Parlare ancora

-Rieducazione logopedica
Dopo circa 15 giorni dalla dimissione ospedaliera inizierai la rieducazione logopedica.
Sarebbe molto importante che ai primi incontri partecipasse anche un tuo famigliare: potrà imparare ad aiutarti nei primi passi necessari alla tua cura e apprendere suggerimenti e consigli preziosi per i primi tempi.
Ricorda che imparare l’uso della voce esofagea è il passo determinante per la ripresa della tua vita sociale: ti permetterà di poter normalmente comunicare con gli altri e riacquistare, così, una piena normalità di vita.

-La voce esofagea?
La voce viene emessa con l’aiuto dell’esofago, ma per comprendere meglio cosa succede ecco alcune informazioni utili.
Il suono della voce normale viene prodotto dalle corde vocali e i movimenti della bocca traducono il suono in parola.
La durata delsuono/parola è conseguenza dell’aria in uscita dai polmoni: più aria esce dai polmoni più lungo è il suono/parola.
Nel caso della voce esofagea a fungere da sostituto delle corde vocali è un restringimento dell’esofago.
Questo punto ristretto ha la capacità di vibrare ed è detto neoglottide.
L’aria necessaria alla vibrazione non proviene più dai polmoni perchè la respirazione avviene attraverso il tracheostoma e quindi va immagazzinata in esofago dopo essere stata introdotta con la bocca.
Per produrre la voce esofagea bisogna far passare l’aria dalla bocca all’esofago e successivamente emetterla articolando la parola.
L’aria, passando dal restringimento dell’esofago, fa vibrare la mucosa e così si genera il suono.
La pseudo-glottide può essere controllata volontariamente ed è quindi possibile variare l’intensità e la du-
rata del suono.
Trascorso un po’ di tempo la parte dell’esofago che sta sotto la pseudo-glottide si allarga, fungendo da riserva
d’aria preziosa per poter parlare a lungo, e i margini della pseudo-glottide si modificano, permettendo la produzione di suoni con diversa intonazione.
Un corretto e accorto utilizzo dell’aria consentirà variazioni di durata e di intensità.

-Metodi
Il metodo migliore e più utilizzato è quello della “iniezione”.
L’aria viene introdotta in esofago mediante il movimento di chiusura della bocca che obbliga l’aria a passare in
esofago in maniera rapida.


-Tutti possono utilizzare questo metodo?

Tutti gli operati, tranne casi particolari,seguendo con costanza le sedute logopediche individuali e di gruppo, possono apprendere questo semplice metodo.

-Esiste un termine entro il quale si impara a parlare?
Assolutamente no.
Non esistono scadenze e soprattutto non bisogna demoralizzarsi se non si parla già dai primi giorni.
È importante non lasciarsi condizionare dalle eventuali difficoltà incontrate.
L’apprendimento del metodo inizia con il rilassamento e la ginnastica e richiede calma e pazienza.
Per comunicare in questa prima fase è molto meglio scrivere evitando di bisbigliare.

-Ci sono delle alternative alla voce esofagea?
Certamente, ma il consiglio è quello di prenderle in considerazione solo secondariamente alla voce esofagea.
Possono essere di due tipi:
1. la protesi tracheo-esofagea è una valvola tramite cui l’aria passa dalla trachea in esofago chiudendo il tracheostoma con un dito oppure con una controvalvola. È necessario un piccolo intervento chirurgico per il posizionamento di questa protesi.
2. il laringofano è un generatore di suono che funziona con una batteria: accostato al collo lo strumento produce una vibrazione che sonorizza la parola. Il suono prodotto è metallico quindi viene consigliato e utilizzato solo in rarissimi casi.


-È utile effettuare degli esercizi di preparazione?

È non solo utile, ma necessario.
Gli esercizi riguardano la respirazione diaframmatica.
Alcuni movimenti hanno lo scopo di rendere il più possibile elastici i tessuti del collo soprattutto se all’intervento è stata associata la radioterapia.
Altri esercizi sono indispensabili per tonificare la lingua,le labbra, le guance. In particolare sono
necessari per rendersi conto che l’aria per parlare si prende dalla bocca e che quest’aria può essere trattenuta ed emessa dalle labbra socchiuse con maggiore o minore intensità, ma soprattutto con differente durata.

-Come si articola la terapia logopedica?
La terapia si articola in due fasi con l’intervento di operatori professionali (logopedisti) integrati con i volontari dell’Associazione con il ruolo di tutor “buon parlanti”.
In un primo momento la terapia è condotta con approccio individuale.
Le sedute hanno inizialmente cadenza bisettimanale per poi diventare settimanali.
In questa fase finale, alla rieducazione individuale condotta dal logopedista, viene affiancata una terapia di gruppo.
La terapia logopedica di gruppo ha la finalità di potenziare le abilità comunicative acquisite e di favorire momenti di aggregazione con altri operati.
La terapia di gruppo è gestita dai volontari della nostra Associazione nelle scuole di rieducazione.
I volontari nel ruolo di tutor “buon parlanti” saranno di stimolo dell’emulazione fonetica, faciliteranno la
comunicazione con altri soggetti e daranno il necessario supporto psicologico condividendo la delicata fase del recupero fonetico – funzionale. Le sedute di gruppo continuano anche dopo l’acquisizione della voce esofagea per consentire l’aggregazione sociale.
I volontari impegnati nelle sedute di gruppo hanno tutti ricevuto una specifica preparazione alla rieducazione fonetica.

Parlare ancoraultima modifica: 2008-10-14T12:04:00+02:00da admin
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