AMIANTO: A PREOCESSO BREDA/ANSALDO

Morti per amianto alla BredaTermomeccanica /Ansaldo

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Oggi 21 settembre si è tenuta al Palazzo di Giustizia di Milano un’altra udienza del processo contro 10 dirigenti della Breda Termomeccanica/Ansaldo di Milano, imputati della morte per amianto di 12 lavoratori, con un nuovo giudice il dr. Simone Luerti della 9° Sezione Penale del Tribunale di Milano.

 

Dopo l’appello degli imputati e delle parti civili, fra cui il nostro Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, come sempre presente a tutte le udienze, ha preso la parola il P.M. dr. Nicola Balice che ha informato il giudice che il 29 settembre si terra davanti al GUP un’udienza che deve decidere sul rinvio a giudizio o meno degli stessi imputati per la morte di un altro lavoratore della fabbrica deceduto a causa di un mesotelioma pleurico.

Il P.M. ha chiesto al giudice di valutare se era il caso di inserire questo lavoratore deceduto lo in questo processo o farne un altro. Il giudice dopo aver sospeso il processo per circa mezz’ora per dare tempo agli avvocati degli imputati e delle parti civili di decidere, ha preso atto della richiesta degli avvocati difensori degli imputati (alcuni dei quali erano in sostituzione dei loro colleghi) di avere più tempo per decidere rinviando la prossima udienza al 16 dicembre 2015, alle ore 9,30 nell’aula 9 bis a pianterreno del Palazzo di Giustizia.

Nella prossima udienza si deciderà sulla riunificazione o meno in un solo processo e finalmente inizierà l’istruttoria in cui saranno chiamati a testimoniare tre testi del P.M. e sarà fissato il calendario completo del processo, ipotizzando già fin d’ora che le udienze in linea di massima si terranno il lunedì e qualche venerdì.

 

Questo processo – partito grazie alle denunce degli operai della fabbrica del nostro Comitato, iniziato da un anno è stato finora ogni volta rinviato per problemi burocratici, mancate notifiche, e speriamo che stavolta il processo cominci davvero,….  intanto gli operai continuano a morire in silenzio e i responsabili impuniti.

 

 

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

 

Milano 21 settembre 2015

fonte

Amianto killer alla Breda, contributi negati a 19 operai

Amianto killer alla Breda, contributi negati a 19 operai

La decisione dell’Inail

 

Alla Breda Fucine ci sono stati più di cento morti per malattie derivanti dall’amianto: ex operai ma anche alcuni familiari, soprattutto le mogli che lavavano le tute dei mariti
di Laura Lana

 
Le proteste dei "Bredini" (Spf)

Le proteste dei “Bredini” (Spf)

di Laura Lana

Sesto San Giovanni, 15 maggio 2013 – A due mesi di distanza, gli ex bredini si trovano ancora al punto di partenza. Ancora una volta saranno sotto la sede regionale dell’Inail a manifestare contro il mancato riconoscimento dei contributi previdenziali per gli ultimi ex lavoratori della Breda Fucine che hanno subìto l’esposizione all’amianto. Per tutta la mattina il «Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio» sarà in strada a Milano con una «forte e rumorosa protesta».

«Faremo sentire forte la nostra voce e la nostra presenza anche con forme di lotta eclatanti – annuncia il portavoce Michele Michelino -. Alla Breda Fucine ci sono stati più di cento morti per malattie derivanti dall’amianto: ex operai ma anche alcuni familiari, soprattutto le mogli che lavavano le tute dei mariti». Eppure solo a pochissimi ex lavoratori è stata riconosciuta la malattia professionale e l’esposizione alla fibra killer. «Ad altri che lavoravano nella stessa fabbrica, nello stesso capannone, con la stessa mansione a un metro di distanza l’uno dall’altro, come i saldatori, e che erano divisi solo da una riga gialla che delimitava il reparto, l’Inail continua a negare la certificazione di esposizione all’amianto». Una battaglia fatta di metri lineari di documentazione prodotta e inviata all’Inail e di sentenze già passate in giudicato contro l’Inps che riconoscono l’esposizione al materiale.

«Dopo mesi di proteste e di trattative, in cui l’Inail si era dichiarata disponibile a risolvere il contenzioso sui benefici previdenziali per le ultime 19 ex tute blu, è arrivata la risposta negativa», commenta amareggiato Michelino. Per l’ente, le «sentenze prodotte non sono confortate da atti a valenza probatoria (rilevazioni, indagini ambientali, fatture di acquisto)». «Eppure i diversi processi attivati hanno evidenziato proprio quelle che per l’Inail sono mancanze, riconoscendo le ragioni dei lavoratori», rimarca il portavoce del comitato sestese. Che non si arrende e promette di continuare in quella che è «una battaglia di civiltà, per ristabilire un po’ di equità, portando avanti diritti fino a oggi negati». Chi è stato esposto all’amianto, oltre a rischiare la contrazione di patologie correlate, deve anche fare i conti con un’aspettativa di vita minore di circa dieci anni rispetto al resto della popolazione. Proprio per questo, la legge prevedeva sorveglianza sanitaria gratuita e un «risarcimento»: i benefici previdenziali che permettevano di andare in pensione un po’ prima.

