Miracolo all’ospedale, ha solo un giorno operato alla gola neonato vicentino

SANITÀ. L’eccezionale intervento è stato eseguito al San Bortolo. I due primari Saetti e Chiarenza hanno salvato  il piccolo affetto da una malformazione che univa l’apparato respiratorio con quello digerente

29/02/2012A

 
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Un neonato in ospedale. Intervento eccezionale al San Bortolo

Vicenza. Un neonato di un giorno. Un bimbo appena sbocciato, primo fiocco di una giovane coppia vicentina. Aveva la laringe completamente ostruita e una grave malformazione univa l’apparato respiratorio con quello digerente. Un caso molto raro. Nessuna possibilità di sopravvivere se fosse rimasto così. Bisognava intervenire subito. In sala operatoria sono entrati in due: il primario di otorino, Roberto Saetti, e il primario di chirurgia pediatrica, Fabio Chiarenza. Un’operazione al limite, durata tutta la notte. Saetti ha disostruito la laringe applicando uno “stent” e aprendo le prime vie respiratorie grazie a un intervento mini-invasivo effettuato con la tecnica endoscopica. Chiarenza ha completato l’opera separando gli organi della respirazione dalle vie digerenti. Un doppio miracolo. Il pollicino ha superato la difficile prova e ora sta bene.  Il San Bortolo si sta specializzando in questo genere di interventi multidisciplinari, e il primario Saetti è diventato uno dei protagonisti di questa chirurgia multipla che chiama in sala operatoria più specialisti. Padovano, 44 anni, laurea e specializzazione al Bo con il prof. Surendra Narne, prima di arrivare a Vicenza ha vissuto una «importante esperienza formativa» nell’ospedale di Padre Pio a S. Giovanni Rotondo, la Casa Sollievo della sofferenza, dove ha diretto per quasi due anni il reparto di otorino, e da dove ora il suo successore, Roberto Cocchi, spesso gli invia pazienti per essere curati a Vicenza. Saetti, nel primo anno di permanenza al San Bortolo, ha sviluppato la chirurgia endoscopica mini-invasiva per le patologie del naso e le rinosunisiti, ma anche l’uso del laser per i tumori della laringe e della trachea. «Con gli strumenti endoscopici – dice – riusciamo a identificare precocemente le neoplasie. Per questo abbiamo chiesto all’Amministrazione di avere una serie di strumenti di tecnologia più avanzata che ci consentiranno di fare diagnosi ancora più in anticipo. I tumori delle vie aeree non sempre hanno un’evidenza chiara, per cui riuscire a scoprirli presto consente di fare una chirurgia radicale ma anche conservativa salvando completamente l’organo. Con la tecnica endoscopica non si fa alcuna incisione ma si entra attraverso la bocca. Il laser ad ultrasuoni permette di coagulare il tumore senza toccare la struttura della laringe e le corde vocali, e senza dover praticare una tracheotomia. Questo intervento può essere risolutivo per i tumori maligni non solo allo stadio iniziale ma anche mediamente avanzati».  Fra i meriti dell’otorino del San Bortolo quello di saper affrontare tutto lo spettro delle patologie dell’orecchio, del naso, del collo. Nel 2011 sono stati operati 150 tumori. E il trend è in aumento. La prospettiva per il futuro è la chirurgia robotica. «Il robot – spiega Saetti – sarebbe un’ulteriore evoluzione perché consente di operare in una visione tridimensionale a 360 gradi. E poi servirebbe non solo a noi, ma anche ad altre specialità: urologia, ginecologia, gastroenterologia, chirurgia toracica, chirurgia pediatrica, cardiochirurgia».  Saetti crede molto nell’impegno multidisciplinare. Ogni mercoledì gestisce, assieme a specialisti dell’oncologia e della radioterapia, un ambulatorio per i tumori del collo. Inoltre, per la chirurgia della base del cranio e dell’ipofisi, c’è collaborazione con il primario di neurochirurgia Lorenzo Volpin, e lo stesso avviene per la chirurgia dell’orbita con il team della maxillo-facciale. «Esistono molti campi di confine per cui si lavora insieme. Anzi proprio questo spirito di gruppo è uno degli elementi di qualità di un ospedale come il nostro».

Franco Pepe 

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