Champions League: Drogba decide la finale, il Chelsea e Di Matteo sul tetto d’Europa Rigori determinanti, delusione del Bayern e dei tifosi.

drogba golVAI ALLA FOTOGALLERY Fonte: ANSA
Favola Blues. Incredibile vittoria del Chelsea diRoberto Di Matteo ai calci di rigore contro ilBayern di Monaco (5-4 dcr). Grande protagonista della serata Didier Drogba, che ha segnato il rigore decisivo, e in precedenza aveva siglato il gol del pareggio dopo il vantaggio bavarese di Muller. Il Bayern ha sprecato oltre il lecito, sbagliando una serie innumerevole di occasioni e un rigore con Robben durante i tempi supplementari, ma evidentemente il destino dei Bleus era quello di essere predestinati alla vittoria della Coppa. Premiata la linea Maginot del Chelsea. Nella lotteria dei rigori fatali gli errori di Olic eSchweinsteiger per i bavaresi.

 
LA PARTITA – Dopo pochi minuti dal fischio d’inizio si ripete il cliché catenacciaro della semifinale. Il Bayern schiaccia gli inglesi fin da subito, tiene costantemente il possesso del pallone. Il Chelsea, chiuso nella morsa, alza le barricate, gioca votato al contenimento, secondo la vecchia scuola italiana, lasciando sfogare i bavaresi, raramente si distende in contropiede,  confidando nei guizzi di Drogba. Troppo poco per impensierire un Bayern che fa gioco, crea, ma non arriva facilmente sotto porta.

 
Il vero spettacolo è sugli spalti tra due tifoserie che accompagnano incessantemente le azioni delle rispettive squadre. Le giocate di Ribery e Robben accendono i tedeschi, più dotati in palleggio dei ruvidi inglesi.

 
La partita diventa un duello ceco-olandese: il numero 10 del Bayern sfiora il gol al 21′ con un tiro deviato di piede da Cech, con il pallone che termina sul palo esterno, poi ci riprova con un tiro da lontano. Il ritmo sale e le squadre si allungano, allora è Thomas Muller a poter sbloccare il risultato: il tiro però si perde sul fondo alla mezz’ora. A centrare lo specchio della porta su un ribaltamento di fronte è Kalou: Neuer blocca accartocciato sul primo palo. Lo score del primo tempo dice Bayern (13 tiri a 2, poche occasioni nitide), il Chelsea può essere più che soddisfatto.

 
Nel secondo tempo sale l’agonismo, il Bayern riparte di slancio e cerca di giocare maggiornemnte in velocità per non essere prevedibile. Si fa vedere anche il Chelsea con Drogba che al 52′ scocca un tiro che fuoriesce di poco. La squadra di Heynckes accelera, ma il muro difensivo fatto di ginocchia e stinchi, e contropiedi speculativi dei Blues, tiene botta rispetto al monologo del Bayern. Nulla possono le scorribande di Ribery, i tiri da fuori area respinti e dall’interno dei sedici metri che terminano fuori.

 
LA SVOLTA – A sette minuti dalla fine, Muller raccoglie un traversone dalla sinistra, indirizza di testa verso la porta, il pallone accarezza la traversa e si insacca, beffando Cech, non perfetto nell’intervento. Heynckes si copre togliendo l’eroe della serata, Muller: è un presagio. Mentre a Monaco pregustavano già una edizione primaverile dell’Oktoberfest, avviene l’imponderabile. Su calcio d’angolo battuto da Mata, irrompe Didier Drogba di testa, prende il tempo al difensore e batte il distratto Neuer. E’ stato l’unico vero pallone giocabile, esattamente al 43″, su tiro da fermo capitalizzato dall’ivoriano: un giocatore immenso. Si va ai supplementari. Ma evidentemente la finale non porta bene a Drogba, che sgambetta in area Ribery: è rigore.
 
L’errore dell’olandese è un monito alla Merkel, dimostra che il rigore tedesco non è la medicina per l’Europa. Il penalty calciato centralmente da Robben viene parato in due tempi da Cech. Qualsiasi squadra normale sarebbe crollata psicologicamente per frustrazione, la tempra teutonica è infinita perciò le occasioni fioccano. In un cross di Lahm da destra, Olic anziché tirare cerca un appoggio verso il centro, la palla finisce fuori di niente.
Per la decima volta nella storia si va ai rigori sotto la curva bavarese. Lahm va a segno, Mata sbaglia. Gomez è implacabile, David Luiz segna. Il porteire Neuer trova l’angolo vincente contro il collega Cech, Lampard di potenza, Cech ipnotizza Olic, Cole segna, Schweinsteiger colpisce il palo e Drogba trova il gol. Dopo l’errore di Terry, il Chelsea viene risarcito. Roberto Di Matteo conquista la coppa, coronando le strepitose nove settimane e mezzo della sua gestione.  

Champions, Inter nella storia. Mourinho, lacrime e addio

Dopo 45 anni sul tetto d’Europa, Moratti realizza con il triplete il sogno del padre Angelo.

 

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L’Inter, dopo 45 anni, conquista la Champions League. Ora Mourinho può tutto: ha vinto il “triplete” tutto quello che c’era da vincere. Anche la Champions League. E senza attendere oltre, ha formalizzato l’addio alla società. Ha lasciato come nel suo stile. Da Special One. Da vincente. “Voglio essere l’unico allenatore a vincere la Champions con tre squadre diverse. Più possibile che vada via piuttosto che rimanga”. Lacrime e addio. E’ così,Mou.
Scudetto, Coppa Italia e Champions League. Nessuno è riuscito, alla sua età, in una simile encomiabile realizzazione del mito. Grazie a Milito. E a Sneijder, Lucio, Julio Cesar. Tutti i ragazzi del Santiago Bernabeu.
Ha creato una squadra che alcuni critici ritenevano disgregata dalla partenza di Zlatan Ibrahimovic. Invece il connubio società-squadra ha superato complessità e disfunzioni. Onore al Bayern Monaco e al suo mentore, Louis van Gaal. Ma stavolta, è il caso di dirlo, l’alunno ha superato il maestro.
MORATTI – Il presidente, Massimo Moratti, non ha celato la sua di emozione. E ha parlato di Mou, della sua partenza. Del suo addio. Da vincente: “Ha pianto molto Mourinho, che vuol dire che è molto emozionato. Non vorrei che fosse un senso di colpa”, si è lasciato sfuggire il numero uno di Corso Vittorio Emanuele. “Sono molto contento, spero che questa vittoria rimanga nella testa e nel cuore. E’ stata una bellissima Coppa se la sono strameritata. Al futuro non so quando penseremo. Stasera mi godo questa vittoria e spero che rimanga scolpita nella mente dei tifosi come le altre”.