Albert Espinosa, lo scrittore di Braccialetti rossi

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Diceva lo scrittore cileno Roberto Bolaño che per fare letteratura non basta avere una vasta immaginazione ma è necessario, soprattutto, contare su una buona memoria. Questa formula di creatività narrativa è alla base del successo della fiction Braccialetti rossi trasmessa su Rai 1. In tutte le interviste rilasciate, Albert Espinosa spiega che per scrivere Pulseras rojas, il libro che ha ispirato l’adattamento televisivo, ha semplicemente raccontato la sua vita. Ha scritto di bambini malati di cancro, perché ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza in un ospedale oncologico per 10 anni.

SUCCESSO INTERNAZIONALE
Prima del libro Pulseras rojas, Espinosa aveva scritto uno spettacolo teatrale, Los pelones (I calvi), ispirato dalla malattia. La versione cinematografica, Planta 4ª, è stata portata sul grande schermo dal regista spagnolo Antonio Mercero. A seguito del successo nelle vendite del libro, è arrivata la fiction: in Spagna la serie è stata seguita da mezzo milione di persone. Oltre alle versioni francese, italiana, argentina e finlandese, negli Stati Uniti se ne sta preparando una puntata pilota, The red band society, prodotta da Fox con la regia di Steven Spielberg.

LA BATTAGLIA CONTRO IL CANCRO
A Espinosa il tumore ha tolto una gamba, un polmone e mezzo fegato, ma tra una sessione di chemioterapia e un’altra, è riuscito a prendere una laurea in ingegneria. È sempre stato un appassionato dei numeri e delle statistiche ma ha coltivato un curioso interesse per il teatro e la letteratura. Così ha deciso di raccontare la sua drammatica esperienza per sostenere gli altri, per regalare “eroi” ai bambini malati, e per aiutare anche se stesso.

GLI ULTIMI SUCCESSI
Un altro successo editoriale di Espinosa è il libro Brújulas que buscan sonrisas perdidas (consigliato da Belén Rodríguez quest’estate su Instagram) che tratta sulla sincerità e l’ipocrisia. L’ultimo libro, Si tú me dices ven lo dejo todo… pero dime ven, è in classifica da mesi con una ventina di edizioni. “Il titolo me lo regalò una signora al panificio. Mi disse che la sua vita sarebbe stata diversa se qualcuno le avesse detto ‘vieni”. Io avevo un altro titolo: Amare si congiunga al passato, ma la signora del panificio mi aveva conquistato”, ha spiegato in un’intervista alla Vanguardia.

LE VITE DEGLI ALTRI
In un’intervista al quotidiano spagnolo La Opinión Coruña, Espinosa ha confessato un accordo: “In ospedale abbiamo fatto un patto: dovevamo vivere la vita della gente che moriva. A me è toccato vivere 3,7 vite più la mia. Ho la sensazione di vivere un tempo extra. Il giorno in cui ti tagliano una gamba non sei felice, ma io non credo che questo mi limiti. Non rendermi conto della fortuna che ho sarebbe tradire le vite che porto dentro”.

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Caso di buona sanità all’Umberto I-Nocera Inferiore

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Nocera Inferiore. Un intervento complesso e mai segnalato dalla letteratura scientifica degli ultimi anni è stato effettuato nell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore dalle equipe di chirurgia vascolare e di otorinolaringoiatria. Il paziente L.S. da. Napoli, è stato operato contemporaneamente di laringectomia totale per tumore della laringe e di tromboendoarteriectomia carotidea destra.
Il paziente aveva un grave tumore della laringe per il quale era necessario un urgente intervento di asportazione della laringe e dei linfonodi del collo ma aveva anche una stenosi grave della biforcazione carotidea destra a rischio di ictus. Vista l’urgenza delle due procedure chirurgiche, le equipe mediche hanno deciso di intervenire contemporaneamente, dopo aver discusso con il paziente ed i familiari delle modalità della operazione.
L’intervento è stato effettuato giovedi scorso dalla equipe ORL diretta da Dottor Remo Palladino e dalla equipe di Chirurgia Vascolare diretta dal Dottor Gennaro Vigliotti insieme alla equipe anestesiologica composta dai dottori Giuseppe Lubrano e Massimo Petrosino. L’intervento, durato circa 5 ore, è perfettamente riuscito sia dal punto di vista oncologico che vascolare ed il paziente è in netta ripresa clinica.
Il Direttore Sanitario Maurizio D’Ambrosio, si è congratulato con i medici e il personale della sala operatoria, ricordando che, grazie alle indicazioni programmatiche della Direzione Generale, il DEA di III livello di Nocera-Pagani è ormai una realtà regionale, in grado di poter effettuare prestazioni mediche complesse e sempre più proiettato nel divenire un centro di riferimento sia per le emergenze che per le patologie di elezione.

