17 Febbraio 1952 – Oslo, Norvegia: Giuliana Minuzzo è la prima italiana a vincere una medaglia (bronzo nella discesa libera) nella storia dei Giochi olimpici invernali

Giuliana Chenal Minuzzo

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Dati biografici
Nome Giuliana Chenal Minuzzo
Nata 26 novembre 1931
Vallonara di Marostica
Paese bandiera Italia
Dati agonistici
Disciplina Sci alpino
Specialità discesa liberaslalom gigante
Palmarès
Giochi olimpici invernali 0 0 2
Per maggiori dettagli vedi qui

Giuliana Chenal Minuzzo (Vallonara di Marostica26 novembre 1931) è un’ex sciatrice alpina italiana.

Fu la prima donna italiana a vincere una medaglia ai Giochi olimpici invernali, conquistando nel 1952 il bronzo nella discesa libera femminile alle Olimpiadi di Oslo. Alle successive Olimpiadi di Cortina fu la prima donna della storia a pronunciare il giuramento olimpico.


Giuliana Minuzzo si mise in luce giovanissima ai campionati italiani assoluti femminili nel 1949, arrivando terza in discesa libera dietro a Celina Seghi e a Maria Grazia Marchelli. Lo stesso anno vinse la seconda edizione della Coppa Foemina, una gara internazionale di discesa e slalom femminile dell’Abetone istituita nel 1948. Fu presto considerata l’erede della Seghi, campionessa dell’Abetone che, al pari del conterraneo Zeno Colò, aveva dominato le gare di sci negli anni trentaquaranta.

Biografia

In pochi anni si affermò come una delle migliori sciatrici a livello internazionale, vincendo altre due volte la Coppa Foemina e ottenendo ottimi risultati anche all’estero, nelle prestigiose classiche austriachesvizzere efrancesi (all’epoca non esisteva ancora il circuito della Coppa del Mondo di sci alpino, istituita nel 1966). Nel1951 vinse il suo primo titolo italiano, in slalom gigante.

Nel 1952 partecipò ai VI Giochi olimpici invernaliOslo. Era iscritta a tutte e tre le gare femminili di sci alpino in programma. Nello slalom gigante finì ventesima su 45 concorrenti con il tempo di 2’18″2. Nello slalom speciale concluse all’ottavo posto con 2’15″9, mentre Celina Seghi fu quarta, a mezzo secondo dal podio. Il risultato migliore lo ottenne nella discesa libera del 17 febbraio, il giorno dopo la vittoria del connazionale Zeno Colò nella gara maschile. La discesa femminile si svolgeva su un tracciato lungo 1350 m con un dislivello di 385 m. Su 42 concorrenti al via, Giuliana Minuzzo arrivò terza con il tempo di 1’49″0, dietro alla tedescaAnnemarie Buchner (argento a 1’48″0) e all’austriaca Trude Beiser-Jochum (oro a 1’47″1). Fu un risultato storico: era la prima volta che una donna italiana vinceva una medaglia ai Giochi olimpici Invernali.

Quattro anni dopo, le Olimpiadi si tennero in Italia, a Cortina d’AmpezzoGiuliana Chenal-Minuzzo nel frattempo si era sposata, aggiungendo al suo il cognome del marito, ed aveva avuto una figlia, Silvana, ma non aveva abbandonato l’attività agonistica ed era una delle figure di punta della squadra olimpica italiana. In quell’edizione dei Giochi mise a segno un altro primato femminile: fu la prima donna nella storia delle Olimpiadi(estive e invernali) a pronunciare il giuramento olimpico a nome degli atleti partecipanti. Per esigenze televisive, pronunciò il giuramento due volte: i Giochi di Cortina furono i primi ad essere ripresi e trasmessi in televisione, ma l’inquadratura della cerimonia d’inaugurazione era troppo distante, ed i tecnici della RAI chiesero in un secondo tempo alla sciatrice di ripetere il giuramento per avere un filmato in primo piano.

Giuliana Chenal-Minuzzo non riuscì però a conquistare una medaglia a Cortina. Arrivò ai piedi del podio, quarta, sia in discesa sia in slalom speciale. Partecipò anche allo slalom gigante, classificandosi tredicesima.

Alla terza partecipazione olimpica, nel 1960 a Squaw Valley, andò nuovamente a medaglia, vincendo il 23 febbraio il bronzo nello slalom gigante, terza con il tempo totale di 1’40″2, a due decimi dall’argento di Penny Pitou e a tre decimi dalla vincitrice Yvonne Ruegg. Partecipò anche allo slalom speciale, dove si classificò decima.

Continuò l’attività agonistica fino al 1963, anno in cui vinse il suo nono titolo italiano (nello slalom speciale), e arrivò terza nel gigante. Ritiratasi dalle competizioni, aprì un negozio di articoli sportivi a Cervinia che tuttora gestisce.

Nel 2006, cinquant’anni dopo i Giochi cortinesi, è stata di nuovo protagonista del rito del giuramento olimpico nella cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino. È stata lei a reggere la bandiera olimpica su cui hanno giurato Giorgio Rocca a nome degli atleti e Fabio Bianchetti a nome dei giudici.

