Volontari per un Giorno



 

Offrire il proprio tempo: un modo nuovo per fare e farsi un regalo prezioso.

Consapevole del valore del volontariato per la comunità e sensibile ai temi sociali da sempre, Banca Popolare di Milano ha deciso di impegnarsi in un’attività di sensibilizzazione sul tema del dono in generale e del volontariato  in particolare  promuovendo la seconda edizione di “Volontari per un giorno”, il progetto lanciato lo scorso anno in occasione dell’Anno europeo del volontariato.

 

Il format dell’iniziativa è ispirato a quel “Make a Difference Day” che la società di servizi professionali KPMG ha portato qualche anno fa in Italia: un progetto di volontariato d’impresa mirato sia a mettere la professionalità dei singoli al servizio di buone cause, sia a diffondere  quei valori di cui il Terzo settore è portatore e che sempre più vengono coltivati, e apprezzati, anche nelle aziende. 
Volontari per un giorno è quindi un progetto che mira alla creazione di una rete virtuosa pubblico-privato-non profit promuovendo il volontariato come forma di cittadinanza attiva: il dono gratuito del proprio tempo a sostegno di soggetti bisognosi di cure, attenzioni e supporto è un regalo prezioso per sé e per gli altri.

 

Questa iniziativa si rivolge alla comunità intera: cittadini, studenti, dipendenti di aziende private e di enti pubblici potranno fare in tal modo una bella esperienza di cittadinanza, da un lato  imparando sul campo l’importanza del rispetto e dell’attenzione verso l’altro, dall’altro trasferendo sul territorio in modo concreto e innovativo il proprio impegno.
“Volontari per un giorno” offre a chiunque sia interessato un “posto da volontario” per un giorno, fino al 31 dicembre 2012: sul sito dedicato www.volontariperungiorno.it  si trovano sia l’elenco delle associazioni che aderiscono all’iniziativa, sia le modalità per proporsi come volontari per uno dei tanti progetti in corso.
Oltre a Banca Popolare di Milano e KPMG, il gruppo dei promotori include Comune di Milano – Assessorato alla Sicurezza e alla Coesione Sociale, Polizia locale, Protezione Civile e Volontariato, Ciessevi (Centro servizi per il Volontariato nella provincia di Milano), Fondazione Sodalitas (la fondazione di Assolombarda per il sociale) e Un-Guru (società di consulenza strategica di direzione). Al progetto partecipano anche il Forum Terzo settore e l’associazione MilanoAltruista, con il patrocinio della Rappresentanza della Commissione Europea a Milano e della Fondazione Cariplo.

 

Per maggiori informazioniwww.volontariperungiorno.it

 

Walk of Life: mini maratona raccolta fondi di Telethon

 

Walk of Life è la nuova iniziativa creata da Telethon per raccogliere fondi a favore della ricerca sulle malattie genetiche; consiste in una mini-maratona di 10 km e in una passeggiata di 3 km, che avranno luogo in otto città italiane dal 22 aprile al 6 maggio.

Queste le città coinvolte:

– Roma: 22 aprile
– Napoli: 29 aprile
– Potenza: 29 aprile
– Bari: 1 maggio
– Milano: 6 maggio
– Torino: 6 maggio
– Catania: 6 maggio
– Lanciano (CH): 6 maggio

 

 

 

In ogni città troverete anche dei ragazzi che seppur colpiti da una malattia genetica hanno deciso di lottare e di praticare attività sportive, oltre a Walk of Life verranno organizzate numerose altre iniziative in diverse città italiane.

Per iscriversi basta andare sul sito ed effettuare una donazione di 10 euro per adulti o di 5 euro per bambini fino a 12 anni.

Maggiori info all’interno del sito Walk of Life.

Via| Walk of Life

11 dicembre 1946 – Viene fondato l’UNICEF

Storia

Il Comitato Italiano per l’UNICEF nasce ufficialmente nel 1974, ma le sue origini risalgono assai più addietro, addirittura all’immediato dopoguerra.

A quest’epoca l’Italia, devastata dal secondo conflitto mondiale, è uno dei primi Paesi che beneficiano dell’assistenza diretta dell’UNICEF, i cui aiuti sono coordinati da un ente governativo:l’Amministrazione per gli Aiuti Internazionali (AAI), guidata dal 1945 al 1962 da Lodovico Montini, senatore della Repubblica e fratello del futuro pontefice Paolo VI.

Nella AAI, dapprima dipendente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e in seguito dal Ministero dell’Interno, lavora dal 1957 Arnoldo (Aldo) Farina, giornalista e docente, che nel corso degli anni sarà tra i più convinti promotori della necessità di distaccare dalla Pubblica amministrazione le funzioni della AAI e di creare un’organizzazione autonoma che raccolga fondi e consensi a beneficio dei programmi per l’infanzia nel Terzo Mondo.

