Tele pass.

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Il logo di Telepass.
Il Telepass è un sistema di riscossione automatica del pedaggio autostradale, introdotto in Italia nel 1989 da Società Autostrade Concessioni e Costruzioni S.p.A. (oggi Telepass S.p.A.).
Opera secondo la normativa UNI-10607 del 1996, affiancata nel 1999 da una normativa europea (ETSI ES 200 674-1).
Inizialmente installato sulla tratta Prato Calenzano-Firenze Nord in via sperimentale, è stato installato in un primo tempo sull’Autostrada A1 nei caselli delle principali città italiane (Milano, Roma e Napoli) in occasione del Mondiale di calcio 1990, e in seguito l’implementazione si è estesa a tutti i caselli della rete autostradale nazionale.
In origine vincolato al singolo veicolo e destinato all’utenza business, dal 1998 è stato esteso alla clientela privata e dal 2005 il servizio è stato abilitato anche per le motociclette.
Secondo i dati aggiornati all’aprile 2008, circolano 6 milioni di apparecchi Telepass, per un totale di circa 2 milioni di transiti al giorno.
Con il Telepass è possibile pagare anche il pedaggio per il traforo ordinario dello Zovo, per i parcheggi dell’aeroporto di Malpensa, Linate, Roma Fiumicino e la fiera di Bologna e per la ZTL Area C di Milano.[1]
Indice [nascondi]
1 Caratteristiche tecniche
2 Il funzionamento
3 Telepass ricaricabile
4 Storia e tecnica dell’apparecchio
5 Note
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Caratteristiche tecniche [modifica | modifica sorgente]

Dal punto di vista tecnico si compone di un sottosistema di terra (RSE: Road Side Equipment) e di un apparato di bordo (OBU: On Board Unit), composto da un transponder da tenere sul parabrezza dell’auto nella zona dello specchietto retrovisore (fissandolo tramite un supporto a colla). Essendo un sistema DSRC a 5,8 GHz, il transponder (OBU) non ha un oscillatore locale per comunicare con il RSE, ma sfrutta la portante emessa dall’RSE stessa.
È un sistema RFID SEMI ATTIVO , ovvero dotato di alimentazione autonoma tramite batterie nell’unità di bordo o tramite il collegamento alla batteria dell’auto. Ed acceso solo in prossimità del gate autostradale. In alcune varianti, può anche essere dotato di display per trasmettere informazioni addizionali, anche se questo si effettua solitamente solo con servizi riservati agli autotrasportatori professionali.
Il funzionamento [modifica | modifica sorgente]

Attraversamento di un casello dell’autostrada A9 col sistema Telepass
Il funzionamento pratico è relativamente semplice: quando il veicolo dotato di Telepass transita lungo l’apposita corsia riservata al casello, un impianto ottico (CTV) riconosce il tipo di veicolo e attiva l’emissione del segnale da parte dell’apposito apparato trasmettitore.
L’impianto di bordo risponde alla “chiamata” del dispositivo a terra, ritrasmettendo un codice identificativo univoco. La centralina a terra registra il passaggio e dà ordine di sollevare la sbarra.
In caso di mancato dialogo tra le due parti del Telepass, una speciale fotocamera fotografa o filma la targa del veicolo, per poter risalire all’autore del transito non autorizzato o del pedaggio non riuscito. In ogni caso, un secondo impianto ottico provvede alla conferma della classificazione del tipo di veicolo e alla sua categorizzazione in una delle 5 classi tariffarie.
Tutta la transazione avviene in pochi decimi di secondo, evitando di doversi fermare. L’unico vincolo è il dover procedere abbastanza lentamente da dare il tempo all’apparato di ricevere il segnale ed eseguire la transazione, per cui è presente un limite di velocità di 30 km/h durante il transito nella corsia del Telepass. L’eliminazione del tempo di fermata e ripartenza e del pagamento manuale velocizza notevolmente lo scorrimento e riduce la probabilità che si formino code e ingorghi, annullando i tempi di attesa. Il pagamento del pedaggio viene addebitato automaticamente sul conto corrente o su una carta di credito dell’intestatario (che deve dichiararne i dati) del contratto e fatturato a scadenze regolari, semplificando anche la gestione amministrativa di chi usa l’auto come strumento di lavoro.
Telepass ricaricabile [modifica | modifica sorgente]

