Seregno: un 25 Aprile con buona partecipazione

 

Seregno – Un buon pubblico, nonostante la concomitanza con la Pasquetta, ha fatto da cornice oggi alle celebrazioni svoltesi a Seregno per ricordare la ricorrenza del 25 aprile.
Ad aprire il programma, concordato come ormai prassi consolidata dall’amministrazione comunale e dal Comitato antifascista, è stata una santa Messa di suffragio per i caduti di tutte le guerre, officiata nella basilica San Giuseppe da monsignor Silvano Motta. «Questo giorno -ha spiegato il prevosto nell’omelia- diede inizio ad una nuova epoca per la nostra nazione. Il sindaco Giacinto Mariani qui rappresenta i seregnesi che nella resistenza, fatta da uomini di buona volontà e di diverse ispirazioni, circostanza che anche oggi ci dovrebbe servire ad esempio, hanno cercato la strada per ritrovare la democrazia. Sia questo un paradigma contro ogni tentazione di oligarchia». 
È seguito un corteo per le vie del centro storico, aperto dalle autorità civili e militari e dagli esponenti delle associazioni d’arma e combattentistiche, che ha avuto come tappe il parco 25 Aprile, dove il primo cittadino ha reso omaggio alla lapide ai partigiani che hanno sacrificato la loro vita per la patria, ed al municipio di via Umberto I, per il tradizionale alzabandiera, e come meta finale la piazza Vittorio Veneto, dove è stata deposta una corona di fiori ai piedi del monumento ai caduti. Subito dopo, il coro Il Rifugio, diretto da Fabio Triulzi, ha intonato alcune canzoni proprie del suo repertorio, prima che il Corpo musicale Santa Cecilia, guidato da Mauro Bernasconi, che già aveva accompagnato il corteo, eseguisse l’inno nazionale. 
I presenti si sono quindi spostati nella sala civica monsignor Gandini di via XXIV Maggio, teatro della commemorazione ufficiale. «Il 25 aprile – ha sottolineato il sindaco – fu una pagina gloriosa della nostra storia, un aratro che ha tracciato una cesura con un governo liberticida e posto le basi per una Costituzione ancora oggi attuale. L’articolo 1 di questa Costituzione fonda la nostra Repubblica sul lavoro, ma oggi non siamo in grado di garantire a tutti un lavoro, soprattutto alle nuove generazioni, quelle più penalizzate secondo le statistiche». Quindi, la conclusione: «L’Italia attuale non è l’Italia che vogliamo. Nei nostri primi centocinquant’anni, abbiamo fallito l’obiettivo di riconoscerci in ideali comuni. Ora dobbiamo impegnarci per centrarlo». 
Il giro dei discorsi è stato quindi completato da Massimo Pozzi, vicepresidente del Comitato antifascista, che ha ripercorso l’operato anche culturale dell’associazione negli ultimi tre lustri, e da Cecilia Veneziano, rappresentante dell’Anpi provinciale, che ha elogiato le diverse componenti sociali che favorirono la liberazione dal giogo nazifascista.
Infine, prima di confluire nell’attigua galleria Mariani di via Cavour, dove è stata aperta la mostra «I temi della Costituzione nella pittura di Aldo Tuis», visitabile fino al prossimo 8 maggio (orari: il giovedì, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19), sono stati premiati Silvestro Capelli, operaio della Breda laringectomizzato a causa di un tumore provocato dall’amianto inalato in fabbrica, per il suo impegno nel mondo del lavoro, argomento scelto quest’anno come filo conduttore dei festeggiamenti, in riferimento all’articolo 1 della Carta costituzionale, e Marco De Paolis, magistrato militare, che a La Spezia ha avuto il merito di istruire i processi sui più importanti eccidi nazisti, tra i quali quelli di Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema, i cui fascicoli in precedenza erano stati celati nel cosiddetto “armadio della vergogna”.
P.Col.

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