Battisti libero, Napolitano: lesi accordi tra Italia e Brasile

Il ministro degli Esteri Frattini: faremo ricorso al tribunale dell’Aia. Berlusconi: vivo rammarico per la decisione di Brasilia

20110609_071810_B62F7F78.jpg
Cesare Battisti è libero-Vota e commenta
CRONOLOGIA 

cesare battisti 110Le tappe del caso Battisti

Dal 1979 al 2011 tutto sull’estradizione dell’ex Pac

SONDAGGIO 

cesare battisti01 110Battisti libero, cosa deve fare l’Italia? Di’ la tua

Dopo la decisione del Tribunale supremo brasiliano di non estradare l’ex Pac

Roma, 9 giu. (TMNews) – Anche Giorgio Napolitano protesta contro il no all’estradizione dell’ex terrorista Cesare Battisti, condannato in via definitiva per quattro omicidi: a giudizio del presidente della Repubblica “la pronuncia con cui il Tribunale Supremo del Brasile ha confermato la precedente decisione del Presidente Luiz Inacio Lula da Silva di negare l’estradizione di Cesare Battisti, assume un significato gravemente lesivo del rispetto dovuto sia agli accordi sottoscritti in materia tra l’Italia e il Brasile sia alle ragioni della lotta contro il terrorismo condotta in Italia – in difesa delle libertà e istituzioni democratiche – nella rigorosa osservanza delle regole dello Stato di diritto”. Il presidente “deplora la decisione, che contrasta con gli storici rapporti di consanguineità e amicizia tra i due Paesi, e rinnova l’espressione della sua vicinanza e solidarietà ai famigliari delle vittime degli orrendi delitti commessi da Cesare Battisti. Appoggia pienamente ogni passo che l’Italia vorrà compiere avvalendosi di tutte le istanze giurisdizionali cui compete assicurare il pieno rispetto delle convenzioni internazionali”, si legge nella nota del Quirinale.

Prima il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini aveva preannunciato l’intenzione del governo italiano di fare ricorso alla  Corte internazionale dell’Aia.La partita, ha detto Frattini, non è finita. “Il primo tempo lo ha vinto il terrorismo e lo ha perso la comunità di paesi che ritengono che il mondo non dovrebbe aiutare un terrorista”, ma “non finisce qui”, ha insistito il titolare della Farnesina. “L’Italia attiverà tutti gli strumenti di tutela internazionale, la Corte dell’Aia. Ma quello sarà il secondo tempo della partita”.  Secondo il ministro la Corte “potrebbe impiegare pochi mesi” a prendere una decisione. “Noi all’Aia affermeremo il principio che nessun terrorista può essere liberato in un paese democratico”, ha detto Frattini.

Cesare Battisti è da questa notte un uomo libero. Al termine di una sessione fiume, la Corte Suprema brasiliana ha deciso di scarcerare l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) e di negare l’estradizione verso l’Italia. La Corte Suprema brasiliana si è pronunciata nella notte italiana sull’estradizione dell’ex terrorista dei Pac, condannato all’ergastolo in contumacia dalla giustizia italiana per quattro omicidi commessi fra il 1977 e il 1979. Nel 2010 la Corte Suprema autorizzò l’estradizione di Battisti lasciando però la decisione ultima nelle mani dell’allora presidente Ignacio Lula da Silva che, nell’ultimo giorno del suo mandato e dopo aver ricevuto il parere dell’Avvocatura dello Stato decise per il ‘no’ all’estradizione. Il legale di Battisti ha fatto sapere che il 56enne rimarrà in Brasile “perché qui ha molti amici”, ha spiegato al quotidiano “O Globo”.