Tutte le risposte alle tue domande sul cancro

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LE FAQ SUI TUMORI

Tutte le risposte alle tue domande sul cancro


Qual è la causa di un tumore?
Le cause della maggior parte dei tipi di tumore possono essere suddivise in due categorie: fattori esterni e interni. I primi includono il fumo di sigaretta, il forte consumo di alcol, l’esposizione a radiazioni e ad agenti chimici. I fattori interni comprendono abnormi livelli ormonali, mutazioni genetiche, condizioni alterate di immunità. Alcuni tipi di neoplasie possono essere causati da infezioni virali. L’esempio più noto è il papilloma virus umano (HPV), che provoca il cancro della cervice. Tuttavia le cause di molti tumori sono ancora sconosciute.


Chi è a rischio di sviluppare un tumore?
Tutti possono essere considerati a rischio, alcuni più di altri. Il fattore più significativo è l’età. In Italia oltre il 50% delle neoplasie solide (mammella, prostata, polmone, colon) è diagnosticato in pazienti d’età superiore ai 65 anni. Anche i tumori emolinfopoietici presentano questo andamento: il 55,9% delle persone affette da queste neoplasie è anziano.


Si può prevenire?
È possibile ridurre di molto il rischio seguendo stili di vita sani: praticare regolarmente esercizio fisico, seguire un’alimentazione adeguata (pochi grassi animali, tanta frutta e verdura), abolire il fumo e l’alcool, evitare prolungate esposizioni al sole.


Lo screening oncologico può aiutare? Quali opzioni sono disponibili?
Il tumore può essere curato con maggiore successo se è individuato o diagnosticato nelle fasi iniziali, prima delle metastasi. Per questo è importante sottoporsi regolarmente agli screening. Attualmente si possono effettuare screening per il cancro della mammella, del colon, del retto, della cervice, della prostata, del testicolo, della cavità orale e della cute. Si stanno inoltre valutando screening per altre tipologie, ad esempio per il cancro delle ovaie. In alcuni casi, come per il tumore della mammella, del testicolo e della cute, è consigliato l’auto-esame. Chi è ad alto rischio dovrebbe inoltre consultare il proprio medico per programmare uno screening personalizzato.


Come si fa a sapere se esiste una predisposizione genetica?
Attualmente sono disponibili test genetici che possono indicare una predisposizione individuale ad alcuni tipi di tumore, come quello della mammella, dell’ovaio e del colon. Oggi i medici sono in grado di verificare la presenza in una donna di uno o due geni – chiamati BRCA1 e BRCA2 – associati ad un elevato rischio di sviluppare un cancro della mammella. Lo scopo degli esami è fornire un accurato controllo del rischio, di migliorare la diagnosi precoce ed effettuare i giusti interventi per evitare che si sviluppi il tumore. Tuttavia l’utilizzo di questi test solleva questioni importanti, inclusi la privacy medica e gli effetti psicologici che possono avere su una persona e sui suoi familiari.


Quale medico deve consultare chi ha una diagnosi di cancro?
In presenza di diagnosi di cancro, il medico di famiglia indicherà al paziente un oncologo, vale a dire un medico formato nello specifico per la cura dei tumori. A seconda della malattia e della terapia necessaria, si può essere curati da un oncologo medico (specializzato nella cura del cancro con farmaci chemioterapici), da un chirurgo oncologo (formato soprattutto negli aspetti chirurgici della cura del cancro, inclusi biopsia e asportazione chirurgica del tumore) e/o da un radioterapista (uno specialista della cura oncologica con radiazioni terapeutiche). Oltre ai medici, il team include infermieri e operatori specializzati in oncologia.