È un servizio attivo dal 2006 in via sperimentale, su tutte le autostrade a pedaggio della Sicilia ed in alcuni tratti autostradali della Campania.
Il dispositivo per fruire del servizio deve essere acquistato dall’automobilista e, pertanto, non è previsto un costo di noleggio e non deve essere necessariamente titolare di conto corrente o carta di credito.
A differenza del Telepass tradizionale, il Telepass ricaricabile, pur funzionando con la stessa tecnologia, presenta un display attivabile con la pressione di un pulsante, che consente di controllare il credito rediduo ed altre informazioni connesse al suo corretto funzionamento.
I veicoli dotati di Telepass Ricaricabile accedono all’autostrada attraverso le stesse porte riservate ai veicoli dotati del Telepass tradizionale tuttavia, a differenza di quanto avviene per questi ultimi, l’addebito dei costi non è posticipato sul conto corrente o sullacarta di credito di appoggio, ma avviene scalando un credito prepagato, come avviene per i telefoni cellulari senza abbonamento. I tagli di ricarica previsti sono da 25, 50 e 75 €; il costo di ricarica è gratuito se effettuato presso i Punto Blu oppure on line sul sito Telepass, invece è di 1 € ogni 24 € di pedaggio se effettuato nella tabaccherie Sisal abilitate.
Al momento dell’avvio della sperimentazione il Telepass ricaricabile aveva un costo di 55€ IVA compresa. Nel corso dell’estate 2012 è stato offerto in promozione a 49€ comprensive di 10€ di pedaggio prepagato. Tuttavia per l’attivazione, che comporta comunque la sottoscrizione di un contratto, è obbligatorio effettuare una ricarica di almeno 25€ di credito. Pertanto al consumatore che opta per questa soluzione è richiesto un costo iniziale minimo di 74€. Pertanto il costo dell’apparecchio in sé, escludendo l’acquisto “obbligatorio” di 35€ di credito, è di 39€ somma che, con gli attuali costi di noleggio del dispostivo tradizionale, comporterà un risparmio effettivo solo dopo 32 mesi dall’acquisto.
I tratti autostradali nei quali è utilizzabile (nonostante gli oltre sei anni di sperimentazione) sono rimasti i seguenti:
A56 Tangenziale di Napoli – tutto il tratto;
A1 Napoli – Milano – solo nel tratto compreso tra Napoli e Caserta Sud;
A16 Napoli – Canosa di Puglia – solo nel tratto compreso tra Napoli e Pomigliano d’Arco;
A3 Napoli – Pompei – Salerno – nel tratto compreso tra Napoli e Salerno;
A18 Messina – Catania – per intero;
A20 Messina – Palermo – per intero;
A19 Catania – Palermo – al momento non è richiesto alcun pedaggio;
Il servizio è garantito dalla dotazione di uno speciale apparecchio con display che indica sia il costo del pedaggio, sia (tramite l’uso di un pulsante) il credito aggiornato dopo ogni passaggio sotto le barriere; quest’apparecchio, anziché essere consegnato in comodato d’uso dal “Punto Blu” come il Telepass tradizionale, va acquistato e rimane di proprietà del cliente.
Per ricaricare il credito (senza costi aggiuntivi) è sufficiente andare sul sito istituzionale Telepass oppure presso i Punti Blu presenti nelle zone interessate. Nelle tabaccherie-ricevitoria del Lotto abilitate unitamente alla somma da ricaricare, dovrà essere esibita una “card” identificativa col codice a barre dell’apparecchio contenuta nella confezione del dispositivo e dè previsto un costo di 1euro. In un prossimo futuro sarà disponibile anche il servizio di ricarica tramite terminale Bancomat.
La società Autostrade per l’Italia ha auspicato che, in futuro, potrà essere utilizzato su tutta la rete autostradale italiana.
Storia e tecnica dell’apparecchio [modifica | modifica sorgente]

Il primo prototipo del terminale di bordo fu sviluppato dal 20 dicembre 1986 fino al 17 aprile 1987, in tempi di record da soli tre progettisti (uno hardware e due software, allora solo 24-25enni)[senza fonte], dipendenti di Sixcom[2], azienda del gruppo Olivetti. La presentazione del sistema fu fatta davanti ai direttori della Società Autostrade e dell’Olivetti, battendo sul tempo la Marconi, azienda inglese che, in tempi successivi, fornì la tecnologia delle antenne[3]
Il prototipo originale del Telepass aveva una forma rettangolare leggermente più grande e piatta, leggeva carte senza contatti AT&T e avrebbe dovuto rendere possibili anche i pagamenti nelle aree di servizio. Quello attuale è basato su una tecnologia di transponder, antenna passiva che, eccitata via radio da un’antenna attiva (Boa), comunica con quest’ultima. All’avvicinarsi al casello autostradale la prima Boa accende il Telepass e lo prepara per la comunicazione con le altre due. La seconda Boa riconosce l’apparato sull’automezzo, trasmettendone i dati alla rete autostradale che fa alzare la sbarra. La terza Boa chiude e conferma il passaggio. Le tre Boe e il sistema a terra sono collegate con la sbarra con delle telecamere digitali e la rete autostradale, e il passaggio in entrata viene inviato al sistema informatico autostradale in modo da calcolare la tariffazione e accettare lo stesso apparato al casello in uscita. Più tardi i dati verranno elaborati e verrà spedito l’estratto conto.
Note [modifica | modifica sorgente]

^ Telepass.it: – News
^ smartcard.co.uk
^ repubblica.it
Altri progetti [modifica | modifica sorgente]

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Collegamenti esterni [modifica | modifica sorgente]

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