Molte le reazioni dall’Italia. Il premier Berlusconi ha parlato di “vivo rammarico” per la decisione della corte e quello della Gioventù Meloni di una nuova “umiliazione” per le vittime e quello della difesa La Russa, confessando la sua “amarezza” ha detto che il governo non “lascerà nulla di intentato”.

http://notizie.virgilio.it/esteri/battisti-esce-dal-carcere-corte-dice-no-all-estradizione_150281.html

Omicidio di Pierluigi Torregiani 16 Febbraio 1979

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Pierluigi Torregiani (1936 Milano, 16 febbraio 1979) è stato un gioielliere italiano, ucciso a Milano in un agguato punitivo da parte di membri del gruppo terroristico di sinistra Proletari Armati per il Comunismo (PAC).

L’antefatto e l’omicidio

La sera del 22 gennaio 1979, di ritorno da una esposizione di gioielli presso una TV privata, accompagnato da familiari e amici, Pierluigi Torregiani stava cenando in una pizzeria di viaMarcello Malpighi, quando entrarono dei malviventi che tentarono di rapinarlo dei gioielli che aveva con sé. Torregiani ed uno dei suoi accompagnatori, anch’esso armato, reagirono alle minacce: ne seguì una sparatoria che causò la morte di uno dei rapinatori, di un avventore, oltre ad alcuni feriti, tra i quali lo stesso Torregiani[1]. In seguito, il gioielliere subì diverse minacce.

Il 16 febbraio, mentre stava aprendo il negozio assieme alla figlia e al figlio, fu vittima di un agguato da parte di un gruppo di fuoco costituito di tre persone dei Proletari Armati per il Comunismo che volevano vendicare la morte del bandito morto nella precedente rapina al ristorante. Ancora una volta Torregiani tentò di reagire, ma venne colpito dalle pallottole del commando non appena estratta la pistola, dalla quale partì lo sparo che raggiunse il figlio quindicenne alla colonna vertebrale, rendendolo paraplegico[2]. Torregiani venne finito con un colpo alla testa.

Nello stesso giorno i Proletari Armati per il Comunismo assassinarono a Santa Maria di Sala (VE) il macellaio Lino Sabbadin.

Iter giudiziario

Gli assassini, membri del gruppo terroristico Proletari Armati per il Comunismo furono individuati e condannati. Alcuni di essi furono arrestati ma evasero prima della condanna e fuggirono all’estero dove vissero a lungo in clandestinità nonostante i mandati di cattura internazionali.[senza fonte]

Come mandante dell’omicidio fu condannato Cesare Battisti che, detenuto nel carcere di Frosinone, riuscì ad evadere e fuggire a Puerto Escondido, riparando poi in Francia. Dopo molti anni passati in libertà, in parte come latitante, in parte a piede libero a causa della dottrina Mitterrand, nel 2007 Battisti viene arrestato in Brasile dove, il 13 gennaio 2009, gli è stato riconosciuto lo status di rifugiato politico.

Interventi e appelli

La latitanza dei condannati, ed in particolare di Cesare Battisti, è stata ripetutamente oggetto di interesse dell’opinione pubblica e degli organi di informazione. Varie personalità del mondo della cultura hanno sottoscritto un appello contro l’estradizione di Cesare Battisti[3] , nel frattempo diventato un romanziere di successo. Viceversa, il figlio della vittima e l’Associazione Italiana vittime del terrorismo hanno stigmatizzato la lentezza della Stato Italiano nel rendere giustizia alle vittime.[4]

Note

  1. ^ Aldo Cazzullo, Corriere della Sera del 4 ottobre 2006

  2. ^ Marco Immarisio, Corriere della Sera del 5 marzo 2004

  3. ^ Articolo Corriere della Sera

  4. ^ Articolo su Cesare Battisti, a cura dell’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo

Bibliografia

La vicenda è ricordata in un libro scritto dal figlio della vittima:

  • Alberto Torregiani e Stefano Rabozzi, Ero in guerra e non lo sapevo, Agar Edizioni. Prefazione di Toni Capuozzo.

Voci correlate

Collegamenti esterni