Stefano e Virgilio Presenti

Stefano e Virgilio Mattei.

Roma 16.04.1973 – Sono ormai trascorsi 38 anni dal rogo di Primavalle, ma gli assassini di Virgilio e Stefano Mattei, ancora non sono stati consegnati alla giustizia. Alle 3.10 del mattino, del 16 aprile 1973, tre sconosciuti versarono del liquido infiammabile sotto la porta dell’abitazione Mattei, in via Bibbiena nel quartiere popolare di Primavalle a Roma. Subito le fiamme divamparono e distrussero l’intero appartamento. Nell’abitazione rimase purtroppo imprigionati dalle fiamme due dei sei figli, Stefano di otto e Virgilio di ventidue anni. Per loro non ci furono speranze di salvezza e morirono carbonizzati. Gli attentatori lasciarono sul selciato una rivendicazione. Il padre, Mario, era un ex volontario della Repubblica Sociale Italiana e segretario della sezione Giarabub del Movimento Sociale Italiano, mentre il figlio più grande, Virgilio, era il responsabile dei giovani volontari nazionali. Entrambi reggevano le sorti di una sezione collocata in un quartiere dove la sinistra extraparlamentare era molto radicata. Fu un vero e proprio attentato ad una famiglia missina. Il 18 aprile del 1973 fu arrestato Achille Lollo come responsabile del rogo e subito dopo anche Marino Clavo e Manlio Grillo, tutti appartenenti a Potere Operaio. Nonostante le indagini portassero alle responsabilità dei tre militanti, ci furono numerosi tentativi di depistaggio verso la pista della faida interna. Fu anche redatto un libro intitolato “Primavalle: incendio a porte chiuse” di Giulio Savelli che sosteneva l’estraneità dei tre militanti. Il processo di primo grado iniziò nel febbraio del 1975 e si concluse dopo tre mesi con l’assoluzione per insufficienza di prove. Intanto i tre imputati fuggirono all’estero e quando il processo di secondo grado, li condannò a diciotto anni di reclusione erano già lontani dal suolo italiano. Achille Lollo, si rifugiò prima in Angola e poi in Brasile a Rio De Janeiro, Manlio Grillo, si rifugiò prima a Stoccolma e poi in Nicaragua, infine, Marino Clavo, si rifugiò a Stoccolma, arrestato ma mai estradato. Nel 2004, la pena nei confronti dei tre militanti di Potere Operaio, fu dichiarata estinta dalla Corte di Appello di Roma per intervenuta prescrizione. Ma nel 2005, Achille Lollo, affermò al corrispondente del Carriere della Sera, la sua partecipazione, oltre a quella di Clavo e Grillo, anche la collaborazione di altri tre compagni e la copertura di Potere Operaio. La Procura di Roma, ritenne opportuno riaprire il caso sulla base di nuovi indizi e di iscrivere sul registro degli indagati anche Paolo Gaeta, Diana Perrone e Elisabetta Lecco per strage. Tutti gli organizzatori, esecutori e comprimari della strage, ancora oggi sono a piede libero. Solo trenta anni dopo il rogo di Primavalle, il Comune di Roma dedicò alle due vittime un parco, il parco “Stefano e Virgilio Mattei”, in via Battistini. Giampaolo Mattei, scampato miracolosamente all’incendio, nel 2005 fondò l’Associazione Fratelli Mattei dedita ad attività sociali e politico-culturali. Nel 2008, dopo un lungo e intenso lavoro, pubblicò anche un libro dal titolo “La notte brucia ancora – Il rogo che ha distrutto la mia famiglia” nel quale racconta un doppio dolore: quello silenzioso e quotidiano dell’assenza e quello sordo e impotente della giustizia negata.

16 Aprile 1973 L’orribile fine dei fratelli Mattei

 

Stefano e Virgilio

 

 

LA STORIA DEI FRATELLI MATTEI

Fratelli Mattei[1]Sono ormai trascorsi 37 anni dal rogo di Primavalle, ma gli assassini di Virgilio e Stefano Mattei, ancora non sono stati consegnati alla giustizia. Alle 3.10 del mattino, del 16 aprile 1973, tre sconosciuti versarono del liquido infiammabile sotto la porta dell’abitazione Mattei, in via Bibbiena nel quartiere popolare di Primavalle a Roma. Subito le fiamme divamparono e distrussero l’intero appartamento. Nell’abitazione rimase purtroppo imprigionati dalle fiamme due dei sei figli, Stefano di 10 e Virgilio di 22 anni. Per loro non ci furono speranze di salvezza e morirono carbonizzati.Virgilio Mattei 1[1]Gli attentatori lasciarono sul selciato una rivendicazione. Il padre, Mario, era un ex volontario della RSI e segretario della sezione Giarabub dell’MSI, mentre il figlio più grande, Virgilio, era il responsabile dei giovani volontari nazionali. Entrambi reggevano le sorti di una sezione collocata in un quartiere dove la sinistra extraparlamentare era molto radicata. Fu un vero e proprio attentato ad una famiglia missina. Il 18 aprile del 1973 fu arrestato Achille Lollo come responsabile del rogo e subito dopo anche Marino Clavo e Manlio Grillo, tutti appartenenti a Potere Operaio. Nonostante le indagini portassero alle responsabilità dei tre militanti, ci furono numerosi tentativi di depistaggio verso la pista della faida interna. Fu anche redatto un libro intitolato “Primavalle: incendio a porte chiuse” di Giulio Savelli che sosteneva l’estraneità dei tre militanti. Il processo di primo grado iniziò nel febbraio del 1975 e si concluse dopo tre mesi con l’assoluzione per insufficienza di prove. Intanto i tre imputati fuggirono all’estero e quando il processo di secondo grado, li condannò a 18 anni di reclusione erano già lontani dal suolo italiano. Lollo, si rifugiò prima in Angola e poi in Brasile a Rio De Janeiro, Grillo, si rifugiò prima a Stoccolma e poi in Nicaragua, infine, Clavo, si rifugiò a Stoccolma, arrestato ma mai estradato.

Stefano MatteiNel 2004, la pena nei confronti dei tre militanti di Potere Operaio, fu dichiarata estinta dalla Corte di Appello di Roma per intervenuta prescrizione. Ma nel 2005, Achille Lollo, affermò al corrispondente del Carriere della Sera, la sua partecipazione, oltre a quella di Clavo e Grillo, anche la collaborazione di altri tre compagni e la copertura di Potere Operaio. La Procura di Roma, ritenne opportuno riaprire il caso sulla base di nuovi indizi e di iscrivere sul registro degli indagati anche Paolo Gaeta, Diana Perrone e Elisabetta Lecco per strage. Tutti gli organizzatori, esecutori e comprimari della strage, ancora oggi sono a piede libero. Solo trenta anni dopo il rogo di Primavalle, il Comune di Roma dedica alle due vittime un parco, il parco “Stefano e Virgilio Mattei”, in via Battistini. Giampaolo Mattei, scampato miracolosamente all’incendio, nel 2005 fonda l’Associazione Fratelli Mattei dedita ad attività sociali e politico-culturali. Nel 2008, dopo un lungo e intenso lavoro, pubblica anche un libro dal titolo “La notte brucia ancora – Il rogo che ha distrutto la mia famiglia” nel quale racconta un doppio dolore: quello silenzioso e quotidiano dell’assenza e quello sordo e impotente della giustizia negata.