Giovanni Lanzo

27 Novembre 1990 Unione Europea: l’Italia firma gli Accordi di Schengen

Accordi di Schengen

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Con gli accordi di Schengen si fa riferimento a un trattato che coinvolge sia alcuni Stati membri dell’Unione europea sia stati terzi. Gli accordi, inizialmente nati al di fuori della normativa UE, ne divennero parte con il Trattato di Amsterdam, e vennero integrati nel Trattato sull’Unione europea (meglio noto come Trattato di Maastricht). Gli stati membri che non fanno parte dell'”area Schengen” (nome con cui i paesi membri del trattato in questione indicano l’insieme dei territori su cui il trattato stesso è applicato) sono il Regno Unito e l’Irlanda, in base a una clausola di opt-out. Gli stati terzi che partecipano a Schengen sono Islanda, Norvegia e Svizzera: un totale di 28 stati europei aderisce quindi allo Spazio Schengen.

Fra questi, tre (Cipro, Romania e Bulgaria) non hanno ancora attuato nella pratica tutti gli accorgimenti tecnici necessari per aderire all’area Schengen, e pertanto, in via provvisoria, mantengono tuttora i controlli alla frontiera.

Si può definire Schengen come una cooperazione rafforzata all’interno dell’Unione europea.

Indice

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Obiettivi [modifica]

Storia [modifica]

██ Stati membri con trattato in vigore

██ Stati membri con trattato non ancora in vigore

██ Microstati che adottano il trattato attraverso un accordo con un paese membro

██ Stati dell’UE che non hanno adottato il trattato

Gli accordi vennero firmati il 14 giugno 1985 a Schengen, cittadina del Lussemburgo, inizialmente da solo cinque Stati membri della allora CEE, vista l’impossibilità di giungere ad un accordo sulla libera circolazione delle persone in sede CEE: Belgio, Francia, Lussemburgo, Germania e Paesi Bassi. Dopo il primo accordo tra i cinque paesi fondatori, è stata elaborata una convenzione, firmata il 19 giugno 1990 ed entrata in vigore nel 1995.

Successivamente vi aderirono altri stati dell’Unione europea: l’Italia (il 27 novembre 1990), il Portogallo e la Spagna (entrambi il 25 giugno 1992), la Grecia (il 6 novembre 1992), l’Austria (il 28 aprile 1995). Dal 19 dicembre 1996 i contenuti degli accordi vengono applicati anche a due Stati (Norvegia e Islanda) non facente parte dell’Unione europea, in quanto questi facevano parte dell’Unione nordica che prevedeva norme simili per i paesi scandinavi, tre dei quali facevano ormai parte dell’Unione europea. Con l’approvazione del referendum del 5 giugno 2005, anche la Svizzera, che non fa parte dell’Unione europea, entra a far parte dell’area Schengen (il 12 dicembre 2008).

I nuovi paesi membri UE dal 2004 e dal 2007 sono obbligati ad entrare nello spazio Schengen, ma per due di essi l’accordo non è ancora entrato in vigore: gli altri paesi UE hanno ottenuto un periodo transitorio prima di avviare la libera circolazione delle persone, inoltre i nuovi paesi membri devono dotarsi di tutte le infrastrutture adeguate ad implementare il sistema di informazione Schengen.

Il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda non hanno aderito al Trattato di Schengen per svariati motivi:

Quattro microstati (Andorra, San Marino, Principato di Monaco e il Vaticano) non hanno firmato il trattato,

Un tipico cartello Schengen alla frontiera tra Germania e Austria che non prevede posti di controllo.

ma aderiscono indirettamente all’accordo in quanto non hanno barriere doganali con Francia (Monaco e Andorra, per la parte confinante), Spagna (Andorra, per la parte confinante) e Italia (San Marino e Vaticano, limitatamente all’uscita dallo Stato Pontificio: l’ingresso è controllato). Però il Vaticano ha espresso il desiderio di firmare il trattato ed entrare così nell’accordo ufficialmente.

Il monumento costruito nella cittadina di Schengen (Lussemburgo) per celebrare gli omonimi accordi.

Quindi con l’entrata in vigore del trattato in Svizzera nella stessa situazione si ritroverà anche il Liechtenstein.

Organismi [modifica]

La cooperazione intergovernativa era gestita da un Comitato Esecutivo, dotato di Segretariato. La firma del Trattato di Amsterdam nel 1997 ha portato all’integrazione degli accordi di Schengen nell’Acquis comunitario, attraverso un protocollo addizionale. Dal 1º maggio 1999 quindi il Consiglio dell’Unione europea è subentrato al comitato esecutivo istituito dagli accordi di Schengen. Dal 1999 quindi, gli Stati che divengono membri dell’Unione europea sono vincolati a recepire nella totalità l’acquis di Schengen, sebbene le sue disposizioni vengano applicate gradatamente.