Come si cura il cancro?
Per la cura del cancro esistono vari approcci: chirurgia, radioterapia e chemioterapia, utilizzati singolarmente o in combinazione. L’oncologo sceglie il piano terapeutico più appropriato a seconda dello stadio in cui si trova il tumore. La chirurgia si utilizza per l’asportazione della massa tumorale. La radioterapia è usata per uccidere o danneggiare le cellule cancerose mediante raggi X ad elevata energia. La chemioterapia si effettua con la somministrazione di farmaci per via endovenosa, oppure orale per distruggere le cellule tumorali, interferendo con la loro crescita e prevenendone la riproduzione. In alcuni casi si utilizza l’immunoterapia, per aiutare il sistema immunitario del paziente a combattere la malattia. I ricercatori stanno attualmente valutando opzioni terapeutiche più avanzate, come la terapia genica, la terapia ormonale e le terapie rivolte a bersagli molecolari. Solo la consultazione di un oncologo, comunque, può determinare la cura più opportuna.


QUALI SONO GLI EFFETTI COLLATERALI DEI TRATTAMENTI?

La chirurgia
Gli effetti collaterali della chirurgia dipendono principalmente dalle dimensioni e dalla localizzazione del tumore e dall’estensione dell’intervento. Anche se i pazienti possono accusare fastidi nei primi giorni del periodo postoperatorio, il dolore può essere controllato con la somministrazione di farmaci: l’argomento deve essere affrontato con il medico. È altrettanto normale sentirsi deboli o stanchi per un po’ di tempo, in seguito all’operazione. La durata della convalescenza varia da paziente a paziente.


La chemioterapia
Gli effetti collaterali della chemioterapia dipendono principalmente dai farmaci e dalle dosi somministrate. Può causare la caduta dei capelli e altri problemi quali: inappetenza, nausea, vomito, riduzione dei globuli bianchi e rossi e delle piastrine. La maggior parte degli effetti collaterali della chemioterapia scompare una volta concluso il trattamento, anche se alcuni possono persistere anche dopo la conclusione del trattamento.
 La radioterapia
Gli effetti collaterali della radioterapia dipendono dalla quantità di dose irradiata e dall’area sottoposta a irradiazione. Le principali conseguenze sono fatigue e alopecia nell’area irradiata. Nella maggior parte dei casi sono temporanei.


Durante le terapie posso stare a contatto con gli altri, con donne in gravidanza e con i bambini?
Non c’è nessuna ragione per evitare i contatti con le donne in gravidanza o in bambini. In caso di esecuzione di esami particolari, come la scintigrafia ossea o la PET (Tomografia ad emissione di positroni), per le 48 ore successive all’esame si consiglia di evitare il contatto stretto con i bambini più piccoli e le donne incinte. Per il resto, né la radioterapia né il trattamento chemioterapico, e tantomeno l’immunoterapia e la terapia target, sono pericolosi per le persone che ci sono accanto.


Cosa posso fare per la stanchezza?
L’affaticamento è un sintomo molto comune in chi è stato trattato per un tumore. Di solito, non è un vero e proprio sentore di stanchezza ma piuttosto un senso di pesantezza e malessere che non scompare nemmeno con il riposo. Per alcuni, quest’affaticamento dura per molto tempo dopo il trattamento e può scoraggiare dall’intraprendere attività fisiche. Tuttavia, l’esercizio può in qualche maniera aiutare a ridurre il senso di affaticamento. Studi hanno dimostrato che i pazienti che seguono un programma di esercizio fisico pensato su misura, si sentono più in forma e possono affrontare meglio il trattamento.


Durante le terapie posso avere rapporti sessuali?
In generale non ci sono controindicazioni in tal senso. Tuttavia è sempre buona norma chiedere al proprio oncologo, che conosce lo stato di salute generale ed eventuali controindicazioni. Qualora si faccia parte di studi clinici, bisogna ricordarsi che molte di queste sperimentazioni prevedono l’utilizzo di metodi e mezzi contraccettivi. Spesso infatti per i farmaci sperimentali non è ben valutata l’eventuale azione teratogena (che induce cioè malformazioni sul feto).


Posso viaggiare? Andare in alta quota? Anche in aereo?
Non ci sono controindicazioni generali. Tuttavia è sempre buona norma chiedere al proprio oncologo, che conosce lo stato di salute generale ed eventuali controindicazioni.
 Posso fare la tintura per capelli?
È preferibile  evitare trattamenti che presuppongono l’uso di prodotti chimici aggressivi (ad esempio permanente e colore) durante la terapia e per i successivi tre mesi. Se si ha l’abitudine di tingere i capelli, chiedere al parrucchiere di usare prodotti vegetali.


