16 Marzo 1898 – A Torino viene fondata la Federazione Italiana Giuoco Calcio

Fondata a Torino il 16 marzo 1898 con il nome di Federazione Italiana del Football (F.I.F.), mantenne tale denominazione fino al 1909.

Ne furono invitate a far parte nella fase costituente le seguenti società:

Tuttavia alcune di queste preferirono rimanere nell’orbita della F.G.N.I. (Federazione Ginnastica Nazionale Italiana), federazione che metteva in palio durante i propri campionati ginnici anche un titolo per il football.

Nello stesso anno della sua fondazione, la Federazione organizzò il primo campionato di calcio italiano: si trattò di un torneo disputatosi aTorino in una sola giornata, che venne vinto dal Genoa.

La Federazione fu riconosciuta dalla FIFA nel 1905 e fa parte dell’UEFA sin dalla sua nascita, nel 1954.

Al via il processo Eternit: 3mila morti e 2 imputati

Torino – Tremila vittime, duemila persone presenti, 700 parti civili. E due imputati: lo svizzero Stephan Ernest Schmidheiny, 61 anni, e il belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de Marchienne, 87 anni. Il più grande processo d’Europa. Da questa mattina si è radunata la folla davanti al tribunale di Torino, per il maxiprocesso Eternit. Sono almeno un centinaio le persone, provenienti dall’Italia e dall’estero, che manifestano in attesa che abbia inizio il dibattimento del più grande processo d’Europa. Sono una decina di pullman che stanno arrivando al Palagiustizia. Trasportano i parenti delle quasi 3 mila vittime dell’amianto, le quasi 700 parti civili, sindaci e amministratori della zona di Casale Monferrato, dove aveva sede il più grande stabilimento italiano della Eternit. Tanti gli striscioni esposti, tra i quali quelli delle associazioni vittime dell’amianto di Italia, Svizzera e Francia. “Signor Stephan Schmidheiny: la attendiamo anche in Svizzera”, è lo striscione dell’associazione svizzera delle vittime dell’amianto, appeso alla cancellata del tribunale e circondato dai nomi di alcune delle vittime Eternit.

Imputati assenti Non si sono presentati nell’aula del tribunale di Torino davanti al giudice Casalbore i due imputati del processo Eternit, il miliardario svizzero convertito all’ecologismo Stephen Schmideiny e il barone belga Jean Marie de Cartier. Il giudice li ha dichiarati in contumacia alle 10,20. Poi ha proceduto all’appello.

Cortei e striscioni Di fronte al tribunale si stanno inoltre radunando i partecipanti al corteo organizzato dalla Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, in concomitanza con l’apertura del processo e a pochi giorni dal secondo anniversario del rogo della Thyssenkrupp. Vi aderiscono, oltre ai sindacati e alle associazioni dei lavoratori, anche i giovani dei centri sociali. Presenti numerosi rappresentanti dei lavoratori delle vittime della Eternit di Svizzera, Francia e Belgio. “Un solo essere umano – si legge sullo striscione dei minatori francesi – ha più valore che tutto l’amianto e il profitto del mondo”.

IN MIGLIAIA MANIFESTANO PER LA SICUREZZA, TRA LORO L’ASSOCIAZIONE DELLE VITTIME DI VIAREGGIO Amianto killer, al via il processo di Torino Due ex dirigenti della Eternit imputati per omissione dolosa di cautele per la morte di quasi 3 mila persone

 

Alcuni dei manifestanti all'esterno del tribunale di Torino per l'avvio del processo Eternit (Emmevi)
Alcuni dei manifestanti all’esterno del tribunale di Torino per l’avvio del processo Eternit (Emmevi)

TORINO – L’amianto finisce sul banco degli imputati per la morte di quasi 3 mila persone e con esso alla sbarra, al tribunale di Tornino, siedono due ex alti dirigenti della società Eternit Spa, lo svizzero Stephan Ernest Schmidheiny, 61 anni, e il belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier De Marchienne, 87 anni, che ricoprivano incarichi ai vertici della società e sono imputati per omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e disastro colposo.

