Conciliare lavoro e famiglia potrebbe diventare più facile. Il governo sta discutendo un decreto legge che contiene, tra l’altro, nuove regole suicongedi parentali: i lavoratori dipendenti – madri o padri – potranno prendere anche permessi a oreper curare i figli fino agli 8 anni di età. Attualmente il congedo può essere suddiviso in mesi, settimane e giorni ma non in ore.
Se la norma passerà cambierà la vita di molte famiglie introducendo di fatto un part-time per accudire i figli secondo le esigenze della giornata (ad esempio stare a casa il pomeriggio) eallungando così il periodo usufruibile.
La norma è contenuta nella bozza di decreto “salva-infrazioni” col quale l’Italia si uniforma a una serie di norme europee chiudendo così ben 21 procedure di infrazione di Bruxelles e scongiurando le conseguenti maxi-multe. Un altro “rimedio” contenuto nel decreto riguarda il blocco della possibilità per i comuni di allargare il campo della riscossione dei tributi delle loro concessionarie senza una gara pubblica.
Congedi parentali, come funzionano ora
Nei primi 8 anni di età del bambino i genitori, lavoratori dipendenti, hanno il diritto di assentarsi dal lavoro, anche contemporaneamente per i seguenti periodi massimi, continuativi o frazionati:
• madre: 6 mesi;
• padre: 7 mesi.
• genitore solo: 10 mesi;
• entrambi i genitori: 11 mesi complessivi.
In caso di figli adottivi o in affidamento i genitori possono usufruire del congedo parentale entro i primi 8 anni dall’ingresso del bambino in famiglia, a prescindere dalla sua età ed entro la maggiore età.
Il padre lavoratore dipendente può fruire dei riposi giornalieri anche se la madre è casalingadimostrando però l’impossibilità per quest’ultima di dedicarsi alla cura del neonato perché impegnata in altre attività (es. cure mediche, partecipazione a concorsi ecc.).
Le lavoratrici autonome e parasubordinate possono astenersi dal lavoro per 3 mesi entro il primo anno di vita del bambino. I padri lavoratori autonomi invece non hanno diritto al congedo parentale (ma i parasubordinati si).
La retribuzione durante i periodi di congedo parentale:
• viene ridotta al 30%, fino ai 3 anni di vita del bambino e fino 6 mesi di congedo complessivo tra i genitori;
• viene azzerata oltre i 6 mesi di congedo se il reddito annuo del genitore che lo richiede supera di 2,5 volte l’importo delle pensioni minime (per il 2012 la soglia di reddito è di 15.617 euro annui). (A.D.M.)