Cos’è un trial clinico?
Un trial clinico è uno studio di ricerca con lo scopo di valutare nuovi metodi di cura e/o prevenzione del cancro. Gli studi clinici testano nuove cure e metodi di prevenzione, per verificare che siano sicuri, efficaci e migliori delle cure standard somministrate in quel momento. I metodi possono includere nuovi: farmaci, combinazioni di terapie esistenti, approcci alla radioterapia e/o alla chirurgia, metodi di cura come i farmaci a bersaglio molecolare e/o la terapia genica, sistemi di prevenzione. I trial clinici rappresentare la migliore opzione di cura per i malati di cancro e di solito riservano ai pazienti la qualità terapeutica più elevata. Gli studi svolgono un ruolo fondamentale nella lotta al cancro, perché permettono di identificare e testare nuovi e migliori trattamenti. Per saperne di più sull’arruolamento in un trial clinico si può consultare il medico di famiglia e/o l’oncologo.
 Mi hanno detto che parteciperò ad un protocollo sperimentale, che significa?
Molti pazienti affetti da cancro partecipano a studi clinici. I medici conducono queste sperimentazioni per valutare l’efficacia e gli effetti collaterali di nuove metodiche terapeutiche. In alcuni studi, tutti i pazienti ricevono il nuovo trattamento. In altri i medici mettono a confronto terapie diverse, somministrando la nuova cura su un gruppo e quella tradizionale su un altro, oppure possono metterne a confronto due tradizionali. La ricerca ha fatto compiere progressi notevoli nella lotta al tumore. Ogni risultato ottenuto è per i ricercatori un ulteriore passo avanti verso la sconfitta della patologia. I pazienti che partecipano agli studi clinici hanno la prima opportunità di trarre vantaggio dai trattamenti, che hanno evidenziato risultati promettenti nel corso di studi precedenti. Inoltre, in questo modo offrono un contributo importante al progresso scientifico.
 Come posso partecipare a uno studio clinico?
L’Osservatorio Nazionale sulla Sperimentazione Clinica dei Medicinali è uno strumento messo a punto dall’Agenzia Italiana Del Farmaco (AIFA) per monitorare tutte le sperimentazioni farmacologiche condotte nel nostro Paese. Tra gli obiettivi dell’Osservatorio c’è quello di fornire garanzie a cittadini e pazienti migliorando trasparenza, credibilità e accesso alla ricerca clinica. Nella sezione dati è possibile effettuare una ricerca sulle sperimentazioni cliniche in corso in Italia, sia per area geografica che per patologia. L’accesso agli studi viene però deciso dagli specialisti, sulla base di alcune caratteristiche (criteri di reclutamento) a cui il paziente deve rispondere. Se il medico ritiene che si possa partecipare, sottoporrà un’informativa dettagliata e un modulo in cui verrà chiesto di dare il consenso all’arruolamento. Prima di aderire è comunque opportuno leggere attentamente l’informativa e consultarsi con l’oncologo, l’epatologo o con il medico di famiglia per chiarire tutti gli eventuali dubbi. Si ha comunque il diritto di ritirarsi dallo studio in qualsiasi momento.


Quali controlli eseguire dopo il trattamen
to?
Le persone trattate per un cancro presentano il rischio di subire una ripresa evolutiva della malattia, variabile in funzione delle caratteristiche del tumore primario e dell’eventuale presenza di metastasi in altre sedi. Pertanto, devono essere sottoposte a controlli periodici, la cui frequenza è definita dal chirurgo che ha eseguito l’intervento o dall’oncologo.

 

Storie di ordinaria medicina e di straordinaria vita

Foto di BDV

Foto di BDV

Un sabato alle 2.00, durante il turno in 118, codice rosso: lipotimia in terminale (in questa maniera barbara si esprime la mia centrale!). 62 anni, tumore laringeo con metastasi in ogni dove. Circa trenta chili di ossa e cute. Nessun lamento verbale (era laringectomizzato) ma tanto dolore si leggeva negli occhioni lucidi che sembravano ancora più grandi rapportati al corpo anchilosato. I due figli mi fanno:

“dottore sappiamo che sta morendo ma non possiamo vederlo finire così”,

ed io: “ma è seguito dall’oncologo oppure dal servizio per la terapia del dolore?”.

