Giorni della merla

 

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

 

Una merla

I cosiddetti giorni della merla sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31). Sempre secondo la tradizione sarebbero i tre giorni più freddi dell’anno (anche se alcune leggende e tradizioni ne specificano come variante gli ultimi 2 giorni di gennaio e il primo di febbraio).

 

Ipotesi sul modo di dire 

L’origine della locuzione “i giorni della merla (o Merla)” non è ben chiara. Sebastiano Pauli espone due ipotesi:

“I giorni della Merla” in significazione di giorni freddissimi. L’origine del quel dettato dicon esser questo: dovendosi far passare oltre Pò un Cannone di prima portata, nomato la Merla, s’aspettò l’occasione di questi giorni : ne’ quali, essendo il Fiume tutto gelato, poté quella macchina esser tratta sopra di quello, che sostenendola diè il comodo di farla giugnere all’altra riva. Altri altrimenti contano : esservi stato, cioè un tempo fa, una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Pò per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne’ quali passò sovra il fiume gelato. [1]

Secondo altre fonti la locuzione deriverebbe da una leggenda secondo la quale, per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini, in origine bianchi, si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale emersero il 1º febbraio, tutti neri a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli furono neri.
Si noti che se alcune leggende parlano di una merla, nella realtà questi uccelli presentano un forte dimorfismo sessuale nella livrea, che è bruna – becco incluso – nelle femmine, mentre è nera brillante – con becco giallo-arancione – nel maschio.

Secondo una versione più elaborata della leggenda una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da Gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che la merla uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che allora aveva solo 28 giorni. L’ultimo giorno del mese, la merla pensando di aver ingannato il cattivo gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio si risentì talmente tanto che chiese in prestito tre giorni a Febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo e così rimase per sempre con le piume nere.

Come in tutte le leggende si nasconde un fondo di verità, anche in questa versione possiamo trovarne un po’, infatti nel calendario romano il mese di gennaio aveva solo 29 giorni, che probabilmente con il passare degli anni e del tramandarsi oralmente si tramutarono in 31. Sempre secondo la leggenda, se i giorni della Merla sono freddi, la primavera sarà bella, se sono caldi la primavera arriverà in ritardo.

La merla a Lodi 

I giorni della merla a Lodi vengono festeggiati da cori che, posti sulle rive opposte dell’Adda, si chiamano e rispondono, la strofa iniziale di questo botta e risposta dice:

  « tra la ruca in mez a l’era, se ghe nigul se insirena (butta la rocca in mezzo all’aia, se è nuvolo verrà il sereno) »
   

la canzone dedicata è La merla registrata dal gruppo dei Baraban.[2]

I canti della merla nel cremonese 

Anche in provincia di Cremona è tradizione riproporre i canti popolari della merla negli omonimi giorni per rivivere l’antica atmosfera contadina. In particolare a Stagno Lombardo, Crotta d’Adda e Pizzighettone, Soresina, Formigara, Cornaleto, Pianengo e altri, si usa riunirsi dinnanzi ad un grande falò o sul sagrato di una chiesa o in riva al fiume, a seconda della tradizione, per intonare insieme al coro abbigliato con abiti contadini (le donne con gonna e scialle, gli uomini con tabarro e cappello) e degustare vino e cibi tradizionali. I testi delle canzoni differiscono leggermente da un paese all’altro, ma mantengono come denominatore comune i temi dell’inverno e dell’amore. Solitamente il coro gioca con la parte maschile e quella femminile, intonando simpatici battibecchi come nel canto rappresentato a Stagno Lombardo.

I giorni della merla nella tradizione contadina del Friuli 

Un tempo, i contadini del Friuli osservavano le condizioni meteorologiche dei tre giorni della merla e, sulla base di esse, facevano le previsioni sul tempo dei mesi di gennaio, febbraio e marzo. Se il 29 era molto freddo e soleggiato anche, l’ormai passato gennaio, era stato per la maggior parte dei giorni freddo ma soleggiato, se il 30 era piovoso e più mite, anche la maggior parte del mese di febbraio sarà piovoso e le temperature saranno più miti.

Altre manifestazioni legate ai giorni della merla 

Nel periodo dei giorni della merla (per l’esattezza, nell’ultimo fine settimana di gennaio) si svolge dal 2008 in Val Grue (comune di Sarezzano), sui Colli Tortonesi, all’aperto, il festival birrario più freddo d’Italia: Birre della Merla.[3]

Note 

  1. ^ Sebastiano Pauli. Modi di dire toscani ricercati nella loro origine. p. 341 Venezia, appresso Simone Occhi MDCCXL (1740).
  2. ^ Baraban-Live: Vincenzo Caglioti organetti diatonici, tastiere, voce; Aurelio Citelli voce solista, ghironda, tastiere, chitarra, mandolino; Giuliano Grasso violino, voce, viola; Diego Ronzio percussioni, clarinetto, sax contralto, voce; Paolo Ronzio chitarra acustica, mandolino, flauti, piva, voce –il Gelso-ACB 1994
  3. ^ Le birre della Merla 2011, IV edizione

Voci correlate 

Collegamenti esterni