Tumore al polmone: lo scopriremo due anni prima

Medicina

Salute, tumore al polmone: con un esame del sangue lo scopriremo due anni prima

Lo studio, appena presentato a San Diego, si trasformerà in un test che sarà disponibile negli Usa entro la fine di quest’anno


(foto archivio)

San Diego (Usa) 14 gennaio 2014Sarà possibile individuare e diagnosticare con due anni di anticipo rispetto alla tempistica di oggi il tumore al polmone. Per farlo sarà sufficiente un semplice prelievo del sangue. Lo dimostra uno studio condotto all’Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, pubblicato sul “Journal of Clinical Oncology” e appena presentato a San Diego. Il test dovrebbe essere disponibile, almeno negli Stati Uniti, entro il 2014.

Un prelievo di sangue “è in grado di individuare il tumore del polmone fino a due anni prima della diagnosi ottenuta con la TAC spirale, indagine radiologica ad oggi suggerita per la sua diagnosi precoce”. A dirlo sono gli esperti dell’Istituto nazionale tumori di Milano, che hanno condotto uno studio appena pubblicato sul Journal of Clinical Oncology.

Il test, continuano gli esperti, “ha dimostrato un’alta sensibilità e la capacità di individuare il tumore al polmone fino a due anni prima” rispetto all’esame standard. I risultati sono stati da poco presentati a San Diego, alla conferenza dell’Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro (AACR) e dell’Associazione Internazionale per lo Studio del Tumore al Polmone (IALSC). Ora Gensignia Ltd, società londinese privata per lo sviluppo di test diagnostici molecolari, vuole lanciare il test negli Stati Uniti entro il 2014.

Lo studio ha analizzato 939 forti fumatori, misurando un parametro chiamato “microRNA circolanti nel sangue”. I forti fumatori non presentavano la malattia (870 individui) oppure avevano già un tumore al polmone (69 individui). “Il test ha dimostrato una sensibilità dell’87% nell’identificare il tumore al polmone. Inoltre, l’alta specificità del test ha ridotto dell’80% il numero dei falsi positivi individuati dalla TAC spirale che aveva identificato noduli sospetti in forti fumatori non malati di cancro polmonare”.

Questa riduzione, commenta Ugo Pastorino, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgica Toracica, è rilevante da un punto di vista clinico per diminuire il numero dei pazienti risultati positivi all’indagine radiologica ma non malati di cancro polmonare. Questo porterebbe alla riduzione dei conseguenti costi e rischi associati con le ripetute indagini radiologiche o con l’uso di altre metodologie diagnostiche invasive per il paziente”.

“Abbiamo messo a punto – conclude Gabriella Sozzi, direttore dell’Unità di Genetica Tumorale dell’Istituto – un test diagnostico molecolare a bassa invasività per il paziente che valuta i livelli di 24 microRNA circolanti nel sangue dei fumatori e che indica la presenza del cancro polmonare. Complessivamente, i risultati del nostro studio supportano l’uso del test molecolare come strumento per migliorare l’identificazione precoce del tumore al polmone”.

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