La figlia, voltando lo sguardo alla finestra come in segno di malcelato rancore,

“quando non guarisci oppure non servi più per le chemio, i protocolli e gli studi multicentrici, chi se ne frega di te…Vi prego portiamolo in ospedale per fare qualcosa, noi non ce la facciamo ad assistere a questo scempio inumano”.

Una coltellata nella mia dignità di medico. “Ok dove possiamo sederci per parlare un pò?” Mi vengono in mente le raccomandazioni della mia maestra in tema di comunicazione, Fiorella Paladino, tutti seduti alla stessa altezza, sguardo negli occhi, mano sulla spalla per creare contatto ed empatia.

Spiego che il solo atto di metterlo sulla barella dell’ambulanza determinerebbe dolori INUTILI. Allora descrivo la sedazione del morente di cui ci ha parlato Carlo, il nostro docente al corso. Un cocktail di sedazione ed analgesia che accompagna il malato nel suo naturale percorso ma senza dolore e senza indurre la morte.

Ma il mio bravissimo infermiere mi dice “ma non ha la vena e, a lume di naso, non sarà tanto facile”. Evita persino di toccargli le braccia per non fargli male. Insomma un vero delirio di impotenza davanti al nostro nemico dolore.

Idea! L’intranasale con midazolam e morfina ad alte dosi. Spiego la “strana tecnica” ai familiari ed iniziamo: Grande cautela nel cercare di iniettare il farmaco nel naso senza muovere il capo. Dopo circa quindici minuti, quei grandi occhioni si chiudono in un sonno ristoratore. Giusto il saturimetro (ma solo per dimostrare ai figli che sta dormendo). Comunico agli stolti della centrale che sono ancora a casa del paziente e di allertarmi in caso di necessità e restiamo circa un’ora a “far compagnia” ai figli. Lascio dei MAD300* con due fiale di Midazolam da 15 mg già caricato ed istruisco su come fare in caso di risveglio. Lascio il numero di telefono del P.S. (dove c’è la nostra postazione) per eventuali problemi. Alle 6.00 la figlia mi telefona per dirmi che Gaetano (il padre) è morto dicendo queste parole “SENZA SOFFRIRE!”

Musica per le mie orecchie. Addio Gaetano e grazie Carlo!

* Mucosal Atomization Device è una siringa con un atomizzatore per la somministrazione di farmaci attraverso le mucose nasali (NdR)

http://nottidiguardia.it/?tag=laringe

Il male del secolo – II puntata – Il quartiere delle signore con le parrucche

Provincia di Messina,Pace del Mela .

 

Il territorio di Pace del Mela si estende dal mare Tirreno fino alle propaggini collinari dei Peloritani, innalzandosi gradatamente dalla quota zero della costa fino ad un’altitudine di 288 metri sul livello del mare. Su questo suolo dolcemente acclive è distribuito l’insediamento abitativo, il cui maggiore incremento ha avuto luogo negli ultimi quarant’anni.
Prevalgono, quindi, i fabbricati di nuova costruzione, le strade ampie e comode, le strutture pubbliche d’avanguardia. La popolazione (6000 ab. Circa http://www.comune.pace-del-mela.me.it

 

Un paese che dovrebbe essere famoso per il turismo,invece?

 

A Pace del Melo,Rione Passo Vela ci sono donne che lottano contro il tumore con la chemioterapia,che le fa perdere i capelli,impietosamente il rione viene chiamato “il quartiere delle signore con la parrucca”.

 

Pace del Mela è uno dei sette comuni del comprensorio peloritano classificato tra quelli ad alto rischio di incidente rilevante. 80 mila abitanti che devono fare i conti nei dintorni con una raffineria di petrolio, una centrale termoelettrica e i cavi dell’alta tensione che sfiorano i tetti delle case. Eccessi statisticamente significativi tra le donne per le diverse tipologie di tumore, è scritto nel rapporto dell’Osservatorio epidemiologico siciliano.

 

Nel rione di Passo Vela, nel raggio di 300 metri, insistono:

 

1 Elettrodotto da 380 KW a soli 19 metri dalle abitazioni

 

3 Elettrodotti da 150 KW

 

1 Elettrodotto da 220 KW

 

1 Antenna di telefonia mobile di più gestori di circa 65 metri di altezza a 50 metri dalle prime case”.

 

A questi bisogna aggiungere l’installazione del nuovo Elettrodotto da 380 KW a doppia terna.

