STORIE E LEGGENDE DEGLI ANIMALI DEL PRESEPE

La fantasia popolare ha creato delle leggende intorno a quello che l’ignoranza, o la mancanza di una spiegazione, aveva lasciato come un vuoto inquietante. Per questa ragione sono così numerose le storie, anche sugli animali, in modo da renderle familiari e cercare di dare una spiegazione a ciò che altrimenti sarebbe ignoto e in qualche modo incomprensibile.

Anticamente si credeva che durante la notte di Natale gli animali riuniti nella stalla potessero parlare tra di loro, usando un linguaggio comprensibile anche agli uomini, e si raccontassero ciò che l’anno nuovo avrebbe riservato.
Per poter ascoltare i discorsi degli animali era necessario distendersi sullo strame e ritrovarsi, involontariamente, dei semi di felce addosso. Ma si raccomandava ai curiosi di non rivolgere la parola agli animali, perché altrimenti li avrebbero trascinati nel loro mondo.

La natività del Gesù Bambino è segnata da un attimo di immobilità, come se il tempo si fosse fermato e fosse ricominciato, le fontane si fermano, i fiumi restarono immobili, gli animali si bloccarono sul loro passo e gli uccelli restarono fermi nel cielo. Così racconta il Protovangelo di Giacomo XVIII.
Il cristianesimo dei semplici, ricalcando le antiche orme pagane, ha costruito intorno alla nascita del Bambin Gesù numerose leggende, che riguardano anche gli animali.
Si racconta anche che la vigilia di Natale, nella grotta di Betlemme, tutti gli animali che erano presenti si inginocchiarono. Niente potè turbarli e per qualche minuto si misero a parlare. 


Il Bue La Pecora Il Pettirosso
Le Tortore La Lucciola Le Api
La Margherita La Mula La Gallina

Dalla “pecora” alla “pecorina”, ecco il nuovo bando del Ministero dell’Istruzione

 

 
Che figuraccia! Il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca ha indetto un bando la cui descrizione sul sito riporta: “Dalla pecora al pecorino, tracciabilità e rintracciabilità di filiera nel settore lattiero caseario toscano”. Il problema è stato tradurre in inglese tale descrizione, a giudicare dal risultato finale che così appare testualmente: “From the sheep to doggy style”, che però in italiano sta in realtà a significare “dalla pecora al fare sesso a pecorina”. Terribile!
Una gaffe, se si può chiamarla tale, usando un eufemismo. Davvero una pessima figura per il Ministero, molto peggio del famoso “tunnel dei neutrini” che tanto era costato pagine e pagine di critiche e prese in giro nei confronti dell’ex ministro Maria Stella Gelmini. Quello della Gelmini era stato un comunicato scritto in maniera imperfetta da un componente dello staff, ma la stampa libera e democratica subito seguita dall’orda impazzita che spopola sui social network aveva preferito addossare tutte le colpe al ministro allora in carica.
Oggi il vento è cambiato, e per una clamorosa e ridicola gaffe del Ministero le acque sembrano essersi improvvisamente calmate. Nessuno disquisisce sulla scarsa professionalità di chi, pur aggiornando il sito del Ministero, si avvale presumibilmente di traduttori automatici on-line, mostrando di non conoscere neppure l’inglese. Non c’è più l’odiato ministro che possa fungere da capro espiatorio, quindi non vale la pena sprecare tempo in battute, link, note, vignette. Eppure ce ne sarebbe da dire.
Cosa sarebbe accaduto se oggi ci fosse ancora Maria Stella Gelmini? L’accostamento Gelmini-pecorina sarebbe diventato il leitmotiv di tutti i prossimi sketch di Sabina Guzzanti, conoscendo il soggetto. E ancora: quante vignette avrebbe disegnato Vauro? In quante trasmissioni di Santoro si sarebbe parlato solo di questo? Quanti monologhi ed editoriali di Marco Travaglio? Quante battute sul sito Spinoza.it e affini? Quanti filmati su youtube, note su facebook, link, caricature? Quante paginate su google scrivendo “Gelmini pecorina”?
Non osiamo immaginare. Ora però il vento è cambiato, e si vede. Persino una figuraccia del Miur rischia di passare inosservata.

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