In Italia l’organo preposto al controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen è il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

Entrata in vigore

L’entrata in vigore di questi accordi è stata graduale, in quanto dovevano essere rispettati da parte degli Stati aderenti precisi requisiti sia normativi che tecnici.

Stati Membro da: In vigore da:
Belgio
Francia
Germania
Lussemburgo
Paesi Bassi
4 giugno 1985 26 marzo 1995
Italia 27 novembre 1990 26 ottobre 1997
Portogallo
Spagna
25 giugno 1992 26 marzo 1995
Austria 28 aprile 1995 1º aprile 1998
Grecia 6 novembre 1992 26 marzo 2000
Danimarca
Finlandia
Svezia
Islanda
Norvegia
19 dicembre 1996 25 marzo 2001
Slovenia
Estonia
Lettonia
Lituania
Polonia
Repubblica Ceca
Slovacchia
Ungheria
Malta
1º maggio 2004 21 dicembre 2007[1]
(confini terrestri e marittimi)

30 marzo 2008
(aeroporti)

Svizzera 16 ottobre 2004 12 dicembre 2008 (confini terrestri)
29 marzo 2009 (aeroporti)[2]
Liechtenstein 28 febbraio 2008[3] (1º novembre 2009)[4]
Cipro 1º maggio 2004 (2010)[5]
Bulgaria 1º gennaio 2007 (marzo 2011)[6]
Romania 1º gennaio 2007 (2011)

Il 21 dicembre 2007 sono entrati nello spazio Schengen nove dei dieci paesi entrati nella UE nel 2004 (resta fuori Cipro). A partire da tale data sono stati quindi rimossi i controlli di frontiera terrestri e marittimi mentre quelli negli aeroporti sono stati mantenuti fino al 29 marzo 2008. Tale proroga è stata concessa per dar modo di riorganizzare gli scali aerei.

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La rimozione delle cabine al valico di Sant’Andrea (Gorizia), pochi giorni prima della caduta del confine.

L’eliminazione di ogni controllo di dogana sarà oggetto di ulteriori determinazioni dei ministri degli interni dei paesi UE. All’appello mancheranno ancora Romania e Bulgaria entrati nell’Unione europea nel 2007.

La Svizzera, che non fa parte dell’Unione Europea, ha aderito al trattato nel 2004 e, dopo ripetuti rinvii, è entrato in vigore il 12 dicembre 2008 (per i confini terrestri) e il 29 marzo 2009 (per gli aeroporti)[2]. Il Liechtenstein, che aveva il confine con la Svizzera aperto, ha firmato gli accordi per poter mantenere tale situazione[3]. Il suo ingresso è previsto per la fine del 2009.

Islanda e Norvegia non fanno parte dell’Unione Europea, ma insieme a Danimarca, Finlandia e Svezia fanno parte dell’Unione nordica dei passaporti che aderisce allo spazio Schengen.

Sospensione del trattato

Ogni stato sottoscrittore dell’accordo può sospendere l’uso del trattato per un limitato periodo e per specifici motivi. Solitamente si ricorre quando uno stato vuole rafforzare le misure di sicurezza nel caso esso ospiti importanti eventi.

Un visto Schengen valevole in tutti i paesi aderenti agli accordi – rilasciato dalla Francia.

Casi di sospensione operati dall’Italia

L’Italia ha sospeso il trattato di Schengen:

Note

  1. ^ Corriere della Sera – Cadono le frontiere dell’est
  2. ^ abComunicato del 27-11-2008 del Dipartimento federale di giustizia e polizia. URL consultato il 28-11-2008.
  3. ^ abComunicato del 28-02-2008 del Governo. URL consultato il 28-11-2008.
  4. ^ Pragmatic interim solution before joining Schengen. URL consultato il 27-05-2009.
  5. ^ Foreign Minister says Cyprus not to join Schengen before 2010. URL consultato il 27-05-2009.
  6. ^ UE: Bulgaria aderirà a Trattato Schengen nel 2011.
  7. ^ G8, da oggi stop a Schengen Tornano i controlli dei documenti – Corriere della Sera

Voci correlate

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27 Novembre 1990 Unione Europea: l’Italia firma gli Accordi di Schengenultima modifica: 2009-11-27T09:52:00+01:00da
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