 

Nel frattempo va avanti la ricerca contro il cancro senza che si pensi a questo rione dove si muore il doppio rispetto alla media nazionale di tumore,va bene la ricerca ma deve andare almeno avanti di pari passo con la prevenzione.

 

 

Il male del secolo – I puntata

Oggi 11 novembre finiscono i giorni della ricerca promossa dall’AIRC,Associazione Italiana per la ricerca sul cancro,iniziativa iniziata il 2 novembre che si svolge da ben sedici anni.
Vediamo in tutte le emittenti televisive tutti col simbolo dell’Airc,un telescopio,che chiedono di inviare aiuti economici tramite telefono usando anche la carta di credito.
Oltre ad essere curioso di sapere quanto dei soldi rimangono nelle mani delle banche pagando con carta di credito,reputo l’iniziativa non buona ma ottima e che serve a portare a conoscenza della cittadinanza Italiana che si muore anche di cancro e che non siamo immortali…
Anche se …
Dovrebbero anche dire che il tumore non è una cosa o persona che ti assale solo se fumi ti droghi o bevi,comportamenti che non giovano alla salute ma nessuno dice in televisione che l’inquinamento e cosa mangiamo influisce molto sulla malattia.
Nessuno dice che si sacrifica la salute per un posto di lavoro o per la messa in opera di una raffineria,di una centrale elettrica o inceneritore dentro o nei pressi di centri abitati.
Il tumore è una bestia,brutta bestia,che può risvegliarsi e colpire ancora chi a già sofferto,il cancro non è la rosolia,il morbillo che presa una volta basta non torna più…
Nessuno dice che lo stato aiuta poco o niente visto il mondo associazionistico si deve alzare le maniche per coprire le mancanze dello Stato,perché il tumore non finisce con la prevenzione,la diagnosi ed eventuale operazione che può seguire cicli di radio terapia o chemioterapia terapia. Un operazione che può essere più o meno invasiva che colpisce anche se non lo ammettono tutti colpisce anche la persona nel suo modo di vivere e di pensare.
Bisogna dire che prevenire non è soltanto non bere,non fumare e non drogarsi seguita da una sana alimentazione,devono dire che ci fanno respirare aria inquinata o pieno d’amianto per fare un esempio.
Amianto che era piena l’Italia e che non è stato smaltito o smaltito male anche se sanno che l’amianto non ti colpisce subito perché un tumore causato dall’amianto ha anche 40 anni di incubazione.
Questa è la prima parte di un dossier che ci porterà in giro per tutta l’Italia e magari dopo anche in Europa e nel mondo dove si lotta contro il cancro provocato forse anche dalle stesse ditte o enti comunali,regionali o statali che donano poco o tanto alle varie associazione stile AIRC.
 

 

 

 

 

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PATOLOGIA DELLA LARINGE

MIOPATIE: Noduli vocali (kissing noduli), Polipi, Cisti, Granulomi

 

LARINGITI ACUTE: Laringite catarrale, Laringite ipoglottica

 

LARINGITI CRONICHE: Edema di Reinke, Laringite a solchi atrofici

 

LARINGITE IN REFLUSSO GASTRO ESOFAGEO: Ernia iatale, Esofagite, Gastrite

 

REAZIONI ALLERGICHE: Edema della glottide, shock anafilattico

 

TUMORI BENIGNI: Fibromi, Angiomi, Papillomi

 

PRECANCEROSI: Leucoplachia, Verruca laringea

 

TUMORI MALIGNI: diagnosi, terapia e prevenzione

 

MALFORMAZIONI: Stridore laringeo, Cisti del dotto tireo-glosso, Cisti e fistole del collo

 

ALTERAZIONI DELLA MOTILITA’: Paralisi laringee, Spasmo della glottide)

 

ALTERAZIONI DELLA SENSIBILITA’: nevralgie del nervo laringeo superiore ed inferiore; nevralgie del nervo glosso faringeo; nevralgie del plesso cervicale (osteartrosi cervicale, discopatie, cefalee muscolo tensive)


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Addio a Zuzzurro: morto Andrea Brambilla Il comico, 67 anni, aveva un tumore ai polmoni. L’amico Nino Formicola (in arte Gaspare): “Era un combattente vero”

 
 

Il mondo dello spettacolo è in lutto per la morte di Andrea Brambilla, in arte Zuzzurro, che con il collega Nino Formicola (alias Gaspare) è stato uno dei protagonisti della storica trasmissione Drive In.