 

RIFLETTORI SU TORINO – E’ un procedimento storico quello che va in scena nel capoluogo piemontese, su cui sono puntati i riflettori di tutto il mondo. Molti i giornalisti stranieri intervenuti all’udienza, che avrà la copertura di almeno 21 emittenti televisive italiane e straniere. All’esterno del tribunale sono in tanti, almeno un migliaio, a manifestare chiedendo giustizia e invocando norme restrittive sull’utilizzo dei materiali pericolosi. Tra i manifestanti ci sono anche gli attivisti dell’Assemblea 29 giugno 2009, l’assoicazione nata dopo la strage ferroviaria di Viareggio della scorsa estate: «Siamo qui perchè siamo per la sicurezza – spiega una portavoce dell’assemblea -. A sei mesi dalla strage non c’è ancora nessun indagato».

LE VITTIME DELL’AMIANTO – I morti per i quali è stata aperta l’inchiesta oggetto del processo erano dipendenti della Eternit o residenti delle zone in cui sorgevano i quattro stabilimenti di Casale Monferrato e Cavagnolo in Piemonte, Rubiera in Emilia e Bagnoli in Campania. Le cause di morte sono mesoteliomi pleurici, asbestosi e tumori polmonari insorti a causa della polvere di amianto respirata da operai e residenti nei dintorni delle fabbriche. Legambiente ha annunciato lo scorso aprile l’intenzione di costituirsi parte civile, insieme ad ammalati, alle famiglie dei morti e, fra gli altri enti, alla Regione Piemonte. Nonostante siano in corso operazioni di bonifica del territorio, l’amianto, largamente usato come materiale di coibentazione nell’edilizia, si può ritrovare ancora oggi in molti edifici privati e in alcune strutture pubbliche.

«GIUSTIZIA PER I POSTERI» – Paolo Filippi, il presidente della provincia di Alessandria, costituitasi parte civile, chiede «giustizia per le generazioni future». «Questo processo arriva oggi alla prima udienza – ha ricordato Filippi – perchè a metà degli anni Ottanta il comune di Casale Monferrato vietò con una ordinanza l’uso dell’amianto. Partì allora questo lungo percorso, durato oltre 20 anni. Essere qui significa che nonostante tutto crediamo nella giustizia italiana».

 

 


10 dicembre 2009

http://www.corriere.it

AMIANTO: TORINO, IL PALAGIUSTIZIA SI PREPARA AL PROCESSO DEL SECOLO

Torino, 9 dic. – (Adnkronos) – Tre maxi aule, una sala attrezzata nel Palazzo della Provincia, una ventina di autobus e un volo charter. Ultimi preparativi per il ‘processo del secolo’ che si aprira’ domani al Tribunale di Torino dove, alle 10, e’ fissata la prima udienza per i morti della Eternit, la multinazionale svizzera che per anni ha trattato amianto.

Almeno 2.889 le vittime accertate, fra persone decedute e ammalate, non solo fra ex lavoratori degli stabilimenti di Casale Monferrato, Cavagnolo, Bagnoli e Rubiera, ma anche fra loro familiari e persone che vivevano nelle vicinanze delle fabbriche. Due gli imputati rinviati a giudizio nel procedimento dei procuratori Raffaele Guariniello, Sara Panelli e Gianfranco Colace. Si tratta del barone belga Louis de Cartier de Marchienne e lo svizzero Stephan Schmidheiny, gli ex vertici della multinazionale che sono indagati per omissione dolosa di cautele antinfortunistiche e disastro doloso. Per il maxi processo sono state allestite quattro aule a Palazzo di Giustizia, la maxi aula 1 e 2 per l’udienza, l’aula 5 riservata a chi si deve ancora costituire parte civile e l’aula magna, tutte collegate in videoconferenza cosi’ come l’aula nel vicino Palazzo sede della Provincia che e’ riservata al pubblico.

Per domani sono attesi almeno 10 autobus da Casale Monferrato, uno da Reggio Emilia, un volo charter da Napoli e 4 autobus dalla Francia, da dove dovrebbero arrivare almeno 200 persone. All’udienza preliminare si erano gia’ costituite una decina di parti civili, fra cui enti pubblici, associazioni, sindacati, Inps e Inail che ha chiesto il risarcimento di 245 milioni di euro, la cifra spesa finora per gli indennizzi. Il processo sara’ presieduto dal giudice Giuseppe Casalbore e dai giudici a latere Fabrizia Pironti e Alessandro Santangelo.

http://www.libero-news.it/

Amianto, salgono a 28 i casi di insegnanti morti

Il pm Guariniello allarga
l’inchiesta anche ad altre città
italiane dopo gli ultimi decessi

 

torino

Riguarda non solo Torino ma anche altre città italiane l’indagine sugli insegnanti delle scuole pubbliche malati o morti per esposizione all’amianto. Il totale dei casi raccolti dalla procura del capoluogo piemontese questa mattina è salito a 28, dopo l’ultimo decesso. Inoltre, non tutti riguardano Torino e, per questo, il pm Raffaele Guariniello ha già disposto la trasmissione delle carte ai colleghi delle località interessate.