Palmarès

Giochi olimpici invernali [modifica]

  • 2 medaglie di bronzo (1 in discesa libera nel 1952 e 1 in slalom gigante nel 1960)

Bibliografia

Collegamenti esterni

16 Febbraio 1952 – L’abetonese Zeno Colò conquista la medaglia d’oro per la discesa libera ai VI Giochi olimpici invernali

Zeno Colò

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

3by2white.svg Zeno Colò Alpine skiing pictogram.svg
Zeno Colò.jpg
Dati biografici
Nome Zeno Colò
Nato 30 giugno 1920
Abetone
Paese bandiera Italia
Morto 12 maggio 1993
San Marcello Pistoiese
Dati agonistici
Disciplina Sci alpino
Specialità discesa liberaslalom giganteslalom speciale
Palmarès
Giochi olimpici invernali 1 0 0
Campionati mondiali di sci alpino 3 1 0
Per maggiori dettagli vedi qui

Zeno Colò (Abetone30 giugno 1920 – San Marcello Pistoiese12 maggio 1993) è stato uno sciatore alpino italiano.

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Biografia

Fu uno degli sciatori italiani più forti di tutti i tempi, primatista mondiale del chilometro lanciato e campione mondiale e olimpico negli anni 1950.

A causa del secondo conflitto mondiale visse una breve carriera agonistica internazionale. Cominciò a gareggiare nel 1947, a 27 anni. Quell’anno sul Piccolo Cervino a Breuil-Cervinia stabilì il nuovo record del mondo sul chilometro lanciato con circa 160 km orari, battendo il precedente primato di 136 km/h di Leo Gasperl che resisteva da 16 anni. Fu l’inventore della cosiddetta posizione a uovo che ancora oggi tengono i discesisti per ridurre l’attrito aereodinamico, ma a differenza dei suoi emuli moderni, Colò usava sci di legno e non indossava il casco.

Nel 1948 partecipò alle Olimpiadi di St. Moritz, classificandosi 14° nello slalom specialee senza piazzamento in discesa libera causa una caduta. Nel 1949 vinse la discesa e la combinata del Kandahar.

Nel 1950 fu il protagonista dei Mondiali di sci alpino ad Aspen, in Colorado: fu primo nella discesa libera e nello slalom gigante, e sfiorò l’en-plein nello slalom speciale, finendo secondo a tre decimi dallo svizzero Georges Schneider dopo essere stato in testa al termine della prima manche. Entrambe le sue vittorie possono essere considerate storiche: Colò fu il primo, e finora unico, italiano a vincere la discesa libera ai Mondiali, ed anche il primo campione mondiale della storia nello slalom gigante, disciplina che venne introdotta proprio in quell’edizione. Dopo i Mondiali Colò, ormai soprannominato “Star of Aspen” (“stella di Aspen”), prolungò la sua trasferta in Nord America vincendo i campionati nordamericani.

Nel 1951 vinse la discesa e la combinata del Lauberhorn.

Nel 1952 partecipò per la seconda volta ai Giochi OlimpiciOslo. Non riuscì a difendere il titolo mondiale nello slalom gigante, dove fu quarto. Il giorno dopo si confermò invece nella discesa libera: il 16 febbraio fu il più veloce degli 81 concorrenti sui 2600 m della pista di Norefjell, con il tempo di 2’30″8, pari a circa 62 km/h. La stampa italiana lo ribattezzò “Il Falco di Oslo”. Fu la prima medaglia d’oro per l’Italia nello sci alpino aiGiochi olimpici invernali, e l’unica di uno sciatore italiano nella discesa libera. (Qualche giorno dopo concluse le sue prove olimpiche con lo slalom speciale, dove fu quarto). Zeno Colò legò il suo nome ad un modello di scarponi da sci e ad una giacca da sci. In base ai regolamenti dell’epoca venne quindi ritenuto professionista e squalificato dalla Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) e non poté partecipare alle gare successive. La squalifica suscitò proteste da parte dello sciatore dell’Abetone, che tentò invano di essere riabilitato, e polemiche nell’opinione pubblica per l’esclusione del campione dalle competizioni internazionali. Fu la fine della sua carriera agonistica: ai mondiali di sci alpino del1954Åre fu presente solo come apripista nella discesa libera, fu comunque cronometrata la sua prestazione risultando la seconda assoluta, e alle Olimpiadi di Cortina 1956 come semplice tedoforo.

Lasciate le gare, diventò maestro di sci presso l’Abetone. Si impegnò per la promozione e lo sviluppo della stazione sciistica pistoiese. Fu tra i promotori della Società Funivie Abetone e della costruzione della prima ovovia. Nel 1973 disegnò tre piste da sci che scendono da Monte Gomito, che da lui prendono il nome di Zeno 1 (nera), Zeno 2 e Zeno 3 (rosse).

Nel 1989 la FISI revocò la squalifica inflittagli nel 1954, una riabilitazione tanto simbolica quanto tardiva. Nel 1991 ricevette il primo Premio Internazionale Una vita per lo sci.

Ormai gravemente malato, morì nel 1993 a causa di un tumore ai polmoni.

Palmarès

Giochi olimpici invernali

  • 1 medaglia d’oro (in discesa libera nel 1952), valida anche ai fini dei Campionati del mondo.

Campionati del mondo

  • 2 medaglie d’oro (1 in discesa libera e 1 slalom gigante nel 1950).
  • 1 medaglia d’argento (in slalom speciale nel 1950).

Bibliografia

  • Comitato Olimpico Svizzero, Rapport général sur les Ves Jeux Olympiques d’hiver (versione digitalizzata)
  • Comitato Organizzatore, Oslo 1952 De VI Olympiske Vinterleke – VI Olympic Winter Games (versione digitalizzata)
  • Renzo Vannacci, Zeno Colò, Società Editrice Triadvertising, Firenze 1982
  • Giancarlo Calzolari, Storia Mondiale delle sci, Lucarini Editore, Roma 1987
  • Giuseppe Bruno, Sci, Frammenti per una storia millenaria, Edizioni L’Arciere, Cuneo 1987

Collegamenti esterni