 

 

Il comico, 67 anni, era da tempo malato e dal 7 ottobre era ricoverato all’Istituto dei tumori di Milano per un cancro ai polmoni. “Zuzzurro e Gaspare da adesso non ci sono più. Punto”, ha scritto Formicola su Facebook. Poi all’Ansa ha raccontato che mercoledì sera Brambilla ha avuto una crisi e giovedì lo hanno sedato. La notizia della morte si era diffusa già ieri pomeriggio, poi smentita dallo stesso Formicola.  “Andrea è morto poco prima delle 22. Tra qualche mese sarebbero stati 40 anni che ci conoscevamo”, spiega commosso, “Gli avevano diagnosticato il tumore al polmone in febbraio. Lui ha affrontato la malattia con grande piglio ed energia. Devo essere onesto, pensavo di essere preparato ma non è così. Mi sono reso conto che per quanto uno possa essere lucido, razionale, cinico, non c’è nulla da fare”.

http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/addio-zuzzurro-morto-andrea-brambilla-961633.html

La coppia era apparsa per la prima volta in tv nel 1978 nella trasmissione Rai Non stop, ma era diventata famosa proprio grazie al varietà Drive In. Dopo la tv si era dedicata soprattutto al teatro, salvo qualche partecipazione sul piccolo schermo come una conduzione di Striscia la Notizia o le performance a Zelig Circus. Nonostante la malattia, Zuzzurro aveva continuato a lavorare e con l’amico di sempre Gaspare avrebbero dovuto portare in scena “Non c’è più il futuro di una volta 2.0”. Lo spettacolo era in programmazione al teatro Leonardo di Milano dal 15 ottobre, ma era stato rimandato proprio a causa del tumore.

“Andrea era un combattente vero”, continua Formicola, “Voleva tornare in palcoscenico a tutti i costi. Non a caso Veronesi ha scritto un articolo su di lui, proprio oggi, in cui lo citava come esempio”. I funerali dovrebbero svolgersi probabilmente domani.

“Il tumore è trasmesso dai vaccini”, la controversa rivelazione dell’azienda farmaceutica Merck e il grande Hilleman

HILLEMAN - CopiaNon è un caso che gliepidemiologi si riferiscano ai primi decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale come all’età d’oro dellavaccinologia. Sarebbe opportuno, sostengono in molti, definire tale periodo come il “periodo Hilleman”, in quanto è grazie al suo cervello e alle sue scoperte che sono salvate 8 milioni di vite all’anno. Maurice Ralph Hillemannasce il 30 agosto 1919 in una fattoria vicino a Miles City, Montana; sua sorella gemella muore durante il parto e la madre pochi giorni dopo. E’ il 1927 quando Hilleman, all’età di 8 anni, rischia di morire didifterite, un’infiammazione acuta provocata da un’infezione batterica sostenuta da Corybacterium diphtheriae, che colpisce le mucose di naso e gola, generando una massa grigia e spessa sulla gola che ne copre la parte posteriore, impedendo la respirazione e che ad oggi è eccellentemente controllata dalla vaccinazione. Hilleman intraprese gli studi di microbiologia presso l’Università di Chicago, incentrando i suoi primi lavori sulla Clamidia, una malattia a trasmissione sessuale che può danneggiare gli organi riproduttivi della donna, scoprendo che essa era provocata da un batterio dalla forma insolita e individuandone il trattamento. Maurice Hilleman ha prodotto un numero sbalorditivo di scoperte fondamentali ed è l’inventore di oltre 40 vaccini, compresi quelli che impediscono morbillo, parotite, rosolia, Haemophilus influenzae di tipo B, epatite A, epatite B, varicella. Durante la prima metà del 20esimo secolo, ci fu un’epidemia di poliomielite che colpì centinaia di migliaia di individui, lasciandone molti paralizzati, dipendenti da polmoni di ferro, ma provocandone la morte di molti altri.Nel 1952 furono segnalati solo negli Usa 57000 casi di poliomielite e 3000 morti.

