità ma che puòessere pericolosa a causa della compressioneesercitata dalla raccolta ematicasulle vie respiratorie.
Cosa fare in caso di malattia invasivacon coinvolgimento di visceri cervicali?
L’allargamento dell’aggressione chirurgicaalle strutture viscerali peri-tiroideein corso di tiroidectomia ha trovatoindicazioni sempre maggiori, negli ultimianni, in relazione al miglioramentodelle capacità ricostruttive e del trattamentoanestesiologico/rianimativointra e postoperatorio – rispondeGiovanni Felisati responsabile dellaU.O.Otorinolaringoiatrica. Il campo diapplicazione è fondamentalmente rappresentatoda rare forme di carcinomatiroideo ben differenziato, generalmentecaratterizzate da una lunga storia clinicacon ritardi diagnostico/terapeuticio pregressi trattamenti non risolutivi, eche sono infine giunte ad interessare inmodo maggiore o minore la parete oaddirittura il lume della laringe e/odella trachea e/o della faringe.
Gli scopi dell’aggressione visceraleperi-tiroidea possono essere sintetizzatiin tre punti fondamentali:
1) necessità di garantire le funzionirespiratoria e deglutitoria, essenzialiper la vita;
2) ottenere un controllo locale dellamalattia neoplastica;
3) favorire il successivo trattamentoradiometabolico;
4) consentire la guarigione di eventualiesiti necrotici o infettivi di terapieadiuvanti quali la radioterapia (convenzionaleo metabolica).
L’otorinolaringoiatra ha oggi acquisitogrande dimestichezza con le tecnichedi faringectomia e laringectomia parziale,volte a consentire l’asportazione dineoplasie localizzate, conservando inmodo accettabile le tre fondamentalifunzioni laringee: respirazione, deglutizionee fonazione.
Tali tecniche sono state ideate e trovanoindicazione essenzialmente perneoplasie che nascono nel lume deivisceri e non per neoplasie che coinvolgonotali visceri dall’esterno, comeaccade nel caso dei carcinomi ben differenziatidella tiroide. Ciò nonostante,ove si ponga la necessità di unatiroidectomia allargata per neoplasiatiroidea, gli accertamenti diagnostici(TC, RMN) sono in prima battuta miratiproprio ad evidenziare se è possibileeseguire una chirurgia parziale dellafaringe, della laringe e della trachea,con successiva ricostruzione di talistrutture anatomiche.
Se l’indicazione è corretta, tali tecnicheottengono ottimi risultati funzionali e dicontrollo della malattia neoplastica.
Frequentemente, peraltro, tali approccinon risultano possibili perché la neoplasiaè troppo diffusa oc ha colpito strutture funzionali fondamentali che nonrisultano ricostruibili. In tali casi si rendenecessaria una laringectomia totale chesi associa generalmente all’asportazionedi tratti più o meno lunghi della trachea.
La laringectomia totale, purtroppo,rappresenta ancora oggi unamenomazione importante delle funzionilaringee, dove la sola deglutizione èottimale, la respirazione è garantita daltramite esterno diretto sulla cute dellatrachea (tracheotomia) e la fonazione,pur gravemente compromessa, puòessere aiutata dalla rieducazione (voceerigmofonica) o da specifiche valvolefonatorie.
Nei casi più gravi si può arrivare adover eseguire faringo-laringectomieestese, che pongono problemi diripristino anche della funzione deglutitoriache vengono oggi generalmenteaffrontati e risolti con l’adozionedi tecniche ricostruttive con lembiliberi rivascolarizzati.
In ogni caso va segnalato che il coinvolgimentodei visceri peri-tiroidei rappresentaun importante aggravamentodella malattia neoplastica che imponeuna corretta aggressione chirurgica.
La prognosi può essere favorevoleanche rispetto alla conservazione dellefunzioni faringo-laringee se l’interessamentoviscerale neoplastico è veramentelimitato e consente una chirurgiafaringo-laringo-tracheale parziale conricostruzione immediata e diretta.
Al patologo il compito di concludereil caso con l’esame istologico sulmateriale asportato nel corso dell’intervento.Quale lettura del referto?
Il ruolo del patologo nella diagnosticatiroidea è quello di correlare il quadroclinico con gli aspetti macroscopici emicroscopici – rispondono StefanoFerrero e Tatiana Brambilla della U.O.di Anatomia Patologica.
Dopo l’intervento chirurgico, il campioneoperatorio giunge nel reparto diAnatomia Patologica, dove viene effettuatauna prima analisi macroscopica(esterna) della tiroide a fresco: misurazionedelle dimensioni, del peso, valutazionedella forma, del colore, dellasuperficie esterna dell’organo e dell’integritàdella capsula.