«L’Inail è l’ente che deve riconoscere e indennizzare le malattie professionali derivanti dall’amianto – ricorda Michelino -. È stato stimato che l’ammontare delle disponibilità liquide parcheggiate nella tesoreria di Stato dall’ente sia di 17 miliardi di euro. Il nostro comitato, insieme a tutte le associazioni delle vittime, da anni chiede di istituire un organismo terzo, che possa certificare il danno e le malattie professionali».

laura.lana@ilgiorno.net

Lettera aperta ad Emma Marcegaglia

Cara Emma,

si sono io uno dei malati cronici da 5 anni a questa parte,io che in questi 5 anni forse ne ho lavorato 2 io che sono stato a casa la prima volta nel gennaio 2007 quasi un anno, prima solamente due settimane di malattia in 21 anni di lavoro.

Gennaio 2007 un camion in retromarcia invece di andare avanti mi buttava un cancello addosso frantumandomi la caviglia con due operazioni per rimettermi in piedi e una sbarra ancora nella caviglia,ma il record viene dopo sempre gennaio 2008 un altro anno ancora in seguito a una operazione di laringectomia totale,esattamente il 29 gennaio operazione che ha minato la mia salute.

Premetto che sono astemio e fumacchiavo,ma abitando a Sesto San Giovanni siamo tutti grati alla Falk e alla Breda che facevano parte della confindustria di cui ne è presidente,regalava polvere d’amianto ai suoi dipendenti e a chi viveva nelle vicinanze.

Quindi prima di parlare di malattie croniche guardi tra gli iscritti della confindustria quanti “imprenditori” che davanti al profitto hanno sacrificato le leggi di salvaguardia dell’ambiente o la tutela dei propri operai o chi aveva la “fortuna” di abitare nelle vicinanze.

Già devo passare una visita all’anno dall’Asl e dal mio datore di lavoro ed ogni tre anni dall’Inps come se la laringe,e nel mio caso tiroidi e corde vocali possano ricrescere come se fossero delle semplici unghie tagliate.

Almeno lei non offenda la propria e la mia intelligenza parlando e generizzando sui malati cronici.

Un saluto Giovanni

http://www.giovannilanzo.it/

giovanni.lanzo@hotmail.com

MILANO: RINVIATO AL 23 FEBBRAIO 2012 IL PROCESSO AI DIRIGENTI PIRELLI

 

 

Ieri 19 dicembre si è tenuta la prima udienza del processo contro gli 11 dirigenti della Pirelli di Milano. Durante l’udienza il nostro comitato ha inoltrato i documenti per la costituzioni di parte civile.

 

Anche Medicina Democratica, l’Associazione Italiana Esposti Amianto e la CGIL hanno chiesto di costituirsi parte civile.

Queste costituzioni sono avvenute in clima particolare. Proprio in questi giorni il Comune di Casale Monferrato, città simbolo della lotta all’amianto che vanta il triste primato delle vittime e di morti, sembra intenzionato ad accettare l’offerta del miliardario svizzero Stephan Schimidheiny, uno dei padroni della Eternit che gli ha offerto una cifra tra i 18 e i 20 milioni di euro in cambio della revoca della costituzione di parte civile del Comune. Tanti soldi, maledetti e subito, per uscire dal processo. Il nostro comitato nell’esprimere la sua solidarietà alle famiglie delle vittime si associa alle proteste dei cittadini che hanno manifestato contro questo tentativo di corruzione e contro chi si è venduto alla logica del grande capitalista responsabile di tanti lutti.

Dopo aver accumulato enormi profitti sulla pelle delle persone mandandole coscientemente alla morte, oggi grazie ai soldi cercano di comprarsi l’impunità.

Non esiste cifra che possa risarcire i danni e i lutti provocati dagli assassini.

Il nostro Comitato che da sempre si batte contro la monetizzazione della salute e della vita umana, si è presentato parte civile nel processo contro i dirigenti Pirelli, chiedendo un euro di risarcimento per dimostrare ai padroni che non siamo in vendita, e il prossimo 23 febbraio 2012 sapremo se il giudice ci ammetterà o no come parte civile.

La storia dell’amianto è lastricata di enormi profitti per gli industriali che lo impiegavano e di gravi lutti per chi è stato esposto alle fibre killer. Le sostanze cancerogene, uscendo dalle fabbriche hanno inquinato l’aria e le falde acquifere e l’intero territorio circostante.

 

In Lombardia ci sono ancora 2.800.000 metri cubi di amianto da smaltire.

In Italia ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di amianto sparse sul territorio, una bomba a orologeria da disinnescare al più presto.

 

Bisogna bonificare i luoghi di lavoro e il territorio: solo così sarà possibile fermare la mattanza che continua a mietere vittime, 4.000 morti l’anno.

Il diritto alla salute ignorato e calpestato ogni giorno da affaristi e sfruttatori può essere difeso solo dal movimento operaio e popolare organizzato.

I lavoratori e i cittadini non hanno di fronte solo degli imprenditori assassini, ma un intero sistema che legittima lo sfruttamento e favorisce la ricerca del massimo profitto a scapito della vita umana e della natura. Istituzioni, come il comune di Casale Monferrato, che davanti al dio denaro sono disposti a mettere sotto i piedi i principi costituzionali e la difesa della salute e della vita umana.

http://comitatodifesasalutessg.jimdo.com/2011/12/20/milano-rinviato-al-23-febbraio-2012-il-processo-ai-dirigenti-pirelli/