SCIMMIA RHESUS - CopiaNel 1959, Bernice Eddy, un ricercatore presso il National Institutes of Health, tramite il suo microscopio ha notato qualcosa di strano: cellule renali di scimmia morivano senza un’apparente motivazione. Iniettò estratti renali di 8-10scimmie rhesus sottopelle in 23 criceti appena nati e nell’arco di 9 mesi constatò la comparsa di grandi tumori maligni su 20 criceti. Le scimmie rhesus sono una delle più note specie di scimmie del Vecchio Mondo, ampiamente utilizzate nella ricerca medica e biologica per creare vaccini non sono contro la poliomelite, ma anche per rabbia, vaiolo, farmaci per la gestione di HIV/AIDS, nonchè analisi delle cellule staminali e il sequenziamento del genoma. Nel 1960,Eddy, preoccupato che un virus di scimmia potesse contaminare il vaccino antipolio creato dal dottor James Salk qualche anno prima, nel 1955, di cui il governo aveva concesso la licenza per la distribuzione, decise condividere con Smadel, capo della divisione biologi del NIH, le sue scoperte, ma egli ritenne  innocui. Sempre in quello stesso anno, ad un laboratorio Merck in Pennsylvania, il dottor Maurice Hilleman e il dottor Sweet isolarono il virus ,poi chiamato SV40, poichè è stato il 40esimo virus trovato nel tessuto renale delle scimmie rhesus).

POLIO - CopiaDa allora la Nazione poteva intraprendere la sua lotta contro la poliomelite e 98 milioni di americani ricevettero almeno un’iniezione del vaccino Salk. Ma la gioia durò ben poco, dato che il New York Times, il 26 luglio 1961 diede una comunicazione che lasciò il popolo esterefatto: il vaccino Salk era stato contaminato! Il virus SV40 è quindi trasmigrato dalle scimmie all’uomo quando tra il 1955 e il 1961 miliardi di persone furono vaccinate contro la poliomelite e questa orribile conseguenza fu possibile per il fatto che i virus vaccinici utilizzati erano stati cresciuti su cellule di rene di scimmia, risultate in seguito infettate da SV40. Dai primi anni 90′si è focalizzata l’attenzione sulla correlazione tra SV40 e tumori umani qualimesoteliomi pleurici, tumori cerebrali, osteosarcomi e linfomi. Oltre all’amianto e alla radiazioni ionizzanti, recenti studi hanno suggerito il possibile ruolo del virus SV40 nell’insorgenza del mesotelioma maligno, basandosi sul fatto che l’iniezione intrapleurica di SV40 è in grado di introdurre mesotelioma maligno nel 100% degli animali da epserimento, indipendentemente dall’esposizione all’amianto.

HILLEMANOK - CopiaHilleman ha scoperto l’SV40 e gli adenovirus, che causano fino al 10% di tutte le infezioni delle alte vie respiratorie in bambini e adulti, fu il primo a purificare l’interferone, dimostrando che la sua espressione è indotta da RNA a doppio filamento. Durante la sua prestigiosa carriera, ha sempre auspicato una maggiore collaborazione tra l’industria, il mondo accademico e i ricercatori governativi per sviluppare una nuova generazione di vaccini. L’azienda farmaceuticaMerck avrebbe da tempo confessato di aver iniettato il micidiale virus SV40 ed altri virus letali, capaci di provocare il cancro, nella popolazione di tutto il mondo…e si spiegherebbe così l’aumento dei casi di tumore negli ultimi 50 anni. Prendendo tutto con le pinze, la sconvolgente intervista, condotta dallo studioso di storia medica Edward Shorter, sarebbe stata tagliata dal libro “The Health Century” proprio per le clamorose rivelazioni della Merck, la quale avrebbe ammesso di aver iniettato tramite vaccini il virus del cancro nella popolazione mondiale. Nel documentario “In Lies we trust: the CIA, Hollywood and Bioterrorism”, il dottor Leonard Horowitz intervista il massimo esperto di vaccini al mondo, il dottor Maurice Hilleman, deceduto poi nel 2005, che spiega i motivi per cui la Merck avrebbe, a suo avviso, diffuso l’Aids, la leucemia ed altre terribili malattie. Secondo lui, per far si che le colture di cellule animali o fetali con cui vengono preparati i vaccini moderni, accrescano il loro rendimento, vengono nutrite con siero di vacca, che detiene un alto potere di crescita. Così si viene a creare un liquido di coltura alquanto cancerogeno che viene iniettato nel vaccino per uccidere il virus. Questo, a detta del grande Hilleman, spiegherebbe forse l’aumento di tumori negli ultimi anni, soprattutto nel Paesi del Terzo mondo.

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