Viene quindi chinata la superficie esternae la tiroide è posta a fissare in formalinadiluita al 10%. Trascorso iltempo necessario per la fissazione, vengonoeffettuati dei tagli trasversali perpoter procedere ad una seconda analisimacroscopica (interna) della tiroidefissata: presenza di noduli o altre areedisomogenee, valutazione del numero,delle dimensioni, dell’aspetto (colore,consistenza,…), della localizzazione e,in caso di neoplasia, dell’eventuale infiltrazionecapsulare.
Si procede quindi con il campionamentodell’organo, mappando i due lobi,l’istmo e tutte le aree di interesse.
Una volta ottenuti i vetrini corrispondentiai prelievi, il patologo effettua l’analisimicroscopica dei preparati e puòtrovarsi di fronte a diversi quadri:
1- patologia non neoplastica della tiroide(gozzo e/o tiroidite)
2- patologia neoplastica benigna dellatiroide (adenoma)
3- patologia neoplastica maligna dellatiroide (carcinoma papillifero, follicolare,midollare, anaplastico)
4- localizzazione metastatica di altrapatologia neoplastica.
La diagnosi istopatologica viene effettuatasulla base delle differenti presentazioniistologiche e/o citologiche chenella maggior parte dei casi consentonoun giudizio diagnostico definitivo.
Solo per alcune entità (es. carcinomamidollare della tiroide o carcinomaanaplastico) possono venire in ausiliodel Patologo metodiche ancillari qualil’immunoistochimica e la biologiamolecolare.
Ruolo fondamentale del Patologo nellapatologia neoplastica tiroidea è quellodi fornire al Clinico oltre che la diagnosiprecisa di istotipo l’estensione definitastadiazione della malattia.
Per la stadiazione ci atteniamo alle raccomandazionidella unione internazionalecontro il cancro (UICC) con il sistemaclassificativo TNM che prende inconsiderazione le dimensioni e l’estensionedel tumore (T), la valutazione dellinfonodi distrettuali (N) e l’eventualepresenza di metastasi a distanza (M).
Queste informazioni fornite dalPatologo in sintonia con la valutazionedel collega Clinico consentono, senecessario, una corretta terapia postchirurgica.
Abbiamo sentito citare a più ripreseil carcinoma differenziato della tiroide,in particolare il tumore papilliferoche è il più frequente dei tumori tiroideie che ha una buona prognosisoprattutto nei giovani e in caso didiagnosi precoce. Abbiamo sentitoche in caso di malattia metastatica ègiustificato un atteggiamento moltoaggressivo per aprire la strada al trattamentoradiometabolico: di che cosasi tratta?
Due sono i tipi principali di DTC(Differtentiated Thyroid Cancer): il CaPapillare (80%) ed Il Ca Follicolare (10-15%), meno frequenti i carcinomi anaplastici,i tumori a cellule parafollicolarie altri tumori.
Da un punto di vista terapeutico lamedicina nucleare ha un ruolo nel trattamentodelle patologie sia oncologicheche non oncologiche della tiroide,afferma e conclude Luca Tagliabue. Laterapia medico nucleare di tali affezionisi fonda sulla capacità che le celluletiroidee mantengono di concentrare loiodio naturale ed i suoi isotopi radioattivianche se trasformate in senso neoplastico.
A tal fine si somministra un isotoporadioattivo particolarmente tossico perle cellule tiroidee (il 131INa) che le”uccide” direttamente o ne innesta ilciclo apoptosico.
Questo meccanismo di morte programmatapuò colpire le cellule tiroideeanche in sedi lontane dalla tiroide,come è in caso di metastasi, purchè lecellule abbiano mantenuto la capacitàdi concentrare lo Iodio e i risultati deltrattamento saranno migliori se laquantità di tessuto da sterilizzare saràmodesta.
Da questa considerazione nasce l’indicazionead un chirurgia aggressiva cheelimini la maggior parte di tessutopatologico.
La bassa malignità biologica dei carcinomidifferenziati (soprattutto del capapillare) associata alla disponibilitàdi trattamenti efficaci rende la percentualedi cura di queste malattiemolto elevata. La terapia radio metabolicadei tumori tiroidei deve esserepraticata in ambiente protetto e dedicatoseguendo determinate regole diradioprotezione per contenere il piùpossibile una irradiazione indebita dellapopolazione generale.
Amelia Bastagli conclude: la MedicinaNucleare, così come le altre disciplinei cui rappresentanti hanno parlato inquesto incontro, si pone al servizio delpaziente nella piena coscienza che laqualità dei risultati ottenuti nella curadipende dalla qualità dei servizi offertisia a livello di diagnosi che di terapia inun sinergismo che deve essere mantenutoe possibilmente ampliato, al SanPaolo.

