Amianto, tutto ciò che è utile sapere

Amianto è il nome con cui si identifica un gruppo di minerali composto da silicati, rintracciabili nell’ambiente sotto forma di fasci di fibre. Questo materiale può essere separato in sottili filamenti che oltre a non condurre elettricità resistono al calore, al fuoco e ad altre sostanze chimiche. Tali proprietà hanno favorito l’impiego dell’amianto in campo industriale dalla fine del XIX secolo, prima nel nord America e poi in Europa. Nel settore dell’edilizia l’amianto (o Eternit, il marchio della fibra di cemento che ne ha fatto maggiore uso) è stato impiegato in congiunzione con altri materiali edili per la produzione di pannelli e coperture isolanti, ignifughe e fonoassorbenti.

Dall’uso comune al divieto per legge

Oggi l’amianto è una sostanza bandita: ricerche e studi recenti hanno evidenziato pericoli per la salute rappresentati dai filamenti di amianto liberati nell’aria dai materiali edili che lo contengono, deteriorati o usurati dall’intervento umano o dal tempo. Si tratta di fibre molto sottili entrano nelle vie respiratorie, raggiungono i polmoni e vi si depositano, provocando danni che si possono andare da cicatrici e infiammazioni dell’apparato respiratorio (asbestosi) fino all’insorgenza di tumori della pleura (mesotelioma) e dei bronchi.
Per questi motivi, negli ultimi 20 anni, si è assistito a un’abbondante produzione normativa diretta da un lato a vietare la produzione di manufatti contenenti amianto e dall’altro a regolare lo smaltimento dei materiali che lo contengono. Nell’elenco cronologico dei provvedimenti adottati vanno ricordate la legge del 1992 che ha, di fatto, abolito l’impiego di tale minerale e di tutti i suoi composti, la legge per la tutela ed il sostegno dei lavoratori impiegati nell’industria dell’amianto, le disposizioni del 1993 per i lavoratori delle aziende dedite alla lavorazione dell’amianto e il decreto 20/1999 che contiene normative e metodiche per la bonifica e lo smaltimento dell’amianto.

Regole da osservare

Tra gli obblighi che, in base alle normative citate, vanno rispettati nelle operazioni di smaltimento, è utile ricordare i seguenti:

  • I lavori devono essere affidati a ditte fornite di certificati di sicurezza e specializzazione, iscritte nell’Albo nazionale smaltitori e registrate presso le Aziende sanitarie locali.
  • I piani di smaltimento devono essere presentati all’Asl che approverà o meno il progetto di bonifica (tempi di approvazione: 90 giorni dal momento della presentazione della domanda).
  • Le tecniche di smaltimento sono regolamentate dal Decreto Ministeriale 6 settembre 1994 e prevedono la recinzione della zona interessata, la copertura di qualsiasi oggetto presente nell’area da bonificare, la protezione di eventuali impianti di areazione, la copertura della pavimentazione con appositi fogli di polietilene e del sistema di aspirazione con appositi filtri per il contenimento delle fibre nocive, la decontaminazione dell’intera area, l’incapsulamento e la protezione dei manufatti in amianto.
  • I lavoratori presenti nell’area devono essere dotati di attrezzature dirette a prevenire l’aspirazione di fibre e particelle: maschere per la protezione delle vie aeree, guanti ermetici a polsino chiuso, tute usa e getta.

Utile infine ricordare che i lavoratori esposti all’amianto possono accedere a una serie di benefici previdenziali per i quali è consigliabile rivolgersi agli enti pensionistici competenti. Anche l’Inail, dal canto suo, ha emesso cospicui finanziamenti per le forme di invalidità connesse all’amianto.

 

Amianto, tutto ciò che è utile sapereultima modifica: 2010-12-11T10:55:30+01:00da weefvvgbggf
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