Il 19 giugno 1974 vede la luce il Comitato Italiano per l’UNICEF. Primo presidente è Montini, cui succede dall’aprile 1975 Francesco Sanjust di Teulada.

Farina, che ricopre l’incarico di Segretario nazionale sin dalla fondazione del Comitato, ne diventa Presidente nel 1983 e lo sarà fino alla sua scomparsa, il 28 novembre 1998.

In anni recenti alla carica di Presidente si sono avvicendati Giovanni Micali (ottobre 1998 – giugno 2005), Antonio Sclavi (giugno 2005 – giugno 2008) e Vincenzo Spadafora, da giugno 2011 al suo secondo mandato al vertice dell’organizzazione.

Nei suoi 37 anni di vita l’UNICEF Italia è divenuta una delle principali organizzazioni del Terzo Settore, con un profondo radicamento sul territorio e migliaia di volontari.

Il suo contributo al bilancio globale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (oltre 43 milioni di euro trasferiti nel 2010) lo colloca da molti anni nella “top ten” dei Comitati Nazionali per l’UNICEF, e la sua azione di sensibilizzazione nella società civile  e presso le Istituzioni fa sì che per la gran parte degli Italiani il nome dell’UNICEF sia strettamente associato al concetto di diritti dell’infanzia.

Missione

Il Comitato Italiano per l’UNICEF – Onlus (spesso abbreviato in UNICEF Italia) è parte integrante della struttura globale dell’UNICEF – Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, l’organo sussidiario dell’ONU che ha il mandato di tutelare e promuovere i diritti di bambine, bambini e adolescenti (0-18 anni) in tutto il mondo, nonché di contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita.

Peculiarità della nostra organizzazione è dunque di essere al tempo stesso Organizzazione non governativa (ONG) collocata nel panorama italiano del Terzo Settore, e rappresentante di un programma inter-governativo delle Nazioni Unite. In quanto ONG, l’UNICEF Italia gode anche dello status di Onlus – Organizzazione non lucrativa di utilità sociale.

Dal 1974 il Comitato Italiano opera nel nostro paese a nome e per conto dell’UNICEF, sulla base di un Accordo di Cooperazione stipulato con l’UNICEF Internazionale e secondo una pianificazione congiunta e continuativa delle proprie attività il cui strumento principale è il Joint Strategic Programme (JSP), rinnovato con cadenza triennale.

In armonia con il resto dell’organizzazione, anche l’azione dell’UNICEF Italia si ispira ai principi della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

Il Comitato Italiano per l’UNICEF si articola in una struttura professionale e in una rete di volontari presenti in modo capillare sull’intero territorio nazionale.

http://www.unicef.it

Il volontariato chiede aiuto: «Siamo risorsa indispensabile»

TERZO SETTORE ALLE STELLINE SI È CHIUSA LA DUE GIORNI DI INCONTRI E CONVEGNI

Il volontariato chiede aiuto: «Siamo risorsa indispensabile»

 

 

 

Il contributo del volontariato milanese ai tempi della crisi. Si sono chiusi ieri al Palazzo delle Stelline i due giorni di incontri e convegni dedicati al terzo settore, voluti da Aim, associazione interessi metropolitani, Ciessevi, centro servizi per il volontariato nella provincia di Milano e il Corriere della Sera. «In questo periodo in cui il volontariato è diventato una risorsa indispensabile per la città è importante che gli enti pubblici mettano in campo ogni sforzo affinché le associazioni possano continuare a lavorare, reperendo fondi, risorse umane e idee in continua sinergia», ha sottolineato l’ assessore a Famiglia e Politiche sociali della Provincia Massimo Pagani. Obiettivo auspicato anche da Luisa Toeschi, direttore di Aim, che ha ricordato come in questi ultimi anni le onlus e le fondazioni milanesi si siano adeguate alla crescente domanda proveniente da ogni settore sociale, da quello assistenziale («gli anziani hanno sempre più bisogno e sono sempre più numerosi»), passando per quello medico («per cui sono necessarie competenze e formazione»), fino alla tutela del patrimonio naturalistico («un ambito abbastanza recente di intervento, ma che richiede molte ore di lavoro»). Ma non solo. Già, perché se oggi il registro del volontariato conta più di 900 associazioni- come ha illustrato Sebastiano Citroni, docente di sociologia al Politecnico di Milano e curatore della ricerca «Il volontariato a Milano e provincia» di Ciessevi -, è anche vero che «la contrazione economica e la perdita del valore del settore del 14,2 per cento per l’ anno 2009 hanno rappresentato un’ occasione importante per fare il punto della situazione e fotografare la realtà lombarda». A ribadire l’ utilità di questo spunto e di questo momento di riflessione è stato soprattutto Marco Granelli. «Servono percorsi strutturali per permettere al terzo settore di sopravvivere e trovare fondi. Lo abbiamo visto a Genova in questi giorni. Senza i volontari, il nostro Paese farebbe davvero fatica a gestire le emergenze e in Liguria è stato fatto un ottimo lavoro», ha sostenuto l’ assessore alla sicurezza e coesione sociale del Comune di Milano. Degli intrecci tra recessione e attività del Terzo settore hanno discusso anche Carlo Vimercati, presidente Co.Ge Lombardia, Fabrizio Tagliabue, portavoce del Forum Terzo settore Lombardia, Graziamaria Dente, presidente Movi Lombardia e vicepresidente Ciessevi e Pier Giuseppe Torrani, presidente di Aim. Tutti concordi nell’ affermare che «bisogna guardare avanti, senza dimenticare le gravi difficoltà in cui versa il volontariato a causa dei tagli». E senza dimenticare il lavoro di tutti i rappresentati, giovani e meno giovani, delle numerose ong, onlus e associazioni che alle Stelline nel fine settimana hanno raccontato con la loro presenza un impegno costante per la città di Milano e per i suoi cittadini. Marta Serafini RIPRODUZIONE RISERVATA **** I protagonisti Anna Casati L’ attenzione per il sociale non è solo un bel gesto ma un dovere Roberto Masciullo Stare con i ragazzi è un divertimento più che un impegno Elisa Lora Bello trasmettere interesse per l’ ambiente nei giovani