Tavola rotonda: dr.e Marina Bissi, Bibiana Cappellini e Tiziana Cassamali – Dirigenti Medici U.O. di Anestesia e RianimazioneDirettore prof. G. Iapichino – dr.a Loredana De Pasquale – Dirigente Medico U.D. di Chirurgia Endocrina e SenologicaDirettore prof.a A. Bastagli; prof. Giovanni Felisati – Direttore U.O. di Otorinolaringoiatria

Eutirox

 

Eutirox è il nome commerciale di un farmaco a base di levotiroxina sodica (o L-tiroxina sodica). Questo principio attivo è un analogo sintetico dell’ormone T4, indicato nell’ormonoterapia sostitutiva dell’ipotiroidismo. In pratica, l’assunzione di eutirox sopperisce alla carenza di tiroxina provocata dalla ridotta attività della tiroide.

EutiroxGrazie all’elevato grado di purezza e all’attività costante, l’introduzione nel mercato farmaceutico di eutirox ed analoghi (synthroid), ha gradualmente mandato in pensione la polvere di tiroide essiccata (bovina o porcina). La tiroxina sintetica presenta notevoli vantaggi anche nei confronti dell’altroormone tiroideo di sintesi, chiamatoT3 o triiodotironina. Gli analoghi di quest’ultimo ormone, infatti, hanno un’emivita di 24 ore contro gli 8 giorni di eutirox e simili, che per questo risultano meglio accettati dal paziente (è sufficiente una sola assunzione giornaliera). Il T4, inoltre, è di fatto un pro-ormone, che viene convertito a T3 aumentando notevolmente la propria attività; la somministrazione di eutirox ed analoghi, quindi, permette di ottenere un effetto più fisiologico, perché capace di riprodurre i livelli fisiologici sia di T3 che di T4.

La terapia dell’ipotiroidismo con eutirox mira a normalizzare i livelli di TSH, l’ormone ipofisario che stimola la tiroide a produrre T3 e T4: se la ghiandola funziona troppo, l’organismo cerca di compensare diminuendo la secrezione di TSH, viceversa, l’ipotiroidismo è tradizionalmente accompagnato ad elevati valori ematici di TSH. Per quanto detto, l’assunzione di una dose eccessiva di eutirox comporta una discesa del TSH al di sotto dei valori fisiologici.

Proprio per l’esigenza di personalizzare la terapia, l’eutirox è disponibile in compresse da 25, 50, 75, 100, 125, 150, 175 e 200 mcg di levotiroxina sodica.

Tiroide: visite gratuite alle Scotte

Tiroide

Dal 15 al 19 marzo. Prenotazioni al CUP

Controllare la salute della tiroide dovrebbe diventare una buona abitudine. Basti pensare che in Italia sono circa 6 milioni le persone che soffrono di alterazioni della funzionalità tiroidea, anche se spesso il problema non viene riconosciuto poiché asintomatico o con manifestazioni comuni ad altre patologie. Per questi motivi e per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione è in programma, dal 15 al 19 marzo, la Settimana Nazionale della Tiroide. 
Anche l’U.O.C. Endocrinologia del policlinico Santa Maria alle Scotte, diretta dal professor Furio Pacini aderirà all’iniziativa e gli specialisti saranno a disposizione per i controlli al piano 0 del V lotto. Per le visite gratuite è necessario prenotare chiamando il CUP al numero 0577-585858. “Si tratta di visite di screening dedicate a chi non è già seguito dalle nostre équipe – spiega il professor Pacini – Grazie alle nuove tecniche di esame oggi è possibile rilevare noduli tiroidei spesso di piccole dimensioni che, se scoperti in tempo, possono essere curati con terapia medica, evitando l’intervento chirurgico”. Le malattie della tiroide più diffuse sono il gozzo nodulare e i noduli tiroidei, che dipendono in larga parte da un’alimentazione carente di iodio. I disturbi tiroidei possono però anche avere natura ereditaria come nel caso dell’ipotiroidismo e dell’ipertiroidismo. “La terapia medica più comune – continua Pacini – è basata sulla somministrazione dell’ormone tiroideo che riduce la crescita ghiandolare anche se recentemente, nei casi di ipertiroidismo, viene sempre più utilizzato il radioiodio, una pillola di iodio radioattivo che agisce, senza alcun rischio, sulle cellule tiroidee”. La maggior parte dei noduli è solitamente benigna e solo nel 5 per cento circa dei casi il nodulo risulta invece maligno ed è necessaria l’asportazione. Per ulteriori informazioni sull’iniziativa è possibile chiamare il numero verde 800 199 894.