Gli atti, relativi a sette vicende, saranno inviati a Ivrea (Torino), Ravenna, Como, Messina – uno dei malati, infatti, risulta avere insegnato per quasi l’intera carriera in un liceo scientifico a Milazzo – e altrove. Le segnalazioni sono raccolte dall’Osservatorio tumori professionali, una struttura allestita a Torino alcuni anni fa per iniziativa della magistratura, sulla base di quanto comunicato da medici e Asl. I pazienti sono stati visitati nel capoluogo piemontese, ma non tutti hanno lavorato nella Regione. Per alcuni casi, secondo quanto si è appreso, il collegamento fra le patologie e l’esposizione all’amianto nelle scuole è già stato accertato.

ETERNIT: A GIUDIZIO VERTICI MULTINAZIONALE AMIANTO

» 2009-07-22 21:48
di Mauro Barletta

TORINO – Chi è rimasto fuori dalla maxi-aula 1 del tribunale di Torino ha capito com’é andata quando ha sentito un breve applauso scrosciare dall’interno: i vertici dell’Eternit erano stati rinviati a giudizio dal gup Cristina Palmesino per disastro doloso e rimozione volontaria di cautele contro gli infortuni. Reati gravi, nei quali si condensa la lunga catena di morti e malati (circa 2.900 in tutto) per il contatto con l’amianto lavorato in quattro sedi italiane della multinazionale. Ad applaudire sono stati i 140 cittadini di Casale Monferrato che, dopo essersi costituiti parte civile (con altre 550 fra persone fisiche ed enti territoriali), hanno potuto seguire l’udienza preliminare. 

Casale è la città della provincia di Alessandria in cui l’Eternit aveva uno dei suoi stabilimenti più importanti e dove il fenomeno si è manifestato nelle dimensioni più vaste: solo i deceduti, fra ex lavoratori e semplici residenti, sono 1.378. “Da noi – dice Tommaso, un residente – si ammalano di amianto quattro persone al mese e ne muoiono 40 all’anno. Immaginate con che stato d’animo tiriamo avanti”. Il processo, di entità colossale per il numero delle parti lese, comincerà il 10 dicembre e riguarderà il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, 62 anni, uno degli uomini più ricchi del mondo, e il barone belga Jean Louis De Cartier De Marchienne, 88 anni, chiamati in causa per l’operato delle sedi di Casale, di Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). 

E’ la prima volta che dei giudici dovranno occuparsi di personalità di un tale livello per problemi legati alla sicurezza e alla salute sul lavoro, ed è per questo che Raffaele Guariniello, il pm che ha sostenuto l’accusa con i colleghi Sara Panelli e Gianfranco Colace, parla di “pagina importante nella storia dell’amianto in Italia e nel mondo”. Al magistrato rispondono gli avvocati difensori Guido Carlo Alleva e Astolfo di Amato: “L’amianto fa parte della storia industriale e sociale, e in tribunale si giudicano gli uomini, non la storia. Il processo non va caricato di significati extra giuridici”. Lo staff legale dell’Eternit ritiene che i due super dirigenti non siano responsabili, ma all’udienza preliminare si è visto respingere tutte le eccezioni. Il gup, anzi, ha sottolineato che i reati (contestati dal 1952) non sono prescritti perché “il disastro è ancora in atto”: i manufatti in amianto restano in circolazione e la gente continua a morire. Bruno Pesce, coordinatore del comitato delle vittime casalesi, ha gli occhi lucidi per la commozione: “Non è finita, e lo sappiamo. Bisogna fare il processo, risolvere la questione dei risarcimenti. Ma per ora abbiamo scritto una grande pagina di giustizia”. 

mauro.barletta@ansa.it