Serafini Marta

http://archiviostorico.corriere.it/2011/novembre/07/volontariato_chiede_aiuto_Siamo_risorsa_co_7_111107017.shtml

ASSOCIAZIONI IN FIERA A MILANO Più bisogni, meno fondi I volontari sfidano la crisi In calo donazioni, organizzazioni e tempo a disposizione

ASSOCIAZIONI IN FIERA A MILANO Più bisogni, meno fondi I volontari sfidano la crisi
In calo donazioni, organizzazioni e tempo a disposizione In compenso si mobilitano i giovani. Per contare di più

Resistere. Alle donazioni che vengono meno. Alla sempre maggiore difficoltà a dedicare tempo all’ associazione perché a casa ci sono problemi da risolvere. Alla sensazione di inadeguatezza che genera il vedere un numero sempre maggiore di mani che si tendono in cerca di aiuto. In una parola: resistere alla crisi. È questa, oggi, la missione del volontariato milanese. Che non si arrende. E cerca nella capacità di fare rete la forza e le risorse per andare avanti. Rinnovandosi. Oltre 250 associazioni La voglia di non arrendersi si respirava ieri alle Stelline, in corso Magenta, durante l’ apertura de «I giorni del volontariato», una vera e propria «Fiera del bene», organizzata da Aim, associazione interessi metropolitani, insieme con Ciessevi, centro servizi per il volontariato e con la collaborazione del Corriere . Oltre 250 le associazioni schierate per mostrare alla città tutto quello che stanno facendo, ed è tantissimo. Tra gli stand il sindaco di Milano: «Anche io mi sento un volontario, sono venuto qui per assorbire energie positive – ha detto Giuliano Pisapia -. Le casse del Comune sono vuote. Ma possiamo contare sul contributo e la professionalità di tanti che si stanno mettendo a disposizione. Gente che lavora gratis per Palazzo Marino. È anche grazie a loro che usciremo da questa situazione». Si continua oggi con la giornata finale della manifestazione. In mattinata saranno presentati i dati di una ricerca voluta dal Ciessevi milanese e condotta grazie al contributo della Provincia di Milano. Obiettivo: fotografare come ogni anno la situazione del volontariato milanese. Associazioni in calo I numeri evidenziano senza infingimenti la difficoltà del settore. Per la prima volta da cinque anni a questa parte diminuiscono le associazioni iscritte al registro del volontariato a Milano e provincia: 969 nel 2008, 888 nel 2009. In calo anche i volontari sistematici: 30 mila nel 2009 contro i 33.700 del 2008. Di conseguenza si ridimensiona in modo consistente – meno 15 per cento – il valore economico dell’ impegno dei volontari, fermo nel 2009 a 120,6 milioni di euro in provincia di Milano contro i 140,5 del 2008. D’ altra parte è sempre più difficile reperire risorse. Nel giro di un anno sono diminuite le donazioni del 13,5 per cento, del 14 per cento i contributi degli aderenti, del 9 per cento le raccolte fondi. «La crisi ha favorito una sorta di riorganizzazione delle associazioni. «Sono diminuite di più quelle che si occupano di questioni non legate ai bisogni di base come l’ ambiente e la cultura – spiega Sebastiano Citroni, docente di Sociologia urbana al Politecnico di Milano che ha curato l’ indagine -. Inoltre resiste meglio chi può contare su competenze gestionali». Giovani, risorsa su cui contare «L’ associazionismo sul nostro territorio oggi si configura come risorsa indispensabile. Spesso i nostri volontari vengono chiamati a svolgere funzioni storicamente in capo agli enti locali», sostiene Massimo Pagani, assessore alla Famiglia e alle Politiche sociali della Provincia di Milano. «In tutto questo, c’ è comunque un segnale positivo che ci incoraggia – fa notare in conclusione il presidente di Ciessevi, Lino Lacagnina -. La partecipazione dei giovani è tornata ad aumentare. E questo ci fa sperare per il futuro». Rita Querzé rquerze@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA **** 888 Le associazioni iscritte al registro del volontariato, pari a circa due terzi del totale presente a Milano e provincia **** 45.000 Le persone che lavorano per le 888 associazioni di volontariato iscritte al registro a Milano e provincia
Querze’ Rita
http://archiviostorico.corriere.it/2011/novembre/06/Piu_bisogni_meno_fondi_volontari_co_7_111106034.shtml

Telethon

Volontari Telethon: “Dare significa anche ricevere”

Tempo, generosità, impegno e voglia di mettersi in gioco per una nobile causa: sono queste le caratteristiche che Telethon cerca nei suoi volontari. Uomini e donne che scelgono di scendere in campo, in prima persona, per aiutare la ricerca a sconfiggere le malattie genetiche.

 

RICERCHE. Sono 3,3 i milioni di italiani che svolgono volontariato

Presentata stamane la ricerca Cnel-Istat, curata dall’Osservatorio sull’economia sociale del Cnel

 

La propensione degli italiani al volontariato e’ triplicata tra il 1993 e il 2008, si stimano in 3.315.327 i volontari nelle istituzioni non profit (+ 3% rispetto al censimento precedente) e producono lo 0,7% del Pil. Lo rileva la ricerca Cnel-Istat, curata dall’Osservatorio sull’economia sociale del Cnel, presentata stamani a Villa Lubin.

Il censimento dell’Istat delle istituzioni non profit del 1999 ha rilevato che le ore prestate da coloro che all’interno dell’organizzazione erano inquadrati come ”volontari” erano pari a 701.918.839 che corrispondono a 384.824 unita’ di lavoro (ULA) full-time per 38 ore settimanali e 48 settimane lavorative annue.

Oltre alla stima delle ULA, l’applicazione del metodo del costo di sostituzione prevede che venga determinato il salario ombra teoricamente piu’ appropriato per remunerare il lavoro volontario. Nel dettaglio, per ogni settore di attivita’ prevalente e’ stato calcolato ilvalore mediano della retribuzione dei dipendenti full-time pari a 7.779 milioni di euro (cioe’ 7 miliardi euro). In termini relativi, questa stima corrisponde allo 0,7% del PIL, riferito al 1999 e, se sommata al totale del valore della produzione di tutte le organizzazioni nonprofit, condurrebbe a quantificare la ricchezza prodotta da questo settore in Italia al di sopra del 4% del PIL. Nel complesso, il volontariato in termini economici rappresenta il 20% dell’ammontare complessivo delle entrate delle istituzioni nonprofit (40 mln di euro).

”C’e’ un’Italia buona che si da’ da fare per gli altri. – ha commentato il presidente del Cnel, Antonio Marzano durante la presentazione della ricerca – Sono gli uomini e le donne del volontariato, che arrivano dove lo Stato non puo’ arrivare, che non fa notizia, ma un lavoro straordinario e silenzioso”.

Per misurare il valore delle attivita’ di volontariato, l’International Labour Organization (ILO) ha recentemente predisposto il ”Manual on the Measurement of Volunteer Work”. Nei 32 paesi oggetto dell’indagine nel settore nonprofit e’ stato rilevato che circa 140 milioni di persone svolgono un’attivita’ gratuita nel corso dell’anno, equiparabili a 20 milioni di lavoratori full-time e corrispondenti al 12% della popolazione adulta.

Riguardo invece alla valorizzazione economica del volontariato all’interno dell’approccio costi-benefici e del calcolo dell’efficienza degli investimenti, il metodo VIVA (Volunteer Investment and Value Audit) mette in relazione gli input finalizzati a sostenere il volontariato (le risorse utilizzate per il reclutamento, la gestione, la formazione, i rimborsi spese, l’assicurazione ecc.) con gli output (il valore economico del tempo offerto dai volontari), allo scopo di misurare la redditivita’ e il ritorno economico. Emerge che l’indicatore VIVA e’ pari a 11,8 per cui, in media, ogni euro rimborsato ai volontari corrisponde ad un ritorno economico di circa 12 euro.

http://www.